LA-U dell'OLIVO
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Vaccino Covid, AstraZeneca costretta a rivelare i dati sugli effetti collaterali.

La decisione di un tribunale tedesco

di Sara Bichicchi

La società farmaceutica è stata portata in causa da una donna tedesca che, dopo la vaccinazione, ha avuto una forma rara di trombosi | Vaccini a mRNA, Moderna sospende la costruzione di un impianto di produzione in Kenya

Ultim'ora News
AstraZeneca fornisca dati dettagliati sugli effetti collaterali del suo vaccino anti-Covid 19 (Vaxzevria). L’ordine è arrivato mercoledì 10 aprile dalla Corte regionale superiore di Bamberg, in Germania, al termine di una causa intentata da una donna tedesca contro la big pharma inglese e raccontata da alcuni quotidiani tedeschi. Il titolo di AstraZeneca sembra, però, non averne risentito: mercoledì 10 le azioni hanno chiuso in rialzo dello 0,2% e alle 13 di giovedì 11 scambiano ancora in territorio positivo, guadagnando quasi il 2%. Negli ultimi 12 mesi la performance del titolo è invece di un calo di circa il 7%.
La causa contro AstraZeneca
La donna che ha portato in tribunale la società farmaceutica, una 33enne dell’Alta Franconia, ha ricevuto il vaccino Vaxzevria nel marzo 2021. Successivamente ha sviluppato una forma rara di trombosi – un tipo grave di coagulo di sangue – all’intestino, che l’ha costretta a sottoporsi a un’operazione chirurgica. Per questo la donna ha deciso di citare in giudizio AstraZeneca, chiedendo un risarcimento quasi milionario: 250 mila euro per il dolore arrecato, 17 mila euro per il mancato guadagno del periodo in cui non ha potuto lavorare e 600 mila euro per tutti i problemi legati alla malattia (l’operazione ha asportato una parte dell’intestino). Il tribunale ha, quindi, chiesto alla società di rendere noti tutti i dati relativi alle trombosi causate dal vaccino Vaxzevria dall’approvazione del siero nel dicembre 2020 fino a febbraio 2024.    (riproduzione riservata) 


Leggi anche: AstraZeneca acquisisce Fusion Pharmaceuticals: per la pharma inglese è il secondo m&a in una settimana. Ecco quanto pagherà
Orario di pubblicazione: 11/04/2024 12:33
Ultimo aggiornamento: 11/04/2024 15:11

da - https://www.milanofinanza.it/news/vaccino-covid-astrazeneca-costretta-a-rivelare-i-dati-sugli-effetti-collaterali-la-decisione-di-un-tribunale-202404111329333466?refresh_cens

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 inserito:: Oggi alle 12:08:58 am 
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LO STABILIMENTO DI VSEVOLOZHSK
Caso Ariston, Tajani convoca l’ambasciatore russo per chiarimenti sulla nazionalizzazione dello stabilimento

di Redazione Economia
Caso Ariston, Tajani convoca l’ambasciatore russo per chiarimenti sulla nazionalizzazione dello stabilimento

NEW
«Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group», scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X a proposito del passaggio di Ariston Thermo Rus a Gazprom Household Systems, controllata della società statale Gazprom. Il governo è «al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania», conclude Tajani.

ELETTRODOMESTICI
Putin nazionalizza Bosch ed Ariston in Russia: trasferite per decreto a Gazprom

di  Redazione Economia

Russia, Putin: «Famiglia è unione tra uomo e donna, l’Occidente va verso catastrofe spirituale» Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin nel suo messaggio alla nazione - AGTW
Il ministro era già intervenuto il 26 aprile sulla vicenda: «Dopo l'inattesa decisione governo russo sulla gestione di Ariston Thermo Group - aveva scritto su X - ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell'azienda italiana. Il Governo italiano è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali».
Lo stabilimento di Vsevolozhsk
Da quasi 20 anni Ariston Thermo Rus gestisce uno stabilimento produttivo a Vsevolozhsk, nei pressi di San Pietroburgo, ma ora  il 100% di questa società è stato trasferito sotto la gestione temporanea della statale Gazprom Household Systems su decisione di Vladimir Putin. Il presidente russo ha firmato infatti un decreto per il trasferimento temporaneo delle sussidiarie russe non solo di Ariston, ma anche di Bosch alla società del gruppo statale Gazprom, produttrice di elettrodomestici. Nello specifico, il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH.

