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« Risposta #1 inserito:: Novembre 18, 2008, 09:25:41 am » |
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18/11/2008 (7:32) - IL VIMINALE VUOLE UNA MORATORIA DI DUE ANNI
Ronde e immigrati, Maroni allo strappo La Lega preme sul Pdl: il decreto sui flussi va cambiato
FRANCESCO GRIGNETTI ROMA
Partita doppia per il ministro Maroni. Si sta spendendo perché il Senato dia il via libera alle ronde dei cittadini, cavallo di battaglia della Lega. Una questione che sembrava filare liscia, ma che negli ultimi giorni è stata rimessa in discussione nel Pdl. Personalità del centrodestra stanno infatti soppesando alcune obiezioni sollevate dall’Antimafia, preoccupata per le possibili ricadute di una norma del genere nelle regioni ad alto tasso criminale.
Maroni ha intercettato i nuovi umori ed è sceso in campo. «Mi auguro - ha detto ieri - che l’emendamento al Senato venga approvato. E’ necessario riprendere il controllo sociale, attraverso il coinvolgimento dei cittadini come c’era una volta nei paesi, che in questi decenni si è molto allentato». Allo stesso tempo, Maroni appoggia l’idea, che viene direttamente da Umberto Bossi, di bloccare nuovi ingressi di immigrati. E per la prima volta lo fa in una conferenza stampa. «E’ necessaria una moratoria dei flussi per due anni. Davanti alla crisi economica, ci preoccupiamo di salvaguardare le persone più deboli compresi gli extracomunitari che potrebbero perdere il lavoro. Penso sia necessario il buonsenso. Se un extracomunitario perde il lavoro non ha senso rispedirlo al suo paese per poi aprire le frontiere e farne arrivare altri che, magari, non troveranno neppure lavoro».
Ma quella di Maroni è una rincorsa contro il tempo perché il nuovo Decreto, predisposto dagli uffici dell’Interno e del Welfare, è pronto. A Palazzo Chigi l’hanno già visto e approvato. E il pressing leghista sta suscitando tensioni nella maggioranza, al Senato, dove l’emendamento sulle ronde e quello sulla moratoria dei flussi saranno votati in settimana.
A chiamarle «ronde», il ministro Maroni un po’ s’inalbera. E’ un termine dispregiativo che non gli piace. «Rientrano nel concetto di sicurezza urbana integrata. Sarà un’iniziativa gestita dai sindaci e utilizzata per il presidio del territorio a tutela dei cittadini. Un intervento di buona volontà. Potranno richiedere, se necessario, l’intervento della polizia e prestare i primi soccorsi in caso di necessità. Si tratta, in sostanza, di interventi di carattere umanitario». Questa la sua lettura «buonista» delle ronde che verranno. Ma la Dda, la direzione distrettuale antimafia, dove siedono Piero Grasso e altri venti magistrati, l’ha interpretata in tutt’altra maniera: passi al Nord, ma come potrebbero degenerare certe ronde in alcuni paesi campani, siciliani o calabresi? Quanto all’immigrazione, altro focolaio aperto dopo il botta e risposta tra Bossi e Fini nella scorsa settimana. Un nuovo Decreto prevede la regolarizzazione di 170 mila lavoratori stranieri, recuperando una bella fetta di quei 500 mila che rimasero esclusi dal Click Day dell’anno scorso. Almeno, ciò prevedeva l’accordo politico di maggioranza. E questo vuole realizzare il ministro Maurizio Sacconi. Ma ora la Lega sembra avere cambiato idea. E le telefonate di Berlusconi a Maroni non hanno sbloccato la situazione. Per questo ieri sera Bossi e Maroni sono andati a cena dal premier ad Arcore.
Secondo la Cgil, un decreto per 170 mila posti non è nemmeno sufficiente. «E’ un po’ troppo limitato - sostiene Guglielmo Epifani, che ieri ha presentato una campagna antirazzismo del suo sindacato - . L’unica cosa ragionevole è dare corso a tutte le domande». Epifani ribadisce poi la sua proposta di sospendere la Bossi-Fini per due anni, ovvero confermare i permessi di soggiorno anche per chi non ha più lavoro, «per proteggere dall’espulsione i lavoratori che dovessero perderlo a causa della pesante crisi economica». Uguale la diagnosi di Maroni: «C’è una crisi economica che colpisce i più deboli ed in particolare gli extracomunitari». Opposta la terapia. «Ci sembra più utile introdurre politiche per il reimpiego che farne arrivare di nuovi». Polemico anche Roberto Cota, il capogruppo leghista alla Camera: «Invece di occuparsi degli interessi dei lavoratori, Epifani chiede di fare entrare nuovi immigrati».
da lastampa.it
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