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Autore Discussione: Felice Cavallaro. Borsellino, Manfredi: «Per mia sorella Lucia calvario come...  (Letto 2170 volte)
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« inserito:: Luglio 20, 2015, 11:55:57 pm »

Palermo
Borsellino, Manfredi: «Per mia sorella Lucia calvario come per papà»
Alla cerimonia in ricordo del giudice ucciso: «Questa non è una commemorazione, ma un ricordo. Chiederei il trasferimento, ma devo restare in questa disgraziata Sicilia»

Di Felice Cavallaro

PALERMO - Manfredi Borsellino un po’ a braccio un po’ leggendo un testo preparato ha parlato durante la commemorazione del padre, davanti al presidente della Repubblica Mattarella assestando una mazzata micidiale sul contesto politico che ha costretto la sorella Lucia alle dimissioni dalla giunta guidata da Rosario Crocetta. «Io sono qui per lei signor presidente. Non era previsto il mio intervento. Forse sconvolgo l’ordine dei lavori...», ha esordito al palazzo di giustizia di Palermo il giovane dirigente del commissario di polizia di Cefalù davanti ai ministri Alfano e Orlando, al capo della polizia, a una platea affollata da magistrati, presente il neo assessore alla Salute, Baldo Gucciardi del PD, subentrato da pochi giorni a Lucia Borsellino e nominato vice presidente dallo stesso Crocetta, assente alla cerimonia.

«Ricordo, non commemorazione: mio padre è vivo»
«Già l’hanno scorso ho tentato di ricordare, non di commemorare mio padre. Si commemorano i morti e io ritengo mio padre vivo. Qui vedo tanti che gli hanno voluto bene, come lei presidente che ha il nostro stesso vissuto. Io ho avuto l’onore di assistere a due telefonate di mio padre a lei. Notavo la deferenza con cui le si rivolgeva, la delicatezza con cui le parlava. Pensavo come fosse sconfinata la stima che aveva nei suoi confronti...». E ancora: «Siccome non ho intenzione in questa sede di commuovermi e non posso farlo vedere ai miei bimbi di tre anni, preferisco leggere parole pesate, importanti. Intervengo per mia sorella Lucia che non può farlo, che non vuole parlare, anche perché i temi li ha affrontati nella lettera di dimissioni dal governo Crocetta con cui mia sorella ha lasciato la guida dell’assessorato alla Salute ha prodotto un silenzio sordo da parte delle istituzioni, di quelle regionali, in particolare. Quella lettera diceva e dice tutto. Andrebbe riletta tante volte. Dice tutto, indipendentemente dalle cose riportate dai giornali nei giorni successivi. Temi a lei già confidati, presidente Mattarella. Lettera di dimissioni che però ha prodotto qui un silenzio sordo da parte della Regione. È questo dice tutto indipendentemente dalle indiscrezioni giornalistiche su una frase...».

Il calvario del padre e della sorella
Un «silenzio sordo» che ha portato in fretta alla nomina di Gucciardi. Ed ecco l’attacco direttamente riferito al lavorio del medico Matteo Tutino per convincere il governatore Crocetta a liberarsi dell’assessore scomodo, di Lucia Borsellino: «Non credevo che la figlia più grande, con cui mio padre viveva in simbiosi, abituata con lui a dialogare anche solo con lo sguardo, dopo 23 anni, dovesse vivere un calvario simile a quello attraversato dal padre nella stessa terra...».

«Clima ostile da oltre un anno»
Esplicito il riferimento alle polemiche degli ultimi giorni: «Io non posso entrare per le mansioni che ricopro nel merito delle indiscrezioni giornalistiche, ma assicuro che non hanno turbato l’interessata, indipendentemente dalle necessarie verifiche in corso. La verità è che da oltre un anno, mi permetto di dirlo io, da oltre un anno, mia sorella Lucia era consapevole del clima di ostilità che le veniva rivolto. Sono corsi e ricorsi drammatici».

«Lucia ha portato la croce per amore di giustizia»
Durissimo con il contesto politico che avrebbe mal sopportato la figlia del giudice Borsellino: «Al di là dell’autenticità di una singola intercettazione, sappiano le persone oneste di questa terra lo scenario drammatico in cui è stata costretta ad operare Lucia fino al 30 giugno di quest’anno. Ed è rimasta fino al 30 giugno per amore della giustizia, per potere spalancare le porte di un assessorato, anche centro di malaffare mafioso, agli inquirenti. Perché nessun approfondimento da lei operato durante il suo mandato andasse perduto». Un riferimento ovviamente legato alla data del 29 giugno, il giorno prima, il giorno dell’arresto per truffa del primario di Villa Sofia Matteo Tutino, forte dell’intesa con Crocetta. «Lucia ha portato la croce perché voleva una Sanità libera e felice ed è rimasta per amore di giustizia».

«Vorrei chiedere il trasferimento, ma non posso»
Interrotto dall’emozione, Manfredi Borsellino ha concluso richiamando i veleni sparsi da «noti professionisti e manager» e ribadendo l’impegno morale della sorella: «Lucia sarà sempre la più degna dei figli di suoi padre». Poi rivolto al capo della polizia Alessandro Panza: «Eccellenza dovrei chiederle di essere destinato fuori da questa terra. No, non glielo chiedo, perché io ho il dovere di rimanere qui, lo devo a mio padre e adesso a mia sorella Lucia». Un forte applauso, quasi un’ovazione ha chiuso questa parentesi mentre il presidente Mattarella si alzava dalla sua poltrona in prima fila per abbracciare Manfredi Borsellino.

18 luglio 2015 (modifica il 18 luglio 2015 | 17:17)
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Da - http://www.corriere.it/cronache/15_luglio_18/borsellino-manfredi-per-mia-sorella-lucia-calvario-come-papa-bc649934-2d57-11e5-ab2f-03a10057a764.shtml
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