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Autore Discussione: Amici e parenti la grande famiglia della Forestale  (Letto 2824 volte)
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« inserito:: Maggio 13, 2009, 12:46:25 pm »

13/5/2009 (7:17) - VELENI SUI CONCORSI

Amici e parenti la grande famiglia della Forestale

I figli di dirigenti e comandanti alla corte di papà

PAOLO FESTUCCIA
ROMA


Bravi. Anzi, bravissimi. Ma non c’erano dubbi, visto che spesso la sapienza passa di padre in figlio. E così, da una parte il caso, dall’altro le conoscenze e le tante doti è accaduto che tra i 500 vincitori al concorso allievi per il Corpo forestale, molti tra questi sono figli di comandanti, dirigenti, uomini di stretta vicinanza del capo del Corpo, Cesare Patrone. Il fato, infatti, è stato così generoso nei loro confronti, che molti di costoro sono stati, addirittura, assegnati nelle stazioni dove comandano i loro capo famiglia. Non sfugge, infatti, che la sorte abbia riservato a Matteo Colleselli la stazione di Candaten proprio nell’area dove papà, comanda la regione Veneto; e così è accaduto a Stefano Piastrelli figlio del capo di Perugia, o a Massimiliano Giusti discendente diretto del numero due della regione Umbria. Ma le regalie della dea bendata non finiscono qui. Tanto che a trarne beneficio è toccato pure a Matteo Palmieri, «omonimo» del capo della segreteria del Corpo e destinato in Puglia, terra d’origine, a Francesco Polci (figlio del vice comandante d’Abruzzo assegnato a Chieti), a Massimo Priori (omonimo del caposervizio del personale assegnato a Livorno), a Vittorio Scarpelli (figlio del dirigente del servizio ispettivo assegnato nel vicino Abruzzo), nonché al figlio del comandante di Taranto, Pasquale Silletti, assegnato alla stazione di Cassano Murge a Bari, a Dante Stabile, parente del capo di Napoli finito alla stazione di Boscoreale in Campania.

E’ chiaro, però, che la fortuna non poteva girare a tutti. Ma dove non osò la sorte, giunsero i «pizzini» del patronato: per Alfonso, figlio di Rosetta, per Emidio figlio di Cesarina di zio Antonio, o per Maria, figlia di Raffaele di zia Maria. E ancora, per Massimiliano, cugino di Rosetta, ma anche per Paolo che è nel cuore di zio Domenico e altri. Del resto si sa, in Italia le cose marciano spedite solo se stanno veramente a cuore a qualcuno. E tra le camicie verdi del Corpo Forestale la regola, stavolta, non fa eccezione. I capisaldi sembrano tre: l’ambiente e il soccorso, il rispetto della legge ma anche la famiglia. Non a caso, infatti, a capo del Corpo è finito Cesare Patrone, figlio dell’ex geometra della Forestale, Michele. Al suo fianco ci sono anche il fratello Amato (sovrintendente), la moglie di quest’ultimo Serena Pandolfini (sovrintendente), Domenico, zio del capo ma ora in quiescenza, dalla fulgida carriera e la figlia di quest’ultimo Rosa, primo dirigente del Corpo, la quale classificatasi quarta al concorso da primo dirigente (i posti erano tre) si è vista riconoscere dall’amministrazione il ruolo, ma senza arretrati per la decorrenza della nomina dal 1 gennaio 2002 (data del posto vacante), secondo quanto stabilito dall’ufficio centrale del bilancio del Ministero. Nomina sì, dunque, ma senza «indennizzo».

Ma per la serie, la speranza è l’ultima a morire, ecco che in soccorso di Rosa Patrone, la Camera ha approvato un emendamentino ad hoc che si «applica anche agli idonei nominati, nell’anno 2008, nelle qualifiche dirigenziali» e che risarcisce e stabilisce anche le quantificazioni economiche: oltre 177mila euro per il 2008, 24mila per il 2009 e altri 24 mila per il 2010. Insomma, un indennizzo niente male, che desta non pochi malumori. Così come destano sorpresa i risultati del concorso per 182 posti da vice ispettore. Dopo la prova scritta tra i primi posti a piazzarsi ci sono i più stretti collaboratori del capo del Corpo. Uomini certamente brillanti e qualificati come il suo autista Domenico Zilli (voto 30 su 30), Marco Giurissich della segreteria (30/30), Amato Patrone, fratello del capo (30/30), Noemi La Motta, segretaria del capo (29,5/30), Serena Pandolfini, la cognata di Patrone (29,5/30), Claudio Bernardini, segreteria della cugina del capo del corpo (29/30), Cristiano De Michelis, assistente del capo (29/30), Quintilia Pomponi, segreteria della cugina del capo (29/30), Vania La Motta, sorella di Noemi, cognata di Zilli l’autista del capo.

Tanta conoscenza e bravura, nelle prove scritte, ha stupito il parlamentare del Pdl, Marco Zacchera che in una interrogazione spiega «che dall’esame dei 50 concorrenti che hanno superato il punteggio di 28/30 appaiono alcune anomalie, ovvero che ben 32 di essi hanno sede di lavoro a Roma, molti negli uffici dell’ispettorato generale, mentre altri 8 hanno sede di lavoro in Calabria e solo 10 nel resto d’Italia», e quindi chiede «di accertare se i testi dei quiz siano stati resi pubblici a nicchie» e se non si ritenga di «dover sospendere il concorso». Niente da fare, ovviamente. Il concorso va avanti, così come procede spedita anche un’altra interrogazione. Stavolta, a siglarla è il parlamentare leghista, Maurizio Fugatti al quale non sfugge che «dei 29 candidati che hanno riportato voti tra il 29 e il 30, ben 21 provengono dal medesimo ispettorato generale». Attitudini spiccate? Chissà.

