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« inserito:: Settembre 11, 2009, 11:08:59 am » |
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Il brutto risveglio del Pd
di Pietro Spataro
Sicuramente Massimo D’Alema non immaginava gli sviluppi del caso Tarantini quando, davanti a centinaia di persone assiepate alla Festa dell’Unità di Grosseto, martedì sera ha avvertito: «Vedrete, ci saranno altre scosse». A quell’ora la prima edizione del Corriere con i bollenti verbali di Gianpaolo Tarantini era già in preparazione. E Berlusconi aveva già detto da Milano: «A Bari si è aperta un’inchiesta interessante. Mi sono stancato di prenderle soltanto...». Dieci ore dopo tra Roma e la Puglia per il Pd è stato un risveglio amaro. Non che le novità di quelle dichiarazioni siano così rilevanti, i particolari infatti erano già usciti a pezzi su altri giornali. Ma il timore c’è e ha due facce. La prima: se fosse solo l’antipasto di una campagna più vasta? La seconda: e se passasse l’idea che in fondo destra e sinistra sono uguali, donne e affari? Che poi è quel che desidera Berlusconi.
D’Alema, ovviamente, non l’ha presa bene. È amareggiato, dice chi l’ha sentito, Ma anche determinato a fare chiarezza. Insomma, nervi saldi. I suoi aggiungono: sappiamo quel che facciamo e quindi non ci preoccupiamo. Prima di partire per Perugia (dove ha reagito duramente alle «accuse ridicole») il leader del Pd ha mandato una lettera al Corriere dello stesso tenore: ho fatto tanti pranzi e tante cene elettorali, Tarantini non l’ho mai conosciuto, è assurdo occuparsi di una cena e non dei festini del premier.
Ma chi ha organizzato, nel Pd, quella strana cena? Possibile non sapesse chi era Tarantini visto che a Bari quell’imprenditore era già noto a tutti? Il sindaco Emiliano, per esempio, sapeva che era indagato e oggi conferma di aver portato via da quel ristorante D’Alema che «non sapeva nulla» di quei partecipanti e rischiava di essere «coinvolto da condotte leggere di altri dirigenti del Pd». Quali? Nei verbali si fa il nome di Michele Mazzarano, vice coordinatore del Pd pugliese. Il quale respinge qualsiasi sospetto: «Non so proprio da chi era organizzata quell’iniziativa. Ho deciso di andarci solo perché c’era D’Alema. È stato un errore pensarla e organizzarla». Mazzarano parla di un «quadro pessimo» ma sul responsabile non vuole nemmeno azzardare un'ipotesi.
A Bari molti però sono convinti che la mente di quell’evento sia proprio Sandro Frisullo, il vicepresidente della Regione chiamato in causa da Tarantini per il giro di prostitute e che si è dimesso qualche settimana fa. Il suo cellulare squilla a vuoto oppure tace: non raggiungibile. Ma è davvero lui l’uomo che ha rischiato di mettere nei guai Massimo D’Alema? La domanda che molti si fanno però non è questa ma che effetti potrà avere questo nuovo «caso barese» su un partito impegnato in un congresso difficile. Nel quartier generale dalemiano mostrano serenità: non credono che qualcuno pensi di approfittarne. A parte la destra e i suoi giornali, ovviamente, ma a questo, dicono, siamo abituati e pronti. Al Nazareno, sede del Pd, fanno sapere che in fondo «non ci sono novità rilevanti» e stanno a guardare in silenzio. Qualcuno però lontano dal palazzo sussurra: «Va bene, ma quel Frisullo che ci sta a fare nel Pd?».
Questa freddezza non si ritrova però tra quelli che sono in prima linea. «È uno schifo», dice senza giri di parole Sergio Blasi, dalemiano e candidato alla segreteria regionale per la mozione Bersani. «Chi si iscrive al Pd deve avere un certo stile di vita, altrimenti via. Sulla questione morale non si scherza». Anche il suo antagonista Guglielmo Minervini, un cattolico che viene dal volontariato, dice che i problemi non vanno lasciati marcire. «Non si può parlare di debolezza umana. Ma nemmeno si può usare questo tema come una clava dentro il Pd». Chi lo fa? Risposta: il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che «sta inasprendo lo scontro», anche se ieri le sue parole erano di diverso tenore. Il suo obiettivo è essere riconfermato segretario regionale: e allora quale argomento migliore della questione morale per raggiungere la meta? Una certa tensione si respira anche nel Palazzo della Regione. Il presidente Nichi Vendola non vuole parlare ma chi gli sta vicino racconta che sta vivendo con apprensione questa fase anche se ha fatto per tempo quel che c’era da fare: azzerare la giunta e fare pulizia. Alla fine insomma lungo l'asse Roma-Bari corre il sospetto che comunque non finirà qui. Qualcuno ci vede addirittura la longa manus di Berlusconi che spera di dimostrare così che le vere «porcherie politiche» le fa la sinistra con gli affari della sanità. Lui al massimo passa la notte con le escort pagate da un altro che giura di averlo fatto a sua insaputa. E che sarà mai per il principe dei maschi italiani? Sia o non sia così, ritorna alla mente la frase di un anonimo dirigente del Pd che solo un mese fa a Bari giurava: «Vedrete che a settembre si ballerà...».
10 settembre 2009 da unita.it
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