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Autore Discussione: Garcia Marquez scrive nuovi racconti, tema comune l'amore tra anziani  (Letto 2539 volte)
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« inserito:: Dicembre 29, 2008, 05:27:46 pm »

Garcia Marquez scrive nuovi racconti, tema comune l'amore tra anziani


 di Roberto Bertinetti


ROMA (28 dicembre) - «Basta, ho già scritto a sufficienza», annunciò alla vigilia dell’ottantesimo compleanno. Per fortuna Gabriel Garcia Marquez ha cambiato idea e sta lavorando a un nuovo libro che dovrebbe uscire la prossima primavera. Lo ha rivelato in un’intervista al quotidiano londinese Guardian Plinio Apuleyo, uno dei più vecchi amici di Gabo.

«Ha finito quattro versioni di una raccolta di racconti, ma non è interamente soddisfatto e sta ultimando la quinta versione con le parti migliori delle precedenti», ha chiarito Apuleyo, una fonte che pare decisamente attendibile visto che è sodale e confidente nel Nobel colombiano sin dall’adolescenza e compagno di avventure giornalistiche e politiche.

Secondo Apuleyo, la raccolta avrebbe per protagonista una signora cinquantenne, Ana Magdalena Bach, e il comune denominatore delle cinque storie sarebbe l’amore tra persone anziane. Se Plinio Apuleyo ha ragione, si tratta dello sviluppo di un progetto al quale Marquez aveva fatto brevemente cenno pochi mesi fa a Madrid. Nel corso di una conferenza aveva parlato di Ana Magdalena Bach e letto di fronte al pubblico un breve brano tratto da un testo che si era limitato a definire «sino ad oggi inedito».

Proprio quel brano, puntualizza Apuleyo al Guardian, costituirebbe l’incipit del volume che Gabo sta ultimando con grande fatica. Eccolo, se l’ipotesi di Plinio si rivelerà giusta: «Tornò sull’isola venerdì 16 agosto, con il traghetto delle due del pomeriggio. Aveva una camicia a quadri scozzesi, jeans, scarpe estive senza tacco. Niente calze. L’unico bagaglio era una borsa da spiaggia». La meta del viaggio di Ana Magdalena Bach è il piccolissimo cimitero dove è sepolta la madre. «Aveva ripetuto quel rito per ventotto anni consecutivi ogni 16 di agosto alla medesima ora, prendendo la stessa stanza nell’albergo, lo stesso taxi e tornando dalla stessa fioraia sotto lo stesso sole infuocato del cimitero per mettere un po’ di gladioli su quella tomba», scrive ancora Marquez.

Durante il colloquio con il Guardian Plinio Apuleyo aggiunge che Marquez ha in serbo una sorpresa: proprio nel corso di quel viaggio Ana Magdalena scoprirà che la sua vita sentimentale, da lei ritenuta “fallimentare”, potrebbe riaprirsi. «Certo, l’argomento al centro del prossimo volume di Gabo sarà ancora una volta l’amore», ha detto Apuleyo. Che precisa in chiusura di colloquio: «Sono convinto che le vicende di Ana Magdalena rappresentino per lui il completamento di un ciclo iniziato nel 1985 con L’amore ai tempi del colera. Lo spirito è lo stesso di allora, cambia soltanto l’età dei personaggi».
Pochi giorni prima dell’uscita dell’intervista di Plinio Apuleyo al Guardian nelle librerie del Regno Unito è arrivato Gabriel Garcia Marquez. A Life (Bloomsbury, 566 pagine, 25 sterline), splendida indagine biografica a firma di Gerald Martin sulla lunga e avventurosa esistenza del narratore di lingua spagnola più celebre al mondo definito «il vero erede di Cervantes».

Un ritratto che ha richiesto vent’anni di lavoro, trecento interviste e trenta lunghi colloqui tra lo stesso Gabo e la studioso per verificare sin nei minimi particolari l’esattezza di ogni dettaglio.
Nel volume di Martin si dà spazio alla Roma della Dolce Vita dove Gabo approda per studiare cinema, vive in albergo «malridotto e puzzolente» di via Nazionale e si mantiene inviando corrispondenze sul Papa, sulle attrici più in vista del periodo (Sofia Loren e la Lollo) e «trascorre serate girando per la città con una Vespa presa in prestito». Si fa poi tappa a Parigi per ricostruire l’incontro con Hemingway (“si incrociarono una sera per caso, lui gli gridò ‘Maestro, ha un minuto?’ e l’altro replicò secco ‘Adios, amigo’, rivela il biografo) e quindi si torna in America Latina per il matrimonio con Mercedes, di cui si era innamorato sin da bambino, e l’inattesa conquista della fama planetaria nel 1967 con Cent’anni di solitudine, ideato in macchina durante un viaggio verso Acapulco.

Al biografo Marquez racconta, tra l’altro, il legame con Castro (“un amico che sa cucinare benissimo gli spaghetti”), il motivo della rivalità con Mario Vargas Llosa (“era certo che corteggiassi sua moglie, si sbagliava”) e il disagio provato a Stoccolma in una notte del 1982 mentre nella sede dell’Accademia era in attesa di ricevere il Nobel e scelse di coricarsi su un divano perché, spiega, “non potevo dormire nello stesso letto di Kipling, Mann, Neruda e Faulkner”. Ora che ha superato la soglia gli ottant’anni e ha sconfitto il cancro deve combattere con la tentazione di mettere da parte la letteratura. “Vorrei riposarmi, ma ho la mente piena di storie”, confessa a Martin. Aggiungendo durante l’ultimo colloquio: “Qualche volta mi sento depresso. Perché capisco che tutto sta per finire”. La notizia che sta lavorando a nuovo libro costituisce la miglior conferma della sua straordinaria vitalità.
 
da ilmessaggero.it
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