LA-U dell'OLIVO
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 inserito:: Oggi alle 11:59:24 am 
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Maria Carmela Miccichè
Le bottiglie di vetro.
Sbucava, tra i rami storti di un fico selvatico e altri arbusti annodati dal tempo, la vecchia casa senza porta.
Entrai e mi sorprese quella mancanza di vita. L'ombra e la luce giocavano lente con il passare del sole davanti all'uscio nudo.
Solo il rumore dei miei passi batteva lo scorrere del tempo.
C'era il silenzio dell'abbandono, dentro la vecchia casa. Il niente riempiva le due stanze senza pavimento. Le pareti, dove la calce era venuta giù con le piogge che scendevano tra le travi marce, sembravano chiedere compagnia e ripetevano il rumore dei passi da una parete all'altra, era un'eco sommesso e discreto.
Neanche un topo curioso, un colombo stanco, un gatto padrone di se stesso, anche le ragnatele sembravano rinsecchite come solitari pali di luce senza fili.
Un mondo dove la vita non era mai entrata, dove, forse, non era mai servita, questo credevo mentre gli occhi si abituavano agli spazi e i pensieri frugavano tra le pietre come viandanti curiosi di trovar chiacchiere di paese.
Niente. Cercavo l'ispirazione per raccontare una storia, una volta tornata a casa. Che avrei detto? "Vidi una vecchia casa, senza porta e dal tetto assai malconcio..."
E gli occhi degli altri avrebbero chiesto il resto di una storia, che avrei detto a quel punto per quietare gli sguardi?
Non mi restava che tornare sui miei passi e cercare altrove.
Ecco, non avevo proprio visto quella nicchia nel muro, la nicchia e il suo tesoro. La mente pulsava mentre attenta m'avvicinavo, quasi con la paura che la visione scemasse.
C'erano, nella nicchia scavata nel muro, cinque bottiglie di vetro.
Ogni giorno trascorso, aveva appoggiato sul vetro minuscoli granelli di polvere ma non tanto da impedirmi di vedere il prezioso contenuto.
Incredula, guardavo le bottiglie e avvicinandomi ancora, sorridevo felice.
La prima bottiglia aveva un tappo di sughero che la mano forte, aveva inserito fino all'orlo. La seconda bottiglia era aperta e dentro c'era terra e tempo. La terza bottiglia aveva un tappo di latta rosso, chiuso e stretto da un arnese adatto. La quarta bottiglia era il capolavoro: un tappo di sughero era rimasto in bilico sul bordo e nel tempo. L'incertezza, la titubanza della mano che lo aveva appoggiato lì e che il tempo aveva custodito, sarebbe stata fucina di grandi accadimenti. Caduta, forse per la fretta, stava la quinta bottiglia.
C'era, tra i rami storti di un fico selvatico e altri arbusti annodati dal tempo, una vecchia casa senza porta con dentro un tesoro: cinque storie dentro cinque bottiglie di vetro.
m.c.m.   da FB il 30 aprile 2024

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 inserito:: Oggi alle 11:48:12 am 
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Massimiliano Bondanini
Su FB del 2 maggio 2024
Molto interessante

