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Autore Discussione: La guerra del 5g  (Letto 3213 volte)
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« inserito:: Ottobre 15, 2020, 11:40:18 am »

La guerra del 5g | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
mar 13 ott, 14:13 (2 giorni fa)
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« Risposta #1 inserito:: Ottobre 15, 2020, 11:44:51 am »


Outlook - Braccio di ferro sul futuro del 5G

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mar 13 ott, 20:00 (2 giorni fa)
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13 ottobre 2020

Di questi tempi fa bene studiare le storie di successo e quella di Airbnb è esemplare. Il business tradizionale di questa piattaforma digitale è stato sconvolto dal crollo del turismo. Airbnb si è prontamente riconvertita in modo da captare e convogliare le ricerche di case per smart working, in pieno boom durante i lockdown quando tanti hanno cercato di allontanarsi dai focolai di contagio dei centri urbani. Risultato eccellente: in agosto di metà delle prenotazioni su Airbnb erano concentrate su località entro un raggio di 300 miglia dalla residenza del cliente. Dunque era un affitto per residenze secondarie in cui sfollare durante i lockdown: ville di campagna o al mare, chalet di montagna tutti in un’area vicina alla città di residenza. La velocità di reazione ha richiesto di adattare l’algoritmo e il tipo di catalogo da presentare.

 
Un altro gruppo dell’economia digitale ben più grande di Airbnb medita un’altra mossa strategica. Amazon vuole espandersi con forza nel settore del lusso, dove finora ha avuto una presenza marginale. Amazon ha una tradizione nell’invasione dei mestieri altrui. Cominciò più di vent’anni fa a vendere libri, oggi i libri sono un piccolo segmento del suo business. Dagli alimentari freschi ai medicinali, dai mobili ai vestiti, dall’elettronica ai prodotti per ufficio, è sterminato l’elenco dei settori dove Amazon è dominante o ha una presenza significativa acquisita a scapito di attori tradizionali. Ma l’annuncio della sua diversificazione nel lusso per adesso viene accolta con scetticismo dagli specialisti. Amazon segue l’esempio di quanto ha fatto la sua grande rivale sul mercato cinese, Alibaba, che ha creato Tmall Luxury Pavilion. La società di consulenza Bain&Company prevede che entro il 2025 un terzo delle vendite di prodotti di lusso avverranno online, contro il 12% nel 2019. 

 
STATI UNITI

Un braccio di ferro si sta svolgendo dietro le quinte, fra le forze armate americane e l’authority delle telecom, sul futuro del 5G. Già da tempo i vertici militari si sono detti disponibili a cedere una parte delle frequenze a loro riservate – e usate solo in parte, per le comunicazioni interne, i radar, la cyber-guerra – ai gruppi telecom che offriranno il servizio 5G. Si stima che le frequenze controllate dal Pentagono valgano fino a 100 miliardi di dollari. Il Pentagono però sembra intenzionato a mantenerne la titolarità, mettendole all’asta per ricavarne il massimo. La Federal Communications Commission sta cercando di farsi dare il controllo delle frequenze e di gestire le aste in modo da non sovraccaricare i costi degli operatori. AT&T, Verizon stanno intensificando il lobbismo presso Casa Bianca e Congresso, spiegano che partire con costi fissi elevati sarebbe un handicap contro la concorrenza cinese.

 
Fa scalpore tra gli addetti ai lavori la decisione della compagnia petrolifera Chevron di acquisire per 4 miliardi la società Noble Energy, il cui business principale è l’estrazione di gas naturale nelle zone costiere al largo di Israele. Un tempo quell’area era considerata troppo rischiosa per ragioni geostrategiche, e i big tradizionali dell’energia preferivano tenersi a distanza. Ma tutto sta cambiando in quella zona, Chevron ne è convinta.