LE ILLUSIONI DELLA GUERRA
Putin è davvero al sicuro? Gli oligarchi «predatori di guerra» e il boom russo (dai piedi d'argilla)
di  Federico Fubini

putin
L’interventismo del Cremlino sull’economia russa
Prosegue così l’interventismo del Cremlino nell’economia russa. Dal febbraio 2022 a oggi sono state oltre 180 le imprese passate sotto il controllo diretto dello Stato russo: molti i marchi occidentali, ma a essere colpiti sono stati anche oligarchi troppo poco «patriottici». Che la Russia non rientri nel novero delle nazioni democratiche è assodato, ma il regime si sta intensificando anche per finanziare l’economia di guerra e spingere le operazioni militari in Ucraina. Dall'inizio della guerra, la Russia ha posto sotto «gestione temporanea» i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.


Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18

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 inserito:: Oggi alle 12:03:22 am 
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Stefano Cipolla

Paolo Loscalzo questo è il problema.

I giornali generalisti tendono a scomparire, fatta eccezione per alcune testate che si sono ritagliate un posto di autorevolezza e serietà riuscendo a conquistare una "community" (Internazionale su tutti, L'Espresso in parte, grazie anche alla sua storia).

Poi ci sono alcuni casi molto interessanti, a metà tra digitale e cartaceo: il Post e Linkiesta hanno raggiunto prima un pubblico vasto sul digitale e poi, in un secondo tempo, si sono sdoppiati su carta, raggiungendo ottimi risultati.
Segno evidente che della carta c'è ancora bisogno.

Infine, come dici tu c'è il settore della stampa indipendente e di settore che è in piena crescita.

Cosa ci dice tutto ciò? Che il sistema giornali tradizionale - basato su modelli economici non più sostenibili, con redazioni fisiche e numero di giornalisti sovradimensionato - è in crisi, ma al contempo un nuovo modello editoriale sta conquistando terreno.

Da FB 9 marzo 2024

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 inserito:: Maggio 05, 2024, 11:54:38 pm 
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Menu di Facebook
Fabrizio De André - L'uomo, l'artista

L’identità è un tema caro sia a De André che a Gaber, come si può notare in “Storia di un impiegato” o per Gaber “Il Signor G”.
La ricerca della propria identità pone dei sacrifici laddove il sistema richiede continuamente un confronto con l’altro. Paradossalmente l’individualità, giorno dopo giorno, rischia di creare un senso di non appartenenza e di sradicamento dalle persone che ha attorno.
Di questa solitudine, che a volte è subita e raramente ricercata, De André parla in…
Paula Elias
Michele Cinelli
29 ottobre 2023
 
Papa Francesco è qualcosa fuori dal comune!
Ecco il suo nuovo messaggio, pieno di saggezza e umiltà. Se non pratichi alcuna religione, agnostica, cristiana, ateo o testimone di Geova. Non fa proprio niente. Leggilo... non te ne pentirai.
FELICITÀ... prendetevi un minuto per leggerlo.

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 inserito:: Maggio 05, 2024, 11:50:23 pm 
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Xi arriva in Europa, il suo Grande Fratello lo ha preceduto

Posta in arrivo
ggiannig <ggianni41@gmail.com>
   
sab 4 mag, 21:29
   
a me

https://www.corriere.it/oriente-occidente-federico-rampini/24_maggio_04/xi-arriva-in-europa-il-suo-grande-fratello-lo-ha-preceduto-0dc5c6df-124d-4515-9aa9-a742bbc07xlk.shtml

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 inserito:: Maggio 05, 2024, 11:30:35 pm 
Aperta da Arlecchino - Ultimo messaggio da Admin
Peo Panizzolo Non scansarti ma anzi scusa la mia indelicatezza.

Ho scritto che rispetto le tue pene e non le ho giudicate (avrei elementi per farlo, io avverso le ipocrisie buoniste) ma non sentirti "maestro" e soprattutto non mettere nessuno dietro la lavagna.

Se Facebook con tutti i suoi limiti mi permette di "entrare” per dialogare con altri utenti, non devi essere tu a impedirlo critica i miei contenuti ma non la mia persona.
Grazie ciaooo

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 inserito:: Maggio 05, 2024, 11:26:19 pm 
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Piero Gobetti, il 1924, l’assassinio di Matteotti e il distacco dall’Aventino

Posta in arrivo
A-LAU-NUOVA da news

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
sab 4 mag, 21:31
a me

https://www.corriere.it/cultura/24_maggio_03/piero-gobetti-1924-l-assassinio-matteotti-distacco-dall-aventino-6ef6b9f6-0972-11ef-b130-451ee3c88594.shtml

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 inserito:: Maggio 04, 2024, 03:14:07 pm 
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Prima Ora Il Punto | La newsletter del Corriere della Sera    
   
