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Autore Discussione: Quei tentacoli oscuri dell'alta finanza  (Letto 1919 volte)
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« inserito:: Dicembre 15, 2009, 04:02:45 pm »

Quei tentacoli oscuri dell'alta finanza


Ieri sulle piazze affari di mezzo mondo il dollaro è salito ed a farlo riprendere sono state le buone notizie provenienti da Wall Street. Ma non si tratta della tanto attesa crescita economica. Mercoledì il Dow Jones, l'indice della Borsa tradizionale americana, ha rotto la barriera dei 10.000 punti dopo l'annuncio di profitti trimestrali eccezionali da parte della J.P.Morgan. Giovedì Goldam Sachs ha pubblicato i suoi profitti trimestrali pari a più di tre miliardi di dollari. Per chi ancora non crede alla potenza dei nuovi titani della finanza ecco la prova: sono bastati questi pochi dati a far risollevare la moneta americana data per morta nei giorni scorsi.
Più del tasso di disoccupazione, della produttività industriale, della bilancia commerciale, gli indici di Borsa influenzano l'andamento delle monete internazionali e la nostra percezione dell'economia. E quelli americani dipendono da quanti soldi fanno le grandi banche non dalle esportazioni del Made in Usa. I politici usano questi indici per mostrarci quanto bravi sono stati a salvare il mondo da una nuova grande depressione, ma non illudiamoci che abbiano la situazione sotto controllo. Al contrario, anche loro sono in balia dell'alta finanza, che ormai controlla l'economia ed ha tentacoli dovunque.
Il Financial Times racconta che gran parte dei consiglieri finanziari del Presidente Obama, coloro che dovrebbero regolare il mercato finanzario, sono ex «consiglieri» dei titani di Wall Street che li hanno sempre pagati profumatamente. Lawrence Summers, principe degli economisti della Casa Bianca, ha ricevuto 5.2 milioni di dollari da DE Shaw, un hedge fund, nel 2007 e 2008. Goldman Sachs ha pagato Gene Sperling, consigliere del Tesoro, circa un milione di dollari per alcune conferenze. Mattew Kabaker, altro consigliere del Tesoro, ha ricevuto 5,8 milioni di dollari da Blackstone, la società di private equity di Wall Street. Lewis Alexander, anche lui nel gruppo di economisti della Casa Bianca era direttore dell'ufficio studi di Citygroup dove percepiva un salario di 2,4 milioni di dollari. La lista è molto più lunga ma bastano questi nomi a farci capire chi muove le fila del mondo.
Il salvataggio delle banche ha indebolito i governi che l'hanno orchestrato. Oggi i titani della finanza sono tornati a fare ciò che sanno fare meglio, speculare sul mercato, che non significa vendere prodotti scadenti a chi non capisce cosa sta acquistando ma operare in quei segmenti del mercato dove c’è meno controllo e regolamentazione. E a un anno dalla crisi del credito l'alta finanza in questi settori ha soltanto l'imbarazzo della scelta. I consiglieri hanno fatto un buon lavoro.

16 ottobre 2009
da unita.it
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