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1  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / L’imperialismo russo stringe le maglie, ma il mondo libero pensa ad altro, ... inserito:: Oggi alle 12:00:02 am
Il sonno dell’Europa La Georgia, l’Ucraina e la fuga degli intellettuali

Quello che succede oggi a Tbilisi è la replica di quanto successo dieci anni fa nella piazza principale, Maidan, di Kyjiv. L’imperialismo russo stringe le maglie, ma il mondo libero pensa ad altro, e i giornali tacciono

Le straordinarie immagini della folla pacifica ed europea di Tbilisi, in Georgia, incredibilmente ignorate dalle televisioni e dai grandi giornali, sono la prova drammatica dell’ennesimo svarione morale che l’Europa e il mondo libero continuano a commettere, non riuscendo mai a imparare dal recente e tragico passato.
L’errore ricorrente è quello di trascurare il desiderio vitale dei popoli delle ex repubbliche sovietiche e dei paesi del defunto Patto di Varsavia di liberarsi dal giogo imperialista di Mosca, e di avvicinarsi ai valori europei fondati sulla democrazia liberale e sullo stato di diritto. Eppure questa che scende in piazza Tbilisi e resiste a Kyjiv è l’Europa in purezza, la definizione esatta di Occidente libero. Sarebbe sufficiente leggere i classici della letteratura ucraina, almeno quella sopravvissuta al genocidio culturale operato dai russi, dal cantico di Lesja Ukrajnka alle riflessioni del filosofo di Volodymyr Yermolenko, all’opera di Victoria Amelina. E sul perché i georgiani vogliono liberarsi dai russi basterebbe leggere la formidabile saga storica sul secolo rosso raccontata dalla scrittrice Nino Haratischwili in L’Ottava vita, un romanzo di oltre 1200 pagine edito da Marsilio.
E invece niente, il silenzio, anzi la fuga degli intellettuali dalla battaglia di idee più importante della nostra epoca. Neanche il precedente dell’invasione dell’Ucraina ha destato le coscienze europee.
Quello che sta succedendo oggi in Georgia è la replica, per il momento ancora senza vittime, ma temo ancora per poco, di quanto successo tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 nella piazza principale, Maidan, di Kyjiv. Allora gli ucraini scesero in piazza, sventolando le bandiere europee, per protestare contro il presidente Yanukovych, un fantoccio del Cremlino, che aveva rinunciato a firmare, su ordine di Mosca, gli Accordi di associazione dell’Ucraina con l’Unione europea.
Oggi, a Tbilisi, i georgiani riempiono le strade della capitale per protestare contro la cosiddetta “legge russa” imposta dal partito di governo, il cui nome orwelliano è “Sogno georgiano” mentre quello reale è “Incubo russo”, che reprimerà il dissenso interno e limiterà il raggio d’azione dell’opposizione. Putin ha ordinato il passaggio di questa legge non solo per reprimere la libertà di espressione, ma soprattutto perché sa benissimo che, adottando questa legge liberticida, la Georgia non potrà entrare in Europa, per ragioni evidenti di violazione dei diritti politici in una società democratica, da qui le proteste della popolazione civile che da settimane riempie le piazze della capitale senza riuscire a fare notizia in un’Europa che non vuole parlare di altri potenziali conflitti a un mese dal rinnovo del Parlamento europeo.
A Maidan, gli ucraini riuscirono a far dimettere il presidente fantoccio di Putin, al costo di decine e decine di vittime civili, e il Cremlino rispose occupando illegalmente la Crimea e due regioni dell’est ucraino nell’indifferenza generale del mondo libero, che poi otto anni dopo, il 24 febbraio 2022, si è stupito che la concessione territoriale alla Russia non avesse saziato gli appetiti imperialisti di Mosca.
Che tutto ciò non sia sulle prime pagine dei giornali né argomento principale della campagna elettorale europea è incredibile, ma c’è un’altra questione che su Linkiesta, da soli, abbiamo più volte sottolineato: l’assoluta apatia della popolazione russa, l’assenza di una collera di massa dei cittadini russi, limitatasi a cinque minuti di proteste contro la guerra e a mezza giornata di omaggio alla salma di Navalny.
E non raccontiamoci che fare opposizione in Russia è pericoloso, intanto perché le proteste russe non si vedono nemmeno tra la diaspora russa in Occidente (con eccezioni che si contano sulle dita di una mano, come la “russa libera” Maria Mikaelyan, che però è di origine armena, oggi candidata alle Europee con Renzi e Bonino nel nord-ovest).
Il governo georgiano non è così repressivo come quello russo, d’accordo, ma solo perché i georgiani sono sempre scesi in piazza a difendere la libertà e non hanno permesso a nessun governo di trasformarsi in quello che oggi è il Cremlino, esattamente come è successo in Ucraina con le proteste civili di Maidan. Al contrario, la passività russa ha permesso a Putin di diventare un dittatore sanguinario.
Andate a raccontare ai resistenti ucraini il pericolo che si corre a opporsi alla violenza russa, o ai commoventi georgiani che coraggiosamente sfilano per le vie di Tbilisi.

Da – l’Inchiesta

2  Forum Pubblico / NOI VECCHI, MAESTRI DI SERENITA'! / Sinestesie letterarie - Roberto Daprà inserito:: Maggio 13, 2024, 11:56:45 pm
Sinestesie letterarie  ·

Roberto Daprà  · sonSpdeorta9a1 ra298u rmte:4410l05m91zt7g2h8m7lha o81o a4afe  ·

“Un tempo sarebbe stato facile amarmi. Ero dolce. Credevo nelle promesse, nelle parole. Giustificavo tutto, anche il male che sentivo e non ammettevo. Mi prendevo la colpa, anche se non la capivo. Pur di non perdere chi amavo, sopportavo ogni mancanza, anche quando mancavo io e non sapevo più ritrovarmi. Abbracciavo senza chiedere nulla in cambio. Ero indifesa. Da proteggere. Da distruggere. Oggi è difficile amarmi, restarmi accanto. Rispettare i miei spazi, comprendere i miei silenzi, la mia indipendenza, il mio bisogno di vivere e di costruire usando solo le mie forze. Io che del mio equilibrio cercato, sofferto e trovato ne faccio un vanto da gridare al presente ogni giorno. Io che credo nell’Amore molto più di ieri. Amore che non ha nulla a che fare con le briciole, con l’arroganza, con l’assenza, con l’infedeltà. Oggi è difficile amare la donna che sono diventata. Dopo i sogni sfumati, le ali spezzate, le labbra spaccate. Sicura delle mani da stringere che vorrei e degli occhi che non vorrò più incrociare. È difficile. Forse è impossibile. Sicuramente è raro incontrare un’anima che ci ami oltre noi stessi, dove fingiamo di essere forti mentre imploriamo gli abbracci di chi possa amarci sapendoci fragili e imperfetti. Io dell’amore non so molto, forse. Non posso insegnarlo. Ma so che ha a che fare con il rispetto. E con le scelte che non s’impongono, ma si costruiscono. Insieme. Quando si diventa l’unica scelta e mai un’opzione tra tante. Alla persona che sono stata devo tanto, soprattutto scuse. Alla persona che sono, un promemoria: ricordati delle tue ali, ricordati di te.”

