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Autore Discussione: Nel regno delle leggi  (Letto 2567 volte)
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« inserito:: Dicembre 21, 2008, 10:43:11 am »

Nel regno delle leggi

di Anna Maria Lorusso e Roberto Arduini


In libreria, il mondo è ordinato. Storia, psicologia,informatica, arte, poesia, e poi noir, fantascienza, thriller, umorismo, poesia…
In questo mondo di scaffali, lo spazio del fantasy (solitamente posizionato nei pressi dell’area ragazzi e vicino all’area fantascienza) è particolarmente individuabile: copertine mai troppo chiare, dominate da blu, bordeaux, verdi, un po’ di oro, spesso dal gusto decisamente gotico, con simboli o mostri al centro, sullo sfondo di paesaggi solitamente minacciosi. Sono queste atmosfere tardo medievali, con titoli che ci parlano di elfi, spade, magie e templari, ad accogliere il lettore che si aggiri da quelle parti. Ma cosa tiene insieme Terry Pratchett, Christopher Paolini, J.K. Rowling, J.R.R.Tolkien e Licia Troisi? Sono davvero così simili i loro romanzi? O forse il fantasy di oggi è cambiato e Brisingr è tutt’altra cosa dal Signore degli anelli?

Di certo, limitarsi a dire che di comune c’è solo l’ambientazione in un mondo inesistente e fantasioso è riduttivo.
Sicuramente, tutti questi romanzi condividono alcuni schemi narrativi ricorrenti. Spesso sono storie di formazione, con protagonisti piccoli o giovani (i tanti «apprendisti» che popolano queste storie) , che crescono in un mondo difficile, al prezzo di molte battaglie. È un mondo in cui non si può vivere in pace, quello di questi romanzi, un mondo in cui combattere è d’obbligo e crescere significa sostanzialmente vincere. Vincere i cattivi che ci hanno derubato di qualcosa, vincere i mostri che minacciano la nostra vita, vincere gli umani che hanno cancellato la magia del mondo. È un mondo in cui la geografia è importante, in cui i regni sono molto definiti e la territorialità è Legge: infrangerla può essere molto rischioso. È un mondo per lo più crepuscolare, dove i tempi stanno finendo e l’Armageddon è vicino. Soprattutto, è un mondo ordinato, in cui Bene e Male sono molto chiaramente distinti e non si confondono mai; la Giustizia sa dov’è il discrimine.

Qui il dramma dei protagonisti non è sapere cosa fare (come in ogni vortice introspettivo che si rispetti) ma come riuscire a fare quel che si deve. È, insomma, un mondo di doveri, missioni, compiti, il mondo del Fantasy. Certo, ci si può chiedere come possa succedere che, in un mondo in cui il fantasy sembra aver ripreso respiro e successo, trovino altrettanto crescente consenso di pubblico forme di intrattenimento come il reality. Fantasy e Reality, l’uno accanto all’altro, suonano proprio come il diavolo e l’acqua santa (anche se forse uno dei paradigmi del fantasy - Conan il barbaro - non è poi così distante da alcuni protagonisti dell’Isola dei Famosi…). Come può essere che nello stesso mondo, e forse lo stesso pubblico, ami Tolkien, Paolini e Potter e poi guardi Il grande fratello?

Dietro l’apparente opposizione (un genere che trasforma la finzione in realtà e l’altro che trasforma la realtà in finzione), forse c’è più di un punto in comune: il percorso di formazione, ad esempio (tutti si temprano, tanto sull’Isola quanto nella Terra di Mezzo); la fortissima polemizzazione della realtà (mors tua, vita mea, sempre); la semplificazione e l’estremizzazione delle passioni (non ci sono tante sfumature, in questi mondi); la serialità (provate a guardare lo scaffale del fantasy in una libreria: non sembra contare l’autore, piuttosto la serie, con le sue ripetizioni e variazioni sul tema: il ciclo di Shannara, la saga di Darkover, il Ciclo di Death Gate, la Saga dei Belgariad…).

Una cosa però è diversa: il mondo fantasy è un mondo assiologizzato (c’è il Bene e c’è il Male), quello dei reality no (tutto dipende, dal momento, dal contesto, da come le cose sono andate….). Il mondo fantasy sa cosa si deve fare, nel reality l’importante è sopravvivere. Uno è religioso insomma, l’altro è darwiniano. Uno spirito maligno, a questo punto, potrebbe dire che è per questo che uno è stato detto di destra mentre con l’altro simpatizza la sinistra… Non ascoltiamolo. A noi certi fantasy piacciono proprio.

annamaria.lorusso@unibo.it


19 dicembre 2008     
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