LA-U dell'OLIVO
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 inserito:: Maggio 01, 2024, 07:01:44 pm 
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Salvini e la candidatura di Vannacci. Lega, un'altra svolta come nel 2013

Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>

a me

https://www.affaritaliani.it/mediatech/belve-pierochiambretti-rivela-i-dettagli-di-orgia-vedevo-l-8.html
 

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 inserito:: Aprile 29, 2024, 11:41:28 pm 
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Alessandro Magherini

Siete amici su Facebook
Vive a Milano, India
Ha studiato presso Università degli Studi di Genova
26 marzo 2016
26/03/16, 06:42
Hai inviato
Non sono in accordo con te su questo tema. tutti dobbiamo collaborare per risolvere un problema così grave e complesso. ciaooo
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Alessandro Magherini: Ribadisco: in quanto cittadino europeo ritengo che il Mossad dovrebbe farsi i cazzi suoi.
https://www.facebook.com/groups/1404027419904607/permalink/1516083385365676/?comment_id=1516799338627414
Ora potete chiamarvi e vedere informazioni come lo stato di attività e quando vengono letti i messaggi.
Alessandro
Alessandro Magherini
E' evidente che non sei d'accordo, visto che mi hai cancellato il messaggio precedente. Ti chiedo però - se è sempre valido l'invito che ho ricevuto di partecipare al gruppo - di non censurarmi anche se faccio affermazioni da cui dissenti. Quanto al Mossad, la sua posizione nella vicenda siriana è quantomeno ambigua e non lo vedo nella posizione di poter dare lezioni all'Europa.
26 marzo 2016
26/03/16, 12:33
Hai inviato
Ho cancellato il messaggio non l'autore (cosa che non ho mai fatto e men che meno faccio oggi in FB). Quanto al Mossad è in una categoria di attività che non commento mai per principio. Altra cosa che in tanti anni di forum (forumista.it ex ulivo.it) ho sempre "cestinato" sono gli attacchi personali e le volgarità. Partecipare alla vita del "gruppo" lo considero un nobilitarlo nella parte migliore: fare "cultura della comunicazione insieme". Ma è cosa difficile. ciaooo
Alessandro
Alessandro Magherini
Tanti anni di moderazione anch'io. La buona norma è chiedere all'autore del post di modificarlo. Ma cosa non va in quel messaggio: il "cazzi suoi", la scarsa affinità con il Mossad o addirittura l'impudenza di fare commenti su quella "categoria di attività"?
26 marzo 2016
26/03/16, 13:52
Hai inviato
Anni di moderazione io ho scritto dove ... e tu? Quel tipo di "buone norme" io non le ho mai praticate le considero una offesa all'autore, meglio cestinare (ma che resti visibile) nel "cestino dei rifiuti" come li abbiamo chiamati noi in ulivo.it. La volgarità è da rigettare in quanto tale (e dimostra debolezza di argomenti). Nessuna impudenza di commentare il Mossad in quanto tale ma l'inutilità di commentare una categoria (come per esempio i Carabinieri). E' una pratica che non ammetto molto usata dai Comunisti. Tanto per non offrirti un nuovo motivo di polemica (dato che non conosci la mia storia) io mi sono sempre definito di Sinistra ma "non comunista" ciaooo
26 marzo 2016
26/03/16, 14:44
Alessandro
Alessandro Magherini
Anche se ormai ci scrivono in pochissimi, sono tuttora moderatore di alcune conferenze della Rete Civica Milanese (http://www.retecivica.milano.it/) che fra i 90 e i primi 2000 è stata una BBS vivace e ricca di dibattiti interessanti. Ora mi è chiaro che non apprezzi le parole attinenti alla sfera sessuale né che si parli di corpi dello stato e servizi segreti vari. E' un limite alla freedom of speech, ma il gruppo l'hai creato tu (forse potresti esplicitare meglio le tue regole nell'intestazione ma fa lo stesso). Saltando di palo in frasca, conosco Gilberto Gavioli, tu sei suo parente?
RCM - Rete Civica di Milano
26 marzo 2016
26/03/16, 15:51
Hai inviato
Alessandro,
Hai inviato
comincio dal fondo del tuo scritto. Di Gilberto sono il padre.
26 marzo 2016
26/03/16, 16:16
Hai inviato
Non conosco i "luoghi" delle tue partecipazioni e ti ringrazio della segnalazione. Il nostro forum nacque il quegli stessi anni come - ulivo.it - sino a quando Veltroni (o chi per lui) decise di oscurarlo un poco chiamandolo - forumista.it - non potendo farci sparire perchè si era molto ricchi di partecipazione attiva. Dopo questo sopruso scese la ricchezza cui si era giunti e la partecipazione al forumista risentì della fuoriuscita di un gruppo di ulivisti della prima ora (margheritini molto qualificati). Il forumista anche oggi è dotato di un buon numero di lettori ma è carente di "scrittori" persi dopo mesi di battaglie personali vissute per difendere la nostra libertà di pensiero da un folto gruppo di sinistra radicale che voleva farlo suo. Non ci riusci grazie al mio uso "feroce" del cestino dei rifiuti (tuttora ben leggibile quindi molto democratico). I miei siti di oggi sono un blog (in ristrutturazione) e una rassegna stampa molto letta - LAUdellulivo - . Il gruppo che ho proposto in FB è un mio tentativo (senza illusioni) di raccogliere un gruppo di persone con cui formare una redazione per fare meglio e fare altro. Ma come vedi in pratica è ancora una volta una rassegna stampa "pilotata" come le mie precedenti molto più lette. Nel forum ulivo.it le regole le stendemmo alcuni di noi (tre/quattro elementi) e funzionano da oltre un decenni. Qui (FB) senza una redazione non mi sogno di mettere o far mettere regole perchè è il gruppo di lavoro e non una singola persona che le dovrà formare. La libertà di pensiero non comprende ci si debba accapigliare con chi non la pensa come noi e non necessita di sottolineature volgari.  ciaooo

