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Autore Discussione: Gandhi. La forza dell'amore  (Letto 9223 volte)
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« inserito:: Maggio 04, 2008, 09:56:07 pm »

 
Gandhi. La forza dell'amore


«Le generazioni a venire, forse, a fatica crederanno che un individuo come questo, in carne e ossa camminò su questa terra», ha detto Albert Einstein di Gandhi.

Il maestro indiano è stato innanzitutto un capo spirituale, una grande anima (Mahatma) che ha dato insegnamenti di pace e fratellanza, ma anche un importante politico, il padre della lotta più rivoluzionaria, la non-violenza.

Ha vissuto in assoluta coerenza con i precetti che predicava: l'umiltà, la perseveranza e la verità. La sua dottrina morale ha come cardini la capacità di amare tutti gli esseri umani e la fede in se stessi, negli altri e in Dio.

Un Dio che è quello di tutte le religioni, perché qualsiasi sia il Dio nel quale credono gli uomini, secondo il Mahatma, la fede non può che portare all'amore.

a cura di Sara Pagani



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I concetti del suo pensiero

Seguire la propria strada
La vera moralità non consiste nel seguire il sentiero battuto, ma nel cercare ciascuno la propria strada e nel seguirla senza esitazioni.
Fatto questo, non ha senso preoccuparsi del risultato dei propri sforzi.
I pensieri dovrebbero scivolarci addosso.
E la regola del distacco va applicata anche agli errori passati: "Può succedere di inciampare e cadere, ma bisogna rialzarsi e continuare il cammino. "


Imparare a regolare l'energia del pensiero
L'uso più saggio che si possa fare del tempo libero è fare esercizi per imparare a regolare l'energia del pensiero. Dovremmo pensare i pensieri giusti nel momento giusto, dice Gandhi. Il potere di autosuggestione è così forte che un uomo finisce per diventare quello che crede di essere.
Se alimentiamo in noi l'idea della forza, diventeremo di giorno in giorno più forti.


Fare del bene a chi ci fa del male
Gandhi non ha dubbi: "La violenza va affrontata con la bontà". A chi ci fa del male, dobbiamo rispondere con il bene.
Resistere al male e cercare di opporsi a esso, infatti, porta a un circolo vizioso senza fine, mentre la bontà disarma chi fa il male e rende il mondo migliore.
La qualità più alta è il perdono, legato alla virtù suprema dell'amore.
Contrariamente a quel che si potrebbe credere, perdonare non significa rinunciare passivamente a reagire: il perdono è una virtù attiva, che si conquista con un lavoro assiduo su se stessi, coltivando una lotta continua contro gli istinti più bassi.


Non giudicare gli altri
Conosce l'arte di vivere non chi è molto colto, ma chi sa vivere in fratellanza con il prossimo.
"Dovremmo imparare a praticare il dharma", dice Gandhi. Il dharma è benevolenza e la benevolenza significa volere il bene degli altri.
La prima cosa da fare per imparare l'arte di vivere in amicizia con tutti i nostri simili è eliminare dai propri comportamenti ogni traccia di egoismo.
È necessario poi evitare di giudicare gli altri e cercare piuttosto di capirli, mettendosi nella loro prospettiva.
Invece di ingigantire gli errori altrui e rimpicciolire i propri, come si fa d'abitudine, bisogna imparare a essere indulgenti con gli altri e rigidi con se stessi e ad accettare con umiltà le critiche, che sono strumenti preziosi per conoscere meglio se stessi e migliorarsi.


da www.psychologies.it



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