Sabato 6 aprile 2024
Perché è finita a stracci tra Conte e Schlein

   editorialista   di Gianluca Mercuri

Buongiorno. «Sleale». «Sleale a chi? Attenta a come parli».
Tra Elly Schlein e Giuseppe Conte è finita a stracci.
I dubbi, da questo punto di vista, sono due.
Il primo: è finita davvero? O lo scontro innescato dall’improvviso ritiro dei 5 Stelle dalle primarie col Pd a Bari è «solo» legato alla concorrenza inevitabile in vista delle Europee, e i due partiti sono destinati a ritrovarsi di riffa o di raffa alle prossime Politiche (che però sono lontanissime: 2027)?
Il secondo dubbio è più corposo: è mai iniziata davvero, l’alleanza?
Certo, dalla vittoria comune in Sardegna non sono passati neanche due mesi, ma anche quella sembra lontanissima. Prima e dopo, ci sono mai stati slancio vero, intesa effettiva, pathos condiviso? O il Pd è per Conte solo un taxi per sognare un fantascientifico ritorno a Palazzo Chigi, e per il Pd i 5 Stelle sono solo il vagone necessario alla parvenza di un convoglio?
Di certo, nell’altro campo se la ridono.
Se la ride il centrodestra perché non solo il «campo largo» di tutti gli oppositori di Giorgia Meloni — teorico contenitore di una maggioranza alternativa, visto che nessun voto e nessun sondaggio hanno mai dato il centrodestra oltre il 45 per cento — è ridotto in pezzi, ma pure quei pezzi vanno in frantumi. In frantumi il «campo giusto» tra Pd e 5 Stelle, come lo chiama(va) Conte, «giusto» solo se lo comandava lui; in frantumi il (fu) terzo polo, che andrà alle Europee sparpagliato tra Calenda e Renzi+Bonino, tutti a provare il brivido della soglia del 4% da superare, sennò a casa. In frantumi, almeno a Bari, perfino l’Alleanza Verdi-Sinistra: Bonelli col Pd, Fratoianni con Conte.
Dunque ride il centrodestra perché sa come si vince. Non mancano certo le idiosincrasie personali — al di là degli stucchevoli proclami di amicizia tra Meloni e Salvini — e la competizione stimolata dal sistema proporzionale delle Europee si sente eccome anche lì. Lo conferma la sanatoria proposta dal leader della Lega sulla casa, da lui pensata per anticipare gli alleati, e infatti gli alleati si sono irritati eccome. Ma alla fine sarà sanata anche la furbata salviniana, con una proposta comune che farà impugnare a tutti i partiti della coalizione una delle bandiere elettorali più efficaci. Ecco, come si vince.
Per il resto, in Medio Oriente la minaccia di un’escalation tra Israele e Iran si aggiunge alla guerra a Gaza, mentre in Ucraina non si ferma l’avanzata russa. A New York tremano i grattacieli. Il brand leggendario di Giorgio Armani deve difendersi dalle accuse di «caporalato» a una sua azienda. Luxuria sta per diventare la prima conduttrice trans della tv italiana. E altre cose che vale la pena sapere, leggere o ascoltare nel weekend.

