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541  Forum Pubblico / LA COSTITUZIONE, la DEMOCRAZIA, la REPUBBLICA, vanno Difese! Anche da Noi Stessi. / No alla elezione diretta per imporci la dittatura delle destre No a Feudalesimi. inserito:: Maggio 11, 2023, 12:22:01 pm
Il costituzionalista e le riforme:

 «Non c’è una sola strada. L’elezione diretta? Può dare governi stabili»

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Arlecchino Euristico
10 mag 2023, 00:20 (1 giorno fa)
a me

https://www.corriere.it/politica/23_maggio_09/non-c-sola-strada-l-elezione-diretta-puo-dare-governi-stabili-5b1ea776-eea8-11ed-a775-dde3d50a6495.shtml

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542  Forum Pubblico / L'ITALIA NON FATELA RIDURRE ad ARCIPELAGO di ISOLE REGIONALI E FEUDALI. / VICENZA E IL RUOLO DI CENERENTOLA (non solo in Veneto). inserito:: Maggio 10, 2023, 12:49:35 pm
VICENZA E IL RUOLO DI CENERENTOLA

Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto.

Alessandra Ortolan, capocronista, parla delle elezioni comunali che si tengono domenica e lunedì a Vicenza. Buona lettura!
I sondaggi e pure i bookmakers dicono ballottaggio. Ne sono convinti anche i protagonisti, quasi tutti almeno. Tempi supplementari (presunti), quindi, che a Vicenza non si vedono dal 2008 quando Achille Variati tornò a proporsi sindaco e la spuntò al secondo turno su Lia Sartori, in corsa dopo dieci anni di amministrazione Hüllweck (centrodestra). E quindi, fosse così, appuntamento rinviato di 15 giorni (al 29 maggio) per festeggiamenti, rimpianti, recriminazioni e per sapere se Vicenza sarà ancora guidata da Francesco Rucco e dal centrodestra o da Giacomo Possamai, il primo a scendere in campo ufficialmente in queste amministrative 2023 con il progetto (anche) di creare l’asse Vicenza-Padova-Verona dei capoluoghi retti dal centrosinistra.

Saranno loro due a giocarsela domenica e lunedì. Perché malgrado gli aspiranti sindaci siano sette, almeno un paio con la capacità di fare da elemento di disturbo, la sfida di fatto è già un duello tra Rucco e Possamai, in una sorta di replica (con opportune varianti) di quanto successo nel 2018 quando, a fronte di sei candidati alla guida di Palazzo Trissino e con i Cinque Stelle messi alla porta prima dei blocchi di partenza dall’allora vicepremier e capo politico dei pentastellati Luigi di Maio che impedì l’uso di nome e simbolo del Movimento, il confronto si giocò tutto fra Rucco e Otello Dalla Rosa, che portava avanti la bandiera del centrosinistra che aveva guidato il Comune negli ultimi  dieci anni. Finì con Rucco vincente al primo turno, eletto sindaco grazie al 50,64%di preferenze (24.271 voti - 51,02% la coalizione) che la spuntò su Dalla Rosa, fermo al 45,87% (21.985 voti  -  45,52% la coalizione).

Non mancano, comunque, in queste Comunali 2023, quelli che credono che il taglio del traguardo sarà già il 15 maggio. Non sono moltissimi, alcuni però decisamente convinti, e sono tutti a centrodestra, nell’entourage elettorale di Rucco così come tra i ministri (Salvini e Urso in particolare) che in questi giorni sono stati a Vicenza a sostenere il sindaco uscente che chiede di poter concludere il programma iniziato nei suoi primi cinque anni, inevitabilmente e a tratti tragicamente segnati dalla pandemia da Covid. A pesare saranno le preferenze alle liste che appoggiano Rucco e Possamai e in particolare a quelle dei partiti. E lo sarà ancora di più l’affluenza. Nel 2018 quasi un vicentino su due (il 45%) scelse di non votare, diversamente è andata alle Politiche che hanno richiamato alle urne il 70,09% dei vicentini, ma si sa, ogni elezione è storia a sé.

Comunque andrà domenica e lunedì, sta volgendo alla fine una campagna elettorale che a tratti si è contraddistinta per i battibecchi e gli scontri più o meno diretti, più o meno a distanza, su tutti gli attacchi e contrattacchi sul senso della parola «civismo» e su chi (tra Rucco e Possamai, ovviamente) sia davvero un candidato slegato dai partiti.

I temi sono stati, invece, quelli che si trascinano da anni e che sono entrati nei programmi di molti candidati passati, la Tav su tutti, la mobilità sostenibile e lo smog in una città che è ancora considerata tra le più inquinate d’Europa.  Il tempo per applicare i programmi amministrativi sta ormai per arrivare.

Ma Vicenza ha bisogno soprattutto di una cosa: uscire dal ruolo dell’eterna cenerentola non solo in Veneto.
----
Se volete scriverci la mail è: web@corriereveneto.it
da – corriere del Veneto
543  Forum Pubblico / LA CULTURA, I GIOVANI, La SOCIETA', L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA, IL MONDO del LAVORO. / Diverse persone, anche tra quelle che avevano espresso solidarietà per il mio... inserito:: Maggio 10, 2023, 12:03:00 pm
Giorgio Saugo
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Marco Ardemagni
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Qualche giorno fa, in un lungo post che parlava del mancato pagamento per la mia partecipazione al Concertone del Primo Maggio 2013, ho definito "imbarazzante" l'intervento di Carlo Rovelli al Concertone 2023.
Diverse persone, anche tra quelle che avevano espresso solidarietà per il mio problema, mi hanno detto che dissentivano e che, anzi, il discorso di Rovelli era stato tra le cose migliori dell'intero evento. A loro avevo promesso di spiegarmi con calma, meglio, nei giorni successivi.
Ed eccoci qua, ma quando mi sono trovato a mettere giù i punti alla base di questa mia posizione, mi sono reso conto subito che la sintesi sarebbe stata quasi impossibile.

