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Autore Discussione: Valentina Santarpia Jobs act e riforma elettorale Renzi accerchiato: Evitiamo...  (Letto 1650 volte)
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« inserito:: Novembre 22, 2014, 05:25:46 pm »

Jobs act e riforma elettorale, Renzi accerchiato: «Evitiamo coalizioni»
Il presidente del Consiglio parla ai presidenti di Confindustria europei al Business Europe rivendica il successo del Jobs act ma ammette le difficoltà

Di Valentina Santarpia

«In Europa se c’è un accordo tra i partiti è tutto è chiaro, in Italia non è così e quindi preferirei evitare le coalizioni»: Matteo Renzi sbaraglia i sussurri delle ultime ore e dice a voce alta quello che è sotto gli occhi di tutti. E cioè che il percorso della riforma della legge elettorale è molto più complesso del previsto perché, appunto, «l’accordo tra partiti non regge». Nel presentarsi ai presidenti di Confindustria europei al Business Europe, il presidente del Consiglio sponsorizza le sue scelte, dal Jobs act alla riforma della scuola, ma non può negare la voragine politica che si sta aprendo in queste ore sotto i suoi piedi. A partire da Berlusconi che, dopo aver borbottato che il Jobs act è una «cosa da nulla, che non porterà neanche un posto di lavoro in più”, ammette oggi che il patto del Nazareno ha messo se stesso e Forza Italia «in una situazione difficile da comprendere da parte anche dei nostri elettori perché, pur essendo opposizione alle politiche di questo Governo su tanti temi, ho detto sì a quei cambiamenti degli assetti istituzionali, che sono quelli che noi avevamo già realizzato nel 2005, ma che poi la sinistra aveva cancellato con un referendum abrogativo a cui gli italiani avevano in maggioranza creduto».

Occhi puntati sull’articolo 18
La soluzione dei maldipancia è proprio nel cambiamento delle regole di voto? Per il premier, a quanto pare, sì: «Con la riforma della legge elettorale il vincitore sarà chiaro. In Europa se dico questo mi rispondono `ma sei matto è normale´ ma nelle elezione in Italia non è così», dice Renzi. «Se il sistema elettorale italiano ci fosse stato in Vaticano avremmo quattro papi. Dopo il voto ognuno dice: `ho vinto io, ho vinto io´», scherza. Ma rivendica quello che fin qui è riuscito a ottenere dalla coalizione che lo sostiene, come la riforma del mercato del lavoro: «Ci sarà un decreto attuativo a gennaio dopo che l’ultimo voto in Parlamento sarà il 9 dicembre», assicura. «L’idea è quella di provocarvi: liberiamo il sistema tradizionale italiano, l’art.18 simbolo di una tradizione italiana ora non è più un ostacolo e possiamo ridurre le imposte». La riforma del lavoro «dovrebbe stimolare gli investimenti», anche perché «l’articolo 18 prima rappresentava un ostacolo, ora non lo è più», precisa Renzi. Ma dai sindacati arrivano segnali di disturbo: «Renzi non decida lui dalla sera alla mattina, da solo non cambia il Paese. Da solo risponde solo ai poteri forti», avverte il leader della Fiom, Maurizio Landini, parlando dalla testa del corteo promosso dal sindacato a Napoli in occasione dello sciopero dei metalmeccanici di otto ore. «Renzi dovrebbe avere l’umiltà di riconoscere che oggi il consenso tra i giovani ed in generale le persone che cercano un lavoro non ce l’ha. E se vuole cambiare davvero questo paese nel modo giusto lo deve fare con noi e non contro di noi».E, poi, l’ultima, pesante stoccata: «Renzi riconosca che non ha il consenso delle persone oneste, dei lavoratori e di chi cerca lavoro».

21 novembre 2014 | 11:15
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Da - http://www.corriere.it/politica/14_novembre_21/riforma-elettorale-renzi-avvisa-in-italia-meglio-evitare-coalizioni-3dea2f66-7163-11e4-b9c7-dbbe3ea603eb.shtml
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