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Autore Discussione: Gian Maria Gros-Pietro. Meno norme e più servizio  (Letto 3259 volte)
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« inserito:: Aprile 23, 2012, 05:45:16 pm »

Meno norme e più servizio

di Gian Maria Gros-Pietro

22 aprile 2012


L'azione del Governo in favore della crescita si arricchisce di un elemento che potrebbe avere un effetto paragonabile a quello di altri due grandi pilastri, le infrastrutture e gli stimoli alla ricerca: si tratta dell'intervento per alleggerire il peso burocratico. Si stima che sulle Pmi l'onere per i soli adempimenti nei confronti dello Stato pesi per 26 miliardi all'anno: una sua riduzione equivarrebbe a un sollievo di entità difficilmente ottenibile attraverso altri interventi.

Sarebbe una forma di politica industriale alla rovescia, che non eroga fondi ma riduce gli oneri, quindi con effetto immediato, senza problemi per la finanza pubblica e senza pericolo di interferenze con le norme comunitarie. In questi frangenti, la migliore che si possa immaginare. Per raggiungere l'obiettivo sarà necessario un impegno corale, sotto la direzione del ministro Filippo Patroni Griffi e con la collaborazione delle rappresentanze imprenditoriali, Confindustria e Rete Italia in prima linea, ma soprattutto con l'impegno convinto della pubblica amministrazione.

Burocrazia e pubblica amministrazione sono due facce della stessa medaglia, non solo da noi. Gli inglesi chiamano "red tape" la prima di queste facce, quella negativa, e gratificano invece con il termine di "civil servants" i protagonisti della seconda: ottenere il massimo di servizio pubblico con il minimo di burocrazia è l'obiettivo.

La riduzione del peso burocratico non può essere ottenuta solo con provvedimenti normativi, per illuminati e determinati che siano: stanno a dimostrarlo i tentativi qualitativamente eccellenti di Sabino Cassese e di Franco Bassanini, ai quali non hanno fatto seguito tutte le applicazioni previste. I manager sanno, e certamente lo sanno anche i ministri tecnici, che la riduzione delle burocrazie parte dalle regole ma si conquista con l'azione. In ogni organizzazione la coerenza tra obiettivi enunciati, comportamenti imposti e incentivi è fondamentale. Il che significa che lo snellimento degli adempimenti burocratici passa anche attraverso la riqualificazione dei funzionari, non soltanto in termini di competenze professionali, ma anche nel senso di recuperare l'orgoglio di ricoprire una funzione pubblica che consiste nel servire, una consapevolezza che spesso constatiamo essere meno presente da noi rispetto ad altri Paesi.

L'aspetto delle regole non è tuttavia secondario. Una mole rilevante dell'attività degli uffici pubblici è rappresentata da funzioni interne: interazioni, comunicazioni, adempimenti, riattestazioni di dati già noti. Gran parte di questa attività non sopravviverebbe all'analisi che in tutte le imprese industriali si compie per eliminare le attività che non aggiungono valore al prodotto: vanno semplicemente eliminate, ma per farlo occorre sopprimere le norme che le prevedono e sconfiggere chi le ha introdotte, spesso chi le gestisce.
I peggiori incubi burocratici derivano tuttavia dal conflitto tra norme orientate a obiettivi che non sono stati sufficientemente contemperati al livello competente, che è quello politico, esponendo i burocrati al rischio attuativo e inducendoli alla difesa classica del temporeggiamento: appartengono a questa sfera i grovigli che ostacolano la realizzazione di infrastrutture.
Buon lavoro quindi al ministro Patroni Griffi: il suo compito non è facile ma potrebbe rivelarsi tra i più felicemente incisivi per il sistema economico.


©RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-04-22/meno-norme-servizio-152758.shtml
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 13, 2012, 10:27:47 am »

Non solo cure monetarie il riscatto passa dalla politica industriale

di Gian Maria Gros-Pietro

13 luglio 2012


Dalla crisi non si esce con sole misure monetarie. Risanare la finanza pubblica, tagliando spese e magari anche aumentando le entrate è indispensabile, perché il debito pubblico continua a crescere e quindi abbiamo bisogno di tutelare il nostro merito di credito. Ma i nostri creditori non sono ciechi: vedono bene che tagli di spese e aumenti di tasse soffocano l'economia e comprimono il reddito nazionale, l'unica fonte da cui può provenire il rimborso finale.