In compenso, però, se non proprio sintetico, posso provare a essere quantomeno schematico. E allora dico subito che ci sono quattro concetti-chiave da considerare con la massima attenzione.
1) Il primo è la categoria dei "Signori della Guerra",
2) il secondo è "disuguaglianza" (potremmo anche dire "disuguaglianza vs. povertà";
3) il terzo è la parola "democrazia";
4) il quarto concetto è "promettente" nel senso di qualcosa realisticamente in grado di produrre effetti positivi.

Oggi partiremo dal primo, dai "Signori della guerra" che è centrale nel discorso di Rovelli: una categoria che viene citata per ben 5 volte su una lunghezza di sole 935 parole e che costituisce senza dubbio il "cattivo", il "villain" della sua argomentazione. Ma chi sono di preciso i "Signori della guerra"? E cosa li muove?
Sicuramente la citazione prende le mosse dalla canzone "Master of War" di Bob Dylan, il cui testo, curiosamente, venne pubblicato pochi giorni prima della mia nascita.
Ma cosa occorre per essere un "signore della guerra"? Nel suo testo, Rovelli cita almeno tre episodi di ribellione armata implicitamente non attribuibili ai “signori della guerra”: a) "attaccare la Bastiglia", b) "bruciare il Palazzo d’Inverno" e poi, nel finale, l'opera omnia di Garibaldi in Italia: "L’Italia l’ha fatta Garibaldi che tutti i benpensanti chiamavano “terrorista”, poi gli hanno fatto le statue".
Garibaldi, lo ricordo con il massimo rispetto, non era certamente un pacifista, anzi era un Generale (d'accordo: mai perfettamente inquadrato), ma che ha servito ben sei istituzioni nazionali, compresi il Regno di Sardegna e il Regno d'Italia, e nella cui carriera si annoverano dozzine di azioni di guerra con vittime e feriti.

Ma, evidentemente, questi tre "filoni" (Francia 1797, Russia 1917, Italia 1859-1870), pur in presenza di vittime umane, non vengono annoverati da Rovelli tra le nefandezze a carico dei signori della guerra.
E allora, di grazia, chi ricade sotto questa etichetta? Le etichette troppo larghe non servono a nulla, fanno solo effetto, commuovono, ma alla fine fuorviano.
Negli anni '30 Hitler si riarmò, facendo quello che non avrebbe dovuto fare secondo il Trattato di Versailles del 1919 (entrato in vigore nel 1920: non un grandissimo episodio di diplomazia internazionale, ma tant'è).
Noi non sappiamo, è controfattuale, cosa sarebbe successo se la Francia, partendo dal vantaggio di aver vinto la Prima guerra mondiale, si fosse riarmata sempre il doppio di quanto avrebbe fatto la Germania a partire dal 1933. Qualcuno potrebbe immaginare che la Francia avrebbe forse ottenuto un effetto di deterrenza e, senza sparare un solo colpo, avrebbe dissuaso Hitler dall'attaccarla nel 1940. Oppure si sarebbe difesa meglio. E invece i francesi confidarono nella cogenza dei trattati e nella ragionevolezza dei nazisti.

[qui accolgo nel testo principale la precisazione dello storico Giovanni Federico: Piccola precisazione. I francesi investirono nella linea Maginot ma anche in armamenti. Avevano più carri dei tedeschi e non necessariamente peggiori - ma i tedeschi li avevano riuniti in panzer divisionen i francesi li volevano usare come appoggio alla fanteria. In pratica i francesi si erano preparati a combattere la 1 guerra mondiale. Compreso la risposta al piano schleiffen]
Oppure, ipotesi opposta, avrebbero potuto comportarsi in modo ancora più pacifista, e armarsi ancora meno di quanto non fecero e così la campagna di Francia, invece di durare un mese e mezzo, sarebbe, con ogni probabilità, durata ancora meno. Ma, almeno, in questo secondo caso, davvero nessuno avrebbe potuto tacciare i francesi come "Signori della Guerra", nemmeno Rovelli, immagino.
C'è un piccolo paese, Taiwan, che dopo traversie enormi (basta studiarne la storia) è diventato la capitale mondiale dei semiconduttori, ovvero della tecnologia più importante al mondo in questo momento. La Cina non fa passare settimana senza minacciarli, anche se poi, sotto sotto, ha un bisogno enorme di quelle tecnologie, si tratta un settore che richiederebbe 30-40 anni ed enormi investimenti per duplicarlo. La tentazione potrebbe essere quella di inghiottire paese e tecnologia. E probabilmente l'avrebbero già fatto, se gli occidentali non avessero sostenuto i taiwanesi anche con quelle armi e mosse che Rovelli aborrisce.
Quante possibilità ci sono che la Cina, prima o poi, attacchi Taiwan come la Russia ha fatto con l'Ucraina? Alcune. Quante possibilità ci sono che invece sia Taiwan ad attaccare la Cina? Zero.
La differenza sta tutta lì. Chi dobbiamo aiutare noi?
Quante possibilità ci sono che fornendo qualche arma di difesa all'Estonia questa poi si "trasformi" in "signoria della Guerra" e si metta ad attaccare la Russia"? Direi zero, no? Ma fornire delle armi di difesa all'Estonia è già, a sua volta, da "signori della guerra"? Per me no, e per voi, amici di Rovelli?
Dare delle armi di difesa a Taiwan è da "signori della guerra"? Riarmare la Francia nel 1935 sarebbe stato da "signori della guerra"?
Io so, più o meno, cos'è il pane, cosa sono le rondini, cos'è uno smartphone o cos'è un lampone. Cosa sia un "Signore della guerra" non mi è chiaro se non mi precisi chi tirate fuori da questa definizione, oltre a combattenti come Garibaldi, i bolscevichi e i giacobini.
E' un problema linguistico, filosofico e retorico ancor prima che politico e militare.

