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Autore Discussione: Quando il papa piace ai laici  (Letto 2769 volte)
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« inserito:: Giugno 06, 2008, 02:01:13 pm »

IMMIGRAZIONE

Quando il papa piace ai laici

di Pierluigi Battista


Questa volta Papa Ratzinger è piaciuto ai laici. E siccome è piaciuto ai laici, in quest'occasione non si sono sentite le consuete vibrate proteste contro l'indebita «interferenza » vaticana o contro l'inammissibile «intromissione » ecclesiastica negli affari di uno Stato geloso della propria laicità. Non un proclama. Nemmeno una voce, se non quella solitaria dei radicali cui, si sa, non difetta la coerenza.

Eppure i retroscena politici sono concordi nel riconoscere alla moral suasion esercitata dal Vaticano uno dei motivi che hanno indotto il premier Berlusconi, alla vigilia dell'incontro con Benedetto XVI, a sfumare la sua posizione sul reato di immigrazione clandestina. Del resto se, come sembra, i retroscena dicono il vero, non sarebbe una cattiva notizia. Che il capo del governo, su una materia anch'essa, come usa dire, eticamente sensibile, ascolti il parere di un'autorità morale come la Chiesa cattolica (per poi decidere in piena autonomia) è un segno di attenzione culturale non banale. Un'attenzione estesa ai pareri dell'opposizione, degli organismi internazionali, di tutto il mondo culturale su un tema così fondamentale per la dignità umana da richiedere sensibilità, una durezza mai disgiunta da un minimo di pietas, una soluzione pragmatica e non l'esibizione di un vessillo ideologico. Parlare con la Chiesa (come con tutti) dunque si può. Ascoltarne i suggerimenti (come quelli di tutti) non è in quanto tale sintomo di lesa laicità. Riconoscerne l'autorevolezza non è un segno di subalternità neoclericale.

Proprio il silenzio di questi giorni, se confrontato al clamore che ha accompagnato casi analoghi, significa però che il riconoscimento di un tale principio è soggetto alle volubili intermittenze della ragion politica.

Che il tener conto delle obiezioni della Chiesa per poi decidere nel pieno rispetto del carattere laico dello Stato è una regola buona solo a seconda delle convenienze. Se è infatti legittimo il monito cattolico sulla riduzione della semplice clandestinità a reato passibile di sanzioni carcerarie, come possono diventare illegittimi i suoi interventi su altre materie sulle quali lo Stato deve legiferare? Se la Chiesa dice la sua sul trattamento degli immigrati clandestini, o sull'amnistia, oppure sulla spedizione italiana in Iraq (su temi insomma sempre molto cari alla sinistra), è giusto fare attenzione, e se invece interviene sull'aborto, o sull'eutanasia, allora bisogna fermamente rintuzzare l'attacco allo Stato laico?

Questo doppio standard nasce dalla difficoltà di ammettere che non esistono leggi dello Stato eticamente «neutrali», sulle quali l'intervento della Chiesa sarebbe arbitrario, e altre così cariche di valori morali da permettere anche alla Chiesa di esprimersi. Il modo di trattare i clandestini o la difesa intransigente della pace avrebbero una valenza morale. Ma non l'aborto, l'eutanasia, rubricate a intangibile sfera dei «diritti civili » e, perciò, in quanto tali di esclusiva pertinenza della sfera laica. Invece il diritto di intervento culturale e morale da parte dell'autorità cattolica non può essere dimezzato, sebbene una regola molto semplice faccia fatica a imporsi in Italia: nella discussione sui valori che ispirano le leggi ogni voce è libera, ma nella decisione è invece libero lo Stato. Da oggi, forse, c'è una ragione in più per sostenerla.


06 giugno 2008

da corriere.it
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Utente non iscritto
« Risposta #1 inserito:: Giugno 06, 2008, 02:02:02 pm »

2008-06-06 11:54

BERLUSCONI DAL PAPA, 40 MINUTI DI COLLOQUIO


CITTA' DEL VATICANO - Quasi 40 minuti di colloquio tra Benedetto XVI e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Gianni Letta. L'udienza privata concessa dal Papa é finita alle 11.45.

Grandi sorrisi, una stretta di mano, poi Berlusconi ha fatto un baciamano: così si sono salutati Berlusconi e Ratzinger all'inizio del loro incontro. Vestito in doppiopetto blu, il premier è stato accolto da Ratzinger poco dopo le 11:00, al termine di un'attesa di una decina di minuti.

"Signor presidente", ha detto il papa, andandogli incontro e stringendogli la mano, prime di farlo accomodare nella sua biblioteca privata. I due si sono scambiati diverse battute, ma non si è riusciti a comprendere gli argomenti. Quando le porte della sala si sono richiuse per fotografi e giornalisti ed è cominciato il colloquio privato, dentro lo studio papale è rimasto anche il sottosegretario Letta. Al termine del colloquio, nuovo baciamano di Berlusconi al Papa, quando il presidente del consiglio italiano si e' accomiatato da Ratzinger, per recarsi adesso a colloquio con il segretario di Stati Vaticano, card. Tarcisio Bertone.

Berlusconi ha donato a papa Ratzinger un pettorale, una croce d'oro e smalti, costruito apposta per l'occasione. Ogni tassello della decorazione, ha spiegato il premier al pontefice, ha un significato particolare connesso con la storia della Chiesa e dei papi. Il premier gli ha consegnato anche un foglio con le spiegazioni e gli ha suggerito, se avrà tempo, di leggerlo. Benedetto XVI ha promesso: "Lo leggerò". Ratzinger da parte sua ha ricambiato con una penna celebrativa dei 500 anni della Basilica di San Pietro, e una litografia. Lo scambio dei doni è avvenuto al momento dei saluti allargati alle delegazioni e delle foto di gruppo.

"L'attività del governo non può che compiacere il Papa e la sua Chiesa", ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente su Canale 5 a poche ore dalla sua visita a Papa Benedetto XVI. "Intendo ringraziare - ha esordito Berlusconi - l'apprezzamento che il Papa ha voluto dare al nuovo clima politico creatosi dopo l'avvento della nostra parte politica al governo. Del resto - ha aggiunto rispondendo a Maurizio Belpietro - rappresentiamo il partito dei popoli europei. Siamo a favore della Chiesa, crediamo nei valori della dignità umana e nel rispetto degli ultimi. Siamo sullo stesso piano in cui opera la Chiesa. Ad ogni modo - prosegue Berlusconi - ribadiamo il nostro concetto di Stato laico e la necessità, confermata dalla Costituzione, di rispettare profondamente il dialogo tra Stato e Chiesa". 


da ansa.it
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