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1  Forum Pubblico / "INTESA DELL'OLIVO". STUDIO DEL PROGETTO DECENNALE NAZIONALE, DI SVILUPPO PER PRIORITA'. / VOLT EUROPA. - DETTO TRA NOI : da seguire con interesse!! ciaooo inserito:: Oggi alle 02:15:45 pm
Volt Europa
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Volt Europa
Presidente   Francesca Romana D'Antuono
Mels Klabbers
Stato   Bandiera dell'Europa Europa
Sede   Bruxelles
Abbreviazione   Volt
Fondazione   29 marzo 2017
Ideologia   Federalismo europeo[1]
Europeismo[2]
Liberalismo sociale[3]
Progressismo[4]
Collocazione   Centro[5]/Centro-sinistra[6]
Gruppo parl. europeo   I Verdi/Alleanza Libera Europea
Seggi Parlamento europeo   
2 / 705
[7]
Organizzazione giovanile   Volt Violet
Colori   Viola
Slogan   Torniamo a credere nella politica!
Sito web   volteuropa.org/

Volt Europa (spesso abbreviato in Volt) è un partito politico paneuropeo, sotto forma legale di associazione di partiti e persone, fondato nel 2017 da Andrea Venzon con il supporto di Colombe Cahen-Salvador e Damian Boeselager; è presente in trentadue paesi d'Europa[8][9][10]. Oltre agli stati membri dell'Unione europea, Volt raggiunge alcuni stati che non ne fanno parte, quali Svizzera, Albania e Regno Unito.
Volt si presenta come un movimento paneuropeo e progressista che sottolinea l'importanza di creare una voce europea unitaria e federale che abbia un maggiore peso al livello mondiale.[11][12]
Volt Europa non è formalmente un partito, ma si articola in diversi partiti nazionali che ne rispettano lo Statuto[13], le politiche (Mapping of Policies)[14] e gli ideali politici. Attraverso i diversi Volt nazionali, che ambiscono a diventare partiti in tutti i Paesi in cui sono presenti, Volt Europa punta a partecipare alla vita politica europea su tutti i livelli: comunitario, nazionale e locale.[15][16] La collaborazione tra i vari partiti nazionali permette a Volt di valorizzare la condivisione delle buone pratiche.[17]
Alle elezioni europee del 2019, ottenendo lo 0,7% dei voti in Germania, Volt elegge Damian Boeselager come suo primo eurodeputato.[18] Gli iscritti del movimento hanno votato per far aderire Boeselager al gruppo parlamentare I Verdi/Alleanza Libera Europea, col quale era già stato raggiunto un accordo.[19]
Alle elezioni olandesi del 2021, ottenendo il 2,42%, Volt elegge i suoi primi 3 parlamentari in un parlamento nazionale.

Storia
La fondazione
Volt Europa è stato fondato il 29 marzo 2017: secondo i fondatori, la fondazione fu una reazione al crescente populismo nel mondo e alla Brexit.[20] Il progetto, inizialmente denominato Vox Europe e successivamente rinominato a causa dell'omonimia con il partito spagnolo Vox[21], è finanziato attraverso delle campagne di crowdfunding e donazioni private.[22]
Nel marzo del 2018 ad Amburgo è nato il primo partito nazionale collegato a Volt Europa.[23] Il 14 luglio 2018 è stato invece fondato a Bologna il relativo partito italiano, Volt Italia, il cui primo congresso nazionale si è tenuto a Firenze a febbraio del 2019.[24][25][26]
Il 14 ottobre 2018 per la prima volta un partito affiliato a Volt partecipa a delle elezioni locali, in Belgio.[27][28]
Le elezioni europee
Il 27 e il 28 ottobre l'assemblea generale, riunita ad Amsterdam con più di 450 delegati partecipanti, ha approvato la Dichiarazione di Amsterdam, il programma unitario con cui Volt intendeva correre alle elezioni europee del 2019.[29][30] Per l'occasione Volt ha presentato una propria lista in otto stati membri, con l'obiettivo di eleggere abbastanza rappresentanti per poter creare un gruppo all'interno del Parlamento europeo.[31]
Dal 22 al 24 marzo 2019 Volt Europa ha organizzato il suo primo congresso europeo a Roma[32], presentando i propri candidati per le elezioni del Parlamento europeo del 2019. A seguito di queste ultime, è stato eletto un unico eurodeputato: il tedesco Damian Boeselager.[18] Successivamente si sono aperte le trattative con altri gruppi politici, nella specie l'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, l'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa e I Verdi/Alleanza Libera Europea; dopo un accordo di massima coi liberali e i verdi[33], tra il 7 e il 9 giugno gli iscritti di Volt sono stati chiamati a votare tra questi due gruppi e quello dei Non iscritti[34] e, in tale circostanza, più dell'80% dei votanti si è espresso per l'accordo col gruppo Verdi/ALE.[19]
Volantini di Volt in tedesco
Dal 12 al 13 ottobre 2019 Volt Europa ha ospitato a Sofia la sua seconda assemblea generale per eleggere il nuovo board di Volt Europa. Il movimento ha eletto l'ex-presidente di Volt Germania Valerie Sternberg e l'ex-capolista alle elezioni europee e leader di Volt Paesi Bassi, Reinier van Lanschot, come co-presidenti di Volt Europa. La neoeletta tesoriera è l'ex-candidata alle europee di Volt Lussemburgo Julia Pitterman. I membri non esecutivi del board sono stati Konrad Ritter, Eileen O'Sullivan, Bruno Sánchez-Andrade Nuño, Sofia Gentiloni Silveri, Joel Boehme e Cornelia-Florina German.[35]

A causa della pandemia di COVID-19, Volt non ha ospitato la sua assemblea generale della primavera 2020 a Lisbona come previsto, ma è diventato invece il primo movimento politico paneuropeo a ospitare pubblicamente un'assemblea generale digitale, inclusa una votazione sul suo programma fino al 2024.[36][37]
Primi successi nei parlamenti nazionali
Alle elezioni legislative del 2021 Volt Paesi Bassi ottenne più di 250 000 voti e tre seggi alla Tweede Kamer,[38] segnando il primo ingresso di una sezione nazionale di Volt Europa in un parlamento nazionale.[39] Tale successo venne bissato già nel novembre successivo, quando Volt Bulgaria riuscì ad ottenere due parlamentari all'interno della coalizione Continuiamo il Cambiamento.[40] Non riuscì invece l'ingresso parlamentare a Volt Germania, che nelle elezioni federali ricevette lo 0,4% dei voti e non elesse nessun parlamentare.