E quando l'entità e la distribuzione dei sacrifici alimentano la protesta sociale, i creditori cominciano a temere che il Paese non possa e non voglia rimborsare i propri debiti. Questa è la vera base su cui poggiano gli spread elevati di Spagna e Italia, senza la quale la speculazione e le imperfezioni del mercato dei debiti sovrani non potrebbero, da sole, costringere l'Italia, che ha un avanzo primario pari al 3,4% del Pil, il doppio della Germania, a pagare tassi di interesse da Paese in dissesto.

Si esce dalla crisi solo se si risana anche l'economia reale. Anche perché da lì viene la causa prima della crisi finanziaria che ha scatenato la depressione economica che opprime il mondo. I disavanzi commerciali e finanziari dei Paesi sviluppati sono stati troppo a lungo compensati con strumenti finanziari che hanno creato eccessi di liquidità e bolle speculative che alla fine sono esplosi. Detto in altri termini, non c'è speranza di continuare a sostenere divari di tenori di vita, tra noi e i Paesi emergenti, che non sono più giustificati da divari di produttività.

I vecchi espedienti, anche usati in combinazione tra loro, non funzionano più. Stimoli monetari alla domanda, protezione delle produzioni nazionali, blindatura dei posti di lavoro, un tempo efficaci, oggi producono effetti immediati e perversi: sfiducia verso i governi che stimolano artificialmente la domanda o la sorreggono con la spesa pubblica, aggravamento della competitività del Paese che protegge produzioni nazionali inefficienti, necrosi dei settori in cui si blindano i posti di lavoro. Ma i Paesi sviluppati hanno ancora la possibilità di esprimere divari di produttività sufficienti a giustificare e sostenere il loro tenore di vita.

Per convincersene basta guardare ad alcuni paesi del Nord Europa, che ci riescono benissimo a livello nazionale. Senza andare così lontano, possiamo guardare ai molti esempi che questo giornale, con il dorso Impresa&Territori, documenta quotidianamente. Eccellenza tecnologica e qualitativa, qualificazione professionale, snellezza e efficacia organizzativa sono gli ingredienti base endoaziendali del successo: efficienza delle reti e dei sistemi logistici e amministrativi, rapidità decisionale dei decisori pubblici, limpidezza e stabilità delle regole sono gli ingredienti di successo esterni all'impresa. Il problema dell'Italia, e di gran parte dell'Europa, è che questi ingredienti sono insufficientemente presenti.

Fare ripartire l'economia reale significa agire su questi temi. Fare politica industriale, oggi, non può più significare sostenere le aziende decotte, ma neppure addossare all'operatore pubblico l'onere di scelte e iniziative che devono poi autonomamente riscuotere successo applicativo. E tuttavia il campo in cui l'operatore pubblico può e deve vantaggiosamente intervenire è vasto e importante, perché riguarda tutte le attività in cui la dimensione privata è insufficiente o non consente all'operatore di appropriarsi dei benefici del proprio investimento in misura adeguata a rimunerarlo.

Dalle strutture di ricerca alle reti fisiche a lungo ritorno, dai sistemi complessi di amministrazione dei pubblici servizi all'assicurazione delle condizioni di sicurezza della salute e del territorio. Per arrivare ai provvedimenti più specifici che spingono le imprese a innovare, a penetrare mercati esteri, a rafforzarsi organizzativamente e finanziariamente. La collaborazione tra gestore e decisore pubblico, che fissa regole e standard, e attuatore privato che propone e finanzia soluzioni anche a proprio rischio, è la nuova frontiera della politica per lo sviluppo dei Paesi avanzati; da essa traggono alimento e si rafforzano le iniziative innovative che consentono ai Paesi virtuosi di difendere differenziali di tenori di vita a vantaggio dei propri lavoratori.

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da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-13/solo-cure-monetarie-riscatto-063540.shtml?uuid=Abq6K56F
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