da Fb del 7 maggio 2023

544  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTIGATIVO E D'INCHIESTA, DOPO IL 10 APRILE 2023. / L'Ue al fianco dell'Ucraina, tra debolezze militari e progressi politici inserito:: Maggio 10, 2023, 11:55:55 am
L'Ue al fianco dell'Ucraina, tra debolezze militari e progressi politici

Posta in arrivo

Il Foglio -
Di cosa parlare stasera a cena Annulla iscrizione
   mar 9 mag, 18:30 (17 ore fa)
a me
 
L’Ue resta al fianco dell’Ucraina. Oggi Ursula von der Leyen e Volodymyr Zelensky si sono incontrati a Kyiv. Non più equivocabile o discutibile la condanna europea del regime putiniano e del suo modo di operare. L’Ue resta ancora debole nella capacità di assistenza militare ma continua a segnare progressi politici, con Zelensky pronto a ricordare che le munizioni promesse ancora non sono arrivate (ma è vero anche che l’avvio di una produzione militare da “economia di guerra” è stato indicato come prossimo dal presidente del consiglio europeo Charles Michel). Ma, con la sua maggioranza parlamentare molto in difficoltà se non completamente evaporata, è inutile negare che von der Leyen sia molto indebolita. È un passaggio democratico, certo, e si guarda ormai alle prossime elezioni europee per capire quanto e se il blocco dei paesi appartenenti all’Ue riuscirà a darsi una nuova stabilità politica.
 
A proposito, si è inceppata anche la capacità di influenza tedesca.

LE TRE "COSE" PRINCIPALI

Fatto #1
Da noi si discute di riforme istituzionali, con un certo coraggio da parte di un governo e di una maggioranza che potrebbero dedicarsi a obiettivi di maggiore effetto verso l’opinione pubblica e scaramanticamente meno maledetti. Giorgia Meloni però vuole provarci, lasciando proposte aperte e, forse, avviando una sede parlamentare formale dove mandare avanti il confronto tra le varie soluzioni. Il leader del M5s si è detto disponibile "a un dialogo in una commissione parlamentare costituita ad hoc", e ha spieto che i grillini sono "per un rafforzamento dei poteri del premier che non mortifichi il modello parlamentare". Mentre sia Renzi sia Calenda si sono detti "disponibili a collaborare" con la maggioranza.
 
Sarebbe noioso rifare la storia delle critiche dei presidenti del Consiglio alla presidenza del consiglio come istituzione. Anche se, nel caso di Meloni, i margini della maggioranza sono tali da superare molte delle inefficienze operative incontrate dai suoi predecessori, specialmente recenti. Mentre non sarebbe corretto iscrivere tra i punti deboli della presidenza del Consiglio i vincoli esterni e quelli imposti dal rispetto delle regole dei mercati internazionali. Qualcuno certamente ne sarà tentato, ma la massima figuraccia possibile sarebbe l’ottenimento di grandi poteri di governo per poi scoprire di non sapere neanche da dove cominciare a usarli. In questi giorni, tra nomine, indicazioni di politica economica, questione migratoria, rapporti con l’Ue, ci sarebbe già tanto da fare e da decidere con gli attuali poteri della presidenza del consiglio. Dimostrare di esserne in grato sarebbe già un buon passo verso la persuasione generale dell’utilità di una riforma istituzionale.
 
Fatto #2
E però ci sono anche le compagnie da evitare, anche perché poi non si capisce se le riforme istituzionali proposte sono ispirate a modelli democratici o al modello ungherese.
   
Fatto #3
A proposito, senza unione bancaria in Ue, dice il Fmi, anche le nostre regole molto prudenziali sulla solidità e i nostri controlli non bastano per assicurare che il sistema delle banche europee sia immune dai guai visti in Usa e Svizzera. Suna una campanella per il governo italiano, perché l’unione bancaria passa per la ratifica del Mes da parte di Roma

Oggi in pillole

•   L’arresto dell’ex presidente pakistano Imran Khan, con un livello estremo di spettacolarizzazione della giustizia
•   Il giubileo del 2025
•   Un record molisano, quello delle liste elettorali fatte per ragioni non elettorali ma per godere di una licenza o di un congedo


da - Il Foglio - Di cosa parlare stasera a cena

545  Forum Pubblico / L'ITALIA NON FATELA RIDURRE ad ARCIPELAGO di ISOLE REGIONALI E FEUDALI. / No di M5s-Pd al presidenzialismo. Meloni: "Vado avanti" inserito:: Maggio 10, 2023, 11:28:14 am
No di M5s-Pd al presidenzialismo. Meloni: "Vado avanti"

Posta in arrivo
ggiannig <ggianni41@gmail.com>
   
09:21 (2 ore fa)
a me

A sostenere l'ipotesi del "Sindaco d'Italia" solo Renzi e Calenda.

Meloni: "cerco la condivisione ma la priorità è la stabilità e il rispetto del voto, nessuna soluzione preconfezionata".