Dal 16 al 17 ottobre 2021, Volt Europa ha ospitato la sua quarta Assemblea Generale a Lisbona, in Portogallo. È stata la prima Assemblea Generale fisica dal 2019. Durante l'Assemblea Generale del 2021, Reinier van Lanschot, che era già stato eletto all'assemblea di Sofia nel 2019, è stato rieletto. Francesca Romana D'Antuono è stata eletta co-presidente mentre Johannes Heinrich è stato eletto tesoriere. I sei membri del consiglio non esecutivi eletti sono stati Ines Consonni, Anouk Ooms, Lucia Nass, Thor Larholm, Charles Evain e Lucas Amorelli Ribeiro Kornexl. Sebbene molti dei consiglieri uscenti fossero ricandidati, nessuno di loro è stato rieletto.
Il 12 e il 13 marzo del 2022 Volt ha organizzato a Budapest, in Ungheria, un retreat dedicato alla condizione femminile, ai diritti delle donne e all'empowerment femminile. All'evento hanno partecipato 40 delegate da 10 paesi diversi, tra cui la presidente di Volt Europa Francesca Romana D'Antuono.
Programma
Per Volt è necessario riformare l'Unione europea in senso federale, avendo come obiettivo il raggiungimento degli Stati Uniti d'Europa, e maggiormente democratico, dando più poteri al Parlamento, abolendo i poteri di veto dei governi nazionali in seno al Consiglio europeo e sostituendo la commissione europea con un governo europeo. Questa federazione dovrebbe poi funzionare secondo il principio di sussidiarietà. Tutto ciò si lega inoltre alla promozione del "patriottismo europeo".[41][42][43][44] Il partito enuncia nel suo programma anche la necessità di avere un Presidente europeo direttamente eletto dai cittadini e quella di avere un ministero federale dell'economia e delle finanze che si occupi del bilancio europeo[45]. Volt, sebbene abbia piccole variazioni ideologiche a seconda del capitolo nazionale, si dichiara progressista e pragmatista[46][47].
Riforma dell'Unione europea
Volt propone di rafforzare il Parlamento europeo, in quanto unico organo eletto direttamente dai cittadini, e propone di dargli il potere di iniziativa legislativa[48]. Il partito si batte anche per una riforma elettorale, denunciando il sistema progressivo degressivo come un principio contrario ai valori dell'Unione, e propone la creazione di una circoscrizione paneuropea[49] e la divisione degli stati membri in circoscrizioni di uguale dimensione[48]. Volt propone radicali modifiche anche al Consiglio europeo, dove propone di eliminare il diritto di veto e di trasformarlo in una seconda camera legislativa[50]. Alcune modifiche sono proposte anche per il potere esecutivo; tra queste vengono citate nel programma la creazione dei ministeri e l'abolizione dei commissari europei[51].

Volt propone di estendere le prerogative della Corte europea di giustizia, creando degli organi periferici nazionali[52].
Conseguentemente, l'organizzazione punta a ottenere politiche comuni in tema di immigrazione, a unificare gli eserciti e le agenzie d'intelligence, a istituire un salario minimo europeo al fine di combattere la povertà, ad armonizzare maggiormente i sistemi di tassazione al fine di combattere i paradisi fiscali interni all'eurozona, a mettere in comune il debito attraverso gli eurobond, a trovare risposte comuni all'impatto della quarta rivoluzione tecnologica sul mercato del lavoro, ad aumentare il bilancio europeo per finanziare progetti per l'adeguamento alla globalizzazione e la riduzione delle disuguaglianze[41][53][54]. Volt sostiene l'ingresso dell'Albania, del Regno Unito e dell'Ucraina all'interno dell'Unione europea[55].
