Titolo: Le imprese bocciano la manovra. Inserito da: Admin - Ottobre 20, 2013, 11:31:47 pm Le imprese bocciano la manovra.
Napolitano la difende: "Prudenza" Il presidente della Repubblica interviene sulla legge di Stabilità: "Non serve se è poco responsabile". Camusso critica: "C'è orientamento unitario" per incrociare le braccia, la decisione verrà presa lunedì. Bondi: "Contraddice a impegni presi con gli elettori Pdl". I renziani: "Concentrare le detrazioni Irpef sui redditi più bassi". Letta a imprenditori e sindacati: "Per tagliare di più servono soldi" MILANO - La Legge di Stabilità continua a dividere. Ma il provvedimento del governo Letta trova un difensore di peso, come il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che privilegia la necessità di operare scelte "responsabili" prima che "coraggiose", come invocato da molti negli ultimi giorni. "Occorre un atteggiamento critico quanto si voglia - spiega il Capo dello Stato in una videointervista trasmessa al convegno dei giovani imprenditori di Confindustria, in corso a Napoli- ma che sia sostenibilmente propositivo e consapevole di vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare. Perchè quella - osserva- non sarebbe una prova di coraggio ma una prova di incoscienza". "Abbiamo superato momenti molto più complessi - continua Napolitano - supereremo anche questo momento di crisi. Occorre ricostruire un clima di fiducia. Bisogna in primo luogo che tutte le forze sociali, culturali, politiche del Paese sappiano di avere il dovere di dare fiducia in un'Italia che torni a crescere nel Nord e nel Sud perchè se crescesse solo al Nord l'Italia non andrebbe troppo avanti". Ieri era stata la volta delle critiche del Pdl, spaccato tra chi - principalmente gli esponenti di governo - hanno sostenuto il testo e chi invece vi ha letto un aumento nascosto dell'imposizione fiscale e misure insufficienti per la crescita. E oggi il "lealista" Sandro Bondi torna all'attacco: "La manovra contraddice agli impegni presi dal Pdl con gli elettori". Mentre Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, propone una cabina di regia per risolvere "le tante questioni aperte" sulla legge di stabilità: "Su Imu e Service Tax i giornali sono pieni di simulazioni, ma i numeri reali ancora non si conoscono", sottolinea. La manovra ha diviso anche la compagine di governo, con i mal di pancia del viceministro all'Economia Stefano Fassina, al quale oggi il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha risposto: "Non si poteva fare di più". Mentre il deputato democratico Yoram Gutgeld, di area renziana, rilancia un'idea che si sta facendo strada in queste ore. Ossia concentrare le risorse destinate all'aumento delle detrazioni Irpef sui redditi più bassi, sotto i 25mila euro: "Viste le limitate risorse disponibili nella legge di stabilità - sostiene Gutgeld - occorre prestare particolare attenzione alle fasce deboli. Sarebbe opportuno in particolare limitare la platea dei beneficiari della riduzione dell'Irpef a chi guadagna meno di 25.000 euro lordi, e assicurare che chi era già esentato dall'Imu non paghi la Tasi". La manovra rischia di far deflagrare anche Scelta Civica, che ha vissuto l'ennesima tensione interna che ha portato all'addio - in realtà maturato su tempi ben più ampi - da parte di Mario Monti. Oggi è toccato ai sindacati, in particolare del leader Cgil, Susanna Camusso, che attacca duramente il governo e ventila la possibilità di incrociare le braccia. Per di più, mette una chiara distanza tra sé e il suo predecessore in Corso Italia, il numero uno del Pd Guglielmo Epifani. "Mi pare ci sia un orientamento unitario" per fare lo sciopero contro la Stabilità, ha spiegato Camusso intervenendo a Radio 24 e sottolineando che è importante che sia "unitario". Lunedì, giorno in cui i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil si incontreranno, "dovremmo decidere", ha aggiunto. Parlando dell'esecutivo targato Letta-Alfano, la sindacalista attacca: "Ha messo la stabilità prima delle scelte del fare". A Giovanni Minoli che le chiede se sia un 'governicchio', la sindacalista risponde che lo è nel momento in cui "non sceglie". Poi la presa di distanza dal Pd: "Non sono d'accordo con Epifani", spiega commentando il giudizio sul provvedimento espresso dal segretario del Pd. Alla domanda se riconoscesse nell'Epifani segretario del Pd, l'ex segretario della Cigl, Camusso ha risposto: "Epifani fa cose molto diverse da prima, ma non è cambiato molto. Il lavoro ora non è più centrale come era nel periodo precedente". Tornando al tema della Stabilità, anche Camusso si è messa nel solco di chi ha imputato all'esecutivo la mancanza di incisività e coraggio, come aveva fatto anche il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi. Ma Napolitano, inviando un messaggio proprio ai Giovani di Confindustria, ha fatto un distinguo importante: non serve coraggio se "poco responsabile". L'atteggiamento critico deve essere "sostenibilmente propositivo e consapevole di vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare", altrimenti "non sarebbe una prova di coraggio ma una prova di incoscienza". Anche dal fronte delle imprese arrivano critiche alla manovra e si richiede un'azione più incisiva su tagli alla spesa pubblica e cuneo fiscale. Lo invocano a gran voce i presidenti di Abi, Alleanza delle cooperative italiane, Ania, Confindustria, Reteimprese Italia, riuniti stamattina a Bologna per concordare alcune valutazioni e indirizzi sulla legge di stabilità. Dagli Usa arriva la risposta del premier Enrico Letta a imprenditori e sindacati: "Tagliare le tasse sul lavoro non è facile perchè servono soldi", dice al Washington Post. Il Capo dello Stato si è soffermato anche sul tema fiscale, lamentato dai giovani imprenditori come il principale ostacolo a crescere. "La questione non è tanto di vedere quanto si sia stanziato o se si dovesse o potesse stanziare di più, ma vedere nell'insieme su quali risorse possiamo contare seriamente senza inventarci delle coperture fasulle". Per rendere ancora più incisivo il suo ragionamento, Napolitano ha invocato lo spettro della procedura per deficit eccessivo: "Possiamo noi sottovalutare il fatto che l'Italia sia uscita dalla situazione in cui era di infrazione per deficit eccessivo, possiamo correre il rischio che ci ricaschi? Il governo dice di no e penso che sia una giusta preoccupazione". La sintesi è di speranza: "Abbiamo superato momenti molto più complessi e drammatici di questo attuale". (18 ottobre 2013) © RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.repubblica.it/economia/2013/10/18/news/stabilit_i_sindacati_verso_lo_sciopero_camusso_il_governicchio_che_non_sceglie-68848734/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_18-10-2013 |