Benvenuti alla Prima Ora di sabato 6 aprile.
La rottura tra Pd e 5Stelle

Image Emiliano, Leccese, Decaro, Laforgia. La sinistra pugliese in pezzi
Lo scambio di accuse, l’alleanza in crisi (nel capoluogo, non in Regione), l’inchiesta di Bari. Punto per punto.
    L’antefatto A indurre Conte alla rottura è stata l’inchiesta sulle presunte compravendite di voti, che vede tra gli oltre 70 indagati Anita Maurodinoia, assessora regionale ai Trasporti della giunta Emiliano (in cui il governatore del Pd è appoggiato dai 5 Stelle). Maurodinoia (che si è dimessa dalla carica e dal Pd, in cui era confluita dal centrodestra alla fine del 2021), è accusata di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale insieme al marito Alessandro Cataldo, ideatore della lista «Sud al Centro». Sull’inchiesta però torniamo dopo. Vediamo prima gli sviluppi politici.
    L’indignazione di Schlein «Conte è veramente sleale. Umanamente e politicamente. Il suo è un atteggiamento spregiudicato. Nella maggioranza di Emiliano ci stanno anche loro e lui fa le prediche a noi? Vuole far vincere la destra? Vuole metterci in difficoltà? A che gioco sta giocando?». Questo sfogo della segretaria del Pd con il suo entourage ha indotto il leader dei 5 Stelle a una sorta di ultimatum.
    La replica di Conte «Ci saranno conseguenze, per noi sarà sempre più difficile lavorare con il Pd anche a livello nazionale se non ritirano l’accusa di slealtà. La respingo al mittente ed esigo rispetto, sennò ne prenderemo atto». Ma la leader del Pd non ha né smentito l’accusa di slealtà, né abbozzato.
    Il duello a Bari «Io sono qui con voi perché a differenza di altri mantengo gli impegni presi, perché chi non lo fa poi non li mantiene con gli elettori. E mi dispiace per la decisione presa ieri da Conte, unilateralmente, perché così aiuta la destra. Forse chi ha iniziato a far politica direttamente da Palazzo Chigi non ha dimestichezza con il lavoro e lo sforzo collettivo della comunità, ma si deve avere rispetto, e far saltare le primarie a tre giorni dal voto è una sberla alle persone perbene. Non è accettabile. E io non sono disposta a tollerare gli attacchi alla nostra comunità». Queste cose Schlein le ha dette ieri in pubblico, accanto a Vito Leccese, il candidato del Pd che domani avrebbe dovuto sfidare quello grillino Michele Laforgia alle primarie per il sindaco di Bari.
    I candidati sul ring Ora tra i due mancati sfidanti è battaglia campale. Leccese, racconta Maria Teresa Meli, «era pronto a farsi da parte di fronte a una possibile terza candidatura che salvaguardasse la coalizione». Ma Laforgia «ha bocciato tutti i nomi che gli sono stati proposti dallo stesso sfidante: perfino suo fratello Nicola, ex assessore della prima giunta Emiliano. “Volete l’unità? L’unità sono io”, è stata la replica di Laforgia. E Conte è con lui». Al che Leccese l’ha piantata lì: «Siamo stanchi di subire ultimatum».
    E le novità sull’inchiesta? Al centro dell’indagine c’è «Sud al Centro», la macchina di voti inventata da Alessandro Cataldo, detto Sandrino, marito dell’ormai ex assessora regionale Anita Maurodinoia. Cataldo, è l’accusa, aveva creato un enorme database con elettori potenziali, tra chi aveva seguito o tenuto corsi di formazione nella sua società, o elettori già corrotti. «Una profilazione che serviva ad ampliare il più possibile il bacino elettorale di “Sud al centro”», racconta Nicolò Delvecchio.
    Ma come funzionava la compravendita? Così: agli elettori si offrivano fino a 50 euro a voto o posti di lavoro (da docente nei corsi di formazione a badante), ma pure «utilità» come buoni spesa e bollette pagate. Esempio, una signora di Grumo Appula: «Ho tutti gli amici di mio figlio da far votare, faccio venire lui a fare il rappresentante di lista, ma voglio la bombola del gas».
    E come si controllavano i voti? Agli elettori comprati venivano fornite formule per verificare che avessero rispettato il patto: «Metti la X sul sindaco, non mettere la X sul partito e scrivi Anita Maurodinoia. In famiglia siete quattro? Vi do 200 euro, ma nella tua sezione voglio quattro voti come ti ho detto!». In tutto le formule erano 7: il rappresentante di lista si appuntava tutto e dopo il voto avveniva il pagamento.
    La transumanza dei voti Goffredo Buccini racconta com’è franato un sistema che negli anni ha traslocato dal centrodestra al centrosinistra: «I protagonisti delle ultime inchieste che hanno stravolto Bari, Anita e “Sandrino” e, prima di loro, Giacomo Olivieri e la moglie Carmen Lorusso (con la loro “vita smeralda” finita in un’indagine antimafia da 130 arrestati e motivo dell’accesso agli atti comunali deciso dal ministro Piantedosi) transumavano tutti dalla destra tramite liste civiche, portando in dono pacchetti di voti. Anita, per dire, ha contribuito all’elezione di Antonio Decaro a sindaco nel 2019 con oltre seimila voti e con quasi ventimila a quella di Emiliano alla Regione nel 2020».
    E Decaro ed Emiliano litigano I due amministratori che in questi anni hanno cambiato Bari e la Puglia, con l’attuale sindaco in testa alle classifiche di gradimento degli amministratori locali, sono ora ai ferri corti, lambiti da questo fango. Il loro rapporto è in crisi da quando, il 23 marzo, il presidente della Regione ha detto in piazza «portai Decaro dalla sorella (incensurata) del boss Capriati per dirle che era un uomo mio e non dovevano dargli noia». Da allora, scrive Buccini, è scontro: «Smettila di dire che dalla Capriati c’ero!». «Smettila di nasconderti, c’eri».
    
