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Autore Discussione: Grillo: Pd e Pdl d'accordo per restare solo loro due. Fassino: dice solo bugie  (Letto 2814 volte)
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« inserito:: Settembre 23, 2008, 02:42:17 pm »

Legge elettorale, Grillo: Pd e Pdl d'accordo per restare solo loro due. Fassino: dice solo bugie

 
ROMA (22 settembre) - «Vogliono toglierci ogni voce. Veltrusconi vuole eliminare il diritto di scelta del candidato per il Parlamento europeo e introdurre lo sbarramento al 5%. Due bastardate. La prima perpetua la nomina da parte dei segretari di partito dei Carra, dei Dell'Utri, delle Carfagne e delle Serafini anche in Europa. La seconda impedisce alle minoranze di essere rappresentate»: è quanto sostiene Beppe Grillo nel suo Blog. «Al Parlamento europeo non esiste il problema della governabilità sbandierato da Veltrusconi. Un tetto serve solo a fare fuori tutti gli altri. Vogliono rimanere in due, Pdl e Pdmenoelle, che poi sono uno, con i parlamentari nominati da loro.

Pregiudicati e famigliari, amanti e avvocati», aggiunge. Nell'intervento Grillo sostiene ancora: «Ci sono 18 condannati in Parlamento. Gli inquisiti e i condannati in primo e secondo grado sono più di 70. Loro non molleranno mai, noi neppure. 350.000 firme per un Parlamento Pulito giacciono in una cantina del Senato a disposizione di Schifani e della P2. Lo psiconano e Topo Gigio Veltroni, non Mastella, hanno fatto cadere Prodi. Hanno chiuso il varco aperto l'otto settembre con il Vday per ritardare il loro crollo. Pdl e Pdmenoelle sono il vero problema del Paese. Il trionfo dell'antidemocrazia. Chi rappresentano veramente? Chi sono i veri padroni e ispiratori di Veltrusconi? Del Turco, che aveva stretti rapporti con il sempreonesto Fassino, quello dell'Unipol, è finito dentro, ma potrebbero finirci quasi tutti. La spartizione dei contributi regionali alla Sanità è la prossima Tangentopoli».

Fassino: Grillo continua a ingannare la gente, legga almeno i giornali. «Pur di mantenere un po' di visibilità Beppe Grillo continua a ingannare i cittadini con bugie e demagogia, come ad esempio far credere che il Pd condivida la nuova legge elettorale europea proposta da Berlusconi». Così Gianni Giovannetti, portavoce di Piero Fassino, replica al comico genovese aggiungendo che «basterebbe almeno leggere i giornali per sapere che il Pd è nettamente contrario ad abolire le preferenze per l'elezione del Parlamento europeo ed è altrettanto contrario ad una soglia di sbarramento del 5%. Ancora più sgradevole è che Grillo unisca la sua voce a quei faccendieri che hanno cercato di infangare l'onorabilità di Fassino e che proprio per questo sono oggi chiamati a risponderne davanti ai magistrati».

Bonino: bene Casini sul ritorno ai collegi uninominali. «Ci sono molti partiti che hanno stigmatizzato la cancellazione delle preferenze - ha detto oggi la vicepresidente del Senato, Emma Bonino - Non è una delle cose che mi emozionano più di tanto, l'epoca delle preferenze me la ricordo, come venivano attuate e poi gestite, quindi non ho grandi rimpianti. Sentivo però l'altro giorno Pierferdinando Casini che diceva se non ci sono le preferenze si torni ai collegi. Credo che questo sia esattamente qualcosa su cui vale la pena riflettere».

da ilmessaggero.it
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 23, 2008, 04:28:28 pm »

FINI: «ci sono ancora dei piccoli spiragli»

Alitalia, Veltroni a Berlusconi: «Ecco le proposte del Pd»

Lettera al premier del segretario Pd: «Pronti a collaborare».