Matteo Montevecchi
Cari amici, ho preso una decisione dopo una lunga riflessione. Formalizzo oggi la mia uscita da una Lega che ha smarrito coerenza e identità. Questa riflessione non è stata affatto silenziosa, ma caratterizzata da continue prese di posizione personali e in controtendenza rispetto alla linea ufficiale del partito. Non sono felice di questa scelta, poiché il progetto a cui ho aderito con convinzione nel 2019 non esiste più. Si è poco a poco snaturato ed è scaturito in pesanti contraddizioni che ho sempre cercato di sollevare per fare ritrovare la bussola e cambiare rotta. Dai vertici del partito però non è mai arrivato un vero e proprio mea culpa sui grossi errori commessi in questi ultimi anni.
Le scelte intraprese dalla Lega, a partire dal sostegno al governo Draghi, al Green Pass e proseguite con l’appiattimento su politica estera, guerra, invio armi a Zelensky, hanno originato in me una grande ferita che non si è più rimarginata. Inizialmente ho provato a cambiare e incidere dall’interno, portando avanti una certa linea che però non ha avuto il seguito politico sperato. Di lì a poco ho constatato di essere divenuto minoranza nel partito e di aver perso la battaglia. Ho continuato a manifestare una voce diversa fino ad oggi, guadagnando solo prese di distanza e richieste di dimissioni nei miei confronti da parte degli organi ufficiali a causa delle mie critiche. La linea rossa che mi ero dato è stata passata, credo sia chiaro a tutti ora che le mie posizioni, le idee in cui credo, non hanno più una reale e concreta cittadinanza all’interno del partito, se non di facciata. Ci ho provato fino all’ultimo, ma non mi resta che prenderne atto e trarre queste conclusioni.
Ritengo che non sia sufficiente riciclare pur condivisibili slogan come “Più Italia e meno Europa” per recuperare credibilità e fiducia. Le parole devono essere sempre seguite dai fatti e non puntualmente disattese, come accaduto troppo spesso. Basti pensare al già citato sostegno a Draghi e al liberticida Green Pass (che la Lega a parole non avrebbe mai e poi mai sostenuto, per poi finire per votarlo in tutte le sue molteplici forme).
Così come non metto in secondo piano anche il radicale cambio di atteggiamento in politica estera/internazionale che non ho condiviso e criticato fin da subito. Mai mi sarei mai aspettato di vedere da parte della Lega un sostegno alle istanze belliciste targate Biden e Von der Leyen: la Lega ha votato tutti i pacchetti sull’invio delle armi all’Ucraina e le sanzioni (auto-sanzioni) alla Federazione Russa. Conta poco l’appartenenza della Lega al gruppo europeo “Identità e Democrazia”, se poi si vota diversamente da loro in aula su tematiche fondamentali come queste. Contano poco le dichiarazioni di circostanza, per smarcarsi mediaticamente, se poi con il proprio voto ci si rende protagonisti di queste scelte nefaste, contrarie agli interessi del nostro paese e non solo.
Pesa nella mia decisione anche la confusione valoriale che ormai è conclamata all’interno della Lega per quanto riguarda i temi etici, come la difesa della vita, dove la parte “liberal” del partito ormai la fa da padrone proprio per l’assenza di una linea chiara, tant’è che i tanti Zaia non sono mai stati smentiti, anzi hanno avuto sempre più mano libera, mentre chi ha una certa visione del mondo come il sottoscritto viene emarginato e bollato come “estremista” dagli organi ufficiali del partito (mi capitò a luglio 2022 all’ultima riunione di partito a cui partecipai).
Mi potrei soffermare sull’incomprensibile voto a Mattarella come Presidente della Repubblica, sulle attese (e mancate) promesse di contrastare il gender, finite nel nulla con la nomina di un ministro come Valditara, incapace di produrre anche una banale circolare ministeriale per chiedere il rispetto della normativa vigente e fermare l’abuso delle carriere alias nelle scuole. Questo non è riuscito a farlo, però è arrivato a lanciare l’attivista LGBT Paola Concia a capo del progetto “educare alle relazioni” nelle scuole (salvo poi ritirare la nomina grazie alle proteste che avevo contribuito a scatenare). Potrei citare l’accordo per le elezioni europee della Lega con l’UDC di Cesa (altro che sovranismo) e altre contraddizioni che sono diventate troppe anche da contare. Da queste considerazioni deriva la convinzione che la Lega non sia più riformabile.
Non sono pessimista per il futuro. Sono sempre più convinto che tra la gente stia sorgendo la grande necessità di qualcosa di diverso, un movimento che abbia a cuore l’interesse nazionale e il recupero della sovranità del nostro paese, che sia in grado di fare ciò che almeno oggi apparentemente sembra non poter esistere più: avere una sola parola, portarla avanti ad ogni costo ed essere disposti a rischiare e non limitarsi a governare pur di governare in modo fine a sé stesso, per il mero potere. In questa epoca c’è bisogno di rivedere e diffondere coraggio, altrimenti si finisce per diventare proprio come coloro che prima si criticavano tanto. Continuerò a fare rete a livello nazionale e regionale in questa direzione. Ci vorrà tempo e non sarà un percorso semplice, perché le cose belle costano sempre fatica.
@mettere in evidenza
Da FB.