Gabriel Garcià Marquéz
 da “L’amore ai tempi del colera”
ph web

DA FB 8 APRILE 2024
3  Forum Pubblico / SOCIALESIMO. STUDIO PREPARATORIO ALLA DEMOCRAZIA, OCCIDENTALE, EUROPEA e MEDITERRANEA. / LIBERI OLTRE incoraggia e favorisce la costituzione di gruppi locali inserito:: Maggio 13, 2024, 04:53:16 pm
Liberi Oltre incoraggia e favorisce la costituzione di gruppi locali (capitoli) al fine di diffondere i principi dell’associazione, di sviluppare il dibattito intellettuale, di promuovere il metodo scientifico e tutti gli altri scopi sanciti dallo Statuto.

REGOLAMENTO DEI CAPITOLI
     I capitoli sono organizzati su base spontanea per iniziativa di uno o più iscritti all’Associazione e la partecipazione agli incontri organizzati è libera a tutti. Possono essere creati su base regionale, provinciale o cittadina. È consentita, oltre che raccomandata, la creazione di capitoli su base interzonale
    Perché un capitolo possa essere riconosciuto è previsto che
    i) Sia composto da almeno dieci iscritti a LO
    ii) Si doti dello statuto rilasciato dall’Associazione; eventuali modifiche devono essere approvate da direttivo
    iii) Indichi un referente locale
    iv) Il referente locale indicato dal Capitolo deve essere comunicato ed approvato dal Consiglio Direttivo dell’Associazione
    v) Rinnovi le cariche con cadenza almeno pari a quella prevista per gli organi direttivi di LO
     Il Capitolo può utilizzare per la comunicazione con gli iscritti e i simpatizzanti qualunque piattaforma social; tuttavia, la raccomandazione è quella di uniformarsi alle prassi seguite dai capitolo principali per numero di iscritti e dai canali ufficiali utilizzati dall’associazione (es. Telegram)
     Il Capitolo può organizzare eventi locali, dibattiti culturali, incontri sia formali che informali. Per gli incontri formali è raccomandato che riporti le decisioni al Direttivo dell’Associazione in modo che si possa, qualora ce ne siano le possibilità, coinvolgere esponenti del direttivo stesso o esperti individuati di comune accordo
     È consentita la raccolta di fondi. I fondi raccolti per mezzo di eventi vanno versati su un conto corrente e devono essere rendicontati al tesoriere dell’Associazione. Non è consentita la raccolta di contanti né attività di commerciale. In caso di organizzazione di eventi dove è prevista la raccolta di fondi e donazioni, il capitolo è tenuto ad informare il direttivo e a versare quanto raccolto in un conto corrente
     Su richiesta del referente, il Capitolo può far ospitare sulla newsletter di LO e sul sito la pubblicità dell’evento organizzato.
     È fatto divieto di utilizzare il marchio Liberi Oltre se non sono rispettati i punti 2. e 5. L’utilizzo del marchio può essere revocato con decisione del direttivo presa a maggioranza semplice dei componenti qualora il capitolo metta in atto comportamenti non conformi ai principi elencati nello statuto, qualora intenda partecipare a competizioni politiche, qualora determini un danno reputazionale per l’associazione
     La partecipazione agli eventi in qualità di ospiti di politici locali e nazionali va concordata con il Direttivo dell’associazione. Il Direttivo è obbligato ad esprimere un parere motivato in caso di diniego dell’autorizzazione
     
    I referenti locali eletti o nominati possono far richiesta di partecipazione alle riunioni di direttivo se all’ordine del giorno c’è la discussione sulle iniziative intraprese dal capitolo, o possono chiedere al presidente dell’associazione la convocazione di un consiglio direttivo straordinario per questioni che riguardino il Capitolo stesso
   Il referente del capitolo può chiedere che venga fornito l’elenco degli iscritti alla regione o alla zona per cui è competente. Può altresì organizzare la comunicazione agli iscritti della relativa zona dandone preavviso al Direttivo o all’organo da questi designato e può fare inviti all’iscrizione e alla partecipazione al capitolo di zona. Non è consentita l’iscrizione al capitolo di zona a titolo oneroso.
    È fatto divieto al referente locale di presentarsi a cariche elettive politiche; qualora intenda candidarsi a cariche politiche decade dalla carica di referente e il capitolo elegge o nomina un nuovo referente

GRUPPI TELEGRAM GIA’ COSTITUITI
Liberi Oltre - Canale Ufficiale   Liberi Oltre (link gruppi)
Liberi Oltre - Estero   Liberi Oltre - Piemonte
Liberi Oltre - Lazio   Liberi Oltre - Bergamo
Liberi Oltre - Campania   Liberi Oltre - Abruzzo
Liberi Oltre - Basilicata   Liberi Oltre - Puglia
Liberi Oltre - Emilia Romagna   Liberi Oltre - Calabria
Liberi Oltre - Friuli Venezia Giulia   Liberi Oltre - Liguria
Liberi Oltre - Lombardia   Liberi Oltre - Veneto
Liberi Oltre - Sardegna   Liberi Oltre - Sicilia
Liberi Oltre - Toscana   Liberi Oltre - Trentino Alto Adige
Liberi Oltre - Umbria   Liberi Oltre - Valle d’Aosta
Liberi Oltre - Marche   Liberi Oltre - Molise

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da - https://www.liberioltreleillusioni.it/chi-siamo/gruppi-locali
4  Forum Pubblico / NOI VECCHI, MAESTRI DI SERENITA'! / Opinióne pùbblica Giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei... inserito:: Maggio 13, 2024, 04:45:18 pm
Opinióne pùbblica  Enciclopedia on line

