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Autore Discussione: ALESSANDRA VITALI. Il dg Rai, Lorenza Lei, invia a Sanremo il vicedirettore ...  (Letto 1894 volte)
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« inserito:: Febbraio 16, 2012, 12:19:37 pm »

IL CASO

Festival commissariato, arriva Marano La Chiesa contro Celentano: "Ora le scuse"

Caos dopo l'esibizione di Celentano e gli attacchi alle testate cattoliche.

Il dg Rai, Lorenza Lei, invia a Sanremo il vicedirettore generale per l'Offerta "per coordinare con poteri di intervento il lavoro del Festival". "Avvenire" e "Famiglia Cristiana" replicano al Molleggiato: "Se l'è presa con noi perché abbiamo contestato il suo cachet".

Duro il direttore di RaiUno: "Mai auspicare la chiusura di un giornale".

E su Luca e Paolo: "Il linguaggio scurrile indica mancanza di idee"

dal nostro inviato ALESSANDRA VITALI

ROMA - Colpito e abbattuto. I bombardamenti di Celentano non sono stati solo coreografia. Dopo il sermone della prima serata con gli attacchi alle testate cattoliche, si scatena l'ira della Chiesa sulla Rai e sul Molleggiato. La Sir, l'agenzia di stampa della Conferenza episcopale, parla di "ignoranza col microfono", replicano pure Avvenire e Famiglia Cristiana - gli oggetti dell'invettiva - e il direttore di RaiUno Mauro Mazza si smarca, "non si invoca mai la chiusura di un giornale, qualunque esso sia", dice. Ma la situazione è critica: il direttore generale di viale Mazzini Lorenza Lei "dopo aver ascoltato informalmente il presidente e i consiglieri d'amministrazione presenti ha deciso - si legge in un comunicato diffuso nella sala stampa dell'Arison - vista la situazione che si è venuta a creare, di inviare il vicedirettore generale per l'Offerta, Antonio Marano, a coordinare con poteri di intervento il lavoro del Festival". Che, di fatto, viene così commissariato.

La reazione delle testate cattoliche. "Quando l'ignoranza prende il microfono per diffondere il suo messaggio, è doveroso replicare": un comunicato della Sir affronta la questione Celentano all'indomani dell'intervento dell'artista, che avrebbe usato parole "che nascono da un "vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono, del servizio che svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della società tutta. Un vuoto voluto, e quindi ancor più triste, perché a tutti è possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro paese". Duro anche l'editoriale pubblicato sul sito online di Famiglia Cristiana: Celentano "è solo un piccolo attivista dell'ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue vendette private". Mentre il commento di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, era già online sul sito del quotidiano a pochi minuti dalle parole del Molleggiato: "Tutto questo, perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero".

Le critiche di Verro e della Fnsi. Soddisfazione, certo, per i risultati d'ascolto, ma "questo non può essere l'unico principio su cui valutare i programmi del servizio pubblico - obietta il consigliere Rai Antonio Verro - quando ciò accade la Rai abdica al suo ruolo di editore. Trasformare il palco dell'Ariston in una privilegiata vetrina promozionale o in un pulpito per grandi ospiti come Celentano e altri cabarettisti, converte il Festival in una sorta di reality show in cui si aspetta l'attacco inaspettato e violento o la battuta polemica e volgare". Critico il segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi: "Per fortuna i giornali non dipendono da Sanremo e ancor meno da Celentano le cui battute senza senso fanno ridere chi può godersi Sanremo ma non cambiano un paese che ha bisogno oggi più di ieri di giornali di idee e di identità come Avvenire e Famiglia Cristiana e di tanti altri che sono l'opposto e il contrario".

Mazza e l'arrivo di Marano. Duro il commento del direttore di RaiUno Mauro Mazza, che prende la parola per primo in una conferenza stampa, all'Ariston, cominciata con un'ora di ritardo. Precisa che fra i compiti di Marano "c'è il coordinamento dell'offerta radiotv, è un lavoro che svolge quotidianamente e di fronte alla complessità della macchina e a qualche momento vissuto e sofferto insieme ieri sera, viene a darci una mano". Meno disteso il direttore artistico Giammarco Mazzi: "Benvenuto, è un amico, sono contento ma voglio anche capire in che cosa consiste questo potere d'intervento perché per quel che mi riguarda il percorso artistico di questa edizione è già tracciato".

Celentano e il codice etico. Ma l'affondo vero arriva dopo, "quando il vertice dell'azienda e il direttore delle Risorse artistiche hanno fatto il contratto conoscevano Celentano, mi meraviglia la meraviglia, non ricordavano di chi si tratta, pensavano cantasse qualche canzone. Nel contratto era prevista la libertà d'espressione dell'artista, poi si può valutare se Celentano l'abbia esercitata al meglio - continua Mazza - o in alcuni passaggi abbia travalicato i confini del codice etico". E individua, ad esempio, il momento riservato al critico televisivo del Corriere della sera Aldo Grasso, al quale Celentano ha dato del "deficente" - strascico di una polemica pre-festival quando Grasso aveva espresso perplessità in merito alla sua partecipazione al festival. "Dare del deficente a un collega - osserva Mazza - è cosa di cattivo gusto".

"Invocare la chiusura dei giornali, un brivido". Netto il direttore di RaiUno sull'invettiva contro i giornali cattolici: "Premesso che siamo di fronte a un artista unico nel suo genere e non a un filosofo contemporaneo, non entro nel merito delle singole affermazioni - dice Mazza - ma quando si auspica la chiusura di un qualunque giornale a me corre un brivido lungo la schiena, da giornalista e da cittadino". E aggiunge "una cosa personale": "Io ho cominciato a lavorare tanti anni fa al Secolo d'Italia, quel giornale qualcuno voleva chiuderlo con le bombe quindi so di che cosa si parla. E' impotante che i giornali si aprano, non il contrario". Ma ce n'è anche per Luca e Paolo, il cui intervento, ieri sera, è stato scandito da una raffca di parolacce. "Quando accade questo - commenta Mazza - vuol dire che c'è un vuoto di idee".

© Riproduzione riservata ((15 febbraio 2012))

da - http://www.repubblica.it/speciali/sanremo/edizione2012/2012/02/15/news/tarquinio_ironico_proprio_un_bello_spettacolo-29903953/
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