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 inserito:: Aprile 13, 2024, 06:20:07 pm 
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Politica
11 Aprile 2024
La linea contraddittoria I liberali e gli anticapitalisti lavorano ai fianchi di un Pd che non sa più che cos’è
Mario Lavia
A due mesi dal voto, Schlein si ritrova con nuove incognite e liste ancora da compilare, ed è accerchiata dalla tripla offerta politica di Sinistra-Verdi con Santoro, Stati Uniti d’Europa di Bonino-Renzi e Azione

Probabilmente Elly Schlein non si aspettava un lavoro ai fianchi come quelli che si sta sviluppando da sinistra e da destra attorno al Partito democratico. E cioè una doppia (o meglio, tripla) offerta politica che potrebbe rosicchiare voti da ambo i lati: a sinistra, da parte della lista Sinistra-Verdi, magari aperta a Michele Santoro, e a destra, da Stati Uniti d’Europa e Azione. Tre liste che possono superare il quattro per cento e dunque faranno appello al voto utile per andare a Bruxelles.
La lista di sinistra potrebbe ulteriormente tingersi di “pacifismo” se Santoro – come appare possibile, se non addirittura probabile – non riuscirà a raccogliere le firme, impresa effettivamente non agevole. Forse Santoro ha sottovalutato le difficoltà organizzative ritenendo che bastasse la sua immagine rilanciata da La7 per riempire i moduli per la presentazione delle liste. Se non ce la dovesse fare, a quel punto Nicola Fratoianni potrebbe offrire “ospitalità” al noto giornalista. Il quale, probabilmente, manderebbe qualcuno degli attuali suoi candidati, rafforzando così una lista di sinistra e “pacifista” – gelida sull’Ucraina e anti-Israele – che potrebbe strappare al partito di Schlein quei voti che il Partito democratico, malgrado la presenza di Marco Tarquinio al Centro e Cecilia Strada al Nord Ovest (che almeno sull’Ucraina hanno la stessa posizione di Santoro e Fratoianni), non è in grado di trattenere.
Specularmente, sulla destra, la lista Bonino-Renzi-Psi-libdem (Stati Uniti d’Europa) e quella di Carlo Calenda (Azione, che ieri ha arruolato Federico Pizzarotti e Piercamillo Falasca, usciti da PiùEuropa perché ha scelto di allearsi con Matteo Renzi) potrebbero finire per essere strumenti di contestazione della linea movimentista di Schlein. Troppo di sinistra per questi, troppo poco di sinistra per quelli. La risultante di una linea contraddittoria potrebbe produrre il risultato non paradossale di scontentare di qua e di là.
È un piccolo assedio da tutti i lati portato da truppe ridotte al grande accampamento del Nazareno, già alle prese con i masnadieri di Giuseppe Conte che si incuneano nei problemi dei dem (come quelli di Bari e Torino). A due mesi dalla grande battaglia europea, e con le liste ancora da fare, le incognite per Elly Schlein si moltiplicano, e pure le ragioni per preoccuparsi.

Da - https://www.linkiesta.it/2024/04/pd-europee-stati-uniti-deuropa-azione-sinistra-verdi-schlein/

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 inserito:: Aprile 13, 2024, 12:42:07 pm 
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Politica
11 Aprile 2024

La linea contraddittoria I liberali e gli anticapitalisti lavorano ai fianchi di un Pd che non sa più che cos’è
Mario Lavia

A due mesi dal voto, Schlein si ritrova con nuove incognite e liste ancora da compilare, ed è accerchiata dalla tripla offerta politica di Sinistra-Verdi con Santoro, Stati Uniti d’Europa di Bonino-Renzi e Azione