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 inserito:: Aprile 29, 2024, 06:26:43 pm 
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LO STABILIMENTO DI VSEVOLOZHSK

Caso Ariston, Tajani convoca l’ambasciatore russo per chiarimenti sulla nazionalizzazione dello stabilimento
di Redazione Economia

NEW
«Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group», scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X a proposito del passaggio di Ariston Thermo Rus a Gazprom Household Systems, controllata della società statale Gazprom. Il governo è «al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania», conclude Tajani.

ELETTRODOMESTICI
Putin nazionalizza Bosch ed Ariston in Russia: trasferite per decreto a Gazprom

di  Redazione Economia

Russia, Putin: «Famiglia è unione tra uomo e donna, l’Occidente va verso catastrofe spirituale» Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin nel suo messaggio alla nazione - AGTW
Il ministro era già intervenuto il 26 aprile sulla vicenda: «Dopo l'inattesa decisione governo russo sulla gestione di Ariston Thermo Group - aveva scritto su X - ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell'azienda italiana. Il Governo italiano è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali».
Lo stabilimento di Vsevolozhsk
Da quasi 20 anni Ariston Thermo Rus gestisce uno stabilimento produttivo a Vsevolozhsk, nei pressi di San Pietroburgo, ma ora  il 100% di questa società è stato trasferito sotto la gestione temporanea della statale Gazprom Household Systems su decisione di Vladimir Putin. Il presidente russo ha firmato infatti un decreto per il trasferimento temporaneo delle sussidiarie russe non solo di Ariston, ma anche di Bosch alla società del gruppo statale Gazprom, produttrice di elettrodomestici. Nello specifico, il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH.

LE ILLUSIONI DELLA GUERRA
Putin è davvero al sicuro? Gli oligarchi «predatori di guerra» e il boom russo (dai piedi d'argilla)
di  Federico Fubini

Putin
L’interventismo del Cremlino sull’economia russa
Prosegue così l’interventismo del Cremlino nell’economia russa. Dal febbraio 2022 a oggi sono state oltre 180 le imprese passate sotto il controllo diretto dello Stato russo: molti i marchi occidentali, ma a essere colpiti sono stati anche oligarchi troppo poco «patriottici». Che la Russia non rientri nel novero delle nazioni democratiche è assodato, ma il regime si sta intensificando anche per finanziare l’economia di guerra e spingere le operazioni militari in Ucraina. Dall'inizio della guerra, la Russia ha posto sotto «gestione temporanea» i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.


Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18

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 inserito:: Aprile 29, 2024, 06:10:32 pm 
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Amici della Scienza

Il mito della caverna di Platone

Il mito della caverna è il riassunto della filosofia platonica in quanto assume un forte significato in tutti gli ambiti: differenza tra mondo sensibile e iperuranio; missione del filosofo; idea di bene che sovrasta tutte le altre idee.
Il mito della caverna si trova all’inizio del VII libro della Repubblica ed è un dialogo tra il filosofo stesso e il suo discepolo Glaucone. In particolare, Platone introduce il mito invitando a fare una comparazione tra l’educazione e la non educazione.
Si chiede, allora, di immaginare dei prigionieri all’interno di una specie di grotta la cui entrata è grande tanto quanto la grotta stessa ed è l’unica fonte di luce. Essi vivono in questo luogo da sempre incatenati al collo e alle gambe e, conseguentemente, non possono muoversi ma possono osservare solamente la parete della caverna. Dietro di loro ma lontano brucia un fuoco che è diviso dai prigionieri da una strada cinta da un muretto che somiglia ai parapetti che vengono utilizzati durante gli spettacoli con le marionette. Sulla strada degli uomini camminano parlando o rimanendo silenti e trasportano con sé degli oggetti di ogni tipo come, ad esempio, delle statuette umane o animali di pietra o legno. Le cose in comune a tutti questi prodotti è che sporgono dal muretto.
Da questa scena, a questo punto, Platone cerca di far ragionare il suo discepolo dicendo che è molto probabile che quei prigionieri della grotta in tutta la loro vita avranno visto solamente la loro ombra proiettata sull’unico muro che riescono a vedere così come le ombre degli oggetti trasportati lungo la strada. Si deduce, allora, che se i prigionieri parlassero tra di loro, per tutti loro le ombre sarebbero la verità su come sia costituita la realtà perché non conoscono altro se non ciò che fino a quel momento hanno sperimentato.
Platone introduce una nuova ipotesi: uno di questi prigionieri riesce improvvisamente a liberarsi ed è costretto a muoversi e iniziare ad esplorare ciò che lo circonda ma prima di tutto dovrà volgere lo sguardo verso la luce del sole creandogli non poca sofferenza visto che i suoi occhi sono da sempre abituati al buio della caverna. Superata questa fase, però, il prigioniero si dovrà rendere conto che le ombre, in verità, non sono la vera realtà tanto più se chiederà ai passanti che cosa stanno trasportando. Ciò creerà in lui inizialmente un senso di smarrimento e forse angoscia tanto da ritenere che la sua visione all’interno della grotta era più chiara e più veritiera di quella esterna.
Ha, quindi, bisogno di conoscere tutte queste cose gradualmente: prima le osserva all’ombra, poi riflesse nello specchio d’acqua, infine è in grado di sostenere lo sguardo verso gli oggetti in sé. Questo, però, è solo l’inizio perché potrebbe soffermarsi nell’osservare la volta celeste con i suoi astri e la luna e persino potrebbe contemplare il sole in sé di giorno. E proprio quest’ultimo passaggio è fondamentale per la sua conoscenza in quanto lo porta alla comprensione del fatto che il sole che dà significato a tutto, in quanto per Platone rappresenta l’idea del bene-bello: è lui il regolatore delle stagioni e dello scorrere degli anni così come è la matrice di tutte quelle ombre che venivano proiettate sul muro della caverna.
Raggiunto questo stato, allora, il prigioniero libero da una parte sarà felice per le sue nuove conoscenze acquisite ma dall’altra avrà compassione per i suoi compagni rimasti nella caverna. D’un tratto tutte le lodi e i premi che nella prigionia lui e i suoi compagni si erano promessi per indovinare il più rapidamente possibile quali ombre stavano sfilando davanti a loro sono vani ed inutili. Lo stesso Omero, infatti, nel XI libro dell’Odissea, al verso 489, sostiene che preferirebbe di gran lunga: “esser bifolco, servire un padrone, un diseredato, e sopportare qualsiasi prova pur di non opinare quelle cose e vivere quella vita?”.
Platone, infine, ipotizza un ultimo scenario in cui il prigioniero ritorna nella grotta per far sì che i suoi compagni capiscano che il mondo fuori è diverso da come lo stanno osservando e da sempre pensato. I prigionieri, allora, penseranno che quest’ultimo, essendo stato all’esterno si sia istupidito e si sia rovinato gli occhi perciò verrà ignorato. Se, inoltre, il prigioniero liberato riuscisse a sciogliere le catene degli altri per condurli all’esterno, è probabile che i prigionieri stessi nel momento più opportuno lo uccidano.
A questo punto Platone conclude facendo un paragone tra il suo essere uomo e il mito: ciò che egli vede corrisponde alla caverna, il fuoco al sole, la contemplazione della strada al moto ascendente dell’anima verso il “luogo noetico”. Al confine di tutto c’è l’idea di buono che, però, si vede molto difficilmente ma sicuramente è all’origine di tutto ciò che è bello, vero e giusto.
Fonte: Skuola.net

