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Autore Discussione: ADRIANO CELENTANO Troppi insulti, la politica impari dal Papa e Grillo cambi...  (Letto 2920 volte)
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« inserito:: Marzo 28, 2013, 06:36:58 pm »

La lettera di Celentano: "Troppi insulti, la politica impari dal Papa e Grillo cambi registro"

di ADRIANO CELENTANO


CARO Direttore, se il Papa dovesse scrivere una lettera a Grillo e a Bersani, immagino che le parole sarebbero più o meno queste: "Cari fratelli, amate i vostri nemici, almeno in quei TRE punti di governo che piacciono a Grillo e sui quali entrambi siete d'accordo per la fiducia. Tralasciate, per ora, i punti che vi separano a causa dei quali il governo potrebbe cadere ancora prima di nascere. Non c'è "Amore" più grande di due nemici che, per il bene del popolo italiano, decidessero di incontrarsi sulla via di Damasco. Abbandonate quindi i rancori, anche se motivati, verso quei politici che secondo voi hanno sbagliato, affinché il vostro comportamento sia di sprone per la loro purificazione".

Questo direbbe il Papa e ne sono certo, altrimenti non avrebbe scelto quel nome così singolare di cui oggi la Terra ha tanto bisogno. Una Terra arida dal respiro ormai flebile, in cui sono sempre di più le famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. I poveri, deboli e affamati, escono allo scoperto in cerca di qualche avanzo fra le montagne di rifiuti maleodoranti accatastati sulle strade. E il mondo politico invece? Quello che conta (giornalisti, mercanti, edicolanti e conduttori) di cosa parla? Di emergenza? Si un po'... ma più che altro di come sminuire, per esempio, l'ascesa di Pietro Grasso alla presidenza del Senato. La prima cosa che hanno fatto, sia lui che la Boldrini, (seguendo l'input di Grillo) si sono dimezzati lo stipendio. Ma pare che neanche questo sia bastato a fermare la lingua del "Marco Quotidiano" a "Servizio pubblico". Perchè lasciare intatta la credibilità del nuovo presidente del Senato, "potrebbe fare qualcosa di buono e dopo noi ci intristiamo" deve aver pensato Travaglio. Pensieri di questo tipo hanno l'unico scopo di appesantire l'aria, mentre invece dovremmo orientare la luce del sole ovunque spuntano, anche se piccoli, i segni del cambiamento.

Ma questa non è che una delle tante inquadrature della politica italiana ben al di fuori di quell'Amore universale di cui parla il Papa, che come in un film, tutt'altro che di successo, si susseguono una dopo l'altra sul viale delle "STRONZATE". Come quella di Flores d'Arcais e il suo appello all'ineleggibilità di Berlusconi. Una cazzata non soltanto fuori luogo ma decisamente fuori "TEMPO musicale". Se Berlusconi, che tutti davano per finito, compreso me, non avesse preso quei 10 milioni di voti e fosse crollato, mi domando se a Flores d'Arcais gli sarebbe venuta lo stesso la fulminante idea da "meschina campagna elettorale". Che a quel punto, con un Berlusconi finito sarebbe stato giusto, poiché si invocava una legge che da quel momento in poi era per tutti e non solo per sbarazzarsi del vincitore. Ma adesso no d'Arcais. Adesso è solo una scorrettezza elettorale.

E la cosa che più mi dispiace è che anche il M5S e il PD incorrono nello stesso errore. Cambiamento significa prima di tutto ELEGANZA. E' chiaro che prima o poi bisognerà farla questa legge, che a quanto pare esiste dal ‘57 e la si dovrà rendere ancora più rigorosa e senza sconti per nessuno. Inoltre chi avrà pendenze con la giustizia non potrà essere eletto. Ma prima è necessario azzerare il passato. In tutti i settori anche nel campo della giustizia, naturalmente escluse ogni tipo di agevolazioni per i criminali. Insomma bisogna ricominciare da capo, e se occorre con pene anche più dure. Non come adesso, che basta un po' di buona condotta e l'ASSASSINO esce bel fresco e riposato dopo solo pochi anni di galera. Un azzeramento di questo tipo avrebbe un duplice scopo: perdonare chi ha sbagliato e nello stesso tempo mettere in serio allarme coloro che dall'azzeramento in poi si azzarderebbero a fare i FURBI.

