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Autore Discussione: Margherita Hack si racconta ai corsisti della terza età...  (Letto 2167 volte)
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« inserito:: Marzo 14, 2009, 03:43:57 pm »

Margherita Hack si racconta ai corsisti della terza età: «Mi ero iscritta a Lettere...»

Patrizia Piccione


«Maturata» nel ’40 nonostante 20 giorni di sospensione e sette in condotta: fu l’effetto dell’entrata in guerra Nonostante l'indole pragmatica di una mente impostata al rigore scientifico e alla speculazione intellettuale, l'astrofisica Margherita Hack attribuisce scherzosamente al destino la vita dedicata all'astronomia, passione scritta oltre che nel patrimonio genetico anche nelle stelle. Infatti, sembra quasi un gioco di parole, ma i primi anni di vita a Firenze li ha trascorsi in via Caselli, angolo via Cento
Stelle, a due passi da Campo di Marte.
È stata un'informale conversazione a due voci, il primo dei tre incontri dedicati alla scoperta dei segreti dell'Universo organizzati dall'Università della terza Età «Dobrina» nella sede di via Corti: in un'aula magna che ha registrato il tutto esaurito, Margherita Hack, col giornalista Fabio Pagan, ha parlato della sua infanzia, degli anni di scuola e di università, della sua famiglia, alternando aneddoti di vita personale con le tappe fondamentali di un'esistenza dedicata allo studio e all'esplorazione dell'Universo.

Quali strade misteriose hanno portato la Hack a scegliere di trascorrere la vita indagando sui misteri dell'Universo? In realtà, come spesso accade, si è trattato di una serie di eventi casuali, tra cui la fortuna di avere una famiglia che l'ha lasciata libera di scegliere la facoltà di Fisica. «Al liceo non ero proprio una studentessa brillantissima - ha detto con l'inconfondibile cadenza toscana - facevo il mio dovere, ero bravina in matematica e fisica, ma siccome mi riusciva molto facile scrivere, decisi di iscrivermi a lettere». Il suo fu probabilmente l'anno di corso più breve della storia. Infatti, dopo la prima ora di lezione, definita «una barba infinita», ricordando che, in realtà, le piacevano le materie scientifiche, passò alla facoltà di Fisica. E a questo proposito, ha raccontato com'è riuscita a diplomarsi nonostante una sospensione di 20 giorni accompagnata dal 7 in condotta - effetto collaterale di un'indomita presa di posizione antifascista - senza sostenere gli esami di maturità. Era il 1940, e l'entrata ufficiale in guerra dell'Italia a fatto sì, che vennero «maturati» d'ufficio gli studenti con una buona media e bocciati tout-court gli altri.

Il '68 segna, invece, un'importante svolta per l'astronomia italiana: «In quegli anni gli osservatori erano feudo assoluto di direttori concentrati a coltivare il loro potere a scapito della ricerca. Entrammo anche noi nell'onda della contestazione - ha ricordato la Hack che approdò a Trieste nel 1964 - e creammo un'associazione indipendente di giovani ricercatori riuscendo finalmente a entrare a far parte di gruppi di ricerca internazionali». Curiosità e determinazione sono le doti che le hanno permesso di risolvere la singolare spy-story della stella «ombra» di Epsilon Aurigae dopo oltre 20 anni di pedinamenti: grazie a Iue, il satellite in orbita dal '78 al '96, le è stato possibile scoprire con l'analisi spettroscopica la presenza della stella misteriosa.
I prossimi due appuntamenti del mercoledì (18 e 25 marzo) con Margherita Hack saranno dedicati all'approfondimento dei segreti dell'Universo e dello spazio profondo.

(13 marzo 2009)
da espresso.repubblica.it
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