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Autore Discussione: Paolo BONETTI. - La nomenklatura italiana a difesa di Letta  (Letto 2315 volte)
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« inserito:: Agosto 25, 2013, 05:08:12 pm »

La nomenklatura italiana a difesa di Letta

Paolo Bonetti


Sono tutti concordi, proprio nel momento in cui il berlusconismo traballa dalle fondamenta: Letta e il suo governo for ever, o almeno fino alla primavera del 2015. Poi si vedrà, non mettiamo limiti al desiderio d’immobilismo della nomenklatura italiana. Grandi giornali (Corriere e Repubblica in testa), confindustria, grandi banche, chiesa cattolica sono uniti nel predicare a noi poveri cittadini italiani, senza esperienza della grande politica, che oltre Letta c’è il baratro, la crisi economica più spaventosa (come se quella attuale fosse cosa di poco conto), la dissoluzione del sistema politico democratico, il distacco dall’Europa, l’anarchia, la guerra civile, l’invasione dei barbari seguita da epidemie incontenibili. Letta, ci assicurano, gode di un grande prestigio in Europa e nel mondo, farà tutte le riforme promesse, quelle economiche, quelle istituzionali e perfino una nuova legge elettorale, guiderà con autorità l’Europa nel cosiddetto semestre italiano, sarà insomma una sintesi di Cavour, Giolitti e De Gasperi. A fare simili affermazioni sono quelli che già avevano presentato Monti come salvatore della patria, risolutore di tutti i nostri problemi, riformatore del nostro sistema politico, creatore di un centro-destra europeo. Poi si sono dovuti ricredere e il povero Monti è stato gettato senza rimpianti nella spazzatura. Adesso ci riprovano con Letta ed Eugenio Scalfari, già ammiratore e sostenitore di Monti, lo presenta, un giorno sì e l’altro pure, come colui che è venuto in terra a miracol mostrare. Questo miracolo il superdemocristiano Letta lo dovrebbe fare con un governo in cui sono presenti, in posizione di quotidiano ricatto, i ministri di Berlusconi. Magari il cavaliere dovrà abbandonare l’aula del Senato, ma state pur certi che non lascerà la guida del suo movimento, a dispetto di tutte le speranze scalfariane. Non si sa più cosa dire: una gerontocrazia trasversale, votata all’immobilismo e che ha come guida il capo dello Stato, ritiene evidentemente che gli italiani non contino niente e che il loro unico dovere è quello di adeguarsi alle direttive di una nomenklatura che ci ha condotto ai disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo sempre diffidato del giovanilismo (era un mito fascista), ma qui si sta esagerando, perché non è tanto questione di età, ma di tutta una classe dirigente afflitta dalla coazione a ripetere.


{ Pubblicato il: 21.08.2013 }
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