Probabilmente Elly Schlein non si aspettava un lavoro ai fianchi come quelli che si sta sviluppando da sinistra e da destra attorno al Partito democratico. E cioè una doppia (o meglio, tripla) offerta politica che potrebbe rosicchiare voti da ambo i lati: a sinistra, da parte della lista Sinistra-Verdi, magari aperta a Michele Santoro, e a destra, da Stati Uniti d’Europa e Azione. Tre liste che possono superare il quattro per cento e dunque faranno appello al voto utile per andare a Bruxelles.
La lista di sinistra potrebbe ulteriormente tingersi di “pacifismo” se Santoro – come appare possibile, se non addirittura probabile – non riuscirà a raccogliere le firme, impresa effettivamente non agevole. Forse Santoro ha sottovalutato le difficoltà organizzative ritenendo che bastasse la sua immagine rilanciata da La7 per riempire i moduli per la presentazione delle liste. Se non ce la dovesse fare, a quel punto Nicola Fratoianni potrebbe offrire “ospitalità” al noto giornalista. Il quale, probabilmente, manderebbe qualcuno degli attuali suoi candidati, rafforzando così una lista di sinistra e “pacifista” – gelida sull’Ucraina e anti-Israele – che potrebbe strappare al partito di Schlein quei voti che il Partito democratico, malgrado la presenza di Marco Tarquinio al Centro e Cecilia Strada al Nord Ovest (che almeno sull’Ucraina hanno la stessa posizione di Santoro e Fratoianni), non è in grado di trattenere.
Specularmente, sulla destra, la lista Bonino-Renzi-Psi-libdem (Stati Uniti d’Europa) e quella di Carlo Calenda (Azione, che ieri ha arruolato Federico Pizzarotti e Piercamillo Falasca, usciti da PiùEuropa perché ha scelto di allearsi con Matteo Renzi) potrebbero finire per essere strumenti di contestazione della linea movimentista di Schlein. Troppo di sinistra per questi, troppo poco di sinistra per quelli. La risultante di una linea contraddittoria potrebbe produrre il risultato non paradossale di scontentare di qua e di là.
È un piccolo assedio da tutti i lati portato da truppe ridotte al grande accampamento del Nazareno, già alle prese con i masnadieri di Giuseppe Conte che si incuneano nei problemi dei dem (come quelli di Bari e Torino). A due mesi dalla grande battaglia europea, e con le liste ancora da fare, le incognite per Elly Schlein si moltiplicano, e pure le ragioni per preoccuparsi.

Da - https://www.linkiesta.it/2024/04/pd-europee-stati-uniti-deuropa-azione-sinistra-verdi-schlein/

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 inserito:: Aprile 13, 2024, 12:29:59 pm 
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Economist, New York Times

Il bilancio della pandemia, quattro anni dopo

    di ELENA TEBANO

   Non c’è dimostrazione migliore di quanto le cose siano cambiate del fatto che il quarto anniversario della pandemia di Covid sia passato assolutamente in sordina. Ormai il 9 marzo del 2020, quando tutta l’Italia fu dichiarata «zona rossa», sembra lontanissimo. E del Covid non parliamo più, se non quando si tratta di istituire Commissioni per condannare l’operato dell’allora governo Conte II. Ma questo ha anche impedito di fare una seria riflessione a freddo sul bilancio della pandemia. Se ne occupano invece sia l'Economist, che continua a compilare il più aggiornato database sulle morti da Covid nel mondo, che il New York Times con un commento di David Wallace-Wells: entrambi smontano un po’ di luoghi comuni sulla pandemia.
Le morti ufficiali per Covid, un conteggio che si basa sui test effettivamente fatti nei vari Paesi, ammontano nel complesso a 7 milioni. L’Economist, però, analizzando le morti in eccesso (un indicatore usato per la prima volta al mondo in un articolo sul Corriere firmato da Claudio Cancelli e Luca Foresti), stima che i morti causati dalla pandemia — o direttamente per i virus, o per il virus come concausa, o perché il virus ha precluso l'accesso alle cure mediche per altre patologie — siano oltre quattro volte tanto, 28,5 milioni. «Questo numero — spiega il settimanale — rappresenta il divario tra il numero di persone morte in una determinata regione in un determinato periodo di tempo, indipendentemente dalla causa, e il numero di morti che ci si sarebbe aspettati se non si fosse verificata una particolare circostanza», in questo caso se non ci fosse stato l’epidemia di Covid.

