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Autore Discussione: «Nicolas? Il più tonto dei miei figli»  (Letto 2831 volte)
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« inserito:: Febbraio 04, 2008, 11:21:19 am »

Ibiza, la dolce vita del neo-suocero

«Nicolas? Il più tonto dei miei figli»

Sull’isola è «Pal», il pittore ungherese che brilla di luce propria come artista e seduttore


 IBIZA—Se ci sono molte ragioni per amare Ibiza, Paul Sarkozy ne ha almeno una in più: è uno dei pochi posti al mondo dove non è «il padre di» e nemmeno, da ieri, «il suocero di». Ottant’anni, fra tre mesi e due giorni, il papà di Nicolas e il suocero di Carla Bruni, appena può fugge da Parigi e si rifugia nel suo appartamento di Paseo Juan Carlos I, il «miglio d’oro di Ibiza», da quando l’architetto francese Jean Nouvel ha costruito residenze da 12.500 euro il metro quadro sulla lunga passeggiata marittima che inizia alla Marina di Botafoc e fronteggia i contrafforti dell’antica cittadella, Dalt Vila. Si rifugia per modo di dire, perché c’è tutto un mondo attorno, del quale Sarkozy senior e sua moglie Ines, la quarta in linea discendente (anche sul piano anagrafico) non si perdono praticamente nulla: il tradizionale appuntamento d’agosto con il primo quarto di luna, alla festa annuale organizzata da Ana Pliego, la martamarzotto locale, al ristorante «Las Dos Lunas»; l’aperitivo al Café Sidney, con vista sugli yacht (428 in alta stagione) attraccati al porticciolo di Botafoc, e — così assicurano gli esperti — sulle più graziose cameriere dell’isola; la musica chill e le «penne alla checca», celebrata specialità della cucina italiana del Café Macao; le mostre del pittore cileno Andrés Monreal o della pittrice Pilar de Aristegui, moglie dell’ex ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, o la retrospettiva di Domingo Viladomat, organizzata dalla figlia Alicia, che la scorsa estate ha riunito 200 invitati giunti apposta da Roma, Parigi, Madrid e Valencia. Tra loro, vestito da autentico ibizenco, cioè con qualcosa di confortevole dopo la doccia di ritorno dalla spiaggia, Paul Sarkozy è «Pal», il pittore ungherese, che brilla di luce propria come artista e come seduttore, da molto tempo prima che suo figlio diventasse ministro degli Interni e, poi, presidente della repubblica francese. Alle tavolate estive che il genitore divide con Maria Gabriella di Savoia, la principessa Loretta de Wittgenstein, Pong von Bismarck e altri cognomi da libri di storia, raramente qualcuno ha azzardato, finora, domande dirette sulla carriera politica del rampollo. E il qualcuno che ci ha provato, quando il solo nome Sarkozy incendiava le periferie parigine, aveva un aspetto abbastanza appetibile da meritarsi una risposta soavemente gustosa: «Ah, sì, Nicolas! È il più tonto dei miei figli, signora». Conosciuto,ma storicamente non omologato, l’aneddoto ha deliziato Ibiza, soprattutto quando si è capito che «il più tonto» dei Sarkozy stava in realtà per installarsi all’Eliseo. E che i rapporti tra padre e figlio non erano, o non erano più, così ostili come riferivano le biografie confezionate per l’occasione. Sì, Paul, pittore e aristocratico di Nagy-Bocsa, aveva abbandonato la moglie Andrée Mallah con tre bimbi, per proseguire negli Stati Uniti la sua vita avventurosa, iniziata con la fuga dall’Ungheria comunista, una poco convinta esperienza nella Legione Straniera e uno squattrinato sbarco nella Parigi del dopoguerra. Si sarebbe risposato tre volte, avrebbe messo al mondo altri due figli e si sarebbe guadagnato il solido risentimento dei primi tre e, in particolare, del secondogenito, Nicolas, ancora troppo giovane e intransigente per concepire divorzi e nuove nozze nel giro di un semestre. Ora che la vita ha quasi pareggiato i conti e Nicolas ha restituito al padre tre nuore, in cambio di tre matrigne, a Ibiza si aspetta con ottimismo la visita della nuova coppia presidenziale, tanto più che Carla Bruni è già di casa: «Sarebbe la meta perfetta per il loro viaggio di nozze» ipotizza Massimo Fenaroli, spesso convitato di Sarkozy padre, e proprietario dal 1980 dell’agriturismo Cas Plà di Port Sant Miquel, che ogni anno ospita le vacanze discrete e familiari del re Juan Carlos e del principe Felipe. «Ibiza fuori stagione sembra abbandonata ma, a chi la conosce, offre ritmi ed emozioni sconosciute e insospettabili — testimonia l’imprenditore italiano —. Al presidente Sarkozy piacerebbe sicuramente scorrazzare qui attorno a cavallo». Il padre preferisce il motoscafo, che pilota personalmente, e i pennelli, con i quali esegue ritratti sempre più quotati. Il più ambito, ovviamente, è quello di Nicolas. Ma nessuno l’ha ancora visto, anche se si parla di una mostra imminente, dalle parti dell’Eliseo, dove abita il figlio di Paul.

Elisabetta Rosaspina
03 febbraio 2008

da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 04, 2008, 11:22:42 am »

Questioni di stile

L'ultima trasgressione nella scelta del colore


 Si è sposata in bianco, la ragazza che ha fatto della trasgressione il suo stile di vita.

Carlà nota per avere il lato B più bello del mondo, per intenderci il fondo schiena. Carlà nota per cantare e praticare la festosa molteplicità degli amori.
Carlà che si fidanza con un papà ma poi scappa con il figlio. Carlà chiamata dalle sue rivali: rubamariti, sfascia famiglie e terminator.

Carlà, musa e cantora della rive gauche, si è sposata in bianco. Trasgressiva fino alla fine. Nessuna signorina con un passato sfavillante di amori come i fuochi d'artificio di fine millennio avrebbe osato tanto.

Ma lei Carlà può tutto poiché si suppone sia una delle uniche donne che non ha detto: «sposami». Ma si è trovata di fronte il gigante conservatore della destra che le ha detto implorante: «per favore sposami». Poiché notoriamente tutti gli uomini rifuggono dal vincolo questa differenza è talmente sostanziale che Carlà poteva osare tutto: anche sposarsi in bianco con i suoi ex amori vestiti da paggetti dietro.

Sicuramente i due si amano da pazzi: cosa c'è di più bello per due egocentrici di un'avventura di cui parla il mondo? A lei piace farsi amare, lui, dopo l'abbandono di Cecilia, aveva un bisogno pubblico e privato di essere amato. Il loro «per sempre» può durare anche un attimo ma è quell'attimo mediatico che lo ha riabilitato.

Lei in una canzone lo chiama «la mia droga» solleticando i francesi che dai loro capi di Stato esigono anche il successo femminile.

Forse è tutto combinato: serve all'immagine del presidente. Però quella gaffe dell'abito bianco a noi dispiace, ma piace perché azzera ogni moralità e assolve i peccati d'amore. Questo «per sempre», considerata la ragazza, può durare un attimo. Però che attimo.

Lina Sotis
03 febbraio 2008

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