E in tutto questo Conte... Conte non ha resistito: ha sentito l’odore del sangue del Pd e gli è saltato alla gola, da nemico puro e non da aspirante leader comune. Quello che si era candidato a essere fin dal giorno in cui uscì da Palazzo Chigi, quello che sarebbe potuto essere se fosse rimasto fuori dai giochi, «in riserva» della Repubblica e del centrosinistra. Invece si è preso i 5 Stelle, ne ha fatto un partito personale e si mostra disponibile all’alleanza solo se a guidarla è lui.
    E in tutto questo Schlein... Si era fatta eleggere (clamorosamente) a segretaria del Pd proprio per ripulirlo dal correntismo e dai potentati locali, e ora rischia di esserne travolta. Ma la durezza con cui sta duellando con Conte, dopo mesi di continui esercizi zen, sta mostrando un volto finora inespresso della sua leadership, che pare aver sorpreso il leader (post)grillino.
    Commenta Massimo Franco «La verità è che tra Pd e M5S è in atto una competizione feroce non solo in vista delle Europee di giugno, ma sul dopo. E non è difficile prevedere che, comunque vadano, se Conte non si riterrà gratificato nelle sue ambizioni, si accentuerà l’opzione delle “mani libere”. Basterà puntare il dito sulla questione morale del Pd, che nel caso di Bari offre appigli e pretesti sia alla maggioranza di governo, sia ai grillini; o sul carattere “post-ideologico” del Movimento: una sublimazione dell’opportunismo che in passato gli ha permesso di allearsi prima con la Lega, poi col Pd, poi con quasi tutti».
    Commenta Roberto Gressi «In zona Pd si ragiona in questo modo: adesso Conte fa il ruvido, ma lo sanno anche i bambini che considera Palazzo Chigi suo per diritto di nascita. In quale altra maniera, se non con un’alleanza con la sinistra, può perseguire il suo disegno? Certo però sarebbe difficile per lui farsi consegnare lo scettro, se alle Europee, e poi alle elezioni politiche, fossero i dem il partito dominante. Senza contare che, almeno al momento, l’ipotesi di battere un centrodestra magari litigioso, ma che da decenni al voto marcia unito, pare per lo meno fantasiosa».

E intanto a destra
E intanto a destra ci si divide pure, ma non volano stracci. Al massimo fazzoletti. Non si mette in dubbio l’alleanza. I voti non non si distruggono, si creano. Con la cosa più concreta che ci sia: la casa. Punto per punto.
    L’antefatto giovedì, Matteo Salvini ha pubblicato sul sito del ministero delle Infrastrutture quella che definisce una bozza di legge per «sanare tutte le difformità interne alle abitazioni che stanno bloccando milioni di italiani e di immobili che potrebbero essere tranquillamente rimessi sul mercato liberando gli uffici comunali da centinaia, migliaia di pratiche che si accumulano da 40 anni».
    Di che si tratta? Si tratta di piccole difformità o irregolarità strutturali che interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano. Gli addetti ai lavori premono per superare la cosiddetta doppia conformità. Quella norma, ha spiegato Fabrizio Pistolesi, relatore del nuovo Testo Unico delle Costruzioni su cui lavora il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, «impedisce di sanare l’80% delle difformità negli edifici che sarebbero invece già sanabili con le norme attuali, perché le opere, per essere sanate pagando una sanzione, devono essere conformi alla normativa attuale, ma anche a quella vigente al momento di costruzione dell’edificio, e quasi sempre non lo sono».
    Il gelo di Meloni. La presidente del Consiglio ha voluto sottolineare l’anomalia del metodo scelto da Salvini, ma anche l’intenzione di non regalargli il tema: «Ho letto il comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce n’era una. Se è questo parliamone, è ragionevole, ma non posso ragionevolmente commentare una norma che non ho letto».
    La reazione di Tajani Anche il leader di Forza Italia ha fatto subito capire come la materia sia sensibile, perché terreno di caccia comune al suo partito e alla Lega, e non certo disdegnato da Fratelli d’Italia. Caccia di voti, chiaro. Ha detto Tajani: «Non conosco la proposta di Salvini. Devo dire, però, che è già incardinata al Senato una nostra proposta sulla rigenerazione urbana, che già prevede le cose di cui ha parlato Salvini. Non si può fare un condono, ma si possono sanare alcune cose che non provocano alterazioni sostanziali agli edifici. Se la proposta della Lega va nella nostra direzione, si può anche questa incardinare al Senato».
    La controreplica di Salvini «L’amico Tajani dice che non ha ancora letto il testo. Ma io ho un sottosegretario di Forza Italia al ministero (Tullio Ferrante) e comunque porteremo il piano in Consiglio dei ministri». E poi, al Tg1: «Il piano punta ad aiutare. Liberiamo migliaia di appartamenti, i Comuni incassano, milioni di italiani tornano finalmente proprietari di casa loro».
    «Una mozione del centrodestra sulla casa» A preannunciarla è il forzista Maurizio Gasparri, autore del disegno di legge di cui parla Tajani. Che punta a favorire la rigenerazione delle periferie e degli spazi urbani, semplificando demolizioni e ricostruzioni, e prevede incentivi economici e fiscali. Ma non si occupa delle lievi difformità e del vincolo della doppia conformità, che è il vero nocciolo della questione. È prevedibile che i temi siano integrati in un’unica iniziativa, che consenta a tutti, e non solo a Salvini, di intestarseli.
    Commenta Mario Sensini «Non è una questione di merito. Sulla sanatoria proposta da Salvini, nella maggioranza sono tutti d’accordo. A destare qualche perplessità e preoccupazione dal punto di vista politico è il metodo usato dal leader della Lega. Anche se condivisibile il suo Piano Casa appare oggi agli alleati di governo come un nuovo strappo in avanti in chiave elettorale. Un’iniziativa, dunque, da riportare nell’ambito dei programmi della maggioranza, che da tempo sta lavorando su temi analoghi».