Opinióne pùbblica Giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini, o anche questa maggioranza stessa. Il concetto di opinione pubblica, intesa anche come sistema di credenze sulla cosa pubblica, nasce con l'idea moderna di democrazia rappresentativa, definita da J. Locke come governo dell'opinione. L'opinione pubblica è tale non solo perché del pubblico (diffusa fra i molti o fra i più), ma anche perché tendenzialmente indirizzata al pubblico: in quanto, cioè, costituisce un’intelaiatura di valori, un sistema di credenze sulla cosa pubblica. A partire dall’inizio del Novecento fiorì tutta una serie di studi sui rapporti fra opinone pubblica e società di massa in campo specialmente sociologico e psicologico (G. Le Bon, G. Tarde, F. Tonnies, C.H. Cooley, W. Lipmann), che diedero impulso a una grande varietà di ricerche empiriche e di programmi applicativi basati sulle tecniche della propaganda, del sondaggio e del marketing, intese ad analizzare o a manipolare gli stati dell’opinone pubblica nelle diverse arene, economiche o politiche, in cui si manifestano. Con lo sviluppo degli strumenti di comunicazione di massa, il problema dell’opinone pubblica diventa essenzialmente quello di capire le modalità (critiche o passive, cognitive o emotive) attraverso cui i diversi ‘pubblici specializzati’ interagiscono con i flussi d’informazione, nonché gli esiti di questa interazione sulla struttura della società.

Approfondimento di Luciana Giacheri Fossati
Il concetto di opinione pubblica può essere utilizzato sia per indicare l'insieme delle idee che un determinato agglomerato umano (città, nazione, gruppo di nazioni) ritiene giusto e vero in un determinato momento, sia l'insieme delle persone che costituiscono la collettività che giudica, in base ai riferimenti culturali, sociali, religiosi ed economici, i fatti che accadono. Si tratta di un'espressione che si riferisce, dunque, a un concetto complesso e ambivalente che, a seconda dei contesti, può variare e assumere significato e senso diverso.

LA FORMAZIONE DEL CONCETTO
Il concetto di opinione pubblica cominciò a prendere forma in Europa in seguito alla crisi dei regimi assoluti e alla formazione dei moderni Stati nazionali (tra il 17° e il 18° sec.), dotati di strutture centralizzate, di solidi apparati burocratici, amministrativi e militari. La formazione dell'opinione pubblica è infatti strettamente collegata all'organizzazione di una società moderna, complessa e articolata nella quale gli individui possano esprimere, in quanto collettività, giudizi sia sulla politica del governo che su tutti gli altri temi culturali, religiosi e sociali. Il processo si è sviluppato nel tempo in seguito alle profonde trasformazioni economiche e sociali, all'aumento dell'alfabetizzazione, alla formazione di circoli politici e culturali e alla diffusione della stampa, con modalità e tempi diversi nei vari paesi. Con l'affermazione della borghesia, all'inizio del Settecento, si era aperto un dibattito teorico sui limiti dei poteri dello Stato e sui diritti degli individui. Il tema del rapporto tra sfera pubblica e privata, con tutte le sue implicazioni come il nodo del rapporto tra morale e politica, comincia da quel momento ad assumere un ruolo centrale. Una delle prime riflessioni risale al filosofo inglese J. Locke che, nel Saggio sulla intelligenza umana, attribuì all'opinione pubblica una funzione di controllo nella società, stabilendo una distinzione precisa tra la legge morale, espressa appunto dall'opinione pubblica, e la legge civile, emanazione del potere politico, distinzione poi ripresa da I. Kant, che pose l'accento sull'"uso pubblico della ragione in tutti i campi". Si cominciava ad affermare l'importanza della 'pubblicità', cioè del coinvolgimento politico e della funzione di controllo dei cittadini nei confronti del potere costituito. Questo tema fu poi ripreso e approfondito nei primi decenni dell'Ottocento dalle correnti liberali inglese e francese, con i filosofi E. Burke, J. Bentham, B. Constant e F.-P.-G. Guizot attenti a sottolineare il rapporto tra opinione pubblica e potere costituito, tra informazione e libertà di stampa. Nella seconda metà dell'Ottocento il pensiero liberale cominciò a evidenziare come l'opinione pubblica, conseguenza dello sviluppo dello Stato democratico, potesse avere anche risvolti negativi. Già studiosi, come A. de Tocqueville nella Democrazia in America o J.S. Mill nel saggio Sulla libertà, avevano notato come l'opinione pubblica potesse condizionare il grado di autonomia degli individui.

 L'EVOLUZIONE NEL NOVECENTO
Nel corso del Novecento il concetto di opinione pubblica si è evoluto e modificato in rapporto alle trasformazioni economiche e politiche, ai conflitti bellici che hanno coinvolto tutti i paesi imponendo la partecipazione delle masse, nonché all'influenza sempre più organica e massiccia dei mezzi di comunicazione sulla società. Nel 1922 il sociologo americano W. Lippmann pubblicò il saggio L'opinione pubblica, in cui esaminava il rapporto stabilitosi nelle società avanzate tra un pubblico diventato sempre più diversificato e i mezzi di comunicazione. A questo proposito egli osservava che necessariamente "ciò che l'individuo fa si fonda non su una conoscenza diretta e certa, ma su immagini che egli forma o che gli vengono date". I mezzi di comunicazione - all'epoca soprattutto i giornali - potevano svolgere un ruolo preponderante nella formazione ma anche nella manipolazione della collettività. Emergeva qui chiaramente la consapevolezza del ruolo preminente che i mezzi di comunicazione, in quanto emanazioni di forze economiche, politiche, religiose ecc., erano in grado di esercitare all'interno della società di massa.
Lo studio pionieristico di Lippmann fu poi ripreso negli anni Sessanta, in un contesto fortemente caratterizzato dalla concorrenza sempre più dinamica tra i mezzi di comunicazione, dal filosofo tedesco J. Habermas, esponente della scuola di Francoforte. Nella sua opera Storia e critica dell'opinione pubblica (1962), Habermas analizza la trasformazione della sfera pubblica, dal punto di vista dello Stato sociale e dei mutamenti delle strutture della comunicazione, sotto l'influenza dei media (stampa, radio, cinema e televisione). Secondo Habermas nelle società industriali avanzate il confine tra sfera pubblica e privata tende sempre più ad assottigliarsi, e l'opinione pubblica perde in misura crescente il suo valore democratico a causa della martellante influenza dei mezzi di comunicazione.

