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Autore Discussione: Guardoni e censori: così è se vi pare  (Letto 3292 volte)
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« inserito:: Luglio 18, 2007, 10:19:40 pm »

Guardoni e censori: così è se vi pare

Toni Jop


Il potere del sesso o il sesso del potere? Mentre questo febbricitante Paese caracolla verso la pausa d’agosto, ecco due tracce atrocemente glamour in grado di trascinarci fin sotto l’ombrellone vecchi imbarazzi da pubertà pasticciate. La copertina del Financial Times dedicata alla scollacciataggine della nostra tv e questa meravigliosa storia della mostra sull’arte omosessuale che Milano ha rifiutato per indecenza. Da queste due fotografie, vedremo quanto sincere, discende un’immagine sudaticcia del nostro Paese alle prese con il sesso o meglio con la recita dei suoi richiami. Veniamo alla prima immagine che ha così divertito, o indignato, il supplemento domenicale del giornale londinese. Per dire e far capire quanto sia basso il target della nostra tv, ecco in primo piano quel trionfo di cosce, seni rifatti, spacchi, tracce di mutandine in ordine sparso che orna - è vero e secondo alcuni svela - il nostro vuoto televisivo da un bel po’ di tempo. Dicono che nessun sistema tv occidentale si permette un tal spreco di richiami sessuali sfacciatamente opportunistici, commerciali, in genere appesi alla consumata disponibilità del commercio di monetizzare il corpo delle donne. Saremmo, cioè, in testa nella classifica delle culture onaniste-maschiliste che affliggono il mondo a capitalismo avanzato. Il «bello» - dal punto di vista della ricchezza della contraddizione - è che il primato viene rivendicato dal paese che ospita il trono di Pietro, la severa culla del cattolicesimo, tutt’altro che impotente, purtroppo, rispetto ai casi e alle voglie degli italiani. Il «superbello» della vicenda viene poi dal fatto che una buona metà delle reti televisive italiane è nelle mani di un signore che è stato presidente del consiglio e che, nell’attuale tentativo di rimonta, non smette di presentarsi a Santa Madre Chiesa come crociato di un nuovo cattolicesimo militante facendo sbiadire persino il ruolo della Compagnia di Gesù. Nell’attesa, si fa fotografare e riprendere in compagnia di stelline e veline, categoria professionale dalla quale la tv attinge le cosce di cui sopra, che si impegna addirittura a promuovere in video. Senza voler caricare l’ex presidente del Consiglio di responsabilità non solo sue, conviene annotare come, in questo caso, si stia verificando una curiosa sintonia che permette di sovrapporre il logo di questa «scollacciata» tv a quello di un soggetto non secondario della politica italiana, visto che il nostro uomo si dichiara già vincitore di elezioni che non si sono tenute mentre non ha ancora smesso di dichiararsi vincitore di elezioni che ha perso. Intanto, gli va di interpretare «in prima serata» il ruolo, italian classic, del lumacone che sguazza tra seni estroversi e ventri piatti, sicuro di raccogliere il transfert, politicamente generoso, dell’italiano represso. Sesso o politica? Un attimo di attenzione e si comprenderà come la seconda immagine, quella della mostra omosex negata, si intreccia con la prima con elegante coerenza e in polemica con quanti sostengono che il sesso non è politica, e non ha nulla a che vedere col potere. È Milano - lo sappiamo - ad assumersi l’imbarazzante carico culturale di aver censurato ed espulso una mostra d’arte che non avrebbe messo in agitazione neppure la più provinciale delle città d’Europa. Ma qui il sindaco Letizia Moratti rappresenta il lato della cultura berlusconiana che si può permettere la santa doppiezza cattolica. Insomma, la signora Moratti, fedele ancella della cultura dell’ex presidente del Consiglio, può vestire indignazione se la mettono di fronte ad una immagine irriguardosa del Papa, e questo è umano, ma le si consente di decidere se un’intera cittadinanza possa o meno confrontarsi con un’esposizione d’arte sulla quale è attivo un suo discutibilissimo giudizio ultramoralista, ancorato al concetto ultravolatile e molto politico della decenza. A Milano. Mentre la Chiesa fa sapere che quella mostra è irricevibile anche a Napoli e la sua possibile collocazione diventa una barzelletta ignobile, una sorta di nave dei dannati davanti alla quale i porti chiudono gli accessi. Mastella, ministro del centrosinistra, storce il naso, Jervolino, sindaco di Napoli, lo alza indignata. Sesso sesso dove sei: perché ti nascondi sotto le gonne della politica e del potere? A nessuno viene in mente che la politica non può e non deve aver alcun controllo sull’arte, questo è pensiero che non appartiene alla loro cultura. Si può approfittare della topografia femminile nel buio delle stanze ministeriali garantendo promozioni e comparse tv ma il Papa non si tocca. In che senso? Del resto, non è l’attuale presidente della Regione Lombardia l’uomo che anni addietro annunciò che mai avrebbe fornicato? Non ricordiamo se precisò «anche da solo» ma sarebbe decisivo per sapere se siamo di fronte a uno dei titolari di quell’immagine onanista-maschilista che l’Italia sta svendendo in questi giorni d’estate. Aggiungiamo una terza tappa a questo caldo calvario: orrore di fronte alla mostra d’arte omosex ma silenzio davanti alla campagna pubblicitaria orchestrata da Dolce & Gabbana - molto vicini al nostro ex - che alludeva - involontariamente? - allo stupro di una donna circondata da bei ragazzoni con gli occhi dolci-dolci. Protestò la Spagna. Siamo quel che siamo: almeno averne coscienza.

Pubblicato il: 18.07.07
Modificato il: 18.07.07 alle ore 7.51   
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