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Autore Discussione: MARAGALL, classe 1941, il sindaco socialista delle Olimpiadi del 1992...  (Letto 2258 volte)
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« inserito:: Settembre 12, 2008, 06:25:07 pm »

La battaglia della memoria


Claudia Cucchiarato


L´appuntamento è nel suo studio di ex presidente della Generalitat (Governo della Regione autonoma), un appartamento spazioso e luminoso al quarto piano di un palazzo modernista.

Il terrazzo offre una spettacolare vista sull´incrocio tra le due strade più importanti di Barcellona, la Diagonal e il Paseo de Gracia. A destra la Pedrera, la Rambla e il mare; a sinistra il Tibidabo, le ville dei quartieri alti, gli uffici in cui nuovi e vecchi barcellonesi lavorano per combattere l´incubo della crisi economica che si avvicina. Maragall, classe 1941, il sindaco socialista delle Olimpiadi del 1992, il più longevo (15 anni alla guida della città di Gaudí), il più fantasioso, il più amato e il più temuto, chiama al telefono la sua assistente, Norma, poco prima dell´ora fissata: «Vi aspetto in strada, scusatemi, oggi ho voglia di stare all´aria aperta».

Seduto su una panchina, assorto nella lettura di un manoscritto pesante, prende appunti e corregge. "È la mia biografia. L´ho registrata su decine di nastri negli ultimi mesi e questo è il risultato: più di 300 pagine". Il libro uscirà in Spagna a novembre: è la vita di Pasqual Maragall, la storia della Barcellona moderna e della Regione autonoma che ha governato per tre anni prima che Zapatero lo deponesse nel 2006 a favore dell´attuale presidente, José Montilla. "Ci sono molti errori, purtroppo", si scusa. Deve verificare ogni parola, ogni dato. "Ci sono lacune che riempio piano piano, rileggere e cercare di ricordare mi aiuta, i medici dicono che scrivere è terapeutico".

I medici gli hanno diagnosticato l´Alzheimer poco più di un anno fa. Non gli è mai stato nascosto nulla: la perdita della memoria per un uomo che incarna la memoria di una comunità è un lutto di tutti. Ha commosso amici e avversari politici quando ad ottobre del 2007 ha dichiarato in pubblico: soffro di "Eisenhower". L´ha detto così, citando il presidente americano che aiutò Franco ad entrare nell´ONU, per ripicca, con quella sua autoironia pungente e saggia. "Sono stato obbligato a rendere pubblica la mia malattia perché un collega, il delegato del governo catalano a Madrid, aveva commentato alcune mie dichiarazioni dicendo che stavo male psicologicamente e fisicamente". Raimon Martínez Fraile fu destituito dall´incarico in seguito a quella vicenda. Oggi Maragall non ricorda il suo nome.

Ha creato una fondazione che raccoglie fondi per la ricerca sulla sua malattia, ha inaugurato un blog su internet. Parla un italiano perfetto, si ferma spesso a cercare la data, il nome, la parola che gli sfugge. La moglie, Diana Garrigosa, la compagna di una vita, lo scorta ovunque, "lei era la mia memoria anche prima della malattia", sorride Maragall. Continua a scrivere, accetta pochissimi inviti,

Tra le sue battaglie più tenaci c´è la formazione di un partito democratico catalano che unisca centro e sinistra, indipendentisti e federalisti sul modello americano e sulla scia dell´esempio italiano. "Io ero presente alla fondazione del Partito Democratico italiano. Sono convinto che questo tipo di partiti dovrebbero essere presenti in tutti i sistemi politici". Maragall si rifiuta di pensare che Silvio Berlusconi abbia vinto le elezioni per meriti propri: "sono sbalordito perché credo che la sinistra italiana abbia delle persone brillanti, una classe politica capace e di grande qualità. Il Partito Democratico è l´unico futuro possibile per un centro-sinistra ragionevole. In Europa siamo abituati a partiti di matrice religiosa, i democristiani, socialisti, repubblicani, comunisti... sono il risultato della laicizzazione della religione, di una fede in sostanza. In America i partiti sono "options", non sono credenze bensì posizioni in merito a determinate questioni, è questo il futuro, credo che in Europa dovremmo rendercene conto al più presto perché altrimenti la politica non avrà più senso". Un´altro elemento che Maragall non smette di elogiare sono le primarie: "Non è la cupola del partito che deve decidere i candidati. Il Pd italiano l´ha fatto, è stato un parto difficile, per ora non ha dato i frutti che ci si aspettava, ma non è detto che non sia servito". "Il Partito Socialista spagnolo lavora ancora su un modello troppo rigido, verticale. C´è bisogno di una struttura più flessibile e ampia, meno religiosa, appunto". È vero comunque che Zapatero è stato coraggioso: "sì, ha separato la politica dalla religione, si è opposto alla Chiesa e l´ha fatto perché lui era un federalista come me, Io ho appoggiato la sua candidatura nel 2002 contro quella favorita di José Bono, proprio perché avevamo una visione politica simile. Lui era un perfetto sconosciuto nel partito, è venuto a Barcellona e ci siamo capiti subito. I nove voti grazie ai quali ha vinto la candidatura erano quelli dei "maragallisti". È curioso, io l´ho appoggiato e sostenuto, poi è stato proprio lui a farmi fuori".