IL MONDO 'IN RETE'
La rivoluzione telematica all'inizio del 21° sec. ha impresso una svolta nel mondo della comunicazione e nel rapporto con il pubblico. Un processo complesso, non privo di forti squilibri e di contraddizioni, nel quale l'antagonismo sempre più frenetico tra i media va di pari passo con il formarsi continuo di canali paralleli e con la rapidità eccezionale dei mezzi informatici. Le analisi sul mondo giovanile, per es., evidenziano una disaffezione sempre più marcata nei confronti dell'informazione giornalistica ufficiale e una crescita esponenziale della ricerca individuale di aggiornamento in tempo 'reale' in ambiti diversificati. Internet può rappresentare un importante percorso alternativo nel mondo della comunicazione offrendo ai lettori nuove opportunità di controllo nei confronti dei media. In questa fase il richiamo all'opinione pubblica tende a essere utilizzato a fini più pratici e mirati, come nei sondaggi politici, sociali e pubblicitari.
5  Forum Pubblico / SOCIALESIMO Prolegomeni della DEMOCRAZIA prima del SOCIALISMO. 20/02/2022 / Si è sempre abituati a vedere marxismo, comunismo, socialismo da una parte... inserito:: Maggio 13, 2024, 04:38:26 pm

Centro Casa Severino - Associazione Studi Emanuele Severino
Si è sempre abituati a vedere marxismo, comunismo, socialismo da una parte e, dall’altra, il capitalismo.
Severino, però, sia ne “La tendenza fondamentale del nostro tempo”, che ne "Gli abitatori del tempo”, ma anche in altre opere come “Téchne. Le radici della violenza” (1979) dimostra come entrambe le parti non siano poi così diverse.
La contraddittorietà del marxismo non è solamente la sua incapacità di critica radicale al capitalismo, perché, in fondo, condividono gli stessi presupposti (entrambi sono espressioni del nichilismo occidentale), ma è anche il fatto che nasca in un orizzonte in cui viene meno la possibilità di un epistéme. Il marxismo si pone come scienza, e, in quanto tale, è ipotetico, ma, allo stesso tempo, pretende che la propria analisi della società sia vera, volendo porla, quindi, come una verità indiscutibile. L’oscillazione del marxismo tra sapere filosofico e sapere scientifico implica un’altra contraddizione: da un lato rifiuta qualsiasi immutabile o verità assoluta ma, al contempo, si edifica proprio su un immutabile, cioè l’esistenza della lotta tra capitale e proletariato. Se il terreno in cui cammina il marxismo è la caduta dell’idea di un sapere epistemico, questo comporta un ulteriore problema: se non si ha un punto fermo a cui far riferimento, come è possibile distinguere la verità dall’errore? Come può la filosofia giudicare la nostra società? E, soprattutto, la filosofia si deve porre necessariamente o dalla parte della borghesia o da quella del proletariato? Il marxismo è solo una delle forme del nichilismo occidentale, la fede che l’ente è niente, e che quindi appartiene a quello che Severino chiama “terra isolata", cioè la terra isolata dal destino della verità.
Ma non per questo la filosofia deve tacere, anzi, per Severino l’ultima parola spetta proprio alla filosofia stessa testimoniando il destino: la filosofia che, smascherando la follia del divenir altro e della volontà di potenza, indica quel contenuto (l’incontrovertibile destino della necessità) che, mantenendosi al di fuori della terra isolata, circondandola, si mantiene al di fuori della volontà di potenza e quindi anche dell’opposizione marxismo-capitalismo.

Da -  Fb del 30 aprile 2024
6  Forum Pubblico / ARLECCHINO EURISTICO, Nickname che "INVITA ALLA PARTECIPAZIONE", Attraverso gli Scritti. / note di dialogo da FB inserito:: Maggio 13, 2024, 04:07:55 pm
Ruth Eismann
Verissimo. Lo penso e ci rifletto da un po'. Non possiamo sentirci in colpa di tutto e per tutto, l' Europa si sta sentendo in colpa per ogni cosa. Non andiamo da nessuna parte
7  Forum Pubblico / O.P.O.N. - OPINIONE PUBBLICA ORGANIZZATA NAZIONALE. (Dopo 11 maggio 2024). / L'Opinione Pubblica é un universo di pensieri, di pareri, di opinioni campate... inserito:: Maggio 13, 2024, 03:58:06 pm
L'Opinione Pubblica é un universo di pensieri, di pareri, di opinioni campate per aria e altri troppo piantati, con i piedi per terra.
Confusione e Caos?


No, la realtà di una NON comunità di Diversi e Differenti che coabitano in apparente libertà e che chiamano Democrazia.

In questa realtà di Democrazia illusoria la Partitocrazia, figliastra degenere del rapporto tra Partiti e la cosiddetta Politica, ha fatto il brutto tempo in mille modi come faceva loro comodo.
Costosissima illusione, delusa, per gli Italiani.
Ho pensato ad un Progetto con radici antiche (l'Olivo Policonico e l'Opinione Pubblica Organizzata Nazionale OPON) che tracci un percorso decennale di sviluppo compatibile, e crei un contraltare allo Sfasciare l'esistente in questa Democrazia "bucherellata", prima minacciato da cominci ben sistemati e rivoluzionari in "scarp de tennis", adesso approvato dal Governo: il Premierato.
E se non ci svegliamo non é finita qui.
ciaooo

seguirà Seconda Parte.
OPON - OPINIONE PUBBLICA ORGANIZZATA NAZIONALE.
Perché? - - A chi giova?
8  Forum Pubblico / ARLECCHINO EURISTICO, Nickname che "INVITA ALLA PARTECIPAZIONE", Attraverso gli Scritti. / Ognuno ha addosso da solo la responsabilità di un futuro possibilmente migliore. inserito:: Maggio 12, 2024, 07:18:20 pm
M. grazie.

Io sono convinto che Ognuno di Noi "ha addosso da solo la responsabilità di un futuro possibilmente migliore".
Il problema é che spesso neppure tra i "tanti noi", vogliamo o possiamo ipotizzarlo con "altri noi".
O non ti ascoltano, o non abbiamo noi voglia di parlarne, o siamo occupati a fare altro "tra noi" di più piacevole.