Le altre cose importanti

    L’escalation Israele-Iran
    Gli Stati Uniti si stanno preparando a un attacco «significativo» che potrebbe giungere entro la prossima settimana da parte dell’Iran contro asset israeliani o americani nella regione, come risposta all’attacco israeliano di lunedì a Damasco che ha ucciso diversi alti comandanti iraniani. Lo ha rivelato un alto funzionario dell’amministrazione Biden alla Cnn.
    L’attacco è ritenuto «inevitabile», e giovedì è stato al centro della telefonata tra il presidente Usa e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo settimane di polemiche senza precedenti tra i due governi, culminate nell’indignazione espressa da Biden per la strage di 7 operatori dell’ong World Central Kitchen. Israele parla di tragico errore e ieri ha licenziato i due ufficiali che ne sarebbero i responsabili. L’ong insiste nel chiedere un’inchiesta indipendente.
    Ora le questioni sono due: se e come Israele consentirà il ripristino delle operazioni di soccorso umanitario a una popolazione cacciata dalle sue case, stremata e affamata. Gli americani dicono di avere avuto finalmente garanzie a riguardo. Ma guardano con preoccupazione al rischio di un’escalation con l’Iran.
Un conflitto esteso sarebbe la fine del piano di pace di Biden, che prevede uno Stato palestinese al termine del processo, e rischierebbe di trascinare il presidente in una guerra che prolungherebbe la permanenza al potere di Netanyahu. Per gli Usa (e non solo) un disastro totale.
    Qui l’intervista di Viviana Mazza al filosofo Michael Walzer: «La guerra giusta? Israele si è difeso ma ha fatto troppi errori. Tanti ora sperano in Biden».
    Qui il ritratto di José Andrés, il geniale chef che ha fondato World Central Kitchen e ha firmato un vibrante appello a Israele perché cambi metodi: «Non si può vincere questa guerra affamando un’intera popolazione».
    
Gli ucraini colpiscono, i russi avanzano
    Kiev afferma di avere distrutto con i droni sei aerei russi, «un raid che esaltano come un importante successo», scrive Lorenzo Cremonesi.
    Ma la situazione complessiva aggiunge il nostro inviato, «resta estremamente sfavorevole agli ucraini. È da ottobre ormai che i russi hanno ripreso ad avanzare nel Donbass e la loro vittoria con la cattura della cittadina di Avdiivka a metà febbraio ha segnato un punto di svolta. Negli ultimi due giorni le loro truppe hanno conquistato il villaggio di Vodyane e da ieri mattina sostengono di essersi attestate alle periferie della cittadina di Chasiv Yar, non lontano da Bakhmut. Kiev nega e il presidente Zelensky sostiene che il fronte tiene. Ma fonti sul posto confermano che si sta combattendo ormai casa per casa».
    Qui l’analisi di Giuseppe Sarcina:«L’Ucraina è sul punto di crollare? Perché la Nato pensa di no (e qual è il suo piano)».
  
 Il terremoto a New York
    Chi ha visto tremare i grattacieli, non se lo scorderà più. Un terremoto di magnitudo 4,8 ha colpito la regione di New York, scuotendo gli edifici nell’area metropolitana della megalopoli. La scossa, con epicentro a Lebanon, nel New Jersey (circa 70 chilometri a ovest di New York City), è durata una trentina di secondi, ed è stata registrata intorno alle 10,20 di ieri mattina (le 16,20 italiane).
    Ad avvertirla nettamente sono stati non solo gli abitanti di New York — molti dei quali sono rimasti sorpresi da un evento che, in questa città, è tutt’altro che comune — ma anche di Boston, Baltimora, Filadelfia, in un’area che ospita oltre 42 milioni di persone. E in cui il fenomeno è molto raro: due scosse in 100 anni.
    
Armani Operations in amministrazione giudiziaria
    «La borsa di pelle è griffata originale Giorgio Armani, però la fanno i cinesi sfruttati in capannoni-dormitorio, e la casa di moda lo sa ma non lo impedisce perché le conviene (qui le carte dell’inchiesta). Ecco cosa spinge la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano a mettere in “amministrazione giudiziaria” la “Giorgio Armani Operations spa” relativamente ai rapporti con tutti i fornitori».
    Così Luigi Ferrarella racconta il provvedimento che ha colpito uno dei marchi simbolo del made in Italy. «Ma la “Giorgio Armani Operations spa”, controllata interamente dalla “Giorgio Armani spa”, non è indagata (e tantomeno è indagato l’89enne stilista, terzo uomo più ricco d’Italia con una fortuna accreditata da Forbes in oltre 11 miliardi di euro), perché non si è nel campo del processo penale, ma nel settore delle misure di prevenzione».
    