Schlein: "No ad un uomo o donna sola al comando"

- https://www.agi.it/politica/news/2023-05-09/no_m5s_pd_a_elezione_diretta_presidenzialismo_meloni-21311719/

546  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / Il primo è la categoria dei "Signori della Guerra", 2) il secondo è ... inserito:: Maggio 08, 2023, 11:37:44 am
Giorgio Saugo
eorSptnosdhu1g54117t hhgu9hhtlc0ui8i51h00h9l64124cll02312197  ·

Marco Ardemagni
eorSptnosdhl7ge2117e0hagu9hhtl 0ui i51h00:lr64164cll023i21I7  ·

Qualche giorno fa, in un lungo post che parlava del mancato pagamento per la mia partecipazione al Concertone del Primo Maggio 2013, ho definito "imbarazzante" l'intervento di Carlo Rovelli al Concertone 2023.
Diverse persone, anche tra quelle che avevano espresso solidarietà per il mio problema, mi hanno detto che dissentivano e che, anzi, il discorso di Rovelli era stato tra le cose migliori dell'intero evento. A loro avevo promesso di spiegarmi con calma, meglio, nei giorni successivi.
Ed eccoci qua, ma quando mi sono trovato a mettere giù i punti alla base di questa mia posizione, mi sono reso conto subito che la sintesi sarebbe stata quasi impossibile.
In compenso, però, se non proprio sintetico, posso provare a essere quantomeno schematico. E allora dico subito che ci sono quattro concetti-chiave da considerare con la massima attenzione.
1) Il primo è la categoria dei "Signori della Guerra", 2) il secondo è "disuguaglianza" (potremmo anche dire "disuguaglianza vs. povertà"; 3) il terzo è la parola "democrazia"; 4) il quarto concetto è "promettente" nel senso di qualcosa realisticamente in grado di produrre effetti positivi.
Oggi partiremo dal primo, dai "Signori della guerra" che è centrale nel discorso di Rovelli: una categoria che viene citata per ben 5 volte su una lunghezza di sole 935 parole e che costituisce senza dubbio il "cattivo", il "villain" della sua argomentazione. Ma chi sono di preciso i "Signori della guerra"? E cosa li muove?
Sicuramente la citazione prende le mosse dalla canzone "Master of War" di Bob Dylan, il cui testo, curiosamente, venne pubblicato pochi giorni prima della mia nascita.
Ma cosa occorre per essere un "signore della guerra"? Nel suo testo, Rovelli cita almeno tre episodi di ribellione armata implicitamente non attribuibili ai “signori della guerra”: a) "attaccare la Bastiglia", b) "bruciare il Palazzo d’Inverno" e poi, nel finale, l'opera omnia di Garibaldi in Italia: "L’Italia l’ha fatta Garibaldi che tutti i benpensanti chiamavano “terrorista”, poi gli hanno fatto le statue".
Garibaldi, lo ricordo con il massimo rispetto, non era certamente un pacifista, anzi era un Generale (d'accordo: mai perfettamente inquadrato), ma che ha servito ben sei istituzioni nazionali, compresi il Regno di Sardegna e il Regno d'Italia, e nella cui carriera si annoverano dozzine di azioni di guerra con vittime e feriti.
Ma, evidentemente, questi tre "filoni" (Francia 1797, Russia 1917, Italia 1859-1870), pur in presenza di vittime umane, non vengono annoverati da Rovelli tra le nefandezze a carico dei signori della guerra.
E allora, di grazia, chi ricade sotto questa etichetta? Le etichette troppo larghe non servono a nulla, fanno solo effetto, commuovono, ma alla fine fuorviano.
Negli anni '30 Hitler si riarmò, facendo quello che non avrebbe dovuto fare secondo il Trattato di Versailles del 1919 (entrato in vigore nel 1920: non un grandissimo episodio di diplomazia internazionale, ma tant'è).
Noi non sappiamo, è controfattuale, cosa sarebbe successo se la Francia, partendo dal vantaggio di aver vinto la Prima guerra mondiale, si fosse riarmata sempre il doppio di quanto avrebbe fatto la Germania a partire dal 1933. Qualcuno potrebbe immaginare che la Francia avrebbe forse ottenuto un effetto di deterrenza e, senza sparare un solo colpo, avrebbe dissuaso Hitler dall'attaccarla nel 1940. Oppure si sarebbe difesa meglio. E invece i francesi confidarono nella cogenza dei trattati e nella ragionevolezza dei nazisti.
[qui accolgo nel testo principale la precisazione dello storico Giovanni Federico: Piccola precisazione. I francesi investirono nella linea Maginot ma anche in armamenti. Avevano più carri dei tedeschi e non necessariamente peggiori - ma i tedeschi li avevano riuniti in panzer divisionen i francesi li volevano usare come appoggio alla fanteria. In pratica i francesi si erano preparati a combattere la 1 guerra mondiale. Compreso la risposta al piano schleiffen]
Oppure, ipotesi opposta, avrebbero potuto comportarsi in modo ancora più pacifista, e armarsi ancora meno di quanto non fecero e così la campagna di Francia, invece di durare un mese e mezzo, sarebbe, con ogni probabilità, durata ancora meno. Ma, almeno, in questo secondo caso, davvero nessuno avrebbe potuto tacciare i francesi come "Signori della Guerra", nemmeno Rovelli, immagino.
C'è un piccolo paese, Taiwan, che dopo traversie enormi (basta studiarne la storia) è diventato la capitale mondiale dei semiconduttori, ovvero della tecnologia più importante al mondo in questo momento. La Cina non fa passare settimana senza minacciarli, anche se poi, sotto sotto, ha un bisogno enorme di quelle tecnologie, si tratta un settore che richiederebbe 30-40 anni ed enormi investimenti per duplicarlo. La tentazione potrebbe essere quella di inghiottire paese e tecnologia. E probabilmente l'avrebbero già fatto, se gli occidentali non avessero sostenuto i taiwanesi anche con quelle armi e mosse che Rovelli aborrisce.
Quante possibilità ci sono che la Cina, prima o poi, attacchi Taiwan come la Russia ha fatto con l'Ucraina? Alcune. Quante possibilità ci sono che invece sia Taiwan ad attaccare la Cina? Zero.
La differenza sta tutta lì. Chi dobbiamo aiutare noi?
Quante possibilità ci sono che fornendo qualche arma di difesa all'Estonia questa poi si "trasformi" in "signoria della Guerra" e si metta ad attaccare la Russia"? Direi zero, no? Ma fornire delle armi di difesa all'Estonia è già, a sua volta, da "signori della guerra"? Per me no, e per voi, amici di Rovelli?
Dare delle armi di difesa a Taiwan è da "signori della guerra"? Riarmare la Francia nel 1935 sarebbe stato da "signori della guerra"?
Io so, più o meno, cos'è il pane, cosa sono le rondini, cos'è uno smartphone o cos'è un lampone. Cosa sia un "Signore della guerra" non mi è chiaro se non mi precisi chi tirate fuori da questa definizione, oltre a combattenti come Garibaldi, i bolscevichi e i giacobini.
E' un problema linguistico, filosofico e retorico ancor prima che politico e militare.