Con questo metodo l'Economist stima che in Italia ci sia stato il 50% di morti in più di quelli registrati, tra 300 mila e 310 mila decessi complessivi (contro i 196.376 registrati ufficialmente). In base a questa stima il nostro Paese (vedi grafico sotto) rimane uno di quelli che hanno registrato un numero maggiore di vittime in rapporto alla popolazione. Da questi numeri si evince anche che la politica svedese, basata sull’assunzione di responsabilità dei cittadini invece che sui divieti, ha funzionato.
 
Dall'analisi dell’Economist emerge soprattutto un dato inaspettato: i Paesi che hanno avuto più vittime non sono quelli occidentali, a dimostrazione del fatto che l’efficienza dei sistemi sanitari e l'accesso al vaccino sono stati fattori fondamentali nel prevenire le morti per Covid.
«L’impatto più grave della pandemia non si è verificato negli Stati Uniti o in Gran Bretagna, ma nell’Europa dell’Est, una regione che presentava un mix catastrofico di invecchiamento della popolazione, sistemi sanitari deboli e governi centrali spesso incapaci o indifferenti. Di tutte le grandi nazioni del mondo, secondo questa analisi, la Russia è quella che se l’è cavata peggio» spiega David Wallace-Wells. Anche in India, che dichiara 533 mila morti ufficiali per Covid, la pandemia ha fatto strage: sempre secondo le stime dell’Economist, i morti sono stati tra i 2,8 e i 10 milioni, nel migliore dei casi 5 volte quelli dichiarati, nel peggiore 18 volte.

Se invece si analizzano le vittime over 65, si vede che l’Italia, l'Europa e il Nord America in rapporto alla popolazione ne hanno avute molte meno che gli altri Paesi (vedi il grafico sotto).
 
«Quando si controllano le differenze demografiche, la pandemia è stata più triste non nei “ricchi Stati falliti” dell’Anglosfera o in quelli a medio reddito dell’Europa dell’Est, ma nei Paesi più poveri del mondo, in particolare nell’Africa subsahariana, proprio come si sarebbe potuto prevedere all’inizio del 2020. Il più colpito è stato l’Uganda, che ha registrato un tasso di mortalità corretto per la demografia sette volte superiore a quello degli Stati Uniti. Quelli subito dopo più colpiti nella tabella dell’Economist sono lo Zambia, il Ciad, lo Zimbabwe e il Mozambico. Seguono altri due Paesi africani - Etiopia e Malawi - prima dei primi Paesi non africani, Bahrein e Afghanistan» scrive ancora il giornalista del New York Times. Sono Paesi con sistemi sanitari inesistenti e dove la campagna vaccinale è arrivata con anni di ritardo rispetto al Nord America o all’Europa. I morti africani sembravano meno solo perché in Africa ci sono meno 0ver 65 che in Europa.

Dall’analisi dell’Economist emerge infine che i vaccini, che pure hanno fatto vittime, nel complesso hanno difeso la popolazione da conseguenze molto peggiori.

Da - Il Punto del Corriere della Sera



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 inserito:: Aprile 13, 2024, 12:07:16 pm 
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Venezi: «Le critiche? Attaccano la mia competenza solo perché sono di destra. Come accadde con Mia Martini sulla sfortuna»
Di Renato Franco

La direttrice d’orchestra su RaiPlay con «Voci fuori dal coro»: «Penso che se c’è questo accanimento nei miei confronti in definitiva mi temono»