I piloti: «Nessun rischio per la sicurezza»


ROMA - Walter Veltroni scrive una lettera al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sulla vicenda Alitalia. Nella lettera (leggi il testo completo) si indicano una serie di proposte del Partito Democratico per affrontare la situazione di grave crisi della compagnia di bandiera. Secondo il segretario del Pd, il governo «può e deve superare lo stallo» che sta portando Alitalia al fallimento. Veltroni chiede che l'esecutivo «convochi immediatamente le parti e determini un fatto nuovo: senza accettare né veti né soluzioni preconfezionate». «Di fronte all'incombere del fallimento - scrive Veltroni - il governo non può dire di avere già fatto tutto quello che poteva, perché non è vero». D'altra parte, «il tempo è pochissimo. Troppo ne è stato sprecato da marzo ad oggi, fino ad arrivare al limite temporale delle possibilità di sopravvivenza dell'azienda. Tuttavia noi - sottolinea il leader democratico - senza sconti sulle responsabilità politiche di questi anni, faremo quanto è possibile per aiutare tutte le parti a modificare, almeno in parte, le proprie posizioni. Ma il governo deve favorire con una sua iniziativa urgente il ri-posizionamento di tutti gli attori». Veltroni indica «tre strade possibili»: primo, «che la Cai faccia un passo avanti verso le posizioni espresse dai sindacati, come le indubbie condizioni di vantaggio ad essa offerte dal decreto del governo consentono e richiedono»; secondo, «che ci si attivi per riprendere i fili di quei negoziati con soggetti esteri, che, da soli o con Cai, potrebbero acquisire, rispondendo al bando tardivamente pubblicato dal commissario, un ruolo rilevante nella salvezza e nello sviluppo di Alitalia»; terzo, «che il commissario, in rappresentanza di Alitalia, e su preciso mandato del governo, concluda immediatamente e positivamente una intesa con tutti i sindacati consentendo così poi a Cai e/o a compagnie aeree straniere di acquisire Alitalia, garantendone la sopravvivenza».

IL GOVERNO - La linea del governo, al momento, è quella tenuta in questi giorni. L'unica strada possibile di salvezza per Alitalia è quella costituita dal consorzio Cai. E alle richieste del Pd (come quella che dalle colonne della «Stampa» lancia l'ex segretario dei Ds Piero Fassino, per il quale il governo dovrebbe convocare Cai e sindacati per «un ultimo negoziato a oltranza»), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, nel corso di Rainews 24, replica: «Berlusconi ha già svolto il suo ruolo, che era quello di mettere insieme le parti, i sindacati e gli imprenditori, nella loro indipendenza».

MATTEOLI - Del resto che i margini di pressione del governo siano sempre più ristretti lo enfatizza anche il ministro dei Trasporti Altero Matteoli che definisce "impraticabile" l'ipotesi avanzata da piloti, assistenti di volo e di terra, di mettere a disposizione il Tfr e parte delle retribuzioni per tentare di risollevare Alitalia con circa 340 milioni di euro. «L'idea dei piloti è basata su cifre insufficienti per il rilancio di Alitalia - dice Matteoli - e il percorso del Tfr è impraticabile. Ormai siamo alla disperazione. L'unica speranza - spiega Matteoli durante un dibattito televisivo nel corso della trasmissione Omnibus su La7 - è che i sindacati decidano di firmare in modo che il governo possa parlare con Cai e la convinca a ripresentare l’offerta. Mi fa piacere vedere Berti (il presidente dell'Anpac, una delle organizzazioni dei piloti) e altre sigle che si mettono a disposizione per difendere in qualche modo la compagnia - dichiara Matteoli - ma quelle stesse sigle non riescono a concepire che senza la loro firma Alitalia fallisce. E io non riesco a darmi pace della cocciutaggine di alcune sigle. Allo stato c'è solo Cai - conclude il ministro - ma se esce un’altra cordata siamo disponibili a valutarla. Il commissario Fantozzi in questi giorni ha cercato contatti con tutti, ma allo stato c’è solo Cai».