Ma oggi c'è molto di sbagliato. Si danno cinque anni alle bravate di Fabrizio Corona mentre chi ha ucciso e commesso stragi, solo qualche anno in più. Due sono le cose: o Corona esce dal carcere o a chi uccide, bisogna dare almeno 200 anni di prigione. Ma questa è solo un'altra delle brutte "inquadrature". Per cui torniamo alla precedente: siamo di nuovo a "Servizio pubblico". Sul primo piano del "Marco Quotidiano" arriva la telefonata di Grasso. La voce è gentile, nonostante Santoro non sia affatto ospitale, sbrigativo nei modi e piuttosto antipatico col nuovo presidente del Senato, il quale a differenza sua, sempre con gentilezza, non chiedeva altro che un confronto con chi l'aveva attaccato. Il confronto non c'è stato, ma il problema è un altro: mi domando, e qui mi rivolgo a Travaglio (persona con cui più di una volta non ho potuto fare a meno di complimentarmi per ciò che di giusto scriveva) se non era il caso in questo momento così delicato per il Paese di soprassedere e non spezzare sul nascere quel filo di speranza sull'inaspettata promozione di Grasso, che per quanto conosciuto in altre mansioni e a quanto pare svolte con successo, è pur sempre un volto nuovo nell'ambito politico, come ancora più nuovo lo è quello dell'eccellente Boldrini che con la politica non ha mai avuto niente a che fare.

Ma l'inquadratura torna a ricambiare e stavolta è sui capogruppo del MS5 Crimi-Lombardo i quali mi hanno sorpreso per il garbo che hanno avuto nel colloquio con Bersani. Eravamo abituati a ben altri termini: "i giornalisti mi stanno sul cazzo" oppure "sono degli spalamerda" o battute fuori luogo sul Presidente Napolitano. "Se le fa Grillo", avranno pensato, "le possiamo fare anche noi", solo che loro non sono Grillo. E dopo la trionfale scalata elettorale lui può anche permettersi di scrivere sul suo blog: "schizzi di merda digitale". Però attento amico parlante! Lo sai che io ti voglio bene e sono orgoglioso per quello che sei riuscito a fare. Ma mi preoccupa il fatto che se non cambi marcia e aspetti ancora ad innescare quella del vero STATISTA anche se comico (una virtù che manca ai politici) ho paura che il motore si imballi... e questo sarebbe un vero peccato. Praticamente tu spingi Bersani ad allearsi con Berlusconi. Hai mai pensato ai vari risvolti di una così curiosa alleanza?...

Tutti e due, per come li hai ridotti, sarebbero costretti a venirsi incontro, anche se nell'animo di entrambi auspica l'idea di tornare il più presto possibile felici e separati più di prima. Ma nel frattempo ci sarà una gara a chi dei due lavorerà meglio per il bene degli italiani. Se ciò avvenisse è chiaro che il merito sarà ancora tuo. Ma se poi questi due si divertono a stare insieme? Perchè magari gli italiani sono contenti di come hanno governato... E allora la strana alleanza che doveva durare solo il tempo di una o due riforme, potrebbe protrarsi e durare magari qualche anno, o addirittura cinque di anni... E poi?... Tu dirai si ritorna alle elezioni, ma se poi questi due e anche il resto dei partiti non fanno più tutti quegli sbagli che hanno fatto fino adesso?
 

(28 marzo 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/03/28/news/celentano_lettera-55528712/?ref=HRER3-1
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 01, 2013, 06:42:42 pm »

L'intervento

La velocità degli sciacalli

Non esiste «disagio» per chi spara contro persone innocenti Ed è assurdo dire che Grillo possa generare violenza


Il disagio sociale non giustifica le pallottole esplose contro i due servitori dello Stato. Ed è meschino e IPOCRITA da parte di certa Stampa speculare su una tragedia, per farne un'arma contro l'avversario politico. L'uomo che ha sparato non è un folle, ma solo un esibizionista che voleva risolvere il suo disagio sociale con la violenza, prodotto soprattutto dal vizio del gioco d'azzardo, anziché rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo.

Anche questo è un LAVORO. Ed è il più NOBILE dei lavori. Ma lui, il giocatore di biliardo, «bravo con la stecca» dicono, voleva essere bravo anche con la pistola. E così quattro anni fa ne ha comprata una per allenarsi. «Non si può mai sapere, c'è sempre qualcuno da uccidere». E l'ora più adatta per il grande debutto verso il baratro non poteva che essere nel giorno in cui si sarebbe dovuto festeggiare la nascita del nuovo governo. Quale momento migliore per passare alla storia in questa di vita in cui prima o poi, anche senza pallottole, dobbiamo morire tutti. E quanto ci costa questo atto «eroico» il cui potere di annientare vive solo il tempo di premere un grilletto?

