LA-U dell'OLIVO
Maggio 10, 2024, 10:59:26 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Perché 1 neo genitore su 3 soffre di solitudine?  (Letto 521 volte)
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.754


Mostra profilo
« inserito:: Luglio 08, 2023, 11:42:36 pm »

Di Claudia Santini
Pubblicato: 04/03/2023

I consigli per non sentirsi soli non sono (più) un tabù

Solo a sentirla nominare molti sentono scorrere un brutto brivido lungo la schiena: la solitudine spaventa, sconvolge, viene spesso considerata un tragico inconveniente da evitare a ogni costo. C'è poi chi la insegue perché ama la calma, una finestra di comoda introspezione, una pausa rigenerante dalle continue interazioni quotidiane e un'occasione per ritrovare creatività ed ispirazione, ma per tantissimi si è trasformata in un male moderno che riporta con il pensiero all'isolamento da lockdown per la pandemia da Covid 19, ma dovuta anche all'abuso della tecnologia che dovrebbe ci fa credere di connetterci col mondo e invece ci isola dietro a uno schermo. Mentre non fanno che diffondersi le nuove famiglie composte da un solo individuo, la solitudine viene raccontata come un male osceno, un sinonimo di abbandono, tristezza, infelicità.


solitudine benefici
pinterest icon

Roberto Nickson su unsplash

Related Stories

    solitudine neo genitore
Perché 1 neo genitore su 3 soffre di solitudine?
    il 55 degli italiani soffre di solitudine, è colpa della pandemia Il 55% degli italiani soffre di solitudine
    la solitudine fa bene cosa possiamo imparare da noi stessi Quello che la solitudine ci insegna

Eppure esiste anche la solitudine positiva, quella che ci permette di lavorare sul nostro benessere emotivo e mentale, di tirare un rigenerante respiro, di riposare dalla frenesia. Sì, perché tra tutto il tempo passato a lavoro tra capi e colleghi, tra le ore passate sui social network e i bagni di folla all'aperitivo o in palestra, siamo tutti costantemente sollecitati e abbiamo poco tempo per noi stessi, troppo poco tempo per stare da soli e prendere una pausa dal caos che ci allontana da noi stessi. Esiste davvero una solitudine che fa bene: a piccole dosi, se cercata e non imposta, si trasforma in un'occasione utile e piacevole per ritrovare la calma, la concentrazione, l'attenzione, stimolare la creatività e capire a fondo cosa ci accade, cosa succede dentro di noi. Ecco perché a volte stare soli ci fa solo bene.
La solitudine: perché ci spaventa e l'origine della sua cattiva reputazione

È un grande mantra dei guru del benessere, ma a volte fatichiamo a cogliere tutte le sue potenzialità: la capacità di stare bene da soli è una risorsa fondamentale per sopravvivere alle situazioni che la vita ci mette davanti. Ci permette di crescere psicologicamente, di capire al meglio e controllare le nostre emozioni, di affrontare con serenità una condizione che può toccare a tutti. Dovremmo smetterla di aver paura di stare da soli, cambiando l'idea che si è radicata nel profondo di tutti noi: non c'è niente di male e in molte circostanze la solitudine va ricercata. Perché siamo così abituati a considerarla sbagliata e a esserne terrorizzati? Le spiegazioni sono tante.

Secondo moltissimi psicologi esperti, alcuni di noi l'hanno sperimentata sin da piccoli vivendola negativamente. Il più classico degli esempi è quello del genitore che ci diceva: "Sei in punizione, vai in camera tua" a seguito di una marachella. Nonostante l'intento educativo fosse buono, in realtà non facciamo che introiettare una visione negativa di quanto abbiamo vissuto, creando una stretta connessione tra il concetto di solitudine e quello di punizione. Una volta chiusi in camera eravamo momentaneamente esclusi dalla famiglia e dalla cerchia sociale e abbiamo sperimentato la paura dell'abbandono. Non solo piccoli traumi infantili, ma anche costrutti sociali che ci hanno condizionati per una vita: per la società, le persone sole non sono socievoli, quindi non simpatiche o addirittura definite "sfigate". Basti pensare a quanti si rifiutano di andare a mangiare da soli al ristorante o di fare una vacanza in solitaria per non essere osservati e additati da tutti, ad esempio.

L'idea di risultare spiacevoli, reietti, poco interessanti ci spaventa troppo per lasciar andare questi luoghi comuni, eppure vi assicuro che ho sempre trovato rilassante ogni pasto da sola al ristorante, persa nei miei pensieri, completamente focalizzata su ciò che sto gustando. Per quanto riguarda le vacanze da sola, beh, sono state tra le più rilassanti e allo stesso tempo divertenti della mia vita. Tutto questo terrore e pregiudizio nei confronti della solitudine nasce anche da una nostra caratteristica intrinseca di umani, ovvero l'esseri gregari: abbiamo bisogno di una comunità per funzionare, siamo cresciuti con la necessità di avere rapporti col prossimo per avere ciò che ci serve e siamo stati condizionati dall'idea che gli eremiti siano o fuori di testa o esseri soprannaturali.
Pubblicità - Continua a leggere di seguito
La solitudine buona esiste e queste sono le occasioni in cui ci fa bene

Quindi, se il desiderio di trascorrere del tempo con altre persone è naturale, dobbiamo *assolutamente* convincerci che anche i momenti di solitudine servono e sono importantissimi per trovare un equilibrio. Quando facciamo i salti mortali per stare sempre in compagnia rischiamo di investire troppe energie nelle relazioni con gli altri, lasciandoci influenzare da esse al punto di non riuscire più a stare 5 minuti con noi stessi. Secondo Hervé Magnin, psicoterapeuta esperto interpellato da Madame Figaro, perdiamo addirittura la capacità di emanciparci. Assicurarci del tempo soli con noi stessi ci permette di prendere una pausa da ciò che accade nel mondo e nella nostra vita, ritrovando la calma nell'introspezione, imparando a conoscerci meglio e a prendere coscienza dei "segnali deboli" del proprio corpo. Con segnali deboli gli esperti intendono stanchezza, stress, dolori, ansie e meccanismi sottili di malessere che non ascoltiamo mai perché siamo troppo impegnati a correre dietro agli altri, pronti a soddisfare le esigenze di tutti, ma sordi a quelle di noi stessi.

Un periodo di solitudine è anche fondamentale per affrontare le proprie emozioni e "addomesticarle", gestendo quelle negative che ci distruggono pezzo dopo pezzo e imparando ad accettare le cose come vengono. Solo così diventiamo più aperti a situazioni e persone estranee, più tolleranti e pazienti, più consapevoli di cosa accade dentro di noi e di cosa desideriamo davvero, più in grado di stare in mezzo agli altri in modo positivo senza assorbire negatività. L'esperto spiega anche che, quando ci abituiamo a vivere le cose da soli, diventiamo più sereni e non cerchiamo di vivere a tutti i costi attraverso e con gli altri. Una volta che siamo più concentrati sul momento presente, ansie, preoccupazioni e tensioni si ridimensionano e torniamo a respirare.
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!