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Autore Discussione: Proietti: «Roma governata bene. Fatevi due conti e votate giusto...»  (Letto 2169 volte)
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« inserito:: Aprile 28, 2008, 11:53:26 pm »

Proietti: «Roma governata bene. Fatevi due conti e votate giusto...»

Toni Jop


Sia ringraziato il dubbio perché, mai fa fermar e ci costringe sempre tutto a ricambiar. Testo di Paolo Pietrangeli Il Rosso. Togliere «dubbio» e anche «ricambiar» e offrire queste due «chiavi» a Gigi Proietti, la più celebre maschera romana dei nostri palchi.

Dubbio: «Allora, a proposito mi viene da pensare che qualcosa va meno bene: mi accorgo che molti colleghi, un tempo molto prodighi di firme e appelli bene orientati nella piazza della politica, adesso sono un po’ in frenata, non li si sente più, non li si vede più: che avranno? Ecco il dubbio: dov’è finita quella bella disponibilità a farsi carico di una scelta?». E così abbiamo confermato che il dubbio è un tipo di veleno, molto odiato dai sistemi autoritari, dai creazionisti e dai talebani di tutte le religioni. Proietti si è guardato attorno e, sornione come un gatto romano, gli è venuto un dubbio avvelenato che proviamo a tradurre: non è che tutti quei colleghi si stanno preparando il vestitino da festa per le celebrazioni di questa destra nera e trionfante? Primo: non dare fastidio, questi non son come gli altri che parlano e basta, questi menano, ti spezzano la carriera. Certo, se alcuni colleghi di Gigi son diventati così cauti, un motivo ci deve essere. Sarà l’effetto della temuta nuova «egemonia» che si è affacciata al voto delle politiche, che faticaccia vivere. Seconda chiave, «ricambiar»: «Giusto cambiare, anche a Roma, ma bisogna che lo facciano quelli che hanno guidato la città in questi ultimi quindici anni perché hanno fatto bene ed è giusto che vadano avanti cambiando quel che c’è da cambiare, in materia di sicurezza, per esempio e per dare alla città maggiore tranquillità nella vita di tutti i giorni. Che bisogno c’è di passare la palla ad altri?». Sì, spiegaglielo ad Alemanno e ai suoi Calderoli che devono essere pronti ad accettare un verdetto così: nisba, non ci fidiamo di voi.

Ma cos’è, a parte il passato recente, che ti convince a non votare per questi «duri»?
«Una sensibilità molto romana, credo, che mi spinge a non dar retta a chi si propone con la bacchetta magica in mano e dice “ve li risolviamo noi i problemi”. Come il traffico: hai voglia a dire ai romani “arriviamo noi e sarà risolto”; e chi ci crede? Poi, parlando di un tema vero ma enfatizzato come la sicurezza, come faccio a dar credito a chi dice, degli immigrati: li cacciamo, li rispediamo a calci in culo a casa loro? A parte lo stile della promessa, anche in questo caso chi ci crede che il dramma si risolve in questo modo, a calci?».

Obiettano che a mali estremi, estremi rimedi. E cioè che le cose qui vanno così male, la città è così depressa e umiliata...
«Dove lo vedono tutto questo disastro? Si rischia sempre di sottovalutare la dimensione dei problemi smentendo un quadro così nero. Ma devo correre il rischio perché in tutta onestà mi pare che Roma stia tanto meglio di una volta. È vero che abbiamo sulle spalle l’esito infelice di scelte effettuate da altre maggioranze che non erano certo il centrosinistra, sto parlando dei piani regolatori, dell’edilizia scadente, dell’urbanizzazione selvaggia e scriteriata. Ma basta guardarsi attorno, senza paraocchi per accorgersi che Roma offre di più, che circola più denaro...».

Carlo Verdone sostiene che l’offerta culturale, in questi ultimi quindici anni di vita romana, è stata motore di un cambiamento positivo...
«Sono ben d’accordo. E quando mai si sono visti tanti turisti? Il turismo è un’industria e produce ricchezza, se lo si aiuta con una politica culturale convincente, com’è avvenuto, migliora anche la qualità del turismo. Serve saggezza...».

Mi chiedo quanta saggezza incontri quando guidi per le strade di Roma. Prova a leggere la saggezza sui volti di chi sta al volante a due passi da te...se è quello il carattere fondamentale di questo voto, mi sa che il risultato della consultazione non ci sorride...
«Forse. Nel traffico nemmeno io sono una mammoletta, immagino che poi ci si rassereni e torni a galla quella saggezza che nelle case della grande Roma non è mai mancata».

Piuttosto, par che si sia stretti tra la voglia di disfarsi delle regole e il bisogno sordo di un ordine che noi per primi facciamo a pezzi. Questa può essere una contraddizione che rende “cattivi”...
«Ah, se è per questo, siamo entrati in una fase in cui ciascuno vuol farsi le sue regole. Lo fa il re, lo facciamo anche noi...».

Lo fa Berlusconi, lo facciamo anche noi. Insomma: credo che ce la raccontiamo, nessun povero cristo può davvero pensare di farsi le sue regole...
«Ovvio: la soluzione è che il re, poi, non si limita a governare ma comanda e c’è una bella differenza tra questo e quello. E io non ho dubbi su quale sia la via migliore, semmai conviene mettere la gente nelle condizioni di condividere e di poter rispettare le regole condivise. Non si risolve niente dicendo: famo così e basta. Certo è un problema di informazione e di formazione che dovrebbe aiutare le scelte anche in campagna elettorale...».

Bel punto di osservazione: secondo te, quanta gente in Italia sa davvero che Berlusconi, in piena campagna, ha definito «eroe» il suo stalliere, pluricondannato per omicidi di mafia?
«Io, per esempio, sono al corrente perché leggo molti giornali. Ma mi pare proprio che non me l’abbia raccontato la televisione. Avrei da dire anche sulla cosiddetta imparzialità dei giornali che si definiscono “indipendenti”. Indipendenti de che? Altro che imparzialità, lasciamo stare...».

Non ne abbiamo fin qui parlato ma se vincerà questa destra si darà inevitabilmente la stura a quei suoi alleati che non fanno mistero delle loro nostalgie fasciste...
«Non ho memorie di quel periodo. Sono cresciuto coi racconti di mio padre. Posso solo dirti che mi fanno paura anche solo i simboli di quel tempo. Spero di non rivederli, mi auguro che si vada verso un rasserenamento della vita associata, mi auguro che ciascuno, andando a votare, ragioni con la sua testa, che si faccia “du conti”...».


Pubblicato il: 28.04.08
Modificato il: 28.04.08 alle ore 10.47   
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