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Autore Discussione: Silvana Mossano. Eternit, il vescovo contro la Cassazione  (Letto 1682 volte)
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« inserito:: Novembre 24, 2014, 02:58:21 pm »

Eternit, il vescovo contro la Cassazione
In una lettera cita Sant’Agostino: “Senza giustizia cosa sono gli Stati se non una società di ladroni?”

24/11/2014
Silvana Mossano
Casale Monferrato

Il vescovo di Casale è «addolorato, deluso, frustrato, indignato» non meno di qualsiasi cittadino casalese per la sentenza della Cassazione sul caso Eternit che, anche in un documento diramato ieri dal Consiglio pastorale diocesano, «è ritenuta inspiegabile e inattesa». Monsignor Alceste Catella è il capo della Diocesi che patisce, senza ancora vederne la fine, infiniti lutti per il mal d’amianto. Non c’è chiesa, qui, che non abbia celebrato funerali per vittime del mesotelioma maligno. Ecco perché «non mi è consentito tacere» scrive in una lettera, pubblicata sul sito del giornale diocesano «La vita casalese».

Era arrivato da pochissimo, sei anni fa, e ricevette un gruppo di «vedove dell’amianto» che lo pregavano di celebrare una messa per i morti, ma anche per dare coraggio ai vivi. Pregò nelle intenzioni, quasi col pudore di pronunciare le parole «mal d’amianto». Ora, invece, scende direttamente nell’agorà del dibattito con piglio pacato, ma deciso, lucido e severo. «Nei giorni delle sentenze - scrive - avevamo rinnovato la nostra fiducia nella giustizia. Ora veniamo a sapere, noi poveri ingenui, che il diritto non ha nulla a che fare con la giustizia!». Ma è davvero ingenuità? Se fosse così, «allora - gli viene da dire - avevano ragione i latini quando sostenevano summum jus summa iniuria; e il diritto, dunque, è solamente un insieme di regole che funziona in maniera autoreferenziale». Vuole capire il vescovo. Cita il giurista Francesco Carnelutti: «Se si ammette che il diritto è un mezzo e la giustizia un fine, ne consegue che non si può fare diritto senza sapere quale sia il fine di quel fare. Per questo un giurista, il quale non sappia, o non cerchi di sapere, cos’è la giustizia, è come uno che cammina con gli occhi bendati…». 

E’ il pensiero di molti casalesi: che, purtroppo, la prescrizione del processo Eternit sia stata decisa con gli occhi bendati.

Monsignor Catella va oltre, prende a prestito una citazione di Benedetto XVI che aveva richiamato S. Agostino: «Remota iustitia (tolta di mezzo la giustizia) cosa sono gli Stati se non una società di ladroni?». E ancora: «Se poi queste riflessioni non piacciono perché fatte da cristiani, eccone una di Gustavo Zagrebelsky: “…una volta che la dimensione della giustizia penetri nella definizione del diritto occorre che, con questa, la legge positiva faccia debitamente i conti…”».

La Diocesi, come da sempre in questa partita, scende in campo: «Il consiglio pastorale si rende disponibile ad accompagnare e sostenere le nuove sfide con lo spirito di quanti intendono non solo fermarsi alla pur giustificata indignazione civile, ma riprendere con più fermezza e determinazione l’impegno mai venuto meno». 

Ieri, l’invocazione del viceparroco don Marco Calvo: «Signore, rendici sensibili ai parenti delle vittime dell’Eternit. E illumina le menti degli scienziati affinché venga trovata una cura».

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/24/italia/cronache/eternit-il-vescovo-contro-la-cassazione-eekd58VvDUt9r6otbvvDaK/pagina.html
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