Oppure come accaduto a me, parti con il culo per terra e ti devi impegnare a sollevarti da una posizione che non ti va di mantenere oltre i tuoi 14/15 anni.
Allora ti alzi, guardi più lontano quello che ti lasciano vedere, vai all’oratorio, servi messa da chierichetto, scopri che non sopporti le regole, le disobbedisci come imposizioni da catechismo.
Ti allontani in silenzio, senza rompere nulla e dopo aver cantato al meglio di sempre e a voce alta nella messa per il funerale di Ezio, un amico morto di non sai cosa a scuola, forse perché era sempre pallido.
E te ne vai, salutando i preti.
Passi al Circolo/Sezione comunista.
È di fronte a casa ma non ci sei mai andato prima.
Incontri o rivedi tre quattro ragazzi, fai gruppo con loro, si beve la Spuma, si gioca al calcio balilla o a boccette senza stecche per non fare danni, si guardano i nonni che giocano a bocce oppure a carte, fumano sigari non sigarette.
Verso sera si chiudono in una stanza, con la porta a vetri, che si riempie del loro discutere, ma mai con toni alti e capisci da fuori che c’è chi parla e chi ascolta soltanto.
Poi arriva il 56 (1956) dopo i fatti d’Ungheria mi compro una spilla, distintivo dell’Ungheria Libera, la metto in bella vista sul petto della camicia e continuo ad andare al circolo comunista.
Non mi succede nulla!
Soltanto, una sera E. un gigante nemmeno tanto buono, mi ferma e mi “consiglia” di toglierla, quella spilla.
Gli rispondo di NO!
Ne parlo con il gestore del bar ma senza farne un problema, … continuo a frequentarlo quel Circolo/sezione e a non succedermi più nulla.
Dopo, però, l’Ungheria non fu più libera, messa sotto dai carri armati russi.
Qualcosa cambiò nell’animo di molti di noi.
Bisognava cercare un altro impegno, ben OLTRE IL COMUNISMO FEDIFRAGO.
ggg
9  Forum Pubblico / OLIVO POLICONICO. PROSPEZIONE SOCIOLOGICA sui FUTURI POSSIBILI per il TERRITORIO. (Dopo 11 maggio 2024). / Cybersicurezza, il voto europeo è sotto attacco? inserito:: Maggio 12, 2024, 07:14:23 pm
Cybersicurezza, il voto europeo è sotto attacco?
    
di Paolo Decrestina
    
Fakenews, deepfake, AI. A un mese esatto dal voto europeo si alza il livello di attenzione della cybersicurezza. L’ultimo attacco  oggi stesso: nel mirino degli hacker filorussi Noname057(16) sono finite di nuovo le istituzioni italiane. Colpiti il sito personale della premier Giorgia Meloni, quello del ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini  e quello dello Sviluppo economico di Adolfo Urso. L’agenzia per la cybersicurezza nazionale è intervenuta immediatamente tamponando i disservizi e bloccando il pericolo.
Ma quanto sono a rischio influenze e “contaminazioni” le prossime elezioni? Che impatto possono avere azioni di questo tipo in vista di una campagna in cui la parte “digitale” giocherà il ruolo di protagonista assoluto?
Secondo gli analisti, il pericolo è concreto e le istituzioni dovranno difendersi da attacchi diversificati e multidirezionali. L’ultimo report di Mandiant, il colosso americano della sicurezza informatica, sussidiaria di Google, rivela che il rischio più grave per questa campagna sono le attività informatiche portate avanti da gruppi legati ai governi del continente. La minaccia arriverà da Mosca e Teheran. In particolare, secondo l’analista Jamie Collier,  le operazioni russe si svolgeranno “in tutta Europa e tenteranno di minare il sostegno all’Ucraina, alla Nato e all’Ue”.
La tensione, come detto, resta altissima. E proprio la gestione della strategia contro cyberattacchi ha messo in crisi sistema di difesa di  Bruxelles. Nel mirino delle istituzioni europee è finito il Chief Information Security Officer del Parlamento a Strasburgo, Pascal Paridans, sottoposto a incessanti critiche da parte dell’assemblea per le scelte in materia di cybersicurezza.
Un mese di campagna e sarà voto. Il sistema di protezione dovrà reggere l’urto.
 
    
ALTRE NOTIZIE DI POLITICA (da approfondire a parte).
 
Jobs act, a furia di svolte il Pd è sempre lo stesso: solo gli elettori sono molti meno di allora
Arresto di Toti, le reazioni. Lollobrigida e Rocca: «Tre anni di indagini chiuse a 25 giorni dalle Europee, perché?». Sansa: «Il governatore si deve dimettere»
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10  Forum Pubblico / OLIVO POLICONICO. PROSPEZIONE SOCIOLOGICA sui FUTURI POSSIBILI per il TERRITORIO. (Dopo 11 maggio 2024). / Massimiliano Bondanini e Lorenzo Zunino SUPERBONUS, SUPERDEBITO E SUPERMARIO. inserito:: Maggio 12, 2024, 07:09:33 pm
Post della sezione Notizie
Massimiliano Bondanini
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Lorenzo Zunino
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SUPERBONUS, SUPERDEBITO E SUPERMARIO

Per Mario Draghi Bonino, Renzi, tutta la lista SUE – e Zunino - auspicano un ruolo di vertice nel futuro dell’Unione Europea. Con l’occasione oggi facciamo un breve ripasso su Mario Draghi e il superbonus, dedicato a quegli elettori che pensano di votare Movimento 5 Stelle e Conte, perché quello sì che fa l’interesse del popolo.
Non so se è chiaro a tutti che, per i conti pubblici – tradotto: per i debiti che stiamo facendo in giro -, gli effetti negativi del superbonus attualmente superano, e di parecchio, la montagna di soldi riversatasi sull’Italia col PNRR. Inoltre, non so se è chiaro a tutti che tali effetti negativi il Governo italiano - e con esso la Commissione Europea, il Fondo Monetario Internazionale e tutte le istituzioni pubbliche e private del mondo – li scopre man mano che si manifestano. Al momento le previsioni fatte solo alcuni mesi fa dalla Ragioneria Generale dello Stato e Ministero dell’Economia risultano sbagliate di – appena - il 500 % (cinquecento percento)
All’inizio di luglio del 2022 Mario Draghi, al tempo Presidente del Consiglio, stava per dimettersi, ma ancora non lo sapeva. Il Movimento 5 Stelle aveva posto sul tavolo tre condizioni “irrinunciabili”: due di queste erano: mantenere il reddito di cittadinanza e non fare l’inceneritore a Roma; ricorderete poi che Conte e compagni si mettevano regolarmente di traverso rispetto all’invio di armi all’Ucraina (sostenuti naturalmente da tutta la combriccola del Fatto Quotidiano e da Sua Eminenza il papista Marco Tarquinio, che ora i poverini del Partito Democratico dovranno pure votarselo). Qual era la terza condizione irrinunciabile dei pentastellati ? Maddai, è facile ! Avanti tutta col superbonus !
Quando Mario Draghi disse del superbonus: “Una legge scritta male, fatta per avere pochi controlli” Conte e i suoi si offesero, mortalmente. Dopo poco, il 21 luglio, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega – ripetete insieme a me: Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega – sfiduciarono tutti insieme Mario Draghi, spalancando le porte al Governo Meloni-Lollobrigida.
Non so se è chiaro, a quelli che “Conte fa l’interesse del popolo”, come questa gran pensata del superbonus, la pervicacia nel difenderlo e a occhio pure l’ottusità nel non capirlo tanto bene, falcidia, sottrae, deruba, amputa, recide, mozza, prosciuga, assorbe risorse che, sia pure nelle sbrodolose mani del Governo Meloni, sarebbero potuto essere assai meglio investite, persino nella difesa dei deboli.
Infine, non so se è chiaro a tutti che un Paese superindebitato come l’Italia, il cui Governo sovranistissimo sbaglia, dall’autunno alla primavera, di 40 o 50 miliardi i conti sulle proprie entrate, di essere dentro l’Unione Europea e di essere dentro l’Euro deve ringraziare tutti i giorni, a pranzo, cena e alzata per la pipì notturna

Da FB del 24 aprile 2024
11  Forum Pubblico / SOCIALESIMO Prolegomeni della DEMOCRAZIA prima del SOCIALISMO. 20/02/2022 / Difficile oggi trovare oneste e meravigliose lezioni di Democrazia. Troppo fango inserito:: Maggio 12, 2024, 07:06:26 pm
Olio di Canfora e di ricino.