Da Fb del24 aprile 2024  Iole Salera Cavallero


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 inserito:: Aprile 29, 2024, 06:07:45 pm 
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Schlein attacca: «Meloni ha perso il contatto con la realtà». E Calenda si candida

di Alessandra Arachi

Il leader di Azione sarà capolista ovunque. Conte (M5S): a La premier è re Mida al contrario»

Elly Schlein sceglie la metafora di una favola: «Giorgia nel paese delle meraviglie». Poi la segretaria dem rilancia: «La presidente del Consiglio si divide tra Palazzo Chigi e TeleMeloni e per questo ha perso contatto con la realtà». Quindi ancora attacchi, a raffica: «Seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica». E ancora: «Un’ora di discorso senza nemmeno nominare la sanità pubblica e le infinite liste d’attesa che si allungano per i tagli. Senza citare i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023. Lei dice l’Italia è cambiata. Si, ma in peggio».
Le parole di Giorgia Meloni dal palco di Pescara hanno fatto ribollire gli animi delle opposizioni. Carlo Calenda, leader di Azione, ha scelto proprio la giornata di ieri per annunciare la sua candidatura in tutte le circoscrizioni, ma senza dire se sarà capolista, ha solo fatto sapere che insieme con lui in tutte e cinque le circoscrizioni ci sarà anche Elena Bonetti, già ministra nelle fila di Italia viva. Dure, comunque, le sue parole contro la presidente del Consiglio: «È una discepola di Orbán», dice. E aggiunge: «L’idea di Europa della Meloni è la fine dell’Europa. L’Italia è un grande Paese fondatore della UE, non l’Ungheria degli amici di Putin».
Ieri mattina la kermesse di Fratelli d’Italia ha portato sul palco tutti gli alleati e anche se Matteo Salvini era in versione virtuale, ha fatto di tutto per fugare i dubbi di scollature all’interno della coalizione: «Ringrazio Giorgia che per me è un onore accompagnare da vicepremier». Una difesa netta arriva da Ignazio La Russa, presidente del Senato di FdI: «Grazie Giorgia che ti candidi». E anche Antonio Tajani, leader di Forza Italia, la supporta confermando da alleato un appoggio incondizionato: «Io sono abituato così, quando prendiamo un impegno lo manteniamo fino alla fine».
Le dichiarazioni di sintonia nella maggioranza però non hanno fermato l’ironia pungente di Matteo Renzi, leader di Italia viva: «Giorgia Meloni non è una statista, ma un’influencer. Ci chiede di votarla per le Europee ma sa perfettamente che al Parlamento Europeo non ci andrà». Giuseppe Conte ha rivendicato i suoi meriti da presidente del Consiglio. Anche lui usa sarcasmo: «Con Giorgia “l’Italia cambia l’Europa”: per una volta la premier ha ragione.