Visione economica e fiscalità
La visione economica elaborata da Volt Europa richiede di ridurre le disuguaglianze tra le economie dell'UE e affrontare le future sfide economiche con approcci informati e basati sui dati[56]. Un'attenzione importante è dedicata alle startup, che Volt intende fortemente incentivare. A tal proposito, il partito propone una diminuzione della burocrazia e una digitalizzazione dei servizi dell'impresa[57]. Volt sostiene inoltre gli investimenti nell'economia verde, blu e circolare, coerenti anche con una decisa lotta al surriscaldamento globale e all'inquinamento. Viene inoltre sottolineata la necessità della collaborazione fra pubblico e privati, utile per rilanciare la crescita economica e ridurre la disoccupazione[24][41][58]. Parte importante del programma è dedicata alla tassazione: Volt vuole abbassare le tasse sui dividendi delle PMI, ridurre il numero delle detrazioni in favore di aliquote fiscali più basse e ridurre il numero di tasse[59] e mantenere bassa l'IVA sui beni di prima necessit62]. Per combattere la decrescita della popolazione, Volt propone misure a sostegno della maternità, tra cui l'ampliamento dei congedi parentali e l'aumento degli asili nido[63].
Nel campo delle politiche educative e scolastiche, Volt propone l'aumento e la diversificazione del metodo d'insegnamento per la prima infanzia, improntandolo su un approccio creativo[64]. Il partito è favorevole all'aumento del budget dei progetti Erasmus, Erasmus+ e ErasmusPro ed è favorevole a facilitare la mobilità educativa[65]. Volt propone inoltre investimenti europei per le università in aree svantaggiate[66].
Digitalizzazione
La digitalizzazione è uno dei capisaldi dei programmi di Volt Europa: il partito punta a creare amministrazioni paper-less[67] e intercomunicanti tra loro. L'organizzazione paneuropea punta alla creazione di un fascicolo sanitario digitalizzato[68], la digitalizzazione dei tribunali[69] ed è favorevole al voto elettronico sul modello estone[67]. Volt enuncia inoltre nel suo programma la necessità che tutti i software delle istituzioni europee siano open source[70].


Giustizia
Nel suo programma Volt enuncia che le sue proposte sono orientate ad un sistema di tolleranza zero verso la corruzione, l'evasione fiscale e i crimini dei colletti bianchi[71]. Il partito sostiene il rafforzamento dei programmi Europol e Eurojust ed enuncia la necessità di terminare le operazioni di profilazione razziale[72]. Punto importante nel programma è quello riguardante le condizioni delle prigioni: per Volt è essenziale che le prigioni siano dignitose per i detenuti, che vi sia sostegno psicologico e propone l'aumento delle misure detentive alternative alla detenzione[73]. Volt Europa sostiene la decriminalizzazione dell'uso di sostanze stupefacenti, la legalizzazione delle droghe leggere e della prostituzione[74].
Diritti civili e bioetica
Volt lotta a favore dei diritti LGBT, come il matrimonio egualitario e l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso, e contro ogni forma di sessismo e razzismo, cosa che per il movimento richiede anche una decisa laicità dello Stato[24][41][54].
Volt è favorevole al diritto all'aborto in tutt'Europa[75], in quanto forma di autodeterminazione della donna.
Politica estera
Volt sostiene una riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che punti a superare il diritto di veto[76]. Inoltre, Volt è favorevole al potenziamento delle missioni di peacekeeping. Volt inoltre supporta l'allargamento della NATO in Scandinavia[77].
Struttura
Damian Boeselager, primo europarlamentare di Volt

Dal punto di vista legale Volt Europa è un'organizzazione non a scopo di lucro (Volt Europa AISBL)[78] con sede in Belgio.
L'organo principale di Volt è l'Assemblea Generale, che si riunisce una o due volte l'anno; le sue decisioni vengono messe in atto dal Consiglio di Coordinamento, che garantisce la coerenza tra gli organi nazionali. La gestione quotidiana del movimento è invece gestita su tre livelli attraverso un gruppo comune europeo, i gruppi nazionali e i gruppi locali. A partecipare alle elezioni politiche sono i partiti generati dai gruppi nazionali.[79]
Francesca Romana D'Antuono e Reinier van Lanschot sono i copresidenti di Volt Europa, Johannes Heinrich è il tesoriere.
Composizione del board
Mandato    Presidente    Tesoriere    Membri del board non esecutivi
2019-20    Bandiera dei Paesi Bassi Reinier van Lanschot    Bandiera della Germania Valerie Sternberg    Bandiera del Lussemburgo Julia Pitterman    Bandiera della Germania Konrad Ritter    Bandiera della Germania Eileen O'Sullivan    Bandiera della Spagna Bruno Sánchez-Andrade Nuño    Bandiera dell'Italia Sofia Gentiloni Silveri    Bandiera della Svezia Joel Boehme    Bandiera della Romania Cornelia German
2021-23    Bandiera dell'Italia Francesca Romana D'Antuono    Bandiera della Svizzera Johannes Heinrich    Bandiera dell'Italia Ines Consonni    Bandiera dei Paesi Bassi Anouk Ooms    Bandiera della Francia Lucia Nass    Bandiera della Danimarca Thor Larholm    Bandiera della Francia Charles Evain    Bandiera dell'Austria Lucas Amorelli Ribeiro Kornexl
2023-25    Bandiera dei Paesi Bassi Mels Klabbers    Bandiera del Belgio Christophe Quirynen    Bandiera dell'Italia Emma Bacci    Bandiera della Germania Jennifer Scharpenber    Bandiera della Rep. Ceca Slavomir Manasek    Bandiera della Germania Janko Haineken    Bandiera del Portogallo Luis Alfonso Almeida Fernandes
Sezioni nazionali
In viola i paesi con sezioni nazionali di Volt. In rosso i confini dell'Unione europea.