Beatrice Venezi
È più imperdonabile essere donna o di destra?
«È un bel match. Ma credo che sia più imperdonabile essere conservatori, o di destra, come dice lei».
La critica che la ferisce di più?
 «Il gioco è sempre lo stesso: distruggere il proprio nemico attaccandolo sulla sua competenza tecnica, cercando di smontare una preparazione costruita in decenni — studio da quando ho 6 anni e da 12 lavoro come direttore d’orchestra. È il meccanismo Mia Martini: a forza di dire che portava sfiga sappiamo la fine tragica che ha fatto. Ma penso che se c’è questo accanimento nei miei confronti in definitiva mi temono».
Anche lei si sente una «voce fuori dal coro»?
«Sicuramente c’è qualcosa di autobiografico nel titolo del mio programma. Esprimo posizioni che non sono conformi al mainstream, a partire dal mio mondo, quello di una musica classica che molti vorrebbero appannaggio di pochi. Eppure l’opera lirica nasce come una forma di intrattenimento culturale, di alto livello, ma che doveva essere popolare, non di élite. Quello che ora teniamo sotto una teca di cristallo una volta era paragonabile al pop di oggi. Si aspettava la nuova opera di Donizetti come oggi si aspetta il nuovo pezzo di Elodie». Beatrice Venezi in Voci fuori dal coro (dal 16 aprile su RaiPlay e RaiPlay Sound) dà luce a otto compositrici geniali e libere che hanno fatto la storia della musica, artiste che sono state capaci di sovvertire gli schemi e lasciare un segno: «Ogni donna che ci accompagnerà in questo viaggio è una donna senza il cui contributo, io oggi forse non potrei salire sul podio».
Potrebbe assomigliare a un programma femminista.
Ride: «Figurarsi. Mi accusano di non essere sufficientemente femminista perché voglio farmi chiamare direttore o maestro, al maschile. Laura Boldrini disse che avevo “un problema serio che dimostra poca autostima”. Il femminismo dovrebbe essere una questione concreta, non ideologica, a sostegno delle istanze femminili. Invece è banalmente legato alle dispute lessicali».
Nella galleria di «Voci fuori dal Coro» ci sono personaggi come Fanny Mendelssohn e Nannerl Mozart, «sorelle di»; Nadia Boulanger, prima donna a dirigere un’orchestra; Maria Callas e Clara Schumann...
«È un racconto senza distinzione di genere musicale, si parte da Ildegarda di Bingen e siamo nell’anno mille e si arriva fino a Bjork, ai giorni nostri. Oggi più che mai credo che le nuove generazioni abbiamo bisogno di role model: bisogna uscire dalla narrazione proposta che la donna che eccelle è l’eccezione che conferma la regola, come fosse un panda. Queste sono storie che vanno raccontate per creare una nuova coscienza sul valore delle donne».
Sua mamma lavorava nella pubblica amministrazione, suo papà in pubblicità: che difficoltà ha incontrato per affermarsi?
«Sa una parte non c’era un know how specifico in famiglia, quindi è stato difficile capire i meccanismi, il percorso più adatto di formazione. Dall’altra questo è un settore molto elitario, quindi essere figlio d’arte — a livello lavorativo più che formativo — è un vantaggio indiscusso».
È cresciuta a pane e classica o ha assaggiato anche il pop?
«Sono fieramente nata nel ‘90, ascoltavo boyband come Backstreet Boys e Spice Girls, una musica che ci regalava più leggerezza e gioia, come tematiche e sonorità, rispetto ai tempi moderni».
Sicura che l’imitazione di Virginia Raffale non l’ha fatta rosicare?
«Per niente. Quest’anno mi sono presa due grandi soddisfazioni: l’imitazione di Virginia Raffale e un carro dedicato a me al carnevale di Fano».
Tre musicisti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana l’hanno accusata di essere inadatta al suo ruolo, i suoi gesti sarebbero stati «incoerenti con la musica».
«L’espressione della propria opinione è più che legittima e anche io spesso potrei avere da ridire sulla qualità di alcuni musicisti con cui mi trovo a lavorare. Qui parliamo di tre soli musicisti — che peraltro non hanno ruoli apicali all’interno dell’orchestra. So che non si può raggiungere l’unanimità di consensi. E comunque gli altri 70 non hanno avuto nulla da eccepire».
Nei loro confronti sono stati presi provvedimenti disciplinari: è stata lei a chiederli?
 «Mi è stata addossata anche questa responsabilità, ma io l’ho scoperto — come tutti — dai giornali. Immagino ci siano, come in ogni contratto, dei vincoli — che io non conosco — che censurano certi atteggiamenti. Succede in qualunque azienda. Se il sovrintendente ha perso certe decisioni avrà avuto le sue ragioni. Far ricadere su di me la decisione di un’istituzione in cui non ho alcun ruolo mi pare francamente eccessivo. Ci ho visto un attacco personale, se non politico».
In che rapporti è con Giorgia Meloni?
«Ci conosciamo da tempo, ben prima che diventasse un personaggio di spicco nella politica. È una persona per cui nutro stima, innanzitutto umana. Ma — ripeto — non abbiamo mai avuto un rapporto politico».
Lei è consulente del ministro Sangiuliano. È naturale che ogni suo passo sia messo sotto la lente di ingrandimento...
«Io non faccio politica, non ho una tessera di partito. Il mio ruolo al ministero è sensibilizzare la politica a determinate problematiche di un settore che è stato lasciato per decenni in una sorta di autogestione. Penso di potere dare il mio contributo a un sistema che in alcuni casi è storto e perverso: sono un’idealista e l’interesse collettivo ha prevalso su quello personale».
11 aprile 2024 ( modifica il 11 aprile 2024 | 10:47)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - https://www.corriere.it/spettacoli/24_aprile_11/venezi-le-critiche-attaccano-la-mia-competenza-solo-perche-sono-di-destra-come-accadde-con-mia-martini-sulla-sfortuna-f4dd9d7c-98dd-4401-b236-69119da0dxlk.shtml?fbclid=IwAR2fx1bkiDUjEOj0jh3CAGc7eQIKv4rq7M94wKOnX3C4VRXGnMWpHeh8ngY_aem_AdlA-h4qKuRr2zodVxFW1-XwVRznx_mAVqgJEGJ3rGuPpY9IOtkL0X9xNRA1V-aV8Z5zJo2ej1eDuGYS3ieEImpH