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 inserito:: Maggio 01, 2024, 07:01:44 pm 
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Salvini e la candidatura di Vannacci. Lega, un'altra svolta come nel 2013

Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>

a me

https://www.affaritaliani.it/mediatech/belve-pierochiambretti-rivela-i-dettagli-di-orgia-vedevo-l-8.html
 

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 inserito:: Aprile 29, 2024, 11:41:28 pm 
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Alessandro Magherini

Siete amici su Facebook
Vive a Milano, India
Ha studiato presso Università degli Studi di Genova
26 marzo 2016
26/03/16, 06:42
Hai inviato
Non sono in accordo con te su questo tema. tutti dobbiamo collaborare per risolvere un problema così grave e complesso. ciaooo
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Alessandro Magherini: Ribadisco: in quanto cittadino europeo ritengo che il Mossad dovrebbe farsi i cazzi suoi.
https://www.facebook.com/groups/1404027419904607/permalink/1516083385365676/?comment_id=1516799338627414
Ora potete chiamarvi e vedere informazioni come lo stato di attività e quando vengono letti i messaggi.
Alessandro
Alessandro Magherini
E' evidente che non sei d'accordo, visto che mi hai cancellato il messaggio precedente. Ti chiedo però - se è sempre valido l'invito che ho ricevuto di partecipare al gruppo - di non censurarmi anche se faccio affermazioni da cui dissenti. Quanto al Mossad, la sua posizione nella vicenda siriana è quantomeno ambigua e non lo vedo nella posizione di poter dare lezioni all'Europa.
26 marzo 2016
26/03/16, 12:33
Hai inviato
Ho cancellato il messaggio non l'autore (cosa che non ho mai fatto e men che meno faccio oggi in FB). Quanto al Mossad è in una categoria di attività che non commento mai per principio. Altra cosa che in tanti anni di forum (forumista.it ex ulivo.it) ho sempre "cestinato" sono gli attacchi personali e le volgarità. Partecipare alla vita del "gruppo" lo considero un nobilitarlo nella parte migliore: fare "cultura della comunicazione insieme". Ma è cosa difficile. ciaooo
Alessandro
Alessandro Magherini
Tanti anni di moderazione anch'io. La buona norma è chiedere all'autore del post di modificarlo. Ma cosa non va in quel messaggio: il "cazzi suoi", la scarsa affinità con il Mossad o addirittura l'impudenza di fare commenti su quella "categoria di attività"?
26 marzo 2016
26/03/16, 13:52
Hai inviato
Anni di moderazione io ho scritto dove ... e tu? Quel tipo di "buone norme" io non le ho mai praticate le considero una offesa all'autore, meglio cestinare (ma che resti visibile) nel "cestino dei rifiuti" come li abbiamo chiamati noi in ulivo.it. La volgarità è da rigettare in quanto tale (e dimostra debolezza di argomenti). Nessuna impudenza di commentare il Mossad in quanto tale ma l'inutilità di commentare una categoria (come per esempio i Carabinieri). E' una pratica che non ammetto molto usata dai Comunisti. Tanto per non offrirti un nuovo motivo di polemica (dato che non conosci la mia storia) io mi sono sempre definito di Sinistra ma "non comunista" ciaooo
26 marzo 2016
26/03/16, 14:44
Alessandro
Alessandro Magherini
Anche se ormai ci scrivono in pochissimi, sono tuttora moderatore di alcune conferenze della Rete Civica Milanese (http://www.retecivica.milano.it/) che fra i 90 e i primi 2000 è stata una BBS vivace e ricca di dibattiti interessanti. Ora mi è chiaro che non apprezzi le parole attinenti alla sfera sessuale né che si parli di corpi dello stato e servizi segreti vari. E' un limite alla freedom of speech, ma il gruppo l'hai creato tu (forse potresti esplicitare meglio le tue regole nell'intestazione ma fa lo stesso). Saltando di palo in frasca, conosco Gilberto Gavioli, tu sei suo parente?
RCM - Rete Civica di Milano
26 marzo 2016
26/03/16, 15:51
Hai inviato
Alessandro,
Hai inviato
comincio dal fondo del tuo scritto. Di Gilberto sono il padre.
26 marzo 2016
26/03/16, 16:16
Hai inviato
Non conosco i "luoghi" delle tue partecipazioni e ti ringrazio della segnalazione. Il nostro forum nacque il quegli stessi anni come - ulivo.it - sino a quando Veltroni (o chi per lui) decise di oscurarlo un poco chiamandolo - forumista.it - non potendo farci sparire perchè si era molto ricchi di partecipazione attiva. Dopo questo sopruso scese la ricchezza cui si era giunti e la partecipazione al forumista risentì della fuoriuscita di un gruppo di ulivisti della prima ora (margheritini molto qualificati). Il forumista anche oggi è dotato di un buon numero di lettori ma è carente di "scrittori" persi dopo mesi di battaglie personali vissute per difendere la nostra libertà di pensiero da un folto gruppo di sinistra radicale che voleva farlo suo. Non ci riusci grazie al mio uso "feroce" del cestino dei rifiuti (tuttora ben leggibile quindi molto democratico). I miei siti di oggi sono un blog (in ristrutturazione) e una rassegna stampa molto letta - LAUdellulivo - . Il gruppo che ho proposto in FB è un mio tentativo (senza illusioni) di raccogliere un gruppo di persone con cui formare una redazione per fare meglio e fare altro. Ma come vedi in pratica è ancora una volta una rassegna stampa "pilotata" come le mie precedenti molto più lette. Nel forum ulivo.it le regole le stendemmo alcuni di noi (tre/quattro elementi) e funzionano da oltre un decenni. Qui (FB) senza una redazione non mi sogno di mettere o far mettere regole perchè è il gruppo di lavoro e non una singola persona che le dovrà formare. La libertà di pensiero non comprende ci si debba accapigliare con chi non la pensa come noi e non necessita di sottolineature volgari.  ciaooo