Le lezioni di democrazia di un barone a cui la democrazia fa schifo

Carmelo Palma
Per decenni il pensiero del classicista è stato usato dalla sinistra comunista per cercare di purgare le colpe delle compromissioni liberali e riformiste. E viene da chiedersi perché uno come lui sia ancora così amato e riverito dal mondo progressista che ormai dovrebbe essergli molto lontano

Pare che ieri, ci informa Repubblica, il professore Luciano Canfora al Salone del Libro di Torino abbia impartito una «meravigliosa lezione di democrazia». Una lezione, ci avverte l’entusiasta cronista dell’evento, che «nell’Arena contro la censura ha un valore ancora più grande», essendo l’anziano capostipite di una delle più multiformi dinastie accademiche italiane vittima della fascistica suscettibilità della presidente del Consiglio, che l’ha querelato per diffamazione dopo essersi sentita appellare «neonazista nell’animo» per avere «scelto di schierarsi con i neonazisti ucraini».
Si sa che l’olio di Canfora, il distillato del suo sapere e della sua spocchia, è stato il Crisma con cui per decenni si è battezzato il popolo antifascista, si sono cresimate le élite post-resistenziali e si sono ordinati i sacerdoti della lotta di classe, che non a caso ieri l’ospite censuratissimo, eppure conteso da tutte le botteghe dell’industria culturale e mediatica, ha richiamato come orizzonte e dovere perché – tenetevi forte – «la libertà ha l’eterno davanti a sé» e «ci sarà sempre un nuovo conflitto».
D’altra parte, il Canfora pensiero è stato anche l’olio di ricino con cui la sinistra comunista, prima maggioritaria, poi minoritaria e ora ubiquitaria nel mainstream demo-populista, ha cercato di purgare le colpe delle compromissioni liberali e riformiste, con cui la sinistra post-comunista, dopo la caduta del Muro, ha provato a riconvertire il suo scopo sociale e la sua identità politica in quella di una forza più o meno modernamente progressista.
Viene da chiedersi perché un professionista dell’apologetica staliniana e uno spregiatore della democrazia borghese sia tuttora così amato, riverito e vezzeggiato e venerato come sacra icona di un antifascismo eterno e eternamente equivoco e nostalgico, anche da parte di chi dovrebbe avere laicizzato quella memoria e preso congedo dalle sue iconografie.
Viene cioè da chiedersi perché élite politiche e intellettuali progressiste ormai biograficamente estranee e ideologicamente distanti dal mondo che Canfora rappresenta e dall’oltremondo da cui scaglia i suoi anatemi continuino a farsi impartire «meravigliose lezioni di democrazia» da un barone a cui la democrazia, diciamolo, ha sempre fatto schifo.
Viene da chiedersi tutto questo, ma anche da non rispondersi, per timore che la risposta più giusta sia quella peggiore e rimandi a un album di famiglia che rimane comune.

https://www.linkiesta.it/2024/05/democrazia-canfora-democrazia-salone/
12  Forum Pubblico / LA CULTURA, I GIOVANI, La SOCIETA', L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA, IL MONDO del LAVORO. / I PFAS hanno contaminato l’acqua potabile di ottanta comuni tra le province ... inserito:: Maggio 12, 2024, 07:02:12 pm
QUATTROMILA MORTI

Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto.
Gloria Bertasi, redattrice, parla dello studio choc sulla zona rossa delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). Buona lettura!
 
Quasi quattromila decessi in più rispetto alle previsioni statistiche che per l’«area rossa» dei Pfas stimavano circa 47 mila morti tra gli anni Ottanta e il 2018. Invece sono stati 51 mila. Con un aumento significativo di patologie quali i tumori ai reni e ai testicoli, la cui correlazione con l’esposizione alle sostanze chimiche che compongono i Pfas è stata largamente certificata. Ma anche malattie dell’apparato cardiovascolare. Sono i risultati del nuovo studio realizzato da un team di esperti guidati da Annibale Biggeri, professore di Statistica medica all’università di Padova con la collaborazione del Servizio statistico dell’Iss e del Registro tumori dell’Emilia-Romagna.
 
La ricerca, finanziata con 39 mila euro dalla Regione Veneto, è la prima che mette in evidenza la correlazione di ischemie e ictus con i Pfas. «Che aumentano il colesterolo», spiega il docente. Già Airc a dicembre aveva sancito il rischio per la salute di queste sostanze, certificando che sono cancerogene. Ma a oggi un’analisi incrociata di dati con un campione così ampio (il più ampio al mondo con circa 350 mila cittadini esposti) non era mai stata portata avanti.
 
I Pfas hanno contaminato l’acqua potabile di ottanta comuni tra le province di Verona, Vicenza, Padova. Con epicentro il vicentino Trissino, dove fino al 2018 ha operato Miteni, azienda chimica sotto processo (dal 2021) con l’accusa di disastro ambientale, avvelenamento di acque e altre ipotesi di reato legate alla salute.
 
Ora i comitati, in prima fila le Mamme No Pfas, tornano a chiedere che siano messe al bando queste sostanze. E che si proceda con analisi più approfondite sugli esposti. Anche perché dallo studio di Biggeri emerge che i più colpiti dalle patologie più serie sono i nati negli anni Settanta e Ottanta: le loro madri, di contro, sono sane; pare plausibile che i Pfas siano stati trasferiti al feto e con l’allattamento. Inoltre, risulta evidente che chi è stato esposto tra i 5 e i 9 anni ha un rischio maggiore di ammalarsi.
 