da Fb del 7 maggio 2023
547  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / Editoria - Tipi di libro inserito:: Maggio 06, 2023, 06:37:58 pm
editoria

Tipi di libro - Abaco; abbecedario; almanacco; annuario; antologia; atlante; audiolibro; best seller; breviario; calendario; catalogo; catechismo; codice (cartaceo, membranaceo o pergamenaceo); diario; dispensa;
dizionario o vocabolario; enciclopedia; fascicolo; florilegio; formulario; guida; incunabolo; instant book; libro (d’arte, di consultazione, di lusso, di narrativa, d’ore, di poesia, economico, fotografico, illustrato, in brossura, miniato, scolastico, strenna, tascabile); libro-game o libro-gioco; lunario; manoscritto; manuale; messale; miscellanea; monografia; opera omnia; opuscolo; palinsesto; paper-back; pecia; prontuario; raccolta; rotolo di papiro; salterio; sillabario; sussidiario; testo; thesaurus; tomo; trattato; vademecum; videolibro.

Parti di libro -
1. Aletta o risguardo o risvolto o sguardia; antiporta; brachetta; canalino; capitello; colofone o colophon; controcopertina; copertina (cartonata); costa o costola o dorso; custodia; dorsetto; etichetta; fascetta; fodera; foglietto; foglio (di guardia o di risguardo); frontespizio; garza; interfoliazione; legatura o rilegatura; marchio; margini; morso; nervatura; occhiello; pagina; piatto; quadrante; quartino; recto, verso; retrofrontespizio; segnatura; sopraccoperta; taglio; testata; tondo, unghia o unghiatura.
2. Addenda; apparato critico; appendice; avvertenza; capoverso; colonna; commento; dedica; epigrafe; epilogo; errata-corrige; illustrazione; indice (analitico, degli argomenti, dei capitoli, dei nomi, delle cose notevoli, delle illustrazioni, delle materie); introduzione; nota (a margine, a piè di pagina, a fine capitolo); paragrafo; paratesto; postfazione; prefazione; premessa; prologo; richiamo, rinvio; riepilogo; sommario; sottotitolo, titolo; tavola (fuori testo, nel testo).

Tipi di edizione - Editio (maior, minor, princeps); edizione (accresciuta, aggiornata, ampliata, con testo a fronte, critica, diplomatica, illustrata, integrale, originale, postuma, purgata o tagliata, ridotta, riveduta, riveduta e corretta, scolastica, tascabile); nuova edizione; riedizione; ristampa anastatica; ultima edizione; vecchia edizione.

Pubblicazioni periodiche - Bimestrale; bollettino; effemeride; fanzine; fascicolo; fumetto; gazzetta; giornale; giornaletto; magazine; mensile; periodico; quadrimestrale; quindicinale; quotidiano; rivista (elettronica o telematica); rotocalco; semestrale; settimanale; tabloid; testata; trimestrale; videorivista.

Parti di giornale o rivista
1. Annuncio; borsa, cronaca, cultura, economia, esteri, interni, servizio, spettacoli, sport; colonna; inserto; necrologio; prima pagina, seconda pagina, terza pagina; rubrica; sommario; sopratestata; supplemento; testata; testatina.
2. Articolo (di apertura, di fondo, di spalla, di taglio); asterisco; editoriale; elzeviro; pezzo; pezzullo; spallone; stelloncino. 3. Catenaccio; intestazione; occhiello o mezzotitolo; sommario; soprattitolo; sottotitolo; titolatura; titolo; titolone.

Tecniche e procedimenti di stampa e di edizione -
1. Acquaforte; bollatura; calcografia; cartotecnica; cianografia; eliografia; fotocalcografia; fotoincisione; fotolitografia; fotomeccanica; fototipia; galvanotipia; litografia; mezzatinta; offset; rotocalcografia; serigrafia; stereotipia; tipografia; tratto; xerografia; xilografia; zincografia.
2. Aggiornamento; allestimento; avviamento; battitura; battuta; bianca; bozza (impaginata, in colonna), impaginato; brossura; cartella; collazione; colonna; composizione (a caldo, a freddo); confezione; copia; correzione; dattiloscritto; fascicolo; foglio; forma; formato (in-folio, in quarto, in ottavo, in sedicesimo, in trentaduesimo); fotocomposizione; frate; giustificazione; illustrazione; impaginato; impaginazione; interlineatura; lay out; legatura o rilegatura; manoscritto; marginatura; menabò; montaggio; normalizzazione; originale; pagina; pellicola; pesce o salto; redazione; refilatura; refuso; registro; revisione; ricerca iconografica; riscontro; ritocco; sbavatura; scompaginazione; scomposizione; segnatura; selezione; sfogliazzo; spaziatura o spazieggiatura; stampa (diretta, in bianco e nero, indiretta, in due colori, in quattro colori); stampone; sterlineatura; strisciata; taccheggio; taglio; tiratura; trasporto; uniformazione; velinatura; videografica; vive; volta.

Proprietà dei caratteri - Bastone; capitale; chiarissimo; chiaro; corpo; corsivo; forza; gotico; nero o grassetto o neretto; grazia; italico; maiuscoletto; maiuscolo; minuscolo; occhio; piede; punto tipografico; romano; tondo.