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 inserito:: Aprile 29, 2024, 06:26:43 pm 
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LO STABILIMENTO DI VSEVOLOZHSK

Caso Ariston, Tajani convoca l’ambasciatore russo per chiarimenti sulla nazionalizzazione dello stabilimento
di Redazione Economia

NEW
«Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group», scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X a proposito del passaggio di Ariston Thermo Rus a Gazprom Household Systems, controllata della società statale Gazprom. Il governo è «al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania», conclude Tajani.

ELETTRODOMESTICI
Putin nazionalizza Bosch ed Ariston in Russia: trasferite per decreto a Gazprom

di  Redazione Economia

Russia, Putin: «Famiglia è unione tra uomo e donna, l’Occidente va verso catastrofe spirituale» Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin nel suo messaggio alla nazione - AGTW
Il ministro era già intervenuto il 26 aprile sulla vicenda: «Dopo l'inattesa decisione governo russo sulla gestione di Ariston Thermo Group - aveva scritto su X - ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell'azienda italiana. Il Governo italiano è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali».
Lo stabilimento di Vsevolozhsk
Da quasi 20 anni Ariston Thermo Rus gestisce uno stabilimento produttivo a Vsevolozhsk, nei pressi di San Pietroburgo, ma ora  il 100% di questa società è stato trasferito sotto la gestione temporanea della statale Gazprom Household Systems su decisione di Vladimir Putin. Il presidente russo ha firmato infatti un decreto per il trasferimento temporaneo delle sussidiarie russe non solo di Ariston, ma anche di Bosch alla società del gruppo statale Gazprom, produttrice di elettrodomestici. Nello specifico, il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH.

LE ILLUSIONI DELLA GUERRA
Putin è davvero al sicuro? Gli oligarchi «predatori di guerra» e il boom russo (dai piedi d'argilla)
di  Federico Fubini

Putin
L’interventismo del Cremlino sull’economia russa
Prosegue così l’interventismo del Cremlino nell’economia russa. Dal febbraio 2022 a oggi sono state oltre 180 le imprese passate sotto il controllo diretto dello Stato russo: molti i marchi occidentali, ma a essere colpiti sono stati anche oligarchi troppo poco «patriottici». Che la Russia non rientri nel novero delle nazioni democratiche è assodato, ma il regime si sta intensificando anche per finanziare l’economia di guerra e spingere le operazioni militari in Ucraina. Dall'inizio della guerra, la Russia ha posto sotto «gestione temporanea» i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.


Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18

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 inserito:: Aprile 29, 2024, 06:10:32 pm 
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Amici della Scienza

Il mito della caverna di Platone

Il mito della caverna è il riassunto della filosofia platonica in quanto assume un forte significato in tutti gli ambiti: differenza tra mondo sensibile e iperuranio; missione del filosofo; idea di bene che sovrasta tutte le altre idee.
Il mito della caverna si trova all’inizio del VII libro della Repubblica ed è un dialogo tra il filosofo stesso e il suo discepolo Glaucone. In particolare, Platone introduce il mito invitando a fare una comparazione tra l’educazione e la non educazione.
Si chiede, allora, di immaginare dei prigionieri all’interno di una specie di grotta la cui entrata è grande tanto quanto la grotta stessa ed è l’unica fonte di luce. Essi vivono in questo luogo da sempre incatenati al collo e alle gambe e, conseguentemente, non possono muoversi ma possono osservare solamente la parete della caverna. Dietro di loro ma lontano brucia un fuoco che è diviso dai prigionieri da una strada cinta da un muretto che somiglia ai parapetti che vengono utilizzati durante gli spettacoli con le marionette. Sulla strada degli uomini camminano parlando o rimanendo silenti e trasportano con sé degli oggetti di ogni tipo come, ad esempio, delle statuette umane o animali di pietra o legno. Le cose in comune a tutti questi prodotti è che sporgono dal muretto.
Da questa scena, a questo punto, Platone cerca di far ragionare il suo discepolo dicendo che è molto probabile che quei prigionieri della grotta in tutta la loro vita avranno visto solamente la loro ombra proiettata sull’unico muro che riescono a vedere così come le ombre degli oggetti trasportati lungo la strada. Si deduce, allora, che se i prigionieri parlassero tra di loro, per tutti loro le ombre sarebbero la verità su come sia costituita la realtà perché non conoscono altro se non ciò che fino a quel momento hanno sperimentato.
Platone introduce una nuova ipotesi: uno di questi prigionieri riesce improvvisamente a liberarsi ed è costretto a muoversi e iniziare ad esplorare ciò che lo circonda ma prima di tutto dovrà volgere lo sguardo verso la luce del sole creandogli non poca sofferenza visto che i suoi occhi sono da sempre abituati al buio della caverna. Superata questa fase, però, il prigioniero si dovrà rendere conto che le ombre, in verità, non sono la vera realtà tanto più se chiederà ai passanti che cosa stanno trasportando. Ciò creerà in lui inizialmente un senso di smarrimento e forse angoscia tanto da ritenere che la sua visione all’interno della grotta era più chiara e più veritiera di quella esterna.
Ha, quindi, bisogno di conoscere tutte queste cose gradualmente: prima le osserva all’ombra, poi riflesse nello specchio d’acqua, infine è in grado di sostenere lo sguardo verso gli oggetti in sé. Questo, però, è solo l’inizio perché potrebbe soffermarsi nell’osservare la volta celeste con i suoi astri e la luna e persino potrebbe contemplare il sole in sé di giorno. E proprio quest’ultimo passaggio è fondamentale per la sua conoscenza in quanto lo porta alla comprensione del fatto che il sole che dà significato a tutto, in quanto per Platone rappresenta l’idea del bene-bello: è lui il regolatore delle stagioni e dello scorrere degli anni così come è la matrice di tutte quelle ombre che venivano proiettate sul muro della caverna.
Raggiunto questo stato, allora, il prigioniero libero da una parte sarà felice per le sue nuove conoscenze acquisite ma dall’altra avrà compassione per i suoi compagni rimasti nella caverna. D’un tratto tutte le lodi e i premi che nella prigionia lui e i suoi compagni si erano promessi per indovinare il più rapidamente possibile quali ombre stavano sfilando davanti a loro sono vani ed inutili. Lo stesso Omero, infatti, nel XI libro dell’Odissea, al verso 489, sostiene che preferirebbe di gran lunga: “esser bifolco, servire un padrone, un diseredato, e sopportare qualsiasi prova pur di non opinare quelle cose e vivere quella vita?”.
Platone, infine, ipotizza un ultimo scenario in cui il prigioniero ritorna nella grotta per far sì che i suoi compagni capiscano che il mondo fuori è diverso da come lo stanno osservando e da sempre pensato. I prigionieri, allora, penseranno che quest’ultimo, essendo stato all’esterno si sia istupidito e si sia rovinato gli occhi perciò verrà ignorato. Se, inoltre, il prigioniero liberato riuscisse a sciogliere le catene degli altri per condurli all’esterno, è probabile che i prigionieri stessi nel momento più opportuno lo uccidano.
A questo punto Platone conclude facendo un paragone tra il suo essere uomo e il mito: ciò che egli vede corrisponde alla caverna, il fuoco al sole, la contemplazione della strada al moto ascendente dell’anima verso il “luogo noetico”. Al confine di tutto c’è l’idea di buono che, però, si vede molto difficilmente ma sicuramente è all’origine di tutto ciò che è bello, vero e giusto.
Fonte: Skuola.net