Di certo, nemmeno Fugatti sembra capacitarsi di «un personale così altamente qualificato in servizio all’ispettorato - scrive - e che sarebbe consigliabile correggere tale squilibrio sul territorio nazionale, assegnando a compiti territoriali almeno parte delle migliori risorse ora collocate a mansioni amministrative». Ma nonostante ciò al Corpo si guarda avanti. L’attenzione nelle ultime ore è rivolta a tutta una serie di promozioni varate in una delle riunioni del cda della Forestale presieduto dal ministro Zaia. Anche qui, la fortuna ha lasciato il segno. Tangibile, ma solo per pochi, «posandosi» sui fascicoli di nove candidati, otto dei quali del nord Italia e Veneto, che così hanno ottenuto il punteggio massimo pur non avendo alcuni titolo speciale valutabile.

da lastampa.it
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 14, 2009, 11:48:52 am »

14/5/2009 (7:Fico - IL CORPO NELLA BUFERA

"Scandalo Forestale in Procura"
 
Pd all'attacco. Zaia: se ci sono irregolarità faremo chiarezza

PAOLO FESTUCCIA


Amici, parenti, e fedelissimi. Dopo l’articolo de La Stampa di ieri su «La grande famiglia della Forestale», le reazioni non sono certo mancate. A dare fuoco alle polveri ci ha pensato subito la Cgil: «Da tempo ci battiamo - sottolinenano in una nota il segretario nazionale della Funzione pubblica, Mauro Baschi, unitamente al coordinatore per la Forestale, Stefano Citarelli - per riportare all’interno del Corpo una serie di regole per arginare il fenomeno dell’assoluta discrezionalità nella gestione del personale, sia per quanto attiene i concorsi, ma anche per i trasferimenti e la determinazione delle piante organiche». Da qui, dunque, l’appello al ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia affinché «sappia cogliere l’occasione della denuncia de La Stampa per battere qualche colpo in favore di quelle politiche a favore della buona gestione che tanto anima gli interventi della sua parte politica». Già, trasparenza e buona gestione: le stesse ragioni che spinsero anche il deputato del Pdl Marco Zacchera, con un’interrogazione, a chiedere al ministro se non ritenesse «necessario», magari, «sospendere il concorso per vice-ispettori». «Certo - spiega il parlamentare del Pdl - perché la trasparenza non deve avere colori politici». E proprio su questo medesimo concetto punta il dito, Giorgio Cortesi della Cisl che «ora auspica che si vada avanti, e che il ministro verifichi fino in fondo se ci sono stati abusi». Abusi che, però, non vede Alberto Mastracchio, segretario nazionale del Sindacato nazionale forestale che, anzi, esprime solidarietà al capo del Corpo, Cesare Patrone sostenendo che «i processi si fanno nelle aule dei tribunali con contraddittorio e prove».

E proprio su questo aspetto si concentra l’attenzione della responsabile Agricoltura del Pd, Colomba Mongiello: «Questa mattina ci vedremo come membri delle commissioni Agricoltura di Camera e Senato per fare il punto, non escludiamo di consegnare gli atti alla magistratura». secondo l’esponente del Pd, infatti, sono troppe le coincidenze, sia per ciò che attiene il concorso per gli allievi agenti che per quello da vice ispettori. «Noi - sottolinea l’esponente del Pd in commissione Agricoltura del Senato - avevamo sospetti di operazioni che nulla avessero a che fare con il merito, ma così tante coincidenze sono il segnale di forti anomalie. Non a caso - conclude l’esponente del Pd - ci colpisce che anche recentemente alcune promozioni, otto in particolare, siano avvenute in una regione così cara al ministro Luca Zaia». Insomma, l’affondo è partito ma il ministro Zaia non esita a replicare: «Sono qui da un anno e non c’è nulla in questi dodici mesi che non sia stato fatto nella più assoluta trasparenza e rispetto delle regole. Ma se effettivamente - spiega il ministro delle Politiche agricole - verificheremo che ci sono stati o ci siano problemi per queste questioni faremo pulizia in ogni modo e con ogni mezzo». Pulizia, dunque. Questo l’atteggiamento che intende assumere il numero uno del ministero. Un po’ quello che chiede anche la parlamentare Giovanna Melandri del Pd sostenendo che «forse qualcuno si è abituato al malcostume che imperversa in questo Paese, ma leggendo il grave caso di nepotismo che ha coinvolto il Corpo forestale c’è da rimanere esterrefatti. Si parla tanto di merito e trasparenza, ma qui la questione ha a che vedere con la legalità».

E annuncia nelle prossime ore un’immediata interrogazione, così come ha in mente di fare il parlamentare dell’Idv, Pino Pisicchio che non esita a parlare di «una parentopoli di proporzioni enormi. Una specie di fiume carsico che investe la forestale. La denuncia del quotidiano torinese - aggiunge il parlamentare dell’Idv - appare circostanziata e non certo avara di nomi, dati, e riferimenti rispetto ai quali il governo non potrà non assumere precise responsabilità e decisioni coerenti che, una volta accertata la verità dei fatti denunciati, potrebbero mettere nel conto l’annullamento dei concorsi e la rimozione dei responsabili».

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