Le abbiamo lasciato un’Italia che riportava a casa 209 miliardi del Pnrr per infrastrutture, investimenti, sanità. Nemmeno il tempo di arrivare a Bruxelles da presidente del Consiglio, ha dato l’ok a un accordo con tagli da 13 miliardi l’anno che colpiranno le tasche degli italiani, i servizi, la sanità, le scuole con un’onda di austerità». Ognuno tra i leader dell’opposizione ha avuto da dire il suo per trovare un appellativo alla premier: «Discepola di Orbán», «Influencer», «Giorgia nel paese delle meraviglie». Conte ci ha voluto aggiungere: «Re Mida al contrario», mentre Angelo Bonelli, leader dei Verdi, si è rifatto all’antica Grecia chiamandola «Apate dea dell’inganno», visto che «racconta un Paese che non c’è»
Riccardo Magi, segretario di +Europa, è convinto: «L’idea dell’Europa delle nazioni di cui parla Giorgia Meloni è quella dei veti dei piccoli nazionalismi, delle ripicche tra Stati, delle sospensioni di Schengen, dei muri e dei porti chiusi». Per Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, il discorso della premier è stato «la solita pappardella. Meloni sta al governo da un anno e mezzo ma ripete il copione come quando era all’opposizione. Ha fatto il tiro al piccione: ha attaccato i burocrati, gli ambientalisti, i pacifisti, la sinistra brutta sporca e cattiva, fino ad arrivare a Report, Ranucci e i giornalisti Rai, colpevoli di fare il proprio lavoro di ricerca della verità anche su Capi di Stato esteri. Non è riuscita a dare mezza risposta agli italiani»

La newsletter Diario Politico
Corriere della Sera

Da - https://www.corriere.it/politica/24_aprile_28/meloni-ha-perso-contatto-la-realta-schlein-attacca-calenda-si-candida-87c60e9a-0590-11ef-b969-f03747a280a7.shtml

 6 
 inserito:: Aprile 29, 2024, 06:04:45 pm 
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25 Aprile, Sergio Mattarella: Fascismo disumano.

Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>

28 apr 2024,
a me

Leggilo in esclusiva su https://www.milanofinanza.it/news/25-aprile-sergio-mattarella-fascismo-disumano-non-c-e-parte-del-suolo-italiano-che-non-abbia-patito

 7 
 inserito:: Aprile 29, 2024, 12:34:48 am 
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Sinestesie letterarie  ·

Roberto Daprà  · sonSpdeorta9a1 ra298u rmte:4410l05m91zt7g2h8m7lha o81o a4afe  ·

“Un tempo sarebbe stato facile amarmi. Ero dolce. Credevo nelle promesse, nelle parole. Giustificavo tutto, anche il male che sentivo e non ammettevo. Mi prendevo la colpa, anche se non la capivo. Pur di non perdere chi amavo, sopportavo ogni mancanza, anche quando mancavo io e non sapevo più ritrovarmi. Abbracciavo senza chiedere nulla in cambio. Ero indifesa. Da proteggere. Da distruggere. Oggi è difficile amarmi, restarmi accanto. Rispettare i miei spazi, comprendere i miei silenzi, la mia indipendenza, il mio bisogno di vivere e di costruire usando solo le mie forze. Io che del mio equilibrio cercato, sofferto e trovato ne faccio un vanto da gridare al presente ogni giorno. Io che credo nell’Amore molto più di ieri. Amore che non ha nulla a che fare con le briciole, con l’arroganza, con l’assenza, con l’infedeltà. Oggi è difficile amare la donna che sono diventata. Dopo i sogni sfumati, le ali spezzate, le labbra spaccate. Sicura delle mani da stringere che vorrei e degli occhi che non vorrò più incrociare. È difficile. Forse è impossibile. Sicuramente è raro incontrare un’anima che ci ami oltre noi stessi, dove fingiamo di essere forti mentre imploriamo gli abbracci di chi possa amarci sapendoci fragili e imperfetti. Io dell’amore non so molto, forse. Non posso insegnarlo. Ma so che ha a che fare con il rispetto. E con le scelte che non s’impongono, ma si costruiscono. Insieme. Quando si diventa l’unica scelta e mai un’opzione tra tante. Alla persona che sono stata devo tanto, soprattutto scuse. Alla persona che sono, un promemoria: ricordati delle tue ali, ricordati di te.”