Da Fb del24 aprile 2024  Iole Salera Cavallero


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 inserito:: Aprile 29, 2024, 06:07:45 pm 
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Schlein attacca: «Meloni ha perso il contatto con la realtà». E Calenda si candida

di Alessandra Arachi

Il leader di Azione sarà capolista ovunque. Conte (M5S): a La premier è re Mida al contrario»

Elly Schlein sceglie la metafora di una favola: «Giorgia nel paese delle meraviglie». Poi la segretaria dem rilancia: «La presidente del Consiglio si divide tra Palazzo Chigi e TeleMeloni e per questo ha perso contatto con la realtà». Quindi ancora attacchi, a raffica: «Seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica». E ancora: «Un’ora di discorso senza nemmeno nominare la sanità pubblica e le infinite liste d’attesa che si allungano per i tagli. Senza citare i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023. Lei dice l’Italia è cambiata. Si, ma in peggio».
Le parole di Giorgia Meloni dal palco di Pescara hanno fatto ribollire gli animi delle opposizioni. Carlo Calenda, leader di Azione, ha scelto proprio la giornata di ieri per annunciare la sua candidatura in tutte le circoscrizioni, ma senza dire se sarà capolista, ha solo fatto sapere che insieme con lui in tutte e cinque le circoscrizioni ci sarà anche Elena Bonetti, già ministra nelle fila di Italia viva. Dure, comunque, le sue parole contro la presidente del Consiglio: «È una discepola di Orbán», dice. E aggiunge: «L’idea di Europa della Meloni è la fine dell’Europa. L’Italia è un grande Paese fondatore della UE, non l’Ungheria degli amici di Putin».
Ieri mattina la kermesse di Fratelli d’Italia ha portato sul palco tutti gli alleati e anche se Matteo Salvini era in versione virtuale, ha fatto di tutto per fugare i dubbi di scollature all’interno della coalizione: «Ringrazio Giorgia che per me è un onore accompagnare da vicepremier». Una difesa netta arriva da Ignazio La Russa, presidente del Senato di FdI: «Grazie Giorgia che ti candidi». E anche Antonio Tajani, leader di Forza Italia, la supporta confermando da alleato un appoggio incondizionato: «Io sono abituato così, quando prendiamo un impegno lo manteniamo fino alla fine».
Le dichiarazioni di sintonia nella maggioranza però non hanno fermato l’ironia pungente di Matteo Renzi, leader di Italia viva: «Giorgia Meloni non è una statista, ma un’influencer. Ci chiede di votarla per le Europee ma sa perfettamente che al Parlamento Europeo non ci andrà». Giuseppe Conte ha rivendicato i suoi meriti da presidente del Consiglio. Anche lui usa sarcasmo: «Con Giorgia “l’Italia cambia l’Europa”: per una volta la premier ha ragione.

Le abbiamo lasciato un’Italia che riportava a casa 209 miliardi del Pnrr per infrastrutture, investimenti, sanità. Nemmeno il tempo di arrivare a Bruxelles da presidente del Consiglio, ha dato l’ok a un accordo con tagli da 13 miliardi l’anno che colpiranno le tasche degli italiani, i servizi, la sanità, le scuole con un’onda di austerità». Ognuno tra i leader dell’opposizione ha avuto da dire il suo per trovare un appellativo alla premier: «Discepola di Orbán», «Influencer», «Giorgia nel paese delle meraviglie». Conte ci ha voluto aggiungere: «Re Mida al contrario», mentre Angelo Bonelli, leader dei Verdi, si è rifatto all’antica Grecia chiamandola «Apate dea dell’inganno», visto che «racconta un Paese che non c’è»
Riccardo Magi, segretario di +Europa, è convinto: «L’idea dell’Europa delle nazioni di cui parla Giorgia Meloni è quella dei veti dei piccoli nazionalismi, delle ripicche tra Stati, delle sospensioni di Schengen, dei muri e dei porti chiusi». Per Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, il discorso della premier è stato «la solita pappardella. Meloni sta al governo da un anno e mezzo ma ripete il copione come quando era all’opposizione. Ha fatto il tiro al piccione: ha attaccato i burocrati, gli ambientalisti, i pacifisti, la sinistra brutta sporca e cattiva, fino ad arrivare a Report, Ranucci e i giornalisti Rai, colpevoli di fare il proprio lavoro di ricerca della verità anche su Capi di Stato esteri. Non è riuscita a dare mezza risposta agli italiani»