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 inserito:: Aprile 13, 2024, 12:04:03 pm 
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A volo d'uccello: in Russia, in Cina, nella Corea del Nord, in India e sotto i regimi Teocratici, in generale come vivono le popolazioni?

Perché dalla Seconda guerra mondiale sino alla probabile terza, sono le popolazioni che hanno consentito ai vertici di "sbagliare". 

Inoltre, nell'Europa eternamente "scollata", come vivono le popolazioni immerse nelle mafie e nel disordine sociale e sotto la spada di Damocle di giocattoli mortali nelle mani di un gruppo di Predoni federati.


ggg

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 inserito:: Aprile 13, 2024, 12:01:28 pm 
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Il Fatto Alimentare
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I POLLI DEL SUPERMERCATO? PULCINOTTI MACELLATI DOPO 5-7 SETTIMANE CHE QUINTUPLICANO IL PESO IN SETTE GIORNI

  Roberto La Pira  5 Marzo 2024
Mangereste un pulcino cresciuto a dismisura, con un petto esageratamente grande e macellato dopo 35-49 giorni perché l’ulteriore incremento di peso renderebbe molto difficile camminare e stare in piedi? La domanda è retorica, perché è quello che avviene ogni giorno quando compriamo un pollo arrosto o un petto di pollo. Si tratta infatti di animali di razze (Ross 308 e Cobb 500) selezionate appositamente per diventare in cinque settimane dei pulcinotti con il corpo deformato da un petto esageratamente pesante, chiamati broiler. La situazione diventa più complicata se si pensa che una parte rilevante dei polli soffre di un’infiammazione ai muscoli (miopatia) correlata alla crescita rapidissima che causa la formazione di strisce bianche visibili a occhio nudo. Ma procediamo con ordine.