Gabriel Garcià Marquéz
 da “L’amore ai tempi del colera”


DA FB 8 APRILE 2024

 8 
 inserito:: Aprile 29, 2024, 12:01:04 am 
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Amici della Scienza

Il mito della caverna di Platone

Il mito della caverna è il riassunto della filosofia platonica in quanto assume un forte significato in tutti gli ambiti: differenza tra mondo sensibile e iperuranio; missione del filosofo; idea di bene che sovrasta tutte le altre idee.

Il mito della caverna si trova all’inizio del VII libro della Repubblica ed è un dialogo tra il filosofo stesso e il suo discepolo Glaucone. In particolare, Platone introduce il mito invitando a fare una comparazione tra l’educazione e la non educazione.
Si chiede, allora, di immaginare dei prigionieri all’interno di una specie di grotta la cui entrata è grande tanto quanto la grotta stessa ed è l’unica fonte di luce. Essi vivono in questo luogo da sempre incatenati al collo e alle gambe e, conseguentemente, non possono muoversi ma possono osservare solamente la parete della caverna. Dietro di loro ma lontano brucia un fuoco che è diviso dai prigionieri da una strada cinta da un muretto che somiglia ai parapetti che vengono utilizzati durante gli spettacoli con le marionette. Sulla strada degli uomini camminano parlando o rimanendo silenti e trasportano con sé degli oggetti di ogni tipo come, ad esempio, delle statuette umane o animali di pietra o legno. Le cose in comune a tutti questi prodotti è che sporgono dal muretto.
Da questa scena, a questo punto, Platone cerca di far ragionare il suo discepolo dicendo che è molto probabile che quei prigionieri della grotta in tutta la loro vita avranno visto solamente la loro ombra proiettata sull’unico muro che riescono a vedere così come le ombre degli oggetti trasportati lungo la strada. Si deduce, allora, che se i prigionieri parlassero tra di loro, per tutti loro le ombre sarebbero la verità su come sia costituita la realtà perché non conoscono altro se non ciò che fino a quel momento hanno sperimentato.
Platone introduce una nuova ipotesi: uno di questi prigionieri riesce improvvisamente a liberarsi ed è costretto a muoversi e iniziare ad esplorare ciò che lo circonda ma prima di tutto dovrà volgere lo sguardo verso la luce del sole creandogli non poca sofferenza visto che i suoi occhi sono da sempre abituati al buio della caverna. Superata questa fase, però, il prigioniero si dovrà rendere conto che le ombre, in verità, non sono la vera realtà tanto più se chiederà ai passanti che cosa stanno trasportando. Ciò creerà in lui inizialmente un senso di smarrimento e forse angoscia tanto da ritenere che la sua visione all’interno della grotta era più chiara e più veritiera di quella esterna.
Ha, quindi, bisogno di conoscere tutte queste cose gradualmente: prima le osserva all’ombra, poi riflesse nello specchio d’acqua, infine è in grado di sostenere lo sguardo verso gli oggetti in sé. Questo, però, è solo l’inizio perché potrebbe soffermarsi nell’osservare la volta celeste con i suoi astri e la luna e persino potrebbe contemplare il sole in sé di giorno. E proprio quest’ultimo passaggio è fondamentale per la sua conoscenza in quanto lo porta alla comprensione del fatto che il sole che dà significato a tutto, in quanto per Platone rappresenta l’idea del bene-bello: è lui il regolatore delle stagioni e dello scorrere degli anni così come è la matrice di tutte quelle ombre che venivano proiettate sul muro della caverna.
Raggiunto questo stato, allora, il prigioniero libero da una parte sarà felice per le sue nuove conoscenze acquisite ma dall’altra avrà compassione per i suoi compagni rimasti nella caverna. D’un tratto tutte le lodi e i premi che nella prigionia lui e i suoi compagni si erano promessi per indovinare il più rapidamente possibile quali ombre stavano sfilando davanti a loro sono vani ed inutili. Lo stesso Omero, infatti, nel XI libro dell’Odissea, al verso 489, sostiene che preferirebbe di gran lunga: “esser bifolco, servire un padrone, un diseredato, e sopportare qualsiasi prova pur di non opinare quelle cose e vivere quella vita?”.
Platone, infine, ipotizza un ultimo scenario in cui il prigioniero ritorna nella grotta per far sì che i suoi compagni capiscano che il mondo fuori è diverso da come lo stanno osservando e da sempre pensato. I prigionieri, allora, penseranno che quest’ultimo, essendo stato all’esterno si sia istupidito e si sia rovinato gli occhi perciò verrà ignorato. Se, inoltre, il prigioniero liberato riuscisse a sciogliere le catene degli altri per condurli all’esterno, è probabile che i prigionieri stessi nel momento più opportuno lo uccidano.
A questo punto Platone conclude facendo un paragone tra il suo essere uomo e il mito: ciò che egli vede corrisponde alla caverna, il fuoco al sole, la contemplazione della strada al moto ascendente dell’anima verso il “luogo noetico”. Al confine di tutto c’è l’idea di buono che, però, si vede molto difficilmente ma sicuramente è all’origine di tutto ciò che è bello, vero e giusto.
Fonte: Skuola.net