È incredibile come l'uomo riesca a bruciare la propria vita in un tempo così fulmineo. Come è altrettanto incredibile la velocità di certi SCIACALLI nel gettare fango verso chi ha generato invidia per aver fatto una campagna elettorale senza soldi, in nome di un programma altamente democratico come quello del M5S, e che al contrario di chi li accusa, ha invece generato la speranza in un mondo tutt'altro che ostile e soprattutto: CONTRO ogni genere di violenza.

Bisogna essere cretini, ma cretini non lo sono, per non capire che i toni eccessivi di Grillo, che non sempre condivido, non possono e mai potranno generare violenza. Per il semplice fatto che quei toni sono parte integrante della sua sfera comica e suonano più che altro come un modo per spezzare la tensione nei suoi comizi. Per quanto mi riguarda e per come sono stato educato non c'è «disagio» che tenga per chi spara contro persone innocenti come al bravo carabiniere Giuseppe Giangrande, la cui unica colpa era quella di difendere la sacralità della VITA.

Di cui NESSUNO (a meno che non sia già morto) può essere escluso. Sia che si tratti di operai, politici, preti o imprenditori, poiché la vita è sacra, ed è sacra anche quella degli assassini. E i nostri carabinieri lo hanno dimostrato in modo eclatante, quando si sono trovati faccia a faccia con il maldestro giocatore di proiettili. Potevano ucciderlo e non l'hanno fatto. Perché il loro lavoro è uno solo: difendere la vita. Di chiunque sia. E, se devo dirla tutta, non ho rispetto neanche per coloro che in nome di un disagio sociale, se la tolgono la vita. È pura presunzione sopprimere un qualcosa di cui tu non sei il «Padrone».

Togliersi la vita vuol dire non avere il coraggio di combattere, non avere il coraggio di chiedere scusa se hai sbagliato, non avere il coraggio di pagare il tuo debito anche con la prigione, se hai sbagliato al punto di meritartela. Infine non avere il coraggio di ricominciare da capo e rifarti una vita per dimostrare a te stesso che non sei più quello di prima, ma sei un altro. Capace di vivere secondo le regole e i principi di una convivenza civile. Togliersi la vita vuol dire fregarsene di chi ti vive accanto, madri, moglie e figli. Mi fanno incazzare i «MORTI» che lasciano un biglietto alla famiglia: «Perdonatemi ma non ce la facevo più a stare senza un lavoro». In quel momento vorrei tanto parlare col morto e dirgli: «Ma tu per chi lavoravi quando non eri disoccupato? Lavoravi per il bene della tua famiglia e per lo scambio reciproco d'Amore fra te, tua moglie e i tuoi figli o lavoravi solo per te stesso? Perché se lavoravi per l'affetto che i tuoi nutrivano per te, uccidendoti è come se avessi ucciso anche loro senza una ragione. Proprio come ha fatto il giocatore di biliardo. E allora cosa devo pensare? Che a te non te n'é mai fregato niente della tua famiglia. Hai solo pensato a te stesso dando sfogo al tuo sfrenato egoismo».

Questo vorrei dire e tante altre cose vorrei dire a coloro che anche solo per un attimo sfiorano l'oscuro pensiero di suicidarsi, o peggio ancora di suicidare gli altri. L'altro ieri quando in televisione è apparsa la cara Martina e parlava del suo carabiniere preferito e di quanto è fiera di esserne la figlia, non sono riuscito a trattenere le lacrime. Le sue parole così struggenti su quel viso giovane e bello, devo dire, mi hanno fatto riflettere su tante cose. Mi domandavo se quelli che sparano e uccidono si siano mai commossi per qualche cosa.
Probabilmente no. Pregherò per il padre di Martina, che non rimanga paralizzato e guarisca presto. Una preghiera che sarebbe bello fare in tanti! Chissà, magari il miracolo è già avvenuto e noi non lo sappiamo...

Adriano Celentano

1 maggio 2013 | 8:34© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/politica/13_maggio_01/celentano-velocita-degli-sciacalli_81d72ea4-b224-11e2-876c-e00ef3e168b7.shtml?fr=box_primopiano
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