È una personalità fortissima e indipendente. Da un anno non è più iscritto al partito socialista, ha restituito la tessera. Era tra i fondatori del PSOE, E´ stato per la vicenda dello Statuto autonomista. "Zapatero doveva ricambiare l´appoggio dei socialisti catalani alla sua candidatura", spiega Maragall, "allo stesso tempo era cosciente del fatto che si stava accollando una responsabilità difficile. A Madrid non puoi essere catalanista, ti fanno fuori, perciò lui è stato abile, ha stretto patti anche con altri, con il partito Convergencia i Uniò, il mio avversario diretto. In cambio del loro voto favorevole sullo statuto che avevo scritto io ha promesso la mia uscita di scena". Un tradimento in piena regola ma lui non serba rancore, dice. "L´importante è continuare ad immaginare il futuro", insiste. Albert Einstein diceva che l´immaginazione è più importante del sapere. "Bisogna essere coraggiosi, aprire cassetti che altri non hanno saputo aprire, viaggiare con la fantasia e sognare, sbagliare se necessario, perché solo così possiamo costruire un mondo migliore". Lui, a Barcellona, è stato il sindaco del sogno. Ccosa sogna Maragall in questo momento? "Il mio sogno sono i miei nipoti. In politica: la vittoria di Obama. Vorrei andare a festeggiare con lui e dirgli alcune cose prima di dimenticarle".

Si parla molto di memoria in Spagna. La settimana scorsa il giudice Garzón ha annunciato un processo per il recupero della dignità delle persone morte durante la guerra civile e la dittatura. Migliaia di cittadini scavano in cerca delle fosse comuni in cui giaciono altrettante migliaia di cadaveri. "È necessario recuperare i corpi per chiudere la ferita, seppellire i propri morti per concludere un´epoca di transizione lunga e ricca di menzogne. Tuttavia, non sono favorevole alle celebrazioni, credo che sia molto più importante recuperare la memoria di chi ha vissuto quegli anni, fare reportage che spieghino ciò che è successo, insegnarlo nelle scuole. Non credo che sia necessaria una "legge della memoria": quello che dobbiamo fare è raccontare ai nostri nipoti quel che abbiamo vissuto perché non si ripeta e ridare dignità a un passato di cui non si è potuto parlare fino a pochi anni fa".

Mentre parla viene interrotto costantemente dai passanti che lo ringraziano. Lui dà la mano a tutti: "vede? Io sono un malato di lusso, come posso dimenticare chi sono e quel che ho fatto se non smettono di ricordarmelo?". In pochi minuti si forma una fila di persone. Prima di ritornare alla correzione delle sue memorie accetta un´ultima domanda: quale sia il ricordo che in lui è vivo in lui con più forza. "Tutti mi dicono che a questa domanda devo rispondere: l´approvazione dello statuto. È vero, lo ricordo perché mi ha cambiato la vita ma non lo ricordo con gioia. Il momento più bello è stato il giorno in cui Barcellona è stata nominata sede delle Olimpiadi. Per mesi ho vissuto nelle case dei cittadini per sapere quali erano i problemi di ogni quartiere, per costruire una città migliore. Quello sarà l´ultimo ricordo a sparire, ne sono sicuro".

Pubblicato il: 12.09.08
Modificato il: 12.09.08 alle ore 11.00   
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