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Autore Discussione: Amalia De Simone. «Io custode dell'archivio segreto di Valter Lavitola»  (Letto 1688 volte)
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« inserito:: Marzo 04, 2013, 06:22:19 pm »

«Io custode dell'archivio segreto di Valter Lavitola»

«Non so cosa ci sia in questi fascicoli e non voglio nemmeno saperlo» -

di Amalia De Simone


Pile di fascicoli, atti e documenti. Un archivio che forse nasconde segreti, rapporti e dossier di Valter Lavitola, il faccendiere finito in carcere è al centro di una serie di inchieste coordinate dalla procura di Napoli che lo accusa di tentativo di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi (oggi dovrebbe arrivare la sentenza, ndr) e di aver gestito fondi neri al giornale L'Avanti (ha patteggiato 3 anni e otto mesi). L'archivio non è sotto sequestro e si trova nella cantinola dell'abitazione di Maria Lavitola, sorella di Valter a cui quest'ultimo, durante la sua latitanza aveva conferito una serie di procure per amministrare le sue società. «È stato un anno maledetto. Io pensavo di dover cercare di far sopravvivere delle aziende e preservare dei posti di lavoro e invece lui, Lavitola, voleva farmi fare cose strane. Ma io non ho voluto, mio padre mi ha cresciuta nell'onestà. Per questo quando i magistrati mi hanno fatto delle domande io ho dovuto e voluto dire la verità. Per la mia famiglia invece ormai sono un'infame». Prende subito le distanze Maria, da quel fratello che la stava trascinando nei suoi affari poco chiari e che lei ormai chiama solo per cognome.

DE GREGORIO - «Non so cosa ci sia in questi fascicoli e non voglio nemmeno saperlo. Immagino che ci siano atti importanti su tutti gli affari gestiti da mio fratello compresi rapporti con politici e faccendieri. Ho dovuto ritirare queste carte perché l'amministratrice dell'Avanti (i fascicoli erano nelle sede del giornale, ndr), mi disse che bisognava lasciare la sede». Maria Lavitola ha lavorato per anni per il senatore Sergio De Gregorio anche all'epoca della famosa «comprevendita» di parlamentari da parte dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che oggi è indagato per corruzione dai pm Henry John Woodcock, Vincenzo Piscitelli e Francesco Curcio coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco. «So come sono andate le cose perché una persona di cui di cui non voglio fare il nome e a cui De Gregorio doveva dei soldi mi ha raccontato che un giorno il senatore era nel suo ufficio e ricevette una telefonata da Valter Lavitola. Disse che doveva uscire e al suo rientro aveva con sé un fascicolo ed era molto arrabbiato. Con una gesto di stizza sbattè il fascicolo sulla scrivania e caddero dei soldi. Erano molti soldi circa 500.000 euro.

LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE - Maria parla anche delle difficoltà economiche attraversate dal senatore De Gregorio per un periodo di tempo. Parla di giri di assegni ed i personaggi ambigui con cui il senatore aveva a che fare. Dice di avere lei stessa incontrato delle persone, consegnato assegni, insomma di aver fatto qualche volta, inconsapevolmente da tramite e che poi ricostruendo questo enorme puzzle si è resa conto che probabilmente si trattava di un giro di usurai che tenevano sotto scacco De Gregorio. A casa di Maria non ci sono solo i fascicoli delle società di Lavitola ma anche le procure a lei intestate e una serie di foto delle proprietà che il faccendiere ha in Brasile. Un'azienda ittica e una fazenda immensa in costruzione. Ci mostra le foto e aggiunge che le aziende in questo momento risultano intestate ad un personaggio brasiliano Alexander Herodoto de Campos.

LA COMPAGNA - Maria è convinta che Valter Lavitola abbia accumulato soldi all'estero e che sia riuscito a spostare delle somme fuori dall'Italia, sostiene che il fratello ha avuto rapporti con i segreti servizi segreti italiani e brasiliani e che anche la sua compagna Brasiliana Neire Cassia Pepe Gomez facesse parte dei servizi segreti o almeno questo è quello che lei le ha raccontato. Nell'archivio di Lavitola ci sono anche i fascicoli della VL Consulting la società coinvolta nell'affare Finmeccanica su cui stanno indagando i pm napoletani. A questo punto Maria Lavitola racconta un episodio inquietante: «Quando mio fratello era latitante, durante una telefonata cercai di convincerlo a sistemare tutte le sue cose, compresa la questione Finmeccanica avvisandolo che gli inquirenti sapevano tutto. Lui, invece, mi rispose sicuro di sé che i magistrati e le forze dell'ordine in realtà non sapevano niente e soprattutto non avrebbero mai potuto provare niente», lasciando quindi intendere che dietro questa storia ci fossero ulteriori storie, giri di soldi e persone insospettabili.

I RAPPORTI CON I POLITICI - Maria è stata anche testimone dei rapporti che suo fratello Valter aveva con una serie di politici: «Si trattava secondo me di rapporti non corretti. Ne aveva con Berlusconi, Cosentino, Cicchitto e con il questore della camera Colucci. Spesso parlavano di dossier». La questione che però sta più a cuore a Maria è quella relativa al giornale l'Avanti: «Il giornale è nelle mani di persone di fiducia di Valter Lavitola che lo stanno facendo morire. Non esce un foglio ormai da tempo. Quel giornale è stato comprato con l'eredità di mio padre che spettava anche a me. Noi dobbiamo tutto a mio padre ma lui se ne è dimenticato. E in questa faccenda è stato toccato anche il suo nome. È stato tirato in ballo perché era il consulente di alcuni camorristi e della procura in quanto neuropsichiatra e direttore di manicomi. Lui era un uomo onesto e perbene: non è mai sceso a patti con nessuno e ha rifiutato un impero. Quando venivano dei latitanti, lui, come medico non si tirava indietro ma poi immediatamente li denunciava alle forze dell'ordine. Ci ha insegnato, anzi, mi ha insegnato a vivere dignitosamente in ricchezza e povertà. Valter Lavitola ha vissuto nel lusso, io nella semplicità e a me sta bene così perché posso camminare a testa alta».

Amalia De Simone

4 marzo 2013 | 10:53© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/inchieste/io-custode-archivio/68fdcdcc-84af-11e2-aa8d-3398754b6ac0.shtml
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