Pulcini che quintuplicano il peso in 7 giorni
Dopo la schiusa, i pulcini finiscono in grandi capannoni dove in 35-45 giorni raggiungono il peso di 1,8-2,0 kg prima di essere macellati. Per arrivare al peso ottimale, i pulcini mangiano in modo forsennato tutto il giorno mangimi molto energetici. In poco più di un mese ingurgitano 3 kg di cibo superbilanciato e sviluppano una muscolatura esagerata soprattutto nel petto. Alla fine del ciclo che dura da 5 a 7 settimane, i polli hanno un petto enorme, fanno fatica a camminare e vengono macellati. Non potrebbe essere altrimenti, perché con il passare dei giorni il peso del petto aumenta ulteriormente e le zampe non riescono a sostenere il corpo. Per rendersi conto, basta dire che all’inizio i pulcini guadagnano 10-20-30 g al giorno e che l’incremento ponderale aumenta di cinque volte nella prima settimana. Poi negli ultimi giorni si superano i 100 g al giorno.
I polli vengono macellati dopo 35 giorni quando si possono considerare pulcinotti

Pulcinotti o polli?
In queste condizioni, molti polli soffrono di malattie ossee, a causa di una ridotta ossificazione, e si registrano molti casi di zoppìe. La rapida crescita dei muscoli del petto e delle altre parti del corpo, va a discapito di uno sviluppo adeguato di organi come cuore e polmoni, creando evidenti scompensi. Basta dire che quando si posticipa la macellazione di quattro settimane, il tasso di mortalità spontanea aumenta di sette volte perché il fisico dei polli non riesce a supportare la crescita troppo rapida.

Questo aspetto che emerge in modo evidente entrando in un allevamento e vedendo polli che si muovono impacciati, ha un effetto collaterale che non si può nascondere. I petti di pollo mostrano delle striature bianche ben visibili anche quando si comprano le vaschette confezionate al supermercato. La presenza di queste striature a base di collagene e grasso cambia l’aspetto del petto di pollo e anche la consistenza. Cambia anche la qualità nutrizionale, perché la carne ha meno proteine (1,5-2,0%) e più grassi (1% circa), per cui il petto di pollo risulta meno morbido.

I pulcini crescono in fretta, ma manifestano criticità allo scheletro che non sostiene il peso del corpo
Polli con deformità ossee
Il fenomeno delle strisce bianche noto agli addetti ai lavori come white striping (ne abbiamo parlato in questo articolo sull’indagine di Essere Animali) è collegato alla crescita rapida. Gli studi confermano questo problema nei polli di razze a crescita rapida e, anche se in maniera meno frequente, nei polli di razze macellati dopo 60 giorni, ma sono alimentati con mangimi troppo energivori che determinano un aumento di peso molto rapido. L’incremento ponderale determina uno sviluppo esagerato del petto, ma al contempo sottopone il corpo degli animali a ritmi stressanti per cui la quantità di sangue e ossigeno che arriva alle fibre muscolari risulta insufficiente, provocando così una forte infiammazione muscolare (miopatia).

Le strisce bianche che si vedono sui petti di pollo ad occhio nudo interessano dal 50 al 90% degli animali di razze a rapido accrescimento. I polli del XXI secolo sono quattro-cinque volte più grandi e pesanti dei loro progenitori selvatici, questo vuol dire che i muscoli pettorali si sviluppano troppo rispetto a quelli pelvici, con il  risultato che  la crescita è tre volte più veloce e questo comporta sovente un elevato tasso di anomalie e deformità ossee.
Sul petto di pollo sono bene visibili le strisce bianche che denotato una crescita rapida
Consumatori inconsapevoli
Ogni giorno i consumatori mangiano, senza saperlo, pulcinotti cresciuti troppo in fretta con un petto esagerato che non gli permette di muoversi come fanno di solito i polli. Questa carne è facilmente riconoscibile per via delle strisce bianche e a questo punto ognuno può fare le scelte. Ben venga la proposta di Greenpeace e delle altre associazioni di adottare solo animali di razze a crescita lenta. Certo la carne costerà un po’ di più, anche se sarebbe il caso di quantificare questo incremento. Sono tanti i consumatori disposti a pagare 1-2  €/kg per comprare veri polli e non pulcinotti deformi che per l’esagerato peso del petto non stanno in piedi.