Bandiera dell'Albania Albania
Volt Albania (in albanese Volt Shqipëria) è il partito politico di Volt in Albania. Il partito, guidato dall'italo-albanese Cosimo Bruno, non si è mai candidato a delle elezioni e sostiene l'ingresso dell'Albania nell'Unione europea.
Bandiera dell'Austria Austria
Volt Austria (in tedesco Volt Österreich) è il partito politico registrato di Volt in Austria e stava pianificando di prendere parte alle elezioni europee del 2019[80]. Le 2 600 firme necessarie per questo non sono state raccolte in tempo; pertanto, Volt non ha potuto partecipare alle elezioni europee in Austria[81]. Il partito ha preso parte alle elezioni locali di Vienna, prendendo lo 0,1% dei voti[82]. Volt Austria è attualmente attivo nei Land di Vienna, Salisburgo, Stiria, Alta Austria, Tirolo e Vorarlberg[83].
Bandiera del Belgio Belgio
Volt Belgio (in olandese Volt België, in francese Volt Belgique, in tedesco Volt Belgien) è la sezione nazionale di Volt in Belgio, attivo dal 2017 e registrato come partito il 28 luglio 2018. Volt Belgio è una delle prime sezioni nazionali di Volt Europa a partecipare a delle elezioni. Nel 2018, grazie ad una alleanza con il partito pirata, Volt Belgio prese parte alle elezioni comunali di Anversa[84] e partecipò in solitaria a Ixelles e Etterbeek. In tutte e tre le città, Volt non riuscì ad eleggere nessun consigliere comunale.
Volt Belgio è stata anche la prima sezione nazionale di Volt a prendere parte a delle elezioni nazionali[85], candidandosi alle elezioni parlamentari in Belgio del 2019 nella circoscrizione di Anversa e ricevendo lo 0,14% dei voti[86][87]. Lo stesso anno Volt partecipò alle elezioni europee, candidandosi nella circoscrizione di lingua neederlandese, e prendendo lo 0,48% dei voti[88].
Durante l'assemblea generale del 23 aprile 2022, l'italo-tedesco Carlo Giudice e la franco-belga Johanna Dirlewanger sono stati eletti co-presidenti[89].
Bandiera della Bulgaria Bulgaria
Lo stesso argomento in dettaglio: Volt Bulgaria.
Volt Bulgaria (in bulgaro Волт България?, Volt B'lgarija) è stato fondato a Sofia il 19 maggio 2018, ed è stato la seconda sezione nazionale di Volt ufficialmente registrata. In Bulgaria durante le elezioni parlamentari del novembre 2021 sono stati eletti 2 parlamentari di Volt, confermandoli alle elezioni del 2022.


Bandiera di Cipro Cipro
Volt Cipro (in greco Βολτ Κύπρος?, Volt Kýpros; in turco Volt Kıbrıs) è il partito politico di Volt a Cipro. Attivo sin dal 2018 come movimento non ufficialmente registrato come partito politico, il 17 ottobre 2021, durante l'assemblea generale di Volt Europa a Lisbona, fu annunciato un accordo di cooperazione con il partito Neo Kyma[90] (successivamente firmato il 4 novembre 2021), per svolgere congiuntamente attività politica in vista delle future elezioni e fondersi, sotto il nome di Volt, in un unico partito per le elezioni europee del 2024. Il 26 ottobre 2023, Volt, Neo Kyma e il movimento Famagosta per Cipro hanno annunciato la loro fusione e la fondazione di Volt Cipro come partito. Il giorno successivo la deputata Alexandra Attalides, precedentemente eletta nelle fila del Movimento degli Ecologisti - Cooperazione dei Cittadini, annunciò che sarebbe diventata membro di Volt. Il 3 dicembre, durante il congresso di fondazione di Volt Cipro, il partito ha approvato il proprio statuto ed eletto Alexandra Attalides e Charilaos Velaris come presidenti.[91][92] Hulusi Kilim, un turco-cipriota, è stato eletto segretario generale, diventando così il primo politico turco-cipriota a ricoprire una tra le cariche più alte in un partito attivo nella Repubblica di Cipro; al contempo Volt è l'unico partito a Cipro che unisce le comunità greco-cipriota e turco-cipriota nello stesso partito politico.[93]
Bandiera della Croazia Croazia
Volt Croazia (in croato Volt Hrvatska) è un partito politico attivo in Croazia. Il partito è attualmente attivo a Zagabria.