La newsletter Diario Politico
Corriere della Sera

Da - https://www.corriere.it/politica/24_aprile_28/meloni-ha-perso-contatto-la-realta-schlein-attacca-calenda-si-candida-87c60e9a-0590-11ef-b969-f03747a280a7.shtml

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 inserito:: Aprile 29, 2024, 06:04:45 pm 
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25 Aprile, Sergio Mattarella: Fascismo disumano.

Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>

28 apr 2024,
a me

Leggilo in esclusiva su https://www.milanofinanza.it/news/25-aprile-sergio-mattarella-fascismo-disumano-non-c-e-parte-del-suolo-italiano-che-non-abbia-patito

 9 
 inserito:: Aprile 29, 2024, 12:34:48 am 
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Sinestesie letterarie  ·

Roberto Daprà  · sonSpdeorta9a1 ra298u rmte:4410l05m91zt7g2h8m7lha o81o a4afe  ·

“Un tempo sarebbe stato facile amarmi. Ero dolce. Credevo nelle promesse, nelle parole. Giustificavo tutto, anche il male che sentivo e non ammettevo. Mi prendevo la colpa, anche se non la capivo. Pur di non perdere chi amavo, sopportavo ogni mancanza, anche quando mancavo io e non sapevo più ritrovarmi. Abbracciavo senza chiedere nulla in cambio. Ero indifesa. Da proteggere. Da distruggere. Oggi è difficile amarmi, restarmi accanto. Rispettare i miei spazi, comprendere i miei silenzi, la mia indipendenza, il mio bisogno di vivere e di costruire usando solo le mie forze. Io che del mio equilibrio cercato, sofferto e trovato ne faccio un vanto da gridare al presente ogni giorno. Io che credo nell’Amore molto più di ieri. Amore che non ha nulla a che fare con le briciole, con l’arroganza, con l’assenza, con l’infedeltà. Oggi è difficile amare la donna che sono diventata. Dopo i sogni sfumati, le ali spezzate, le labbra spaccate. Sicura delle mani da stringere che vorrei e degli occhi che non vorrò più incrociare. È difficile. Forse è impossibile. Sicuramente è raro incontrare un’anima che ci ami oltre noi stessi, dove fingiamo di essere forti mentre imploriamo gli abbracci di chi possa amarci sapendoci fragili e imperfetti. Io dell’amore non so molto, forse. Non posso insegnarlo. Ma so che ha a che fare con il rispetto. E con le scelte che non s’impongono, ma si costruiscono. Insieme. Quando si diventa l’unica scelta e mai un’opzione tra tante. Alla persona che sono stata devo tanto, soprattutto scuse. Alla persona che sono, un promemoria: ricordati delle tue ali, ricordati di te.”

Gabriel Garcià Marquéz
 da “L’amore ai tempi del colera”


DA FB 8 APRILE 2024

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 inserito:: Aprile 29, 2024, 12:01:04 am 
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Amici della Scienza

Il mito della caverna di Platone

Il mito della caverna è il riassunto della filosofia platonica in quanto assume un forte significato in tutti gli ambiti: differenza tra mondo sensibile e iperuranio; missione del filosofo; idea di bene che sovrasta tutte le altre idee.

