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Autore Discussione: IL VOTO SUL FINE VITA E LA SCONFITTA DI ZAIA  (Letto 712 volte)
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« inserito:: Febbraio 16, 2024, 05:52:33 pm »

IL VOTO SUL FINE VITA E LA SCONFITTA DI ZAIA

Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto. Oggi Silvia Madiotto, redattrice di politica, parla del voto sulla legge regionale dedicata al fine vita e delle conseguenze politiche. Buona lettura!
 
Una legge di iniziativa popolare su un tema tanto sentito e tanto importante come il fine vita dignitoso per i malati terminali, sostenuta da novemila firme depositate a Venezia la scorsa estate per chiedere alla Regione di dettare tempi certi nella risposta ai cittadini, è stata bocciata da 25 persone. Il succo di quello che è successo ieri è questo: metà del Consiglio regionale veneto ha ritenuto di non garantire alle persone una libertà di scelta nel momento della sofferenza estrema.
 
La legge di iniziativa popolare è stata bocciata perché 25 erano anche i voti a favore e non sono bastati. Eppure, la legge veneta non faceva altro che delineare per tutte le Usl i medesimi tempi e criteri per rispettare una sentenza della Corte Costituzionale che è a tutti gli effetti già operativa, e ha già dato la possibilità (in Veneto e in altre Regioni) alle persone di ricorrere all’autosomministrazione di un farmaco, quando le cure palliative non bastano più. Quindi, la bocciatura della legge veneta semplicemente lascia le cose come stanno, in assenza di una norma nazionale, e continua a valere la sentenza della Corte.
 
Ma ieri è successa anche una cosa che, per quindici anni, è stata impensabile: la prima sconfitta di Luca Zaia. Proprio nei mesi più lunghi del governatore, in attesa di conoscere se il centrodestra approverà il terzo mandato per i presidenti di Regione, o cosa succederà con le candidature alle elezioni europee, o se tre dei suoi assessori lasceranno la giunta. Ecco, proprio nei mesi più lunghi Zaia non ha più una maggioranza compatta. Si è spaccata la Lega, FdI e Forza Italia gli hanno voltato le spalle, e un tema su cui il governatore si era esposto in prima persona non passa il vaglio politico.
 
Alla fine, la Lega veneta è l’unico partito del consiglio che non ha dato indicazione di voto ai propri consiglieri, ma Zaia e il suo capogruppo non si aspettavano così tante defezioni quando la conta è iniziata. Invece è finita così. Con la maggioranza più ampia mai avuta in Regione che si scioglie, con il presidente più amato d’Italia che va sotto a una votazione importante, non solo etica ma anche politica: la Lega di Salvini sta con i Pro-vita, a livello nazionale e in parte anche qui.
 
Ma c'è anche il caso Pd, fra i primi sostenitori della legge sul suicidio medicalmente assistito, la cui linea politica si è spezzata in Veneto: una consigliera si è staccata dal gruppo e ha votato con il centrodestra, unica di tutta la minoranza a rompere il fronte. Sarebbe bastato il suo voto a far passare una legge per garantire ai cittadini non di morire, ma di vivere con dignità.
 

Se volete scriverci la mail è: web@corriereveneto.it

 




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