Bandiera della Danimarca Danimarca
Volt Danimarca (in danese Volt Danmark) è il partito politico di Volt in Danimarca ed è stato registrato il 21 luglio 2021 a Copenaghen[94] ed è attualmente guidato dai co-presidenti Alexander Nielsen e Kathrine Richter. Nel novembre del 2021, Volt Danimarca ha preso parte per la prima volta alle elezioni, riuscendo a raccogliere le firme per le amministrative di Fredericksburg[95], dove il partito raccolse lo 0,2% dei consensi[96], non eleggendo nessun consigliere comunale.
Bandiera dell'Estonia Estonia
Volt Estonia (in estone Volt Eesti) è un partito politico attivo in Estonia. Il partito è attualmente guidato da Karl Velmet ed è attivo a Tallinn.
Bandiera della Francia Francia
Volt Francia (in francese Volt France) è stato fondato come 9ª sezione di Volt in una nazione dell'Unione europea nell'agosto del 2018.
Il partito non ha potuto partecipare alle elezioni europee del 2019 per mancanza di fondi.
Il 15 marzo 2020 Volt prende parte per la prima volta a delle elezioni, candidandosi alle elezioni municipali di Lilla all'interno della coalizione Lille Verte 2020[97], raggiungendo il 39,41% e non riuscendo ad ottenere seggi comunali per solo 227 voti[98]. Nello stesso giorno ha preso parte alle elezioni distrettuali di Lione, partecipando in due distretti con la lista civica 100% Citoyens[99], e nel IX arrondissement di Parigi, candidandosi per la prima volta con una lista di "Volt". In entrambi in casi, il partito non ha eletto alcun consigliere dipartimentale.
Il 20 giugno 2021 Volt Francia ha preso parte alle elezioni regionali in Bretagna, Hauts-de-France e Île-de-France. In Île-de-France, dove Volt candidò insieme a Nous Citoyens, PACE e dei movimenti eurofili l'allora presidente di Volt Francia Fabiola Conti come candidato presidente della regione[100], la lista si fermò allo 0,17% dei voti, non superando lo sbarramento[101]. Volt inoltre non riuscì ad eleggere alcun consigliere regionale né in Bretagna, dove si era candidata in coalizione con LREM, UDI, Agir, MoDem e TdP[102], né in Alta Francia, dove si era presentato con una coalizione centrista[103]. Nello stesso giorno, Volt Francia ha presentato due liste alle elezioni dipartimentali nei collegi uninominali: una nel secondo collegio di Strasburgo, in Alsazia, prendendo l'1,92% dei voti, e una nel collegio Aix-en-Provence 2, nel dipartimento Bocche del Rodano, prendendo lo 0,57%.
Alle elezioni legislative in Francia del 2022, Volt prese parte alle elezioni in 17 collegi su 577. Il 5 giugno, alle elezioni nei collegi per i francesi all'estero, Volt fece segnare ottimi risultati, superando la soglia dell'1% per il finanziamento. I risultati più importanti si ebbero nel collegio Centro-Europa (4,97%) e nel collegio Mediterraneo (3,53%).
Bandiera della Germania Germania
Lo stesso argomento in dettaglio: Volt Germania.
Volt Germania (in tedesco Volt Deutschland) è il partito politico registrato di Volt in Germania, che gli consente di competere alle elezioni all'interno della Repubblica Federale Tedesca[104]. Alle elezioni europee del 2019 Volt Germania ha ottenuto 248 824 voti, il che equivale allo 0,7% dei voti totali in Germania. Come primo classificato, Damian Boeselager ottenne uno dei 96 seggi dei delegati tedeschi al Parlamento europeo[105][106].
Bandiera della Grecia Grecia
Volt Grecia (in greco Βολτ Ελλάδας?, Volt Elládas è un partito politico attivo in Grecia. Durante la pandemia di COVID-19 in Grecia del 2019, Volt Europa ha lanciato l'iniziativa #EuropeCares e ha inviato aiuti umanitari e mascherine ai campi profughi delle isole[107].
Bandiera dell'Irlanda Irlanda
Volt Irlanda (in irlandese Volt Éireann)[108] è un partito politico attivo in Irlanda, formatosi a ridosso delle elezioni europee del 2019, a cui non è riuscito a partecipare. Il partito si è inoltre dotato di un'ala giovanile, chiamata Ógra Volt Ireland.
Bandiera dell'Italia Italia
Volt Italia è un partito italiano, fondato da Andrea Venzon, nel 2018.
Volt aveva intenzione di candidarsi alle elezioni europee del 2019 ma non è riuscito a raccogliere le 150 000 firme sufficienti[109]. Nelle settimane successive gli iscritti votarono contro un accordo elettorale tra Volt, +Europa e Italia in Comune, determinando la non partecipazione alle elezioni europee. Nello stesso anno Volt Italia ha preso parte alle elezioni comunali del 2019 in un solo comune, a Novi Ligure, ottenendo l'1,43% dei voti[110]. Lo stesso anno si tenne l'assemblea generale che elesse Andi Shehu e Federica Vinci co-presidenti del partito.