Oggetti e macchine - Bobina; bronzatrice; brunitoio; bulino; carta; cartoncino; cartone; cassa; catena legatrice; cellofanatrice; cliché; compositoio; compositrice; cucitrice; editor; filigrana; flano; fonditrice; fotocompositrice; fraschetta; fustella; fustellatrice; inchiostro; levafoglio; lingotto; linotype; lucido; macchina da stampa; matrice; mettifoglio; monotype; pantografo; patinare; pedalina; pelle; piegatrice; pinze; piombo; platina; punzone; retino; risma; rotativa; rullo; taglierina; tastiera; tela; telaio; tipometro; tirabozze; torchio; vantaggio; velina; videocorrettore; videoimpaginatore.

Persone - Amanuense o copista; autore; bibliotecario; bouquiniste o buchinista; calcografo; capomacchina; caporedattore, redattore; cartotecnico; commentatore; compositore; confezionatore; correttore (di bozze); critico; cromista; curatore; direttore (di collana, editoriale, letterario, responsabile, tecnico); disegnatore; distributore; editor; editore; fonditore; fotocompositore; fotografo; fotoincisore; fotolistista; fototipista; giornalista; glossatore; grafico; illustratore; impaginatore; impressore; incisore; legatore; libraio; linotipista; litografo; macchinista; miniaturista; monotipista; perforatore; proto; revisore; ricercatore iconografico; rotocalcografo; scrittore; segretario di redazione; serigrafo; stampatore; stereotipista; tastierista; tipografo; traduttore; uniformatore; xilografo.

Vocabolario
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editoria digitale loc. s.le f. Stampa e diffusione di libri con l’ausilio di tecniche informatiche; più recentemente, editoria, anche televisiva, via cavo, che si avvale di reti telematiche per la diffusione e la commercializzazione del proprio...

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548  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / Gli errori del governo francese quando parlano di Meloni inserito:: Maggio 05, 2023, 12:42:41 pm
Francia vs. Francia

Incapaci forse, lepenisti no.

Gli errori del governo francese quando parlano di Meloni

di Claudio Cerasa 05 maggio 2023


https://www.ilfoglio.it/politica/2023/05/05/news/incapaci-forse-lepenisti-no-gli-errori-del-governo-francese-quando-parla-di-meloni-5230233/
549  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / Le notizie sulla guerra in Ucraina del 4 maggio inserito:: Maggio 05, 2023, 11:58:37 am
Le notizie sulla guerra in Ucraina del 4 maggio

di Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini, inviati, Paolo Foschi, Paola Caruso e Redazione Online

Le notizie sulla guerra di giovedì 4 maggio.


https://www.corriere.it/esteri/diretta-live/23_maggio_04/ucraina-russia-news-guerra-96a6baf2-e9e1-11ed-b051-eaed8a84c878.shtml
550  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / Prigozhin: «La Wagner si ritirerà da Bakhmut il 10 maggio» inserito:: Maggio 05, 2023, 11:54:11 am
Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 5 maggio |

Prigozhin: «La Wagner si ritirerà da Bakhmut il 10 maggio»


https://www.corriere.it/esteri/diretta-live/23_maggio_05/ucraina-russia-news-guerra-265bc5b2-ea95-11ed-8b0b-6cde02623b65.shtml
551  Forum Pubblico / LA REALTA' REGIONALE ITALIANA: REVISIONARLA PER DIVENTARE NAZIONE. / Liste d'attesa, i medici di famiglia replicano alle accuse: «Colpa di cattiva... inserito:: Maggio 05, 2023, 11:07:45 am
Liste d'attesa, i medici di famiglia replicano alle accuse: «Colpa di cattiva gestione pubblica che promuove il privato» | L'Arena
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https://www.larena.it/territorio-veronese/citta/liste-d-attesa-i-medici-di-famiglia-replicano-alle-accuse-colpa-di-cattiva-gestione-pubblica-che-promuove-il-privato-1.10043620