«La GA Operations collaborerà con la massima trasparenza con gli organi competenti per chiarire la propria posizione», fa sapere l’azienda.
    «Elkann consapevoli della frode»
    È verosimile che lo fossero, i tre fratelli John, Ginevra e Lapo: lo scrivono i giudici del Tribunale del Riesame.
    La presunta frode è quella sulla residenza svizzera della nonna Marella Caracciolo Agnelli, da cui discendono i reati contestati agli Elkann. Tra cui la truffa ai danni dello Stato per il mancato pagamento della tassa di successione in relazione a un patrimonio di circa 900 milioni di euro ereditato alla morte della nonna e fino ad allora custodito in un conto off shore a lei riconducibile, secondo l’accusa. La cronaca di Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi.

Da leggere/ascoltare
    Il ricordo del genocidio nel Ruanda, trent’anni dopo, di Massimo Nava.
    Roberto Saviano: «Se a Napoli una madre ferita al parco giochi è “normale”».
    L’editoriale di Federico Rampini: «La nuova invasione della Cina».
    Il commento di Federico Fubini: «Oro, la fortuna di una “reliquia barbarica”».
    La lettera del rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna (dopo le polemiche su Israele): «Con il dibattito si cresce».
    La rubrica di Paolo Lepri: «Il “prima i greci” di Lina Mendoni».
    L’intervista di Renato Franco a Vladimir Luxuria, prima persona trans a condurre una trasmissione televisiva, L’Isola dei famosi: «Macché trasgressiva, io sono tradizionalista» (tra poco sul sito).
    L’intervista di Roberta Scorranese a Gian Arturo Ferrari: «Rifiutai il Codice Da Vinci ma poi feci follie per riaverlo» (tra poco sul sito).
    La Cinebussola di Paolo Baldini, con trame, giudizi e trailer dei film del weekend, in sala e in streaming.
    L’Ammazzacaffè, il podcast in cui Massimo Gramellini corregge i suoi Caffè della settimana con i commenti dei lettori: potete ascoltarlo qui (e sotto, quello di oggi).
    Il podcast L’Ultima volontà, sui testamenti che raccontano l’Italia: qui il primo episodio, Poche sentite parole, di Micol Sarfatti.

Il Caffè di Gramellini
Il gentil Sinner
Nessuno è un grand’uomo per il proprio cameriere, si diceva quando ancora esistevano i grandi uomini e il cameriere era un lavoro pagato bene. Parafrasando, nessun campione di tennis è un grand’uomo per il proprio raccattapalle. Uno di loro, un ragazzino americano che da tre anni va raccattando palle nel torneo di Indian Wells, ha raccontato sui social i fenomeni della racchetta visti da vicino e sotto stress. Ne sono uscite gustose classifiche: Zverev guida l’elenco dei maleducati e Djokovic quello dei gentili solo quando vincono. La ristretta lista dei gentili nella buona e nella cattiva sorte comprende i nostri Sinner e Berrettini, ed è stupefacente che tra gli italiani da esportazione ce ne siano due così lontani dallo stereotipo che ci dipinge arroganti con gli umili e servili coi potenti.

Sinner, in particolare, è popolarissimo tra i raccattapalle di mezzo mondo da quando ha tenuto l’ombrello a una rappresentante della categoria durante un’interruzione temporalesca, chiedendole se giocasse a tennis e come funzionasse il suo lavoro. Essere interessati a ciò che dicono e fanno gli altri, o almeno darne l’impressione: in parte a Sinner verrà naturale, ma immagino che, come tutto il resto, sia anche frutto di duro allenamento. Avendo perso ogni speranza di imitare il suo diritto, mi accontenterei di imparare la sua gentilezza. Che rivoluzione sarebbe, se da domani ci rivolgessimo al prossimo dicendogli «ciao, come stai?» invece del solito «ciao, come sto?».

Grazie per aver letto Prima Ora, e buon weekend (qui il meteo, con caldo estivo sulle Alpi e 30 gradi al Sud).
(gmercuri@rcs.it; langelini@rcs.it; etebano@rcs.it; atrocino@rcs.it)
   
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 9 
 inserito:: Maggio 04, 2024, 03:03:38 pm 
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Etica e morale  ·

"Il potere , creato in conclusione da noi , ha distrutto ogni cultura precedente , per crearne una propria , fatta di pura produzione e consumo e quindi di falsa felicità . La privazione dei valori vi ha gettato in un vuoto che vi ha fatto perdere l'orientamento , e vi ha umanamente degradati " .

