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Autore Discussione: Elysa Fazzino La «deriva presidenzialista» alla prova delle regionali  (Letto 1829 volte)
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« inserito:: Marzo 22, 2010, 11:42:02 pm »

La «deriva presidenzialista» alla prova delle regionali

di Elysa Fazzino
   

Sullo sfondo del Colosseo, lo Stivale dà un calcio agli stinchi di Berlusconi: la vignetta sull’Economist Online, pubblicata solo sul sito web del settimanale britannico, mette in cima all’agenda della settimana il voto in Italia di domenica 28 e lunedì 29 marzo con il titolo: «Le elezioni regionali italiane mostreranno se la popolarità di Berlusconi si sta indebolendo».

Quando gli italiani andranno alle urne, il premier potrà valutare i danni arrecati da una serie di scandali che ha colpito il suo governo, scrive l’Economist. Il settimanale, che da anni critica il potere di Silvio Berlusconi, esprime graficamente la sua speranza che il voto sia una botta per il Cavaliere. Dopo l’aggressione contro di lui in dicembre, il Primo ministro aveva sperato di riuscire, grazie all’ondata di solidarietà, a strappare alla sinistra fino a 5 delle 11 regioni governate dall’opposizione. «Ma la sua campagna è nel caos, e il gradimento del governo sta crollando».

Anche il Times di Londra vede il premier italiano in difficoltà: «La bolla di Berlusconi è quasi sul punto di scoppiare», titola il quotidiano. Si tratta di un commento sferzante di Bill Emmott. L’opinionista nota che Berlusconi è coinvolto nelle storie di corruzione, sesso, abuso di potere, legami con la  mafia e intercettazioni che dominano la stampa italiana. Secondo Emmott questa «opera buffa» sta arrivando al punto di svolta.

Un esito «molto buono», scrive il Times, potrebbe essere che il suo partito si spacchi e il governo crolli. Ma «c’è un altro possibile esito», avverte Emmott: «che lui usi il suo fascino demagogico e il controllo dei media» per sopravvivere poi lanciare un assalto alle istituzioni che considera nemiche, la magistratura, la Corte costituzionale e perfino la Presidenza della Repubblica. «Se ciò accadesse, sarebbe davvero abominevole».

Le elezioni regionali hanno quindi importanza, sottolinea il commento. Gianfranco Fini, continua, ha già fondato un suo movimento, Generazione Italia, preparandosi a staccarsi da Berlusconi, «Una débacle del Pdl» potrebbe «finalmente distruggere il mito della sua invincibilità». Emmott vede un possibile scenario: dopo un voto di sfiducia, Berlusconi potrebbe essere costretto a dimettersi e il presidente Giorgio Napolitano potrebbe tentare di affidare a un governo tecnico il compito di rimediare all’attuale pasticcio e convocare elezioni anticipate tra un anno o due.

Non a caso, nella cronaca da Roma sulla manifestazione del Pdl di sabato, il Times punta i riflettori sulla riforma costituzionale: “Berlusconi spingerà per cambiare la Costituzione per avere più poteri”, è il titolo della corrispondenza di Richard Owen.

Tra i siti britannici, quello della Bbc attira invece l’attenzione sul popolo del premier: «Manifestazione di massa a Roma mostra sostegno a Silvio Berlusconi». Nella stessa frase compaiono il palco con lo slogan «L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio» e il veemente attacco lanciato contro i suoi nemici politici.

Scelta analoga al quella del Times viene dallo spagnolo El Pais: «Berlusconi vuole l’elezione diretta del presidente italiano». Il corrispondente Miguel Mora esordisce citando la scritta su un cartello della manifestazione - «Silvio, sei più grande di Giulio Cesare» – e parla di «deriva presidenzialista», nuova chiave di volta della «classica strategia populista» di Berlusconi. La parola più ripetuta, osserva El Pais, durante il suo discorso è stato «libertà».

«Berlusconi e il suo partito manifestano contro la persecuzione giudiziaria», titola El Mundo. «Peculiare» lo slogan della manifestazione, tratto dal libro che raggruppa i messaggi inviati dai suoi ammiratori dopo l’aggressione. La corrispondente Irene Velasco sottolinea come l’obiettivo fosse di superare i 200mila manifestanti del centrosinistra del sabato precedente. E definisce il solenne giuramento agli elettori «inenarrabile».

Il francese Le Monde sottolinea che Berlusconi «teme l’astensionismo alle regionali». La manifestazione di sabato, come il libro dei suoi fan, fanno parte di una «vasta campagna di comunicazione» dietro la quale c’è l’inquietudine dell’astensionismo, l’unico aspetto delle regionali francesi che gli è rimasto impresso . «La campagna per le regionali ha messo in evidenza le debolezze del Pdl e i dissensi della maggioranza» scrive Philippe Ridet, ricordando i casi delle liste bocciate. Gli alleati del presidente del Consiglio, Gianfranco Fini e Umberto Bossi, «non hanno nascosto il loro nervosismo davanti a questa confusione».

Su vari altri siti della stampa francese girano le agenzie e la disputa sui numeri dei partecipanti alla manifestazione, un milione secondo il Pdl, 150mila secondo la Questura. «Regionali: polemica in Italia», è il lancio Afp riportato da Le Figaro. Titolo analogo sul sito del Nouvel Observateur, che riporta anche lanci Reuters e Ap dove si parla prudentemente di «decine di migliaia di manifestanti» (basta non sbilanciarsi su quante decine di migliaia). Il sito di Les Echos pubblica un’Afp che riferisce di «centinaia di migliaia di seguaci di Berlusconi».

Negli Stati Unti, il sito del New York Times pubblica una Reuters intitolata: «Il partito dell'amore di Berlusconi fa manifestazione elettorale». L’agenzia interviene nella diatriba sui numeri: «Un fotografo della Reuters ha stimato circa 300mila persone». Il pasticcio delle liste, osserva, potrebbe costare al Pdl la regione Lazio, ma il centrodestra teme che abbia un impatto anche su altre regioni. Ci si aspettava che il campo di Berlusconi prendesse almeno 5 regioni all’opposizione, ma gli ultimi sondaggi danno un’immagine «più incerta». E le elezioni regionali sono considerate un importante test della forza del governo Berlusconi.

22 marzo 2010
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