552  Forum Pubblico / LA REALTA' REGIONALE ITALIANA: REVISIONARLA PER DIVENTARE NAZIONE. / IL DECRETO LAVORO: UN PO’ POCO PER FAR FESTA inserito:: Maggio 01, 2023, 11:51:00 am
IL DECRETO LAVORO: UN PO’ POCO PER FAR FESTA
Restano irrisolti i nodi cruciali in materia di assistenza ai poveri – ovvero “occupabilità” e “condizionalità” – mentre sul contratto a termine si ripropone la tecnica normativa fondata sul “causalone”, che può avere il solo effetto di tornare a gonfiare il contenzioso giudiziale
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Editoriale per la Nwsl n. 586, 1° maggio 2023  (in riferimento alla bozza del decreto-legge disponibile al 29 aprile) – Qui il link ai post del Primo Maggio dell’ultimo quindicennio
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Il ministro del Lavoro Marina Calderone
Il decreto-lavoro che il Governo si appresta a varare per celebrare la Festa del Lavoro, nella versione del 29 aprile di cui dispongo, è composto da 43 pagine formato A4, per un totale di 31 articoli, cui se ne aggiungerà probabilmente qualche norma finale nella versione definitiva.  Le dimensioni del testo legislativo non sarebbero di per sé un difetto, se non fosse che  ciascuno di questi articoli è di lettura difficilissima anche per gli specialisti della materia. E il risultato del loro innesto nel quadro della legislazione precedente è quello di un aumento complessivo della difficoltà di lettura.
Gli articoli da 1 a 13 sono dedicati al sussidio contro la povertà, che d’ora in poi si chiamerà Assegno di inclusione, cioè a quello che negli anni recenti si è chiamato via via Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA), Reddito di Inclusione (ReI), Reddito di Cittadinanza (RdC). Siamo dunque al quarto nome in meno di un decennio, per un istituto che nella sostanza è sempre lo stesso, sia pure con variazioni della relativa disciplina. Anche questa instabilità lessicale contribuisce alla difficoltà di comprensione e applicazione della legge.
I due nodi più rilevanti da sciogliere, in questa materia, erano quello della nozione di “occupabilità” di chi beneficia del sussidio e quello della “condizionalità” del beneficio; ma su nessuno dei due il decreto fa un solo passo avanti. Andrebbe salutato positivamente il fatto che il godimento del beneficio da parte degli “occupabili” sia condizionato alla frequenza di un corso di formazione, se non fosse che la nozione di “occupabile” resta avvolta nella nebbia e che il decreto non dedica una parola al controllo circa la qualità ed efficacia dei corsi di formazione che dovrebbero essere frequentati. Quanto alla condizionalità, essa resta imperniata sulla nozione di “offerta congrua di lavoro” (articolo 9), nonostante che sia stato da tempo evidenziato e spiegato come e perché nessuno in Italia abbia mai perso il sussidio per il rifiuto di una “offerta congrua”. Questo decreto produrrà certamente una riduzione della quantità di denaro spesa per questa forma di assistenza, ma non ne migliorerà il meccanismo.
Gli articoli da 14 a 17 e l’articolo 27  contengono modifiche delle norme vigenti per la sicurezza del lavoro, e in particolare di attività dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) in materia antinfortunistica. Chi li ha redatti sembra però non essersi accorto che l’INL, istituito con il decreto n. 149/2015, ancora non esiste perché a otto anni di distanza quel decreto è inattuato e gli ispettori dell’Inps continuano a essere una repubblica autonoma rispetto agli ispettori ministeriali e a quelli dell’INAIL.
Gli articoli da 18 a 22 spostano disponibilità finanziarie tra alcuni fondi e modificano la disciplina di alcune sanzioni (ok; ma era  proprio necessario collocarli nel bel mezzo di un decreto che dovrebbe interessare soprattutto alle persone in stato di bisogno e ai lavoratori, dunque essere leggibile soprattutto da loro?).
L’articolo 23 modifica la disciplina del contratto a termine con dei ritocchi di questo o quel comma contenuto in norme precedenti. Con grande difficoltà sono arrivato a capire che le modifiche sono queste:
– viene conservata la disciplina attuale che consente l’assunzione a termine senza “causale” per un massimo di 12 mesi;
– si prevede che la determinazione delle “causali” per una maggior durata del rapporto a termine sia affidata ai contratti collettivi, i quali dovranno provvedere entro la fine del 2024;
– in attesa che questi vengano stipulati, si ripropone un “causalone” analogo a quello che era previsto dal decreto n. 368/2001: “esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva”.
Il Governo sembra non aver messo a fuoco che in questa materia le “causali” generiche previste dalla legge, e ancor più quelle previste dai contratti collettivi, servono soltanto a gonfiare il contenzioso giudiziale, dunque sono utili principalmente agli avvocati, aumentando il loro lavoro, ma quanto più sono generiche tanto meno pongono limiti efficaci a tutela dei lavoratori e delineano un quadro chiaro entro cui le imprese possano compiere le proprie scelte. In un primo tempo era parso che su questa materia il Governo fosse intenzionato a tornare alla tecnica legislativa adottata nella legge n. 92/2012 e nel decreto n. 81/2015 (Jobs Act), che avevano prodotto una drastica riduzione del contenzioso su questa materia, senza peraltro allargare indebitamente le maglie della disciplina; avevo dunque salutato molto positivamente quella scelta. Ma poi si è preferito tornare alla tecnica delle “causali”: molto lavoro in vista per i consulenti.
L’articolo 25 modifica la disciplina dell’informazione dovuta ai lavoratori circa la disciplina del rapporto di lavoro, a norma della assai rigorosa direttiva europea 2019/1152, consentendo che il relativo obbligo venga assolto mediante il rinvio al contratto collettivo applicato. È prevedibile l’apertura a Bruxelles di una procedura di infrazione contro l’Italia per questa nuova norma, che sembra eludere l’obbligo di informazione analitica e di trasparenza della disciplina applicata istituito dalla direttiva.
L’articolo 26 rafforza, ma soltanto per la seconda metà dell’anno 2023, l’incentivo economico all’assunzione di giovani. Quali effetti può avere una misura come questa, destinata a durare poco più che un semestre e a cessare prima che la gran maggior parte degli imprenditori si sia accorta della sua esistenza?
Gli ultimi articoli contengono disposizioni de minimis, che non meritano di essere menzionate, salvo l’aumento a 15.000 euro annui del limite massimo delle retribuzioni pagabili mediante voucher per il lavoro occasionale nei settori “dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento”, previsto dall’articolo 30. Un po’ pochino – mi sembra – per far cadere l’approvazione di questo decreto proprio nel giorno della Festa del Lavoro, invitando i lavoratori a far festa per il suo varo.
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da - https://www.pietroichino.it/?p=62630
553  Forum Pubblico / REPUBBLICA ITALIANA, MATRIA PATRIA, NAZIONE, oppure STATO della FEDERAZIONE EUROPEA? / Sempre sulla disinformazione che rende alle multinazionali. inserito:: Aprile 30, 2023, 12:31:34 pm
Su specializzati intervistati in tv su temi che non conoscono o ne sanno solo in parte.