PALAZZO CHIGI- Intanto a palazzo Chigi si è tenuta una riunione sul caso Alitalia tra il premier Berlusconi, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, quello del Welfare Maurizio Sacconi e quello dei Trasporti Matteoli. Al termine della riunione il presidente della Cai Roberto Colaninno e l'amministratore delegato Rocco sabelli sono stati convocati a Palazzo Chigi per un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Proprio Colannino ha dichiarato di valutare »positivamente» l'appello al dialogo con i sindacati di Alitalia lanciato da Veltroni.

I PILOTI - Sul fronte dei piloti c'è da segnalare il dietrofront rispetto alle dichiarazioni di lunedì secondo le quali lo stress generato dalla vicenda sui comandanti avrebbe potuto portare a un «rischio incidenti». «Mai detto che i piloti di Alitalia sono stressati e che i passeggeri devono per questo temere, come riportato da molte testate giornalistiche» ha scritto in una nota il presidente dell’Anpac, Fabio Berti. «Il riferimento ai pericoli legati alla sicurezza - precisa - era legato esclusivamente a ipotetici futuri contratti che non tengano sufficientemente in considerazione i livelli di fatica e stress degli equipaggi, e non al contratto attualmente in vigore».

ENAC - Dai microfoni di «Panorama del Giorno», su Canale 5, anche il presidente dell'Enac, Vito Riggio, tranquillizza i passeggeri: «Stanotte il comandante Berti mi ha mandato un messaggio nel quale esclude che la sua dichiarazione riguardi la situazione in atto, credo che si riferisse a un eventuale rinnovo contrattuale effettuato sotto stress. Del resto a quanto ci risulta le operazioni di volo si stanno svolgendo in condizioni di assoluta sicurezza. Per essere ancora più certo già da questa mattina due ispettori dell'Enac controlleranno la situazione dei piloti, ma si tratta di professionisti già certificati dall'Ente». Lo stesso Riggio lunedì aveva specificato che Alitalia ha tempo sino a giovedì per presentare un piano di rilancio credibile, altrimenti rischia la sospensione della licenza di volo. Anche il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi aveva spiegato che, in mancanza di novità, avrebbe sospeso il volo degli aerei entro il prossimo 30 settembre.

SLOT - Con la sospensione della licenza di volo, ha spiegato ancora Riggio, gli slot Alitalia «rimangono congelati per un periodo di tempo breve», ma il 25 ottobre comincia la stagione invernale e «nel caso di un fermo prolungato le compagnie europee ci chiederebbero un autorizzazione provvisoria a volare per mete europee e noi lo dovremmo dare perchè non si può lasciare il paese senza collegamenti aerei».

FINI - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, vede invece ancora degli spiragli sulla vicenda Alitalia e invita le parti a proseguire nel confronto. «Ci sono stati degli egoismi - afferma Fini - delle chiusure che definire corporative è dire poco, ma ci sono, almeno per qualche giorno ancora, dei piccoli spiragli e tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell'Alitalia devono lavorare affinchè rimangano aperti e si allarghino ancora di più». «Credo che la vicenda Alitalia - ha sottolineato Fini - preoccupi tutti i cittadini italiani senza eccezione alcuna e preoccupa anche il Presidente della Camera, il quale non può che esprimere l'auspicio che prevalga la ragionevolezza» per un «interesse autenticamente nazionale e che riguarda tutti i lavoratori senza eccezione alcuna». «Io non da oggi considero tutte quelle politiche volte a garantire ai lavoratori la possibilità di partecipare ad eventuali utili aziendali una via moderna da percorrere»: lo dice il presidente della Camera facendo un indiretto riferimento alla vicenda Alitalia. Secondo Fini, quella della partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali «è una via che non può essere archiviata senza sperimentarne e valutarne gli aspetti positivi, che in altri paesi si sono già registrati».




23 settembre 2008

da corriere.it
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