 
ASIA
Dopo che il renminbi ha chiuso la scorsa settimana al massimo storico degli ultimi 15 anni, la banca centrale cinese è intervenuta per raffreddare il poderoso rialzo della valuta di Pechino. Dietro questo apprezzamento c’è un afflusso di capitali esteri in Cina dettato da due fattori: la ripresa economica della seconda economia mondiale, e la previsione che una vittoria di Joe Biden ridurrebbe le tensioni fra le due superpotenze. Dal Sud-Est asiatico fino all’Australia, tutta quella parte del mondo che ha la Cina al suo centro sta uscendo dalla crisi del coronavirus molto prima e molto meglio di Europa e Stati Uniti, il che influenza le decisioni degli investitori.

 
Fa impressione vedere allineati tra i vincitori della sfida al coronavirus Cina e Taiwan, proprio quando da Pechino arriva un nuovo minaccioso segnale sulla possibile invasione militare dell’isola, che nella dottrina ufficiale del partito comunista è una provincia ribelle. La Cina ha diffuso – evidentemente a scopo intimidatorio – i video di una gigantesca esercitazione delle sue forze armate che simula l’attacco a Taiwan per ri-annetterla alla Repubblica Popolare.

 
Malgrado la nuova guerra fredda, continuano ad accelerare le quotazioni di aziende cinesi a Wall Street. I collocamenti azionari di aziende cinesi sul mercato americano sotto la presidenza Trump sono stati molto maggiori che durante i due mandati di Obama. Da quando c’è Trump alla Casa Bianca si sono collocate al New York Stock Exchange o al Nasdaq ben 102 aziende cinesi, raccogliendo complessivamente 25,5 miliardi di dollari. E’ nella logica di Xi Jinping e non contraddice uno scenario di tensione prolungata. Proprio perché Xi vuole rafforzare i suoi campioni nazionali, li manda a cercare capitali là dove ci sono.

 
EUROPA
Il tribunale del commercio mondiale, presso la World Trade Organization, autorizza l’Unione europea a colpire gli Stati Uniti con dazi per 4 miliardi di dollari, come compensazione per i sussidi illegali versati dai governi americani alla Boeing. E’ una spirale infinita perché la stessa WTO in precedenza aveva autorizzato gli Stati Uniti a infliggere dazi su prodotti europei per 7,5 miliardi di dollari come castigo per i sussidi dell’Europa al consorzio Airbus. In quella raffica di dazi vennero colpiti anche prodotti agroalimentari italiani, in particolare formaggi. Avremo una tregua se vince Biden?

 
Si triplicano le vendite di auto elettriche sul mercato europeo. Alla fine di quest’anno l’auto elettrica avrà già raggiunto il 10% del totale e l’anno prossimo si prevede raggiunga il 15% di tutte le vetture vendute.

Stati Uniti e Regno Unito ce la stanno mettendo tutta per riportare a un traffico quasi normale la rotta aerea più strategica e più profittevole del mondo, cioè New York-Londra. Le parti negoziano una riduzione delle quarantene obbligatorie e altri accordi di reciprocità sperando di trovare un compromesso entro Natale.


 CONCLUSIONE

 I Paesi sviluppati riuniti in seno all’Ocse potrebbero raccogliere 100 miliardi di tasse in più dalle multinazionali, aumentando del 4% le aliquote. L’accordo tecnico tra i Paesi membri è stato raggiunto. Sarebbe una piccola rivoluzione, una retromarcia dopo decenni di lassismo nei confronti dell’elusione fiscale delle grandi imprese. Sul fronte politico però la resistenza degli Stati Uniti rimane forte. Almeno finché ci sono questo presidente e questo Congresso.

 
L’Argentina, alla sua settima svalutazione in 20 anni, ci ricorda che il coronavirus non ha colpito l’emisfero Sud in modo altrettanto severo dell’emisfero Nord, però la depressione da lockdown infierisce sugli anelli deboli del sistema.

New York, martedì 13 ottobre

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« Risposta #2 inserito:: Ottobre 15, 2020, 04:50:35 pm »

Recovery Fund, perché spetta all’altra metà del cielo | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
lun 12 ott, 08:46 (3 giorni fa)
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