Il problema per noi, che abbiamo necessità di conoscere cosa ci circonda e perché, non è lo SPECIALIZZATO che esprime pareri su argomenti che conosce superficialmente, ma di chi strumentalizza la sua specializzazione, per alzare ascolti (e polvere) di una massa di inconsapevoli "boccaloni" in genere.
Sono questi da educare, non solo criticare i furbetti utilizzati dalla società dei consumi inutili.

 ciaooo
io su FB 30 aprile 2023
554  Forum Pubblico / LA REALTA' REGIONALE ITALIANA: REVISIONARLA PER DIVENTARE NAZIONE. / Siamo al recupero delle peggiori norme dei decreti Salvini in una coazione... inserito:: Aprile 23, 2023, 12:15:31 pm
Post della sezione Notizie

Gianni Cuperlo

Ci risiamo.
Il governo (entità di per sé astratta, diciamo le donne e gli uomini che lo compongono) ha archiviato la tragedia di poche settimane fa e riscoperto le convenienze della propaganda sulla pelle dei disperati.
Al Senato che discute il decreto Cutro ha proposto un emendamento che sopprime la protezione speciale.
Cos’è e perché lo fanno?
Lo straniero che arriva nel nostro paese ha tre modi per ottenere la protezione: la richiesta di asilo politico (quando vi siano rischi di persecuzione personale nel paese di origine) – la protezione sussidiaria (nel caso di possibili conseguenze gravi da un eventuale rimpatrio) – la protezione speciale (quando non ricorra un pericolo persecutorio né di danno grave, ma esistano comunque motivi seri per non rimpatriare il soggetto).

Non parliamo di numeri incompatibili con una corretta gestione del fenomeno.
Nel 2022 a beneficiare della protezione speciale sono state 10.865 persone. Come spiega bene Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera, un numero superiore a quelli che hanno ottenuto asilo politico (6.161) e la protezione sussidiaria (6.770), ma – insisto – una cifra che non dovrebbe allarmare un paese di oltre 60 milioni di abitanti.
Ora, togliere la protezione speciale significa che aumenteranno l’illegalità e la clandestinità, cioè sarà l’ennesima norma-vessillo sbandierata per convincere (chi poi?) del pugno di ferro che questa destra è in grado di esibire.

Siamo al recupero delle peggiori norme dei decreti Salvini in una coazione a ripetere che non trova ragione razionale alcuna, ma solo un carico di disumanità.
Era solo di pochi giorni fa la cattiva coscienza di proclamare lo stato di emergenza dopo mesi di politiche irresponsabili.


E di alcune settimane prima la gravità dell’uso politico della Guardia Costiera mentre servirebbe una strategia di gestione dei flussi e integrazione, fosse solo per la necessità di tenere in piedi un sistema di welfare sempre più barcollante.
Su quest’ultimo punto (ne hanno scritto Mattia Feltri giorni addietro e stamane Massimo Giannini) esiste un grafico che descrive l’impatto dell’immigrazione sul nostro debito pubblico nei prossimi 40 anni.
In sintesi, se la situazione rimanesse com’è ora l’incremento del debito pubblico sul Pil sarebbe di una decina di punti.

Se l’immigrazione dovesse diminuire di un terzo il rapporto debito-Pil salirebbe dal 144 al 200 per cento.
Infine, se l’immigrazione aumentasse di un terzo quel rapporto scenderebbe dal 144 al 130 per cento.
L’aspetto paradossale, se vogliamo giudicarlo tale, è che questo grafico è allegato al Def, il documento che programma la strategia di politica economica del governo.
Tradotto: conoscono benissimo il problema, ma nel segno della più cinica forma di speculazione lo cavalcano all’incontrario.
A coronamento del tutto, meno di un mese fa si è svolto il cosiddetto click day (la richiesta di manodopera aggiuntiva da parte di imprese e datori di lavoro).
Alle dieci del mattino erano state registrate 238.000 domande quando la disponibilità era di 82.705 lavoratori extracomunitari!
Coldiretti parla di 100.000 persone da assumere solo per l’agricoltura, Federalberghi di 200.000 per il turismo, e poi ci sono le costruzioni, la manifattura.
Com’era quella espressione latina?
Quos vult Iupiter perdere, dementat prius.
Buona domenica (se potete) e un abbraccio

da FB del 16 aprile 2023
555  Forum Pubblico / LA REALTA' REGIONALE ITALIANA: REVISIONARLA PER DIVENTARE NAZIONE. / La produttività italiana è al palo dagli anni '80, e questo tema non è mai ... inserito:: Aprile 23, 2023, 11:36:41 am
Massimiliano Bondanini

Pietro Monsurrò

La produttività italiana è al palo dagli anni '80, e questo tema non è mai seriamente discusso.
È un caso pressoché unico al mondo, salvo paesi in guerra o vittime di regimi estremamente corrotti.
Presto l'Italia avrà il PIL pro capite di paesi attualmente considerati poveri come quelli dell'Europa orientale, e pure di qualche paese latino-americano e africano (non tanto presto).
Prima o poi emigrare sarà l'unico modo di avere un reddito decente, fatto salvo mance elettorali assortite, ricchezza pregressa di famiglia, e vincite alla lotteria.
Niente, il tema non interessa nessuno.


Eppure la crescita della produttività determina tutto:
1. determina la crescita del PIL
1b. che determina la sostenibilità del debito
1c. che determina il costo del debito
2. determina il livello dei salari
2b. che determina i redditi di gran parte della popolazione
3. aumenta la redditività
3b. che stimola gli investimenti
3c. che aumentano l'occupazione
Perché non se ne parla?
a. la classe politica non è all'altezza
b. la classe intellettuale non è all'altezza
c. la stampa non è all'altezza
d. la scuola non è all'altezza
e. la popolazione non è all'altezza

In ogni caso, l'Italia è un caso piuttosto raro di paese che si lascia morire di inedia per incapacità intellettuale di concepire un'alternativa.
Per trovare esempi simili si cerca invano nella storia recente: a me viene in mente solo l'Argentina, che a inizio XX secolo era uno dei paesi più ricchi del mondo, salvo poi darsi al peronismo.
Possibile che di una cosa del genere non si parli nemmeno, o se ne parli per dire scemenze populiste, che sottintendono che la produttività cada dal cielo come la manna biblica?

da FB
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