Il 26 gennaio 2020 Volt prese parte alle elezioni regionali in Emilia-Romagna all'interno della coalizione di centrosinistra a sostegno di Stefano Bonaccini[111], raggiungendo lo 0,43% dei consensi. Il 1º marzo 2020 Volt Italia ha preso parte alle elezioni suppletive per la Camera dei deputati nel collegio di Roma Trionfale candidando, in seguito a delle primarie interne, Luca Maria Lo Muzio Lezza, che ha raccolto l'1% dei voti.
Volt si schierò per il no durante la campagna referendaria del 2020 sul taglio dei parlamentari, aderendo al comitato NOstra - Comitato Giovanile per il No al Referendum Costituzionale[112].
Nel 2020 il partito ha partecipato alle elezioni regionali italiane anche in altre 3 regioni: Toscana, Veneto e Puglia; ottenendo rispettivamente lo 0,32% (lista con Italia in Comune in supporto di Eugenio Giani)[113], lo 0,69% (assieme a +Europa in supporto di Arturo Lorenzoni)[114] e lo 0,11% (assieme al PLI in supporto di Ivan Scalfarotto)[115] dei voti. Alle contestuali elezioni amministrative, Volt si presentò in liste con altri partiti di sinistra e centro-sinistra a Bolzano,[116] a Trento,[117] e a Venezia,[118] mentre a Mantova si presentò in una lista civica, facendo anche eleggere un proprio esponente.[119] A Matera riuscì invece a presentare una lista col proprio simbolo a sostegno del candidato M5S Domenico Bennardi, ottenendo il 4,47% ed eleggendo 4 consiglieri comunali.[120]
Il partito prese parte anche alle elezioni amministrative del 2021: nei capoluoghi, in particolare, sostenne i candidati del centro-sinistra, presentandosi in liste condivise con altri partiti di centro-sinistra a Roma,[121] Varese,[122] e Bologna,[123] mentre a Torino e Trieste inserì propri candidati in liste civiche.[124][125] A Milano e Isernia infine presentò liste col proprio simbolo.[126][127] La città molisana fu anche l'unico luogo in cui ottenne una rappresentanza consiliare: con il 6,58% dei voti elesse 4 consiglieri e l'ex presidente di Volt Federica Vinci venne nominata vicesindaco[128].
Nel 2021 Volt ha sostenuto le raccolte firme referendarie per la legalizzazione della cannabis e dell'eutanasia, aderendo alla piattaforme referendarie Eutanasia Legale - Liberi fino alla fine[129] e Meglio Legale[130].
Il 6 aprile Volt Italia è divenuto socio, insieme a +Europa, del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, in seguito ad un voto assembleare del Movimento stesso[131].
In occasione delle elezioni politiche in Italia del 2022 Volt Italia aderisce alla coalizione di centro-sinistra candidando alcuni suoi esponenti all'interno della lista Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista.[132]
In occasione delle elezioni regionali del 12-13 febbraio 2023 Volt nel Lazio presenta una lista insieme ai Radicali Italiani e a +Europa[133] a sostegno di Alessio D'Amato, assessore uscente della giunta di centro-sinistra, ma con lo 0,96% non riesce ad eleggere nessun consigliere[134]. In Lombardia invece Volt sostiene la lista civica del candidato del centro-sinistra Pierfrancesco Majorino[135], ma non riesce a eleggere alcun proprio candidato[136][137][138]. Alle amministrative di maggio Volt si presenta in alcune liste civiche come a Brescia mentre presenta una propria lista a Treviso (0,76%).
All’assemblea generale di Bari del 14-15 ottobre vengono eletti due presidenti, Daniela Patti e Guido Silvestri, mentre come tesoriere viene confermato Pasquale Lisena.[139]
In vista delle elezioni europee del 2024 Volt partecipa al tavolo di confronto per la creazione della lista di scopo Stati Uniti d’Europa con +Europa, Italia Viva, LibDem, Radicali Italiani e Partito Socialista Italiano salvo poi non aderire con il proprio simbolo.[140] Come alle politiche del 2022 Volt stringe un accordo elettorale con il Partito Democratico assicurando due candidati nella circoscrizione nord est.[senza fonte]
Alle elezioni regionali in Basilicata del 21-22 aprile 2024 Volt presenta una propria lista con candidato presidente Eustachio Follia raccogliendo però solo l'1,13%. Alle regionali in Piemonte invece stringe un accordo con DemoS a sostegno della candidata del centro-sinistra Pentenero.
Bandiera della Lituania Lituania
Volt Lituania (in lituano Volt Lietuva) è un partito politico attivo in Lituania. Il partito è attualmente attivo nella capitale Vilnius.
Bandiera di Malta Malta
Volt Malta è la sezione maltese di Volt Europa ed è attivo dal 2020[141], sebbene sia stato registrato ufficialmente il 30 aprile 2021[142].

