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Autore Discussione: Tra auto e operai, quel mito torinese che oggi rischia il tramonto  (Letto 2123 volte)
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« inserito:: Agosto 08, 2008, 05:32:03 pm »

Tra auto e operai, quel mito torinese che oggi rischia il tramonto

Oreste Pivetta


L´ultimo dei carrozzieri. Andrea Pininfarina l´ultimo dei carrozzieri o, almeno, uno degli ultimi lo è stato, ma la definizione non è tanto la testimonianza del tramonto di un «genere» imprenditoriale o di una famiglia. Per il momento è soprattutto la prova di una resistenza, mentre le novità della globalizzazione cancellano i parenti stretti in tutto il mondo e la crisi dell´auto si manifesta in numeri imprevedibili.

Basterebbe ricordare il tracollo di General Motors e della Ford, che pagano lentezza e miopia di fronte a difficoltà intuibili e nuove domande (anche ecologiche). Alla pigrizia dei giganti americani si potrebbe opporre la coraggiosa sfida (qualcuno avrebbe detto «avventata») di una piccola azienda di famiglia, tremila dipendenti e una miriade di problemi finanziari. Qualcosa di simbolico, ma non solo. Andrea Pininfarina non aveva sottovalutato le perplessità di molti tra i suoi interlocutori, ma non aveva rinunciato ad una linea industriale (l´innovazione si fa bene, diceva, quando si può maneggiare dall´inizio alla fine il prodotto) e a una linea di sperimentazione: la novità oltre i confini della caduta prevedibile rimanendo fermi. L´accordo con Vincent Bollorè aveva questo senso. Il finanziere bretone credeva nell´industriale torinese (anche le sue dichiarazioni di cordoglio lo confermano: «Le forme e i concetti che Andrea Pininfarina ha elaborato sono destinati a restare»). La joint venture dovrebbe alla fine condurre alla produzione nel 2010 di una nuova vettura elettrica. Tra due anni. Una scommessa, un modo certamente a rischio per sottrarsi a una sorte di decadenza, per reagire. Basterebbe pensare alla vicenda Bertone, in amministrazione controllata. Andrea Pininfarina avrebbe potuto scegliersi strade per sè più semplici e ricche, strade finanziarie: quanto potessero risultare più comode queste strade lo si capisce leggendo del gran rialzo in Borsa del titolo, dopo che s´era diffusa la notizia dell´incidente.

Andrea Pininfarina dunque non s´era arreso. Non solo l´accordo con Bollorè, ma anche quello con Tata (prima della Fiat). Ricerca di intese, di collaborazioni, di capitali per rimediare alle difficoltà con un passo avanti. Giocando cioè la carta della crescita.

Andrea Pininfarina, cinquantunenne (era nato a Torino nel 1957, si era laureato in Ingegneria meccanica al Politecnico), padre di tre figli, aveva assunto sette anni fa la guida dell´azienda fondata dal nonno Battista Farina detto Pinin (per la corporatura esile) nel 1930 (una divisione in famiglia), condotta quindi dal padre Sergio, il senatore a vita, ed era stato il regista della sua presenza internazionale: agli stabilimenti di Cambiano, San Giorgio e Bairo Canavese, aveva aggiunto un impianto in Svezia, a Udevalla, in accordo con la Volvo, aveva acquistato la francese Matra e un centro di engineering in Marocco.

In questi giorni (martedì prossimo sarebbe in calendario il consiglio di amministrazione che dovrebbe discutere i conti della trimestrale) si sarebbe dovuto decidere il futuro del gruppo. Il primo passo la ricapitalizzazione, per il terzo trimestre dell´esercizio in corso, che avrebbero dovuto sottoscrivere in parte la stessa famiglia Pininfarina, in parte i nuovi soci, e cioè Alberto Bombassei, Pietro Ferrari, la famiglia Marsiaj (altra famiglia mobilitata nella componentistica), il gruppo indiano Tata e Bollorè.

Una decina di giorni fa era stato chiuso un accordo con le banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Italease, Ubi, Mps) per riscadenzare il debito da 600 milioni mentre con la belga Fortis era stata raggiunta un´intesa separata.

La morte di Andrea Pininfarina non interromperà il cammino, certo rischia di complicarlo. Un ruolo, come il suo, centrale cerca eredi importanti: potrebbero essere la sorella Lorenza, vicepresidente dei carrozzieri italiani, potrebbe essere il fratello Paolo, che in azienda si è dedicato sinora soprattutto al design e alla progettazione, potrebbe esse qualcuno promosso da un management che Andrea pare abbia costruito con estrema attenzione. Ma, ovviamente, molto dipenderà dai nuovi soci e molto dipenderà dal peso che vorrà esercitare la Fiat, non solo alla luce della torinesità, dei lunghissimi rapporti con Pininfarina, della politica passata (vedi l´appoggio forte alla candidatura di Montezemolo alla presidenza di Confindustria e poi la nomina a vicepresidente dello stesso Pininfarina) ma anche tenendo conto dell´intesa con Tata.

Andrea Pininfarina, che era stato anche alla testa degli industriali torinesi, aveva affrontato dure trattative sindacali. Per questo forse il ritratto più bello, tra i molti per l´occasione, è venuto da un sindacalista che tante volte l´aveva contrastato, Giorgio Airaudo, ora segretario della Fiom torinese: «Un avversario leale. La sua fama di falco era più costruita sui media che reale. Era un uomo duro nellei trattative, ma capace di ascoltare». Airaudo ricordava ancora: «Pininfarina è stato un imprenditore interessato a mantenere l´attività manifatturiera, convinto che se non costruisci non crei e se non crei non costruisci». Il made in Italy non solo immaginato.

Pininfarina era anche cavaliere del lavoro: l´aveva nominato il presidente Ciampi. Era tifoso della Juventus (e siedeva nel consiglio d´amministrazione, ma era anche nei cda di Unicredit, Alenia e Poltrona Frau). Nel 2003 era stato insignito della Legion d´Onore, l´anno successivo il settimanale statunitense Businessweek l´aveva omaggiato tra le "25 stars of Europe", tra gli innovatori. I "titoli" veri, quelli che appartengono alla storia, breve peraltro, della sua famiglia sono Aurelia, Duetto, Ferrari Rosso Concept, Maserati Quattroporte e, tra i recenti, Alfa Romeo Brera, Ford Focus Cabrio. Indimenticabile sarà Alfa Romeo spider, per alcune generazioni insuperabile simbolo di giovinezza, soprattutto se lo si ricorda insieme con un altro titolo, Il laureato, con Dustin Hoffman e «God bless you, please, Mrs. Robinson...».

Pubblicato il: 08.08.08
Modificato il: 08.08.08 alle ore 10.51   
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