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Autore Discussione: Flavio Insinna: "In fondo al pacco c'è l’Italia vera"  (Letto 2352 volte)
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« inserito:: Marzo 09, 2008, 11:20:50 am »

9/3/2008 (9:5) - COLLOQUIO

Flavio Insinna: "In fondo al pacco c'è l’Italia vera"

L'incrontro con il conduttore di Affari tuoi: «Prometto: inizierò a cercar casa»

CLAUDIA FERRERO


Cominciamo dal tormentone nazionalpopolare che lo riguarda: Flavio Insinna, a 43 anni, va finalmente a vivere da solo, o come ha sempre orgogliosamente sbandierato, rimane a casa di mamma e papà? «Con i miei genitori siamo diventati come un blocco di marmo, ma sì, la novità è che dopo Pasqua mi metto all’opera». Nel senso che trasloca? «Comincio le ricerche... ora è impossibile, sono in tournée con il recital Senza swing e poi c’è Affari tuoi, passo da un albergo all’altro, ma dopo....».

Insinna, non è che c’entra anche la fine della sua storia d’amore con Giulia Biancalani, conosciuta dietro le quinte del programma di Raiuno?
«È un problema starmi a fianco, non valgo granché come compagno. Sa perché è finita? Per il mio eccessivo senso del dovere. Perché la mia ossessione nel lavoro è sempre quella di essere all’altezza della fiducia che mi viene data. Ma non desidero una vita da guardiano del faro, prima o poi dovrò mediare».

La sua ossessione professionale l’ha portata a vincere un Telegatto come personaggio dell’anno, e da stasera torna su Raiuno con «Affari tuoi»: 7 milioni la media degli spettatori a puntata, e tutto grazie al gioco dei pacchi. Dove sta il segreto?

«I pacchi e le vincite c’entrano fino a un certo punto. Al di là dei soldi, contano le storie che riesco a far venire a galla dai concorrenti; mi viene l’ansia quando non emerge l’umanità di queste persone. Sta a me metterle a loro agio, creare empatia, far sentire che non li userò. Sa quando dò il meglio? Quando sento dolcezza».

Ma ammetterà che il gioco dei pacchi è proprio elementare, non servono abilità, talenti...
«È la sua forza, piace perché è alla portata di tutti. C’è gente che quando è di fronte alle telecamere non ricorda nemmeno l’età della moglie. Però anche in un gioco di fortuna conta la freddezza. L’ha dimostrato una concorrente straordinaria a poker, applicava le stesse regole di calcolo e di azzardo e ha vinto».

Allora diciamo: è un gioco dove non si rischiano brutte figure.
«È un gioco che crea uno strano conflitto in chi lo guarda. Da una parte c’è lo spirito dell’arena: vincerà il leone o il gladiatore? Dall’altra parte c’è l’Italia che fa fatica a tirare avanti: anche una piccola vincita diventa un sogno di tutti, una parte del mutuo che si riesce a pagare. È un termometro del Paese. Prima mi chiedevano: ma perché quello lì si è fermato e non ha rischiato una vincita maggiore? Ora dicono: ma perché non si è fermato prima?».

Ci sarà in studio qualcuno dell’Associazione consumatori, con buona pace di «Striscia la Notizia» che metteva in dubbio l’onestà della trasmissione?
«Ma ci sono ben tre diverse associazioni che vigilano a turno. E c’è un notaio. E ci sono io, con il mio straccio di parola d’onore. Spero nella strategia della distensione. Non servono toni infuocati, è un gioco. La penicillina l’hanno già inventata, qui si fa intrattenimento, non si scopre la pietra filosofale. Come diceva Neruda: lentamente muore chi fa della tivù il suo guru...».

E il possibile ritorno in Rai di Paolo Bonolis, ex «Affari tuoi», la preoccupa?
«Lui è un fuoriclasse, ne sarei contento».

Che cosa fa delle proposte di matrimonio che riceve dalle ammiratrici? È molto popolare, questo lo sa...
«Primo: provo imbarazzo. Secondo: mi fa piacere. Terzo: cerco di rispondere con garbo. E mi tengo con i piedi piombati a terra. Continuo a essere un uomo con una grande inquietudine, cui sto cercando di dare nome e cognome».

da lastampa.it
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