Nel 2021, Volt Malta ha annunciato di voler correre alle elezioni parlamentari del 2022, candidando la copresidente Alexia DeBono[143] e Kass Mallia, primo transgender a candidarsi alle elezioni legislative maltesi, in quattro distretti[144][145]. Il 1 marzo 2022 il partito ha pubblicato il suo manifesto elettorale.[146][147] Durante la campagna elettorale, Volt Malta è diventato il primo partito maltese a schierarsi a favore dell'aborto[148], ciò ha causato al partito numerosi attacchi da parte della destra religiosa e degli attivisti contro l'aborto. Il 26 marzo 2022 alle elezioni Volt Malta ha raccolto, spendendo poco più di 60 euro durante la campagna elettorale[149], lo 0,15% dei consensi a livello nazionale, raggiungendo percentuali vicine allo 0,5% in tutti i collegi in cui si è candidato[150].
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
Lo stesso argomento in dettaglio: Volt Paesi Bassi.
Volt Paesi Bassi (in nederlandese Volt Nederland) è stato fondato il 23 giugno 2018 a Utrecht[151] e ha partecipato alle elezioni europee del maggio 2019. Secondo il risultato ufficiale preliminare, ha raggiunto l'1,9% dei voti e quindi non ha ricevuto nessuno dei 26 seggi[152]. Volt Paesi Bassi ha partecipato alle elezioni legislative nei Paesi Bassi del 2021, con Laurens Dassen come capolista del partito. Ha ottenuto 3 seggi con una percentuale del 2,3%. Nel marzo 2022 Volt ha partecipato alle elezioni locali, ottenendo percentuali fra il 3,3 e il 5,6% ed eleggendo propri rappresentanti in ciascuno dei dieci comuni dove si era presentato[153]. Il 16 giugno 2023 l'europarlamentare Sophie in 't Veld annuncia l'abbandono al partito Democratici 66 per aderire a Volt.[154][155] Di conseguenza, Volt Paesi Bassi ottiene il suo primo seggio all'Europarlamento.
Bandiera del Portogallo Portogallo
Volt Portogallo (in portoghese Volt Portugal), ha presentato più di 9 000 firme necessarie per la registrazione del partito nel paese.[156]
Il presidente di Volt Portogallo, Tiago Gomes, aveva inizialmente pianificato di stabilire i requisiti legali del partito prima delle elezioni nelle Azzorre ad autunno 2020, ma il piano è stato abbandonato a causa del processo di approvazione da parte della corte costituzionale molto lenta[157][158]. Il 18 dicembre 2021 Volt Portogallo ha presentato il suo manifesto elettorale per le elezioni legislative in Portogallo del 2022[159]. Volt riesce a raccogliere le firme in 19 circoscrizioni su 22[160], raccogliendo lo 0,1% dei voti e nessun seggio, ottenendo i risultati migliori nella circoscrizione europea. Dopo che l'80,32% delle schede elettorali nella circoscrizione europea è stato dichiarato nullo e dopo un ricorso di Volt alla Corte costituzionale, la Corte ha dichiarato invalida l'elezione nella circoscrizione e ha ordinato una ripetizione[161][162].
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Volt Regno Unito (in inglese Volt UK) è stato registrato presso la Commissione elettorale nel gennaio 2020.[163]
Bandiera della Rep. Ceca Repubblica Ceca
Volt Repubblica Ceca (in ceco Volt Česko) è un partito politico attivo in Repubblica Ceca dal 2020 e ufficialmente registrato come organizzazione non governativa dal gennaio 2021. Il partito è attualmente guidato da Adam Hanka ed è attivo a Praga e Brno. Alle elezioni comunali di Praga del 2022, primo appuntamento elettorale nella storia del partito, Volt ha raccolto poco meno di 5 000 voti[164].


Bandiera della Spagna Spagna
Volt Spagna (in spagnolo Volt España) è la sezione nazionale di Volt in Spagna ed è stato ufficialmente registrato come partito il 15 giugno 2018. Nel maggio del 2019 il partito ha partecipato alle elezioni europee[165], ottenendo 32.291 voti (0,14%)[166] e quindi non eleggendo alcun eurodeputato.
Il 4 maggio 2021 Volt Spagna ha preso parte alle elezioni regionali della comunità autonoma di Madrid[167], dove il partito raccolse lo 0,05% dei consensi[168]. Le elezioni scatenarono una controversia politica con il partito di estrema destra Vox che ha messo in guardia i suoi elettori dal confondere Volt con il proprio partito, poiché il posizionamento delle schede elettorali l'una accanto all'altra era, secondo loro, appositamente fatto per confusione tra gli elettori[169], sebbene in realtà le schede fossero posizionate in base all'ordine di presentazione[170].
Nel settembre del 2021 il partito ha raccolto, in collaborazione coi cittadini italiani residenti nel paese, le firme per il referendum abrogativo per l'eutanasia legale in Italia[171].
Il 13 febbraio 2022 Volt ha partecipato alle elezioni regionali in Castiglia e León, partecipando nella circoscrizione di Salamanca[172], raccogliendo lo 0,16% dei consensi.