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Abbiano contatto produttori e  supermercati, ma questo ve lo racconteremo presto (Continua…)
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Copiato da FB che non fa più condividere news “particolari”.

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ggg

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 inserito:: Aprile 10, 2024, 11:40:53 pm 
Aperta da Admin - Ultimo messaggio da Admin
Anche per questo, desidero che la Mia Idea di un Progetto Decennale di Sviluppo per Priorità, nasca (SE NASCE ma sarà difficile) dall'incontro tra persone dell'Opinione Pubblica Organizzata, escludendo sino al suo completamento finale la partecipazione determinante di politici in attività.

Ovviamente libero il dialogo e l'accesso a pareri consultivi ma "fuori dal tavolo" di studio del Progetto.

Alla fine dei lavori (entro questo anno 2024) verrà aperto il confronto e messo a disposizione il documento Programmatico da proporre soltanto ai Partiti Organizzati del Centro Progressista Liberale, del PD e della Sinistra Democratica Riformista.
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Sino ad ora nessuna persona Utente di Facebook, mi ha contattato per una eventuale partecipazione attiva alla stesura del Progetto o per avere delucidazioni.
Tutto normale.
ggiannig

L'Opinione Pubblica é un universo di pensieri, di pareri, di opinioni campate per aria e altri troppo piantati, con i piedi per terra.
Confusione e Caos?
No, la realtà di una NON comunità di Diversi e Differenti che coabitano in apparente libertà e che chiamano Democrazia.
In questa realtà di Democrazia illusoria la Partitocrazia, figliastra degenere del rapporto tra Partiti e la cosiddetta Politica, ha fatto il brutto tempo in mille modi come faceva loro comodo.
Costosissima illusione, delusa, per gli Italiani.
Ho pensato ad un Progetto con radici antiche (l'Olivo Policonico e l'Opinione Pubblica Organizzata Nazionale OPON) che tracci un percorso decennale di sviluppo compatibile, e crei un contraltare allo Sfasciare l'esistente in questa Democrazia "bucherellata", prima minacciato da cominci ben sistemati e rivoluzionari in "scarp de tennis", adesso approvato dal Governo: il Premierato.
E se non ci svegliamo non é finita qui.
ciaooo



 98 
 inserito:: Aprile 10, 2024, 11:35:30 pm 
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Di falsità, di odio e di cattiveria, si parla troppo poco.
La nostra società ne è piena, ma l'indifferenza non ci difende da coloro che la praticano, la cattiveria.
Ci sono al potere "personaggi" che la cattiveria e l'egoismo del potere l'hanno scritte in faccia.
Democraticamente dobbiamo far sciacquare quelle bocche, risanare quei cervelli e dopo lavare quelle facce da physique du rôle, ormai sgualcito.
Dobbiamo imparare a distinguere, non accettare provocazione e difenderci con gli strumenti istituzionali che le Forze dell’Ordine e la Magistratura sono incaricate di attivare a difesa dei cittadini. 
ggiannig

Io su FB il 1° marzo 2024

 99 
 inserito:: Aprile 10, 2024, 11:33:30 pm 
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Renzi non vuole battaglie ma Calenda è irremovibile: serve coerenza
Storia di Francesco Giordano
© Fornito da Notizie.it