Pier Paolo Pasolini , " Lettere luterane "
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Lettere luterane è un libro che raccoglie gli ultimi scritti di Pier Paolo Pasolini, pubblicati tra il 1975 e il 1976 su vari giornali e riviste. Si tratta di una testimonianza lucida e appassionata di un intellettuale che si confronta con i temi cruciali del suo tempo: il progresso, il consumismo, la politica, la cultura, la pedagogia, la religione, la violenza, la morte.
Pasolini si propone come un "luterano" nel senso di un eretico, un dissidente, un provocatore, che non accetta il conformismo e la falsità della società italiana, dominata dalla Democrazia Cristiana e dal capitalismo. Egli denuncia il "falso progresso" che ha distrutto i valori tradizionali, il paesaggio, la lingua, l'identità del popolo italiano, sostituendoli con una omologazione alienante e una degradazione antropologica. Egli rivendica il diritto alla diversità, alla critica, alla libertà, anche a costo di essere incompreso, isolato, perseguitato.
Pasolini non si limita a fare un'analisi negativa della realtà, ma propone anche delle soluzioni, delle alternative, delle speranze. Egli invoca un grande processo alla classe politica, responsabile di tanti crimini e scandali, e una riforma radicale della scuola e della televisione, strumenti fondamentali per l'educazione e la comunicazione. Egli si rivolge ai giovani, ai quali dedica una serie di lettere pedagogiche, cercando di trasmettere loro i suoi valori, la sua passione, la sua visione del mondo. Pasolini si interroga sul senso della vita, della fede, dell'arte, esprimendo la sua angoscia e la sua poesia.
Lettere luterane è un libro che mostra la grandezza e l'attualità di Pasolini, uno dei maggiori scrittori e pensatori italiani del Novecento.

Da - Etica e morale

 10 
 inserito:: Maggio 04, 2024, 03:00:34 pm 
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Bonifici milionari alla moglie di Dell'Utri per il silenzio sulle stragi di mafia. Il legale della famiglia Berlusconi: "Titoli faziosi e fuorvianti"
È l'ipotesi con cui la Dda della Procura di Firenze ha chiuso le indagini nei confronti del braccio destro di Berlusconi.

Lo riporta oggi La Repubblica

30 aprile 2024

Agf - Marcello Dell'Utri - Silvio Berlusconi

SILVIO BERLUSCONI MARCELLO-DELL'UTRI STRAGI ...

AGI - I bonifici di Silvio Berlusconi a Miranda Ratti, moglie di Marcello Dell'Utri, sarebbe serviti a pagare il silenzio sulle stragi del '93. È l'ipotesi con cui la Dda della Procura di Firenze ha chiuso le indagini nei confronti del braccio destro di Berlusconi. Lo riporta oggi La Repubblica.
Dell'Utri e la moglie, alcune settimane fa, erano stati oggetto di un sequestro di 10.8 milioni collegato all'accusa di aver violato le normative in materia di prevenzione antimafia: Dell'Utri avrebbe infatti omesso di comunicare le sue condizioni patrimoniali come invece previsto dalle normative in materia.
L'avvocato della famiglia Berlusconi, titoli faziosi e fuorvianti
"Ancora una volta leggiamo atti giudiziari riservati direttamente sui giornali, introdotti da titoli faziosi e fuorvianti. Ancora una volta leggiamo accuse assurde, calunniose e contraddittorie contro Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri". Lo scrive in una nota Giorgio Perroni, avvocato della famiglia Berlusconi.
"Ancora una volta, però, non leggiamo nemmeno una menzione della sentenza del Tribunale di Palermo dello scorso 13 marzo, dove si esclude categoricamente che le donazioni di denaro di Berlusconi a Dell'Utri servissero per "comprare il suo silenzio"; come del resto già sostenuto in precedenti provvedimenti emessi in sede cautelare dallo stesso Tribunale, dalla Corte d'Appello di Palermo e, addirittura, dalla Corte di Cassazione. E ancora una volta, ovviamente, non leggiamo nemmeno un riferimento al fatto che tutti i precedenti filoni di indagine e tutti i processi che accostavano Silvio Berlusconi alle terribili stragi mafiose sono finiti nel nulla. Niente di nuovo sotto il sole - conclude Perroni - Ma non possiamo rassegnarci per assuefazione davanti alla bruciante ingiustizia di un vergognoso "sistema" che non si placa nemmeno ora che Silvio Berlusconi non è più tra noi".

Da https://www.agi.it/cronaca/news/2024-04-30/bonifici-berlusconi-dell-utri-stragi-mafia-26221918/

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