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Autore Discussione: Bruno Ugolini - L’assalto al cielo di Trentin  (Letto 2206 volte)
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« inserito:: Novembre 29, 2009, 06:41:25 pm »

L’assalto al cielo di Trentin

di Bruno Ugolini

Qualche volta vien da pensare a come sarebbero andate le cose in questo Paese se non ci fosse stato, quaranta anni or sono, l’autunno caldo, con quel suo carico di conquiste di democrazia, con quella sua capacità di contaminare poi tutto il mondo del lavoro, ma anche del sapere, innestando altri movimenti. A cominciare dal movimento delle donne. Fu un moto che percorse luoghi di lavoro, scuole, istituzioni: un processo di democrazia e libertà. Poteva andare diversamente. Quell’autunno poteva risolversi in un fuoco di paglia, una protesta impetuosa, grande e generosa, senza risultati. Bruno Trentin fu uno dei principali protagonisti di quella stagione. Lo racconta bene il film di Franco Giraldi che l’Unità è orgogliosa di presentare. C’erano con lui molti altri dirigenti sindacali. Non solo quelli della Cgil come Luciano Lama o Piero Boni o Pio Galli, ma anche di altre organizzazioni. Come Giorgio Benvenuto della Uil, Pierre Carniti, Luigi Macario, Franco Bentivogli, Alberto Gavioli, Pippo Morelli per la Cisl.

Un gruppo di dirigenti che avevano saputo coniugare il rapporto democratico costante con i propri rappresentati, con la capacita di scelta degli obiettivi su cui puntare, sulla capacità di misurare i rapporti di forza. Non andavano allo sbaraglio come tori nella nebbia, per usare un’espressione che era cara a un dirigente torinese, Aventino Pace. Non chiedevano mille per ottenere dieci, non presentavano un ammasso di tutte le richieste possibili. Proponevano alcuni punti intrecciati come il pugno di una mano (salari, orario, diritti). Obiettivi frutto di estenuanti compromessi tra le gerarchie sindacali ma oggetto di dibattiti veri tra le masse di iscritti e non iscritti. Il film ha il merito di raccontarci alcune di quelle pagine ma anche quanto era avvenuto prima e quello che avvenne dopo. Il tutto attraverso un’intervista a Bruno Trentin realizzata nel 1998, qualche anno prima che Bruno ci lasciasse. È il racconto di un percorso di vita straordinario, dall’adolescenza in Francia, alla lotta partigiana, all’approdo nella Cgil accanto a Di Vittorio. Così lo vediamo e lo sentiamo sulla «pista» del Lingotto, nella sede centrale della Confederazione eletto segretario generale, nelle sue adorate Dolomiti. Il tutto accompagnato da preziosi reperti d’epoca.

C’è la vicenda dello studente Trentin che all’università di Padova vede Concetto Marchesi cacciare i fascisti dall’aula magna. C’è la rievocazione, appunto, di quell’autunno di 40 anni fa ma anche la riflessione sulla sconfitta alla Fiat nel 1980 e la ricostruzione di quanto avvenne, nel 1992 e 1993, con gli accordi di concertazione. E la storia di un uomo che si animava «con la furia di un ragazzo», contro le ingiustizie vecchie e nuove. Ma che sapeva anche tradurre, con altri, la passione, la collera in proposte possibili e unificanti, in una strategia di cambiamento. Una lezione che vale anche oggi quando appare chiaro che non basta saper gridare lo sdegno. Ritorna proprio in queste settimane un altro autunno, assai diverso, con una estesa frammentazione dei protagonisti. Allora si andava alla conquista di terreni inesplorati, oggi si è di fronte spesso a difese disperate. È in gioco il lavoro, la possibilità stessa di acquisire un’identità, una dignità attraverso il lavoro. Con interlocutori intenti solo a difendere le proprie piccole e grandi rendite. E senza quell’arma che 40 anni fa dava forza e coraggio: l’unità tra persone che pure venivano da ideali spesso contrapposti. Ma che in quella sfida avevano trovato una ragione per stare insieme.

29 novembre 2009
da unita.it
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