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Autore Discussione: ED MILIBAND La sfida del carbone pulito  (Letto 2491 volte)
Admin
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« inserito:: Ottobre 15, 2009, 09:52:20 am »

15/10/2009

La sfida del carbone pulito
   
ED MILIBAND*


A poco più di 50 giorni dall'appuntamento di Copenaghen, questa settimana a Londra, sono in primo piano due serie di colloqui internazionali sul clima.

Innanzitutto, i ministri di 20 Paesi si stanno per riunire per affrontare una delle sfide più urgenti per un accordo globale sui cambiamenti climatici: il carbone.

Per quanti sono preoccupati dal clima e dalla possibilità di continuare ad accendere la luce, il carbone è il combustibile da rendere pulito.

Si tratta di uno dei combustibili a maggior contenuto di carbonio a nostra disposizione, non soltanto rispetto alle energie rinnovabili, ma anche rispetto ad altri combustibili fossili. Un'unità di elettricità generata da una centrale elettrica a carbone crea un quantitativo quasi doppio di CO2 rispetto ad una ricavata dal gas. Ma non possiamo vivere senza di esso perché costituisce il pilastro della rete elettrica in numerosissimi Paesi nel mondo. Il carbone è poco costoso ed abbondante. Nel Regno Unito, fornisce un terzo dell'energia elettrica. In altri Paesi, questa cifra è molto superiore. La scorsa settimana mi trovavo in Polonia, dove il 95% dell'elettricità nazionale viene generato dal carbone. È molto difficile intravedere un futuro di sicurezza energetica per il mondo che non preveda il ricorso al carbone.

La conferenza di questa settimana, tenuta congiuntamente da Regno Unito e Norvegia, si impernia sulla tecnologia che può risolvere il dilemma: Cattura e Stoccaggio di CO2 (Ccs). Questa tecnologia potenzialmente elimina il 90% delle emissioni di CO2 dalle centrali elettriche a carbone. L'anidride carbonica viene intrappolata nelle condotte delle centrali elettriche e convogliata per essere stoccata in modo sicuro e prolungato. La Ccs è potenzialmente in grado di trasformare il carbone in un combustibile a basso tenore di carbonio. Senza Ccs, il costo della lotta ai cambiamenti climatici aumenterà del 70%.

La sfida consiste nel fatto che la Ccs è una tecnologia nuova e complessa. Ci vorrà un'azione concertata per portarla dalle nostre attuali dimostrazioni su piccola scala ad un progetto predefinito per le centrali elettriche. Il cambiamento che ciò implica dovrà avvenire velocemente se vogliamo risolvere in tempo la sfida climatica con cui si confronta il pianeta.

Il Regno Unito ha già illustrato dei piani audaci per l'impiego della Ccs. Abbiamo suggerito i requisiti più severi al mondo per le nuove centrali elettriche a carbone e prevediamo di sviluppare fino a quattro impianti di Ccs su piena scala commerciale per dimostrare la tecnologia. Miliardi di sterline a sostegno della tecnologia del «carbone pulito».

Se vogliamo realizzare i cambiamenti necessari, i Paesi che lavorano alla Ccs dovranno collaborare per garantire che diventi un'opzione per i maggiori utenti di combustibili fossili a livello mondiale. Quindi, questa settimana a Londra parleremo dei piani internazionali sulla Ccs. Discuteremo assieme ai rappresentanti di Europa e Cina i piani congiunti per lo sviluppo in Cina della prima centrale elettrica con Ccs su scala commerciale. Il ministro statunitense dell'Energia Steven Chu parlerà della centrale già pienamente operativa in America. Lavorando con i nostri partner già operativi nel Mare del Nord, discuteremo del ruolo che essa può svolgere nello stoccaggio del CO2 estratto.

Questa settimana si discuterà a Londra anche della sostanza più generale dell'accordo di Copenhagen. I diciassette membri del Major Economies Forum si riuniscono per sviluppare una comprensione comune e creare consenso su alcuni principi generali in vista di Copenaghen. È per triste ironia della sorte che chi ha causato di meno i cambiamenti climatici risenta maggiormente dei suoi effetti, per cui mi fa piacere che Paesi vulnerabili come Bangladesh, Maldive e Costa Rica partecipino anch'essi ai colloqui di questa settimana. Non ci saranno seconde opportunità sui cambiamenti climatici, non possiamo sprecare neanche un giorno da adesso a Copenaghen. Dobbiamo sfruttare ogni singola occasione - compresi i colloqui di questa settimana a Londra - per spingere a favore dell'accordo più ambizioso, efficace ed equo che si possa realizzare.

*Ministro britannico per Energia e Cambiamenti Climatici
da lastampa.it
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