Il mito della caverna si trova all’inizio del VII libro della Repubblica ed è un dialogo tra il filosofo stesso e il suo discepolo Glaucone. In particolare, Platone introduce il mito invitando a fare una comparazione tra l’educazione e la non educazione.
Si chiede, allora, di immaginare dei prigionieri all’interno di una specie di grotta la cui entrata è grande tanto quanto la grotta stessa ed è l’unica fonte di luce. Essi vivono in questo luogo da sempre incatenati al collo e alle gambe e, conseguentemente, non possono muoversi ma possono osservare solamente la parete della caverna. Dietro di loro ma lontano brucia un fuoco che è diviso dai prigionieri da una strada cinta da un muretto che somiglia ai parapetti che vengono utilizzati durante gli spettacoli con le marionette. Sulla strada degli uomini camminano parlando o rimanendo silenti e trasportano con sé degli oggetti di ogni tipo come, ad esempio, delle statuette umane o animali di pietra o legno. Le cose in comune a tutti questi prodotti è che sporgono dal muretto.
Da questa scena, a questo punto, Platone cerca di far ragionare il suo discepolo dicendo che è molto probabile che quei prigionieri della grotta in tutta la loro vita avranno visto solamente la loro ombra proiettata sull’unico muro che riescono a vedere così come le ombre degli oggetti trasportati lungo la strada. Si deduce, allora, che se i prigionieri parlassero tra di loro, per tutti loro le ombre sarebbero la verità su come sia costituita la realtà perché non conoscono altro se non ciò che fino a quel momento hanno sperimentato.
Platone introduce una nuova ipotesi: uno di questi prigionieri riesce improvvisamente a liberarsi ed è costretto a muoversi e iniziare ad esplorare ciò che lo circonda ma prima di tutto dovrà volgere lo sguardo verso la luce del sole creandogli non poca sofferenza visto che i suoi occhi sono da sempre abituati al buio della caverna. Superata questa fase, però, il prigioniero si dovrà rendere conto che le ombre, in verità, non sono la vera realtà tanto più se chiederà ai passanti che cosa stanno trasportando. Ciò creerà in lui inizialmente un senso di smarrimento e forse angoscia tanto da ritenere che la sua visione all’interno della grotta era più chiara e più veritiera di quella esterna.
Ha, quindi, bisogno di conoscere tutte queste cose gradualmente: prima le osserva all’ombra, poi riflesse nello specchio d’acqua, infine è in grado di sostenere lo sguardo verso gli oggetti in sé. Questo, però, è solo l’inizio perché potrebbe soffermarsi nell’osservare la volta celeste con i suoi astri e la luna e persino potrebbe contemplare il sole in sé di giorno. E proprio quest’ultimo passaggio è fondamentale per la sua conoscenza in quanto lo porta alla comprensione del fatto che il sole che dà significato a tutto, in quanto per Platone rappresenta l’idea del bene-bello: è lui il regolatore delle stagioni e dello scorrere degli anni così come è la matrice di tutte quelle ombre che venivano proiettate sul muro della caverna.
Raggiunto questo stato, allora, il prigioniero libero da una parte sarà felice per le sue nuove conoscenze acquisite ma dall’altra avrà compassione per i suoi compagni rimasti nella caverna. D’un tratto tutte le lodi e i premi che nella prigionia lui e i suoi compagni si erano promessi per indovinare il più rapidamente possibile quali ombre stavano sfilando davanti a loro sono vani ed inutili. Lo stesso Omero, infatti, nel XI libro dell’Odissea, al verso 489, sostiene che preferirebbe di gran lunga: “esser bifolco, servire un padrone, un diseredato, e sopportare qualsiasi prova pur di non opinare quelle cose e vivere quella vita?”.
Platone, infine, ipotizza un ultimo scenario in cui il prigioniero ritorna nella grotta per far sì che i suoi compagni capiscano che il mondo fuori è diverso da come lo stanno osservando e da sempre pensato. I prigionieri, allora, penseranno che quest’ultimo, essendo stato all’esterno si sia istupidito e si sia rovinato gli occhi perciò verrà ignorato. Se, inoltre, il prigioniero liberato riuscisse a sciogliere le catene degli altri per condurli all’esterno, è probabile che i prigionieri stessi nel momento più opportuno lo uccidano.
A questo punto Platone conclude facendo un paragone tra il suo essere uomo e il mito: ciò che egli vede corrisponde alla caverna, il fuoco al sole, la contemplazione della strada al moto ascendente dell’anima verso il “luogo noetico”. Al confine di tutto c’è l’idea di buono che, però, si vede molto difficilmente ma sicuramente è all’origine di tutto ciò che è bello, vero e giusto.
Fonte: Skuola.net

Da Fb del24 aprile 2024  Iole Salera Cavallero


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