Da Fb del24 aprile 2024  Iole Salera Cavallero


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 inserito:: Aprile 28, 2024, 11:57:50 pm 
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Continua la marcia ex-neo-post-filo-parafascista sulle istituzioni pubbliche.
Il caso Scurati conferma l’irrefrenabile pulsione di Giorgia Meloni e dei suoi camerati di Colle Oppio a voler tappare la bocca di ogni voce scomoda per i loro disegni di regime, e a cancellare l’antifascismo come realtà storica da cui scaturisce la Costituzione repubblicana.
È tempo di passare dalle parole ai fatti, rendendo l’indignazione più tangibile.

Paolo Flores d'Arcais 22 Aprile 2024


L’inqualificabile censura della Rai meloniana ad Antonio Scurati costituisce l’ennesimo tassello, particolarmente rivelatore oltre che grave, della costruzione di un regime antidemocratico. L’ennesimo passo della marcia ex-neo-post-filo-parafascista sulle istituzioni pubbliche di ogni tipo e funzione, culturali, economiche e tecniche in primis, usurpate e distribuite secondo cameratismo di Colle Oppio e assenza di meriti. Marcia di colonizzazione in progress che troppi si ostinano a non vedere, o a minimizzare colpevolmente, poiché è ormai evidente, per tabulas, per reiterata e costante corroborazione empirica, che corrisponde al DNA inestirpabile di questa sciagurata coalizione di governo. Di cui ho nei giorni scorsi ricordato tra l’altro, in un assordante silenzio, la nomina a presidente della Biennale di Venezia di uno scrittore – letterariamente assai mediocre – che in ben due romanzi si è abbandonato ad osannante apologia verso i nazisti, una paracadutista delle Ss in un caso, molto bionda ed eroica, ovviamente, e il maresciallo Göring, vice di Hitler, nell’altro.
Giorgia Meloni ha aggiunto alla censura anche lo scherno, l’oltraggio e la diffamazione personale nei confronti dello scrittore, pubblicando sul proprio sito, a dimostrazione che non censura nessuno, il testo censurato dai suoi scherani Rai. Come se i milioni di persone che seguono un programma televisivo, e in questo caso NON potranno ascoltare Scurati, potessero essere rimpiazzati dai due gatti e mezzo dell’account social meloniano. Poteva naturalmente dare ordine che Scurati andasse in onda come previsto, ma Giorgia Meloni è troppo rispettosa dell’autonomia in orbace dei dirigenti Rai per averlo anche solo pensato.
Giorgia Meloni voleva presentare Antonio Scurati non come uno dei nostri massimi scrittori, ma come un mero agit-prop della sinistra (quale?), avido soprattutto di danaro.
Per questo ha voluto sottolineare la cifra del compenso, che naturalmente fa effetto al cittadino medio per il quale 1.500 euro possono essere lo stipendio di un mese, stabilita dalla Rai con l’agente dello scrittore e assolutamente in linea con le cifre che la Rai sborsa per tali prestazioni. Era mai venuto in mente al presidente del Consiglio dei ministri Meloni di sbandierare la cifra dei compensi di Bruno Vespa quando va a omaggiarlo per la presentazione del suo libro annuale? (En passant, Giorgia Meloni ha voluto anche gonfiare la cifra pattuita dalla Rai con l’agente di Scurati, 1.800 anziché 1.500, fatto trenta perché non fare trentuno?).
La diffamazione scatta quando, articolo 595 c.p., si offende l’altrui reputazione. Cosa che Giorgia Meloni nei confronti di Scurati ha svergognatamente fatto. “Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni”. Giorgia Meloni conosce a menadito l’articolo 595 visto che lo ha invocato per trascinare in tribunale Luciano Canfora (udienza il 7 ottobre), reo di averla tacciata di “neonazista nell’anima”.
