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Autore Discussione: Mussolini: «Gobetti? Un antifascista segaiolo incarognito»  (Letto 2257 volte)
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« inserito:: Novembre 28, 2008, 10:38:12 pm »

IL MANOSCRITTO

Mussolini: «Gobetti? Un antifascista segaiolo incarognito»

All'asta una lettera autografa scritta tra il 1921 e il 1922, in piena battaglia politica


TORINO - Una lettera firmata di Benito Mussolini(1883-1945), su carta intestata de «Il Popolo d'Italia», di cui il futuro duce del fascismo era direttore, sarà battuta ad un'asta di manoscritti dalla casa Bolaffi a Torino mercoledì 10 dicembre con una stima iniziale di 2.800 euro. Il documento, non datato, ma presumibilmente scritto tra la fine del 1921 e gli inizi del 1922, da Milano, e diretto all'amico giornalista Pietro Gorgolini, fondatore de «Il Maglio», organo della sezione torinese del Partito Nazionale Fascista, mostra un Mussolini che riconosceva già nel giovanissimo torinese Piero Gobetti (1901-1926), fondatore della rivista «La rivoluzione liberale», un temibile avversario antifascista.

Citare qualche passaggio di questa lettera, è sufficiente a far rivivere il clima politico infuocato - poco prima della marcia su Roma - dell'ottobre 1922. Scrive Mussolini : «Una reclame al Signor Gobbetti (per dispregio) e al suo sciocchezzaio anti-fascista, non mi sento di farla sul Popolo d'Italia». Il futuro duce rimanda quindi l'articolo «vivace e appuntito» al Gorgolini, suggerendogli di pubblicarlo sul giornale locale torinese «Il Maglio», «dato e non concesso che sia il caso di prendere sul serio quella manica di segaioli incarogniti».

PESTAGGIO - Verso la fine del 1921 era stata lanciata una campagna antifascista, scatenata dai socialisti e dalla stampa vicina a Francesco Saverio Nitti, che provocò repliche molto violente da parte di Mussolini e dei suoi sostenitori. Piero Gobetti, appena ventenne, già partecipava a queste battaglie politiche con i suoi scritti che Mussolini, riconoscendo in lui un temibile avversario, preferiva fossero ignorati piuttosto che combattuti, nella speranza di farli cadere nell'oblio, come testimonia questa lettera inedita che va all'asta. Più volte minacciato e picchiato dai fascisti, il 5 settembre 1925 Piero Gobetti subì un ultimo pesante pestaggio da parte degli squadristi, che gli provocarono ferite molto gravi.

In seguito a ciò, decise di espatriare in Francia, a Parigi, ma non si riprese mai totalmente. Gobetti morì il 15 febbraio 1926, nell'ospedale di Neuilly presso Parigi dov'era stato ricoverato tre giorni prima per polmonite.

Un telegramma di Benito Mussolini che ordina al prefetto di Torino di «rendere la vita difficile a Piero Gobetti, insulso oppositore del governo e del fascismo» venne diffuso dopo la sua morte dai quotidiani antifascisti e suscitò una grande emozione nell'opinione pubblica internazionale.


28 novembre 2008
da corriere.it

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