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Autore Discussione: Renato Nicolini Scampia, adesso il teatro è stabile  (Letto 2544 volte)
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« inserito:: Marzo 13, 2008, 05:51:09 pm »

Scampia, adesso il teatro è stabile

Renato Nicolini


Al terzo anno, Arrevuoto, il progetto speciale di Marco Martinelli per il Mercadante Teatro Stabile di Napoli, muta forma. Dopo aver portato i ragazzi del liceo di Scampia - integrati da studenti di altre scuole superiori di Napoli - dall’Auditorium di Scampia, per l’occasione tratto dall’abbandono in cui era stato lasciato dopo la costruzione, al Mercadante di Napoli, all’Argentina di Roma, all’Alighieri di Ravenna; dopo averli fatti misurare con «la Pace» di Aristofane, con Alfred Jarry ed il suo inquietante Ubu (e quest’anno con Molière); insomma dopo aver rovesciato tutto - come prometteva il suo nome - Arrevuoto diventa scuola.

Perché questa scuola si chiama Punta Corsara?

«Un “nome parlante”, come quello degli anti-eroi di Aristofane. Nella “punta” c’è l’idea di un insediamento stabile, aperto sul mare delle possibilità, nel “corsara” c’è la volontà precisa che la stabilità non annulli lo spirito “arrevuotante” da cui questa stessa stabilità ha preso origine. Punta Corsara intreccerà due anime: da una parte la formazione, un’azione pedagogica che indirizzi ai “mestieri del teatro” un gruppo di giovani, scelti tra le centinaia che hanno partecipato alle prime due edizioni di Arrevuoto; dall’altra il lavoro su territorio, facendo dell’Auditorium di Scampia un centro di sviluppo di linguaggi, teatro in primis, ma anche musica, hip hop, danza, murales, arti circensi, un ponte tra Scampia e Napoli, con lo sguardo aperto alle altre periferie napoletane e non solo, perché il progetto si estende anche al casertano».

Come funzionerà la scuola?

«Per il momento si tratta di venti giovani con borsa di studio, dall’ottobre 2007 al giugno 2008, rinnovabili fino a dicembre 2009. La “formazione” riguarda tre gruppi, ognuno in relazione ai mestieri fondamentali della scena: attori, tecnici di palcoscenico, organizzatori. I giovani borsisti hanno incontrato e incontreranno maestri napoletani e non…»

Cosa intendi per «maestri»?

«Vorrei che con questo termine si leggesse l’umiltà e l’orgoglio di persone il cui mestiere scenico è profondamente intrecciato alla vita, “mastri artigiani” con una propria bottega, eredi di una sapienza antica e nello stesso tempo aperti all’oggi e alla trasformazione dei linguaggi, consapevoli che lo scopo di ogni vera educazione non è modellare o plasmare ma permettere a ciascuno di sviluppare liberamente il proprio ritmo, aiutarlo a misurarsi con i propri limiti e con la possibilità di oltrepassarli».

Puoi fare dei nomi?

«Claudio Morganti, Ermanna Montanari, Danio Manfredini, Alfonso Santagata, Arturo Cirillo, Michele Monetta, Carlo Cerciello, Roberto Latini, Saverio La Ruina, Francesca Della Monica, nel 2008-2009 Enzo Moscato, Armando Punzo, Sandro Lombardi, Julia Varley-Lorenzo Gleijeses-Odin Theatret, Enrico Casagrande-Daniela Niccolò-Motus. Ho scelto artisti che sono il “meglio” del teatro “vivo” italiano, del teatro indipendente, non-accademico, capace di poetiche forti, in grado di tenere il teatro al passo con le trasformazioni incalzanti della nostra società».

Insomma dei «maestri» che sarebbero d’accordo con l’affermazione di Giuliano Scabia: «non dire mai maestro!»

«Ogni incontro con il maestro prevede un laboratorio con gli allievi, e un approfondimento con studiosi e critici in cui il regista o attore/autore racconterà la propria storia, la propria vicenda di teatro e vita. Dopo questa prima fase, una produzione, per la primavera del 2009, affidata ad uno dei maestri già incontrati durante il percorso, Arturo Cirillo, che affiancherà agli allievi alcuni degli attori della sua compagnia».

E per i tecnici e gli organizzatori?

«Vincent Longuemare, Luigi Ascione, Cesare Accetta, Pasquale Mari, Luca Dini, Gilberto Santini, insieme a Carla Pollastrelli, Silvia Bottiroli, Lorenzo Donati, Franco D’Ippolito e Cristina Valenti, a cui si aggiungeranno nel 2008 Giovanna Marinelli, Massimo Paganelli, Pietro Valenti…»

Tutto è cominciato con Scampia, hai detto in conferenza stampa…,

«E Scampia sarà il centro delle attività. Il luogo esiste già. È l’Auditorium, a ridosso del Municipio e della Villa Comunale, riaperto dopo un lungo periodo per ospitare le prove e i debutti delle due prime edizioni di Arrevuoto. L’Auditorium è punto fermo che raccoglie, ma è anche punto da cui partire per esplorare in modo attento la realtà, in parte già conosciuta, di Scampia. Si è pensato di cominciare con una rassegna di teatro all’aperto che comprende i linguaggi della musica, delle guarrattelle, dell’improvvisazione, con spettacoli scelti per accadere in piazze, campi e giardini del quartiere, dove creare luoghi passeggeri di arte e socialità».

Qual è il gruppo di lavoro di Punta Corsara?

«Il sottoscritto, Emanuele Valenti (attore napoletano già presente nel gruppo delle “guide” di Arrevuoto), Debora Pietrobono alla direzione organizzativa, Antonio Gatto (fonico e illuminotecnico che ha seguito per il Mercadante le prime due stagioni di Arrevuoto) alla direzione tecnica, Marina Dammacco, tre operatrici del gruppo “Chi rom… e chi no”: Barbara Pierro, Alessandra Di Faenza, Daniela Iennaco, Antonio Stomaiuolo…».


Pubblicato il: 13.03.08
Modificato il: 13.03.08 alle ore 9.32   
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