Presentare uno dei massimi scrittori italiani come un volgare, e avido di danaro, agit-prop di una forza politica, rientra nel diritto di cronaca o di opinione, discriminanti per le quali l’articolo 595 non scatta, o resta offesa della reputazione e basta? Scurati ovviamente si è ben guardato dal querelare Giorgia Meloni, si è limitato a risponderle come meritava, con sovrano e argomentato disprezzo.
Ma la differenza dei comportamenti, oltretutto in abissale asimmetria di potere, conferma l’irrefrenabile pulsione di Giorgia Meloni e dei suoi camerati di Colle Oppio a voler tappare la bocca di ogni voce scomoda per i loro disegni di regime, e a cancellare l’antifascismo come realtà storica da cui scaturisce la Costituzione repubblicana, cui pure solennemente e insinceramente giurano fedeltà quando si insediano al governo.
La censura contro Antonio Scurati, ennesimo miserabile comportamento di prepotenza di chi anela al regime, questa volta ha provocato una reazione del mondo della letteratura, con un tempestivo appello di Nicola Lagioia che invita i suoi colleghi “a farsi sentire”. E aggiunge: “Soprattutto quelle e quelli che, rispetto a questo governo, pur ritenendolo per certi versi un governo pericoloso, hanno preferito nell’ultimo anno e mezzo parlare poco o non parlare affatto. Per (comprensibile) quieto vivere, per (a volte legittima) paura, per non sentirsi usurati, per stanchezza, per non sporcarsi le mani (mentre tutto intorno si fa sporco)”. Concludendo: “Ma quando il contesto si fa così meschino da suggerirti per quieto vivere di tacere, è proprio allora che bisogna parlare”. Nicola Lagioia ha ragione da vendere. E molti hanno rilanciato il suo appello.
Mi permetto perciò una modesta proposta: perché non passare dalle parole ai fatti, rendendo l’indignazione più tangibile, “performante” come usa dire oggi, e visibilissima a livello internazionale? Basterebbe che tutti gli scrittori italiani si rifiutassero di andare alla Buchmesse di Francoforte, dove l’Italia è quest’anno ospite d’onore, in dissenso dal governo italiano che tramite le sue nomine sceglie chi invitare. Proprio Antonio Scurati lo ha già fatto. Se lo facessero tutti, la marcia di Giorgia Meloni e dei suoi ex-neo-post-filo-para fascisti troverebbe almeno una pietra d’inciampo clamorosamente internazionale.
Naturalmente per uno scrittore rinunciare alla vetrina della Buchmesse è un sacrificio, anche non da poco. Piuttosto piccolo, tuttavia, rispetto a quello dei combattenti della libertà di cui si vuole il 25 aprile cancellare la memoria, a cui noi tutti dobbiamo i diritti di cui oggi godiamo e che questo governo vuole progressivamente imbavagliare, amputare, sopprimere, come ha ricordato nella sua pagina/striscia sul Fatto quotidiano di domenica Stefano Disegni, con angosciante, dolente, lancinante ironia.

Da - https://www.micromega.net/inqualificabile-censura-meloniana/?utm_source=substack&utm_medium=email


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 inserito:: Aprile 28, 2024, 11:55:40 pm 
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Il discorso di Antonio Scurati censurato dalla Rai
Pubblichiamo di seguito il testo integrale del discorso che lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere in prima serata da “Che Sarà” su Raitre, in vista del 25 aprile.

Redazione 22 Aprile 2024

“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su sé stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato.
Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani.
Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’Anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.

Da - https://www.micromega.net/il-discorso-di-antonio-scurati-censurato-dalla-rai/

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