Se volete scriverci la mail è: web@corriereveneto.it

Da – corriere del Veneto  7 maggio 2024
13  Forum Pubblico / O.P.O.N. Opinione Pubblica Organizzata Nazionale, di DEMOCRATICI PROGRESSISTI. (Dopo 11 maggio 2024). / ANM approva la mozione congressuale "NO alla SEPARAZIONE delle CARRIERE". inserito:: Maggio 12, 2024, 06:57:21 pm
L'Anm approva la mozione congressuale "no alla separazione delle carriere"

Intelligenza artificiale, imparzialità, diritto alla partecipazione alla vita pubblica sono le parole chiave dell'atto conclusivo del 36esimo congresso svoltosi a Palermo


12 maggio 2024

Profilo x Anm - Giornata conclusiva lavori Congresso Anm

ANM PALERMO MAGISTRATURA

AGI - "L'interpretazione è l'essenza della giurisdizione. Senza adeguate garanzie di libertà della interpretazione nessun ordinamento può ambire a definirsi democratico. La magistratura italiana si impegna quotidianamente a praticare e a rispettare il principio costituzionale che vuole il giudice soggetto soltanto alla legge e che costituisce il presupposto dell'autonomia e dell'indipendenza della giurisdizione". Inizia così la mozione finale approvata per acclamazione dall'Associazione nazionale magistrati, atto conclusivo del 36esimo congresso svoltosi a Palermo.

IPERTROFIA SCADIMENTO E 'BUCHI' NORMATIVI
La magistratura italiana "denuncia pubblicamente la condizione di ipertrofia normativa in cui si trova a operare e lo scadimento qualitativo della produzione normativa, sempre più spesso improntata alla soluzione del contingente, senza un adeguato sforzo di coerenza sistematica". Cosi' come denuncia "la persistente assenza di una disciplina chiara e puntuale su importanti ambiti che toccano nel profondo le vite dei cittadini". La giurisdizione "non si sottrarrà mai al dovere di rispondere alla domanda di giustizia formulata dai cittadini, anche risolvendo in via interpretativa le aporie del quadro normativo, ispirandosi a prudenza e misura nell'esercitare la sua discrezionalità, ma chiede che altrettanto senso di responsabilità venga assunto dagli altri poteri dello Stato nel rispondere alle attese dei cittadini".

GIUSTIZIA TEMPESTIVA, MA FRENO A INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La magistratura italiana conferma anche "il suo impegno volto ad assicurare che la risposta alla domanda di giustizia sia sempre più tempestiva, ma va mantenuto fermo il principio che l'attività del giudicare non può mai essere demandate all'intelligenza artificiale, che può e deve servire per assicurare più efficaci strumenti di organizzazione, non per supplire all'attività del giudicare, che è e deve restare prerogativa esclusivamente umana".

LIBERA INTERPRETAZIONE E IMPARZIALITÀ
Il tema della libertà dell'interpretazione "è intimamente connesso con quello della imparzialità del magistrato. Dell'ampia discrezionalità immanente all'attività interpretativa i magistrati italiani danno quotidianamente conto al popolo, nel cui nome amministrano la giustizia, con le motivazioni dei loro provvedimenti, che costituiscono il cuore pulsante dell'attività giurisdizionale".

NO A CRITICA FONDATA SULLA RICERCA NELLA VITA PRIVATA DEL MAGISTRATO
La dialettica tra i poteri trae alimento dalla critica, che puo' e deve avere a oggetto anche i provvedimenti giudiziari, "ma va ribadito che tale critica deve muovere dal rispetto reciproco, ispirarsi a continenza ed essere sempre motivata e ragionata, nell'interesse dello Stato e della fiducia che tutti i cittadini devono riporre nelle istituzioni democratiche. è dannosa per le istituzioni una critica che non parta dalle motivazioni del provvedimento giudiziario, e che sia fondata sulla ricerca nella vita privata del magistrato, di dichiarazioni o meri comportamenti che, talvolta travisati e comunicati ad arte, possano dare, all'opinione pubblica, l'impressione di un pregiudizio, di una partigianeria che ne ha guidato la penna". Questo modo di muovere critiche alle decisioni dei giudici "va contrastato con grande fermezza, perchè inquina il dibattito pubblico intorno alla giustizia e genera sfiducia verso la magistratura".

DIRITTO ALLA PARTECIPAZIONE AL DIBATTITO PUBBLICO
La partecipazione al discorso pubblico, "pur con la cautela imposta dal ruolo, puo' contribuire a una piu' consapevole considerazione delle implicazioni delle scelte che il decisore politico intende assumere, soprattutto quando vengono in rilievo possibili compressioni dei diritti fondamentali, nell'ottica del perseguimento delle finalità previste dalla Costituzione".
La magistratura italiana "ha conquistato un patrimonio di credibilità e di fiducia presso i cittadini, anche pagando un prezzo di sangue tra i piu' alti al mondo, ed è consapevole del fatto che esso va difeso nel quotidiano anche con le condotte dei singoli, perchè costituisce un capitale sociale inestimabile". Proprio per questo dobbiamo interrogarci su quali siano i temi, le modalità e i contenuti piu' idonei a prevenire strumentalizzazioni e a evitare che le nostre voci si confondano con il rumore di fondo di un dibattito, spesso confuso e sgrammaticato, e finiscano per ingenerare ancora piu' confusione e disorientamento nei cittadini". Tra i temi, "certamente" quelli attinenti alla funzione, al ruolo e alle attribuzioni della magistratura, "cosi' come quelli correlati alle leggi sostanziali e processuali che ne governano l'operato, comprese quelle che definiscono, accrescono o restringono il catalogo dei diritti. Nè possono esserne esclusi i temi che, essendo pertinenti all'equilibrio tra i poteri definito dalla Costituzione, incidono, anche indirettamente, sul ruolo della giurisdizione rispetto agli altri poteri pubblici". Si rivendica, quindi, "l'importanza della partecipazione di tutti i magistrati al dibattito pubblico, non solo in quanto cittadini dotati di pari diritti rispetto agli altri, ma anche come portatori di esperienza, cultura, principi, ispirati ai valori costituzionali ed alla legalità".