Matteo Renzi è tornato nuovamente sotto i riflettori con l’avvicinarsi delle elezioni Europee e proprio su questo argomento ha avuto modo di lanciare un monito a Carlo Calenda. L’ex premier ha ribadito di non voler rispondere a coloro che vogliono dare vita ad una “battaglia nel fango di basso livello“ aggiungendo che per il suo partito Italia Viva non servono veti, ma idee.
Nessun veto
Renzi ha tenuto a precisare che non ha intenzione di rispondere a coloro che vogliono attaccare il suo progetto con quella che ha definito una “battaglia nel fango di basso livello”. Una frecciatina lanciata al partito Azione di Carlo Calenda. Ma l’ex premier è andato oltre, sottolineando come il suo partito, Italia Viva, non fa politica con sondaggi e veti, ma solo con idee e voti.
Per questo motivo il suo progetto è aperto a chiunque voglia dare una mano senza porre alcun limite, con l’unica eccezione di lavorare insieme per realizzare i progetti europei fissati dal partito. Questo è in sintesi il commento che Renzi ha fatto in merito alla sua intesa per la lista Stati Uniti d’Europa.
La nota di Azione
A tal proposito non si è fatta attendere la risposta di Carlo Calenda che, tramite una nota condivisa dal suo partito Azione, ha essenzialmente sottolineato di rimanere sulle sue posizioni. Stando a quanto condiviso, per il partito rimangono indissolubili i punti principali che sono coerenza e qualità della lista proposta.
Per questo motivo Azione non vuole accettare un’alleanza con coloro che “si porta dietro Cuffaro, Cesaro e Mastella o candidare chi viene pagato da dittature straniere“.

Da - https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/renzi-non-vuole-battaglie-ma-calenda-%C3%A8-irremovibile-serve-coerenza/ar-BB1lg8rJ?ocid=msedgdhp&pc=HCTS&cvid=c6a1a2a578a9412c9308048a568c4144&ei=43

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 inserito:: Aprile 09, 2024, 12:05:10 pm 
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Roberto Montagna caro Roberto (scusa la confidenza affettiva) mi piacerebbe mi conoscessi di più e in Fb lo puoi fare.

Io sono nato al sociale e alla politica (nell'ordine di importanza per me) a 60 anni nel 1996 e ho cominciato con l'Ulivo (quindi ForumUlivista come mi sono inventato dovessi chiamarmi, nel nostro forum ulivo.it) sai quello di Prodi, sì siamo quelli traditi dalla sinistra e dal centro. Posso scrivere di tradimento perché non sono vestito da politico, sono figlio della periferia di Milano e sono anche "poco colto".

Per questo sto tentando la pazzia di far nascere l'Olivo Policonico, cioè un gruppo di lavoro con le radici in quell'area, che ci si vergogna quasi di nominare, il centrosinistra, che si mettono volontariamente a studiare un Progetto decennale, facendolo nascere vivendo tra la Gente e tra i suoi problemi.
Inizialmente lontano dai partiti o in ogni caso senza subirne l'influenza anche involontariamente vessatoria del libero pensare.

Non é un compito impossibile trovato il gruppo iniziale di operatori del Progetto, si tratta di decidere in partenza quelli sono le priorità nell'insieme di problemi gravi che infestano la nostra società e i suoi abitanti. Il metodo, affatto politico, é noto e usato da tempo da coloro che sono attivi nella loro impresa, si chiama AZIENDALISMO, cioè la difesa degli interessi aziendali e forte attaccamento convinto alle sorti dell'impresa.
Nel nostro caso sarà il Progetto Decennale Nazionale da presentare agli Italiani e alla politica.
     
Mi bastano 30 persone (venti, uno per regione e dieci in piattaforma virtuale come coordinatori) per lanciare "il nuovissimo prodotto in "campo", ci possiamo riuscire noi OLIVO e persone DELLA OPINIONE PUBBLICA Organizzata, nuova organizzazione da formare, senza bandierine da sventolare e senza scatolette di sardine, nel tascapane. Vi terrò informati ciaooo   

ggg

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