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Titolo: Gabriele Ferraris. - Montecchi e Capuleti della movida
Inserito da: Admin - Giugno 23, 2013, 10:52:58 am
Editoriali
21/06/2013

Montecchi e Capuleti della movida

Gabriele Ferraris
Torino

Una volta l’estate giornalistica cominciava con il primo titolo sul Grande Esodo verso il mare. Oggi, causa crisi, la gente esoda meno, resta in città, e la sera esce e fa casino come se fosse al mare. Però il casino all’aperto in centro città si chiama movida.

 

Fa più figo. Quindi l’estate giornalistica si inaugura con la prima inchiesta sul Rumore della Movida.

Immancabile la protesta dei Residenti. Quelli cioè che tentano di dormire nelle case che si affacciano sui posti della movida.

 

Altrettanto immancabile la scelta, nelle redazioni dei giornali, della Vittima Sacrificale, ovvero colui a cui tocca scrivere il temuto articolo in difesa della movida, che gli procaccerà una settimana di mail incavolatissime di Residenti. E’ toccato a me.

 

Potrei dirvi che la movida è bella, anima le notti delle città, esprime socialità e talora cultura. Ma ai Residenti non frega nulla di tutto ciò. Vogliono dormire. Socialità e cultura vadano a esprimersi sotto i balconi di altri Residenti. Trattasi della nota Sindrome Nimby.

 

Potrei dirvi che la movida è buona se è regolamentata, con orari tassativi e controlli stringenti sul consumo di alcol. Ma – a parte che la movida regolamentata non è più tanto movida – ai Residenti non frega nulla di tutto ciò. Alcuni di loro vogliono dormire anche prima di mezzanotte. Trattasi del diritto costituzionale di dormire quando ci garba. Diritto che però vale, all’inverso, pure per i perdinotte della movida. Ciò alimenta un discreto malanimo fra i due gruppi. Tipo Montecchi e Capuleti.

 

Potrei dirvi che la movida è rumorosa, epperò in genere una città è di per sè rumorosa. Ma ai Residenti non frega nulla di tutto ciò, perché molti di loro giudicano la gente che si diverte di notte più rumorosa di un cantiere stradale. Taluni percepiscono il rumore della movida ancor prima che esso si manifesti. Trattasi di insofferenza preventiva.

 

Mi restano due argomenti. Il primo è economico. La movida dà da vivere a un sacco di onesti lavoratori: baristi, gestori di club, osti, deejays, buttafuori, taxisti, lavapiatti, cubiste, giornalisti che scrivono articoli sul rumore della movida. Con 40 ristoranti e 40 locali che ogni giorno chiudono in Italia, io ci penserei su un momento, prima di imporre il coprifuoco.

 

Il secondo argomento è di logica. Molti Residenti sono andati ad abitare nei posti della movida perché sono diventati chic e di moda grazie alla movida, mentre prima erano degradati e in mano a tossici e furfanti assortiti. Dopodiché i Residenti si lamentano del rumore della movida. Mi viene in mente il tizio s’era comprato una casa con vista sulle cascate del Niagara perché la vista è superba, e poi pretendeva che chiudessero il rubinetto delle cascate del Niagara perché la notte fanno rumore.

 

Io abito in una via tranquilla. Talmente tranquilla che piace molto anche a drogati e trans. Forse preferisco il rumore della movida. Anche senza vista sulle cascate del Niagara.

 

E adesso, gentili Residenti, inviatemi pure le vostre mail di insulti all’indirizzo gabriele.ferraris@lastampa.it. E scusate se non risponderò. Siete troppi. Ma vi amo tutti. 

da - http://lastampa.it/2013/06/21/cultura/opinioni/editoriali/montecchi-e-capuleti-della-movida-Ym0A0en5BqAr1GCjaxBxvL/pagina.html