NO ALLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, NESSUNA TRATTATIVA
Quanto alle riforme l'Anm ribadisce "la propria intransigente contrarietà alla separazione delle carriere e al complessivo indebolimento del Csm che ne costituiscono il contenuto principale". L'unicità della magistratura "è valore fondante del nostro associazionismo: tale sua caratteristica ontologica è incompatibile con ogni possibilità di mediazione e trattativa sugli specifici contenuti delle riforme". La separazione delle carriere "non è affatto funzionale a garantire la terzietà del giudice, ma appare piuttosto uno strumento per indebolire in modo sostanziale il ruolo del pubblico ministero e, conseguentemente, la funzione di controllo di legalità rimessa al giudice e lascia presagire che venga agitata come strumento di ritorsione e minaccia nei confronti della magistratura tutta".
Separare il pubblico ministero dal giudice, porterebbe alla istituzione di una figura professionale di 'pubblico persecutore', molto lontana dall'attuale organo dell'accusa, che oggi è preposto alla ricerca della verità ed è garante del rispetto delle prerogative dell'indagato, anche nella fase della raccolta delle prove da parte della polizia giudiziaria". Separare il pubblico ministero dal giudice "avrebbe gravissime ripercussioni sull'obbligatorietà dell'esercizio dell'azione penale indispensabile per l'attuazione del principio di eguaglianza del cittadino dinanzi alla legge. Alla logica della separazione l'Anm vuole contrapporre la logica della condivisione. La matrice culturale della giurisdizione deve essere strettamente condivisa tra giudici, avvocati e pubblici ministeri".

UN CSM PIÙ DEBOLE
Il Csm "è l'unico presidio posto dalla Costituzione a tutela dell'autonomia e indipendenza della magistratura, che è indispensabile per realizzare l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Le riforme prospettate indebolirebbero fatalmente l'organo di autogoverno dei magistrati, riducendone le competenze, eliminando quelle di maggior rilievo, compromettendone l'autorevolezza e alterando la proporzione tra componenti laici e togati. Tale indebolimento pregiudica la realizzazione dell'uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini".

MOBILITAZIONE CULTURALE E COMUNICATIVA
L'Anm "è determinata ad assumere ogni utile iniziativa per informare l'opinione pubblica in ordine alla propria argomentata opposizione a tale riforma, e invita da subito tutti gli iscritti a una mobilitazione culturale e comunicativa che faccia comprendere i rischi che questa comporta per l'effettiva tutela dei diritti dei cittadini e per la scrupolosa osservanza delle loro garanzie costituzionali".


Da - https://www.agi.it/cronaca/news/2024-05-12/anm-approva-mozione-no-separazione-carriere-26361495/
14  Forum Pubblico / O.P.O.N. Opinione Pubblica Organizzata Nazionale, di DEMOCRATICI PROGRESSISTI. (Dopo 11 maggio 2024). / Nel futuro dell'Intesa Olivo Policonico, quindi NON PIU' CORRENTI inserito:: Maggio 11, 2024, 11:53:01 pm
Mettiamo ordine, almeno nei concetti base, perché INTESA OLIVO POLICONICO e NON PIU' ULIVO.
 Noi ForumUlivisti che l'abbiamo visto nascere e sparire, sappiamo che non fu l'ULIVO a spegnersi nel PD e Altri.
 Nella realtà dell'allora CentroSinistra furono i Partiti a RICOMPORSI, nel caso del PD e/o consumarsi sino a sparire, di fatto, sminuzzandosi in decine di mini-partiti intorno a MINI-LEADER.
 L'INTESA OLIVO POLICONICO da me immaginato NON È UN PARTITO ma, invero, mantenendo le radici nell'Idea Ulivista (Cattolici Progressisti e Socialisti Democratici Uniti) vogliamo farne un PROGETTO DI SVILUPPO COMPATIBILE DECENNALE, tra Progressisti Revisionisti, Europeisti Occidentali e Atlantisti, sarà UNA INTESA CONCORDATA tra diverse linee di pensiero coincidenti verso un unico FINE POLITICO, SOCIALE E CULTURALE.
 In questa INTESA la Politica dovrà essere in grado di garantire il Bene dei Cittadini come suo FINE UNICO.
 La Forma di Governo sarà la Repubblica, unica forma che garantisce il "vivere libero" e la partecipazione di tutti i Cittadini alle decisioni politiche (Machiavelli).
  Nel futuro dell'Intesa Olivo Policonico, quindi NON PIU' CORRENTI ma singoli progetti sociali e politici uniti e CONCORDANTI in un  PROGETTO ORGANIZZATIVO E SOCIALE.
Appunto: L'INTESA OLIVO POLICONICO.

ggiannig
P.S.: siamo in questo inizio di lavori e di studio, in POCHISSIME persone (insufficienti all’opera) ma resta inteso che in questa fase e sino alla stesura del progetto e dello statuto, NON ammetteremo la presenza di Movimenti o Partiti oggi esistenti e attivi. Ovviamente non ci chiuderemo in una torre (o sgabuzzino) e accetteremo pareri soltanto consultivi segnalandoli per chiarezza al pubblico.   
15  Forum Pubblico / O.P.O.N. Opinione Pubblica Organizzata Nazionale, di DEMOCRATICI PROGRESSISTI. (Dopo 11 maggio 2024). / Cybersicurezza, il voto europeo è sotto attacco? inserito:: Maggio 11, 2024, 11:49:12 pm
Cybersicurezza, il voto europeo è sotto attacco?
    
 di Paolo Decrestina
    
Fakenews, deepfake, AI. A un mese esatto dal voto europeo si alza il livello di attenzione della cybersicurezza. L’ultimo attacco  oggi stesso: nel mirino degli hacker filorussi Noname057(16) sono finite di nuovo le istituzioni italiane. Colpiti il sito personale della premier Giorgia Meloni, quello del ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini  e quello dello Sviluppo economico di Adolfo Urso. L’agenzia per la cybersicurezza nazionale è intervenuta immediatamente tamponando i disservizi e bloccando il pericolo.
Ma quanto sono a rischio influenze e “contaminazioni” le prossime elezioni? Che impatto possono avere azioni di questo tipo in vista di una campagna in cui la parte “digitale” giocherà il ruolo di protagonista assoluto?
Secondo gli analisti, il pericolo è concreto e le istituzioni dovranno difendersi da attacchi diversificati e multidirezionali. L’ultimo report di Mandiant, il colosso americano della sicurezza informatica, sussidiaria di Google, rivela che il rischio più grave per questa campagna sono le attività informatiche portate avanti da gruppi legati ai governi del continente. La minaccia arriverà da Mosca e Teheran. In particolare, secondo l’analista Jamie Collier,  le operazioni russe si svolgeranno “in tutta Europa e tenteranno di minare il sostegno all’Ucraina, alla Nato e all’Ue”.
La tensione, come detto, resta altissima. E proprio la gestione della strategia contro cyberattacchi ha messo in crisi sistema di difesa di  Bruxelles. Nel mirino delle istituzioni europee è finito il Chief Information Security Officer del Parlamento a Strasburgo, Pascal Paridans, sottoposto a incessanti critiche da parte dell’assemblea per le scelte in materia di cybersicurezza.
Un mese di campagna e sarà voto. Il sistema di protezione dovrà reggere l’urto.
 
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