Bandiera della Svezia Svezia
Volt Svezia (in svedese Volt Sverige) ha ottenuto 146 voti alle elezioni del Parlamento europeo del 2019.[173] Nel 2021, grazie all'ingresso nel partito del consigliere comunale di Ljusnarsberg Hendrik Bijloo, Volt Svezia per la prima volta è rappresentato all'interno delle istituzioni svedesi[174]. Alle elezioni legislative in Svezia del 2022, svoltesi l'11 settembre Volt ha raccolto 89 voti[175], non riuscendo a raggiungere lo 0,01%. Volt non è riuscita ad eleggere alcun consigliere alle comunali del 2022 ed ha perso qualsiasi rappresentanza politica nel paese.
Bandiera della Svizzera Svizzera
In Svizzera, Volt Europa riporta incontri regolari a Ginevra e Zurigo.[176] Tuttavia non è registrato come partito. Ciò è in parte dovuto alla mancanza di adesione della Svizzera all'Unione europea.
Nel 2022 ha preso parte per la prima volta a delle elezioni: partecipa infatti alle elezioni comunali di Zurigo in due circoscrizioni; ottiene, complessivamente, lo 0,08% dei voti senza eleggere consiglieri.[177]
Volt Svizzera è attualmente attivo nelle città di Zurigo, Berna, Basilea, Lugano e Ginevra.
Bandiera dell'Ucraina Ucraina
Volt Ucraina (in ucraino Вольт Україна?) è un partito politico attivo in Ucraina, fondato da Mykhaylo Pobigay nel luglio 2022. Sostiene l'adesione dell'Ucraina all'Unione europea.[178]
Bandiera dell'Ungheria Ungheria
Volt Ungheria (in ungherese Volt Magyarország) è un partito politico attivo in Ungheria. Il partito è attualmente guidato da Peter JW Kramer e fa parte dell'opposizione extra-parlamentare al governo di Viktor Orban.
Risultati elettorali
Lo stesso argomento in dettaglio: Risultati elettorali di Volt.
Alle elezioni europee del 2019, ottenendo lo 0,7% dei voti in Germania, Volt elegge Damian Boeselager come suo primo eurodeputato.[19]

Alle elezioni nederlandesi del 2021, ottenendo il 2,42%, Volt elegge i suoi primi 3 parlamentari in un parlamento nazionale.[179]
Alle elezioni bulgare del novembre 2021, partecipando all'interno della coalizione Continuiamo il Cambiamento[180], Volt elegge 2 parlamentari.[181]
A livello locale, Volt è attualmente rappresentato da 122 eletti in 4 diversi stati: Germania (71), Italia (17), Paesi Bassi (33), Portogallo (1).[182] In passato Volt ha avuto dei membri eletti anche in Svezia e Bulgaria.
Sommario
Dati aggiornati al 10 settembre 2023[182]
Sezione    Europarlamento    Parlamento
Camera alta    Camera bassa
Bandiera della Bulgaria Volt Bulgaria    
0 / 17

1 / 240
Bandiera di Cipro Volt Cipro    
0 / 6
1 / 56
Bandiera della Germania Volt Germania    
1 / 96
0 / 69
0 / 736
Bandiera dei Paesi Bassi Volt Paesi Bassi    
0 / 29
2 / 75
2 / 150
Assemblee generali
Assemblea    Data    Nazione    Città
I°    27-28 ottobre 2018    Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi    Amsterdam
II°    12-13 ottobre 2019    Bandiera della Bulgaria Bulgaria    Sofia[183]
III°    2-3 maggio 2020    Assemblea online[184]
IV°    16-17 ottobre 2021    Bandiera del Portogallo Portogallo    Lisbona
V°    8-9 ottobre 2022    Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca    Praga
VI°    3-4 giugno 2023    Bandiera della Romania Romania    Bucarest
VII°    25-26 novembre 2023    Bandiera della Francia Francia    Parigi
Riconoscimenti
Anno    Riconoscimento    Sezione    Ente promotore del riconoscimento
2019    Rappresentante politico dell'anno (2º posto)[185]    Volt Europa    The Good Lobby
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    (EN) Elected Volters, su Volt Europa. URL consultato il 24 febbraio 2022.
    ^ Volt Europa General Assembly 2019.
    ^ A causa della pandemia di COVID-19 Volt Europa ha deciso di tenere un'assemblea telematica.
    ^ The Good Lobby Awards 2019, su The Good Lobby. URL consultato il 14 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2021).

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2  Forum Pubblico / PARTITI DEMOCRATICI e O.P.O.N. Opinione Pubblica Organizzazione Nazionale. / Opinióne Pùbblica definita da J. Locke come governo dell'opinione. inserito:: Oggi alle 11:33:22 am
Opinióne pùbblica  Enciclopedia on line

Opinióne pùbblica Giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini, o anche questa maggioranza stessa.
Il concetto di opinione pubblica, intesa anche come sistema di credenze sulla cosa pubblica, nasce con l'idea moderna di democrazia rappresentativa, definita da J. Locke come governo dell'opinione.


L'opinione pubblica è tale non solo perché del pubblico (diffusa fra i molti o fra i più), ma anche perché tendenzialmente indirizzata al pubblico: in quanto, cioè, costituisce un’intelaiatura di valori, un sistema di credenze sulla cosa pubblica. A partire dall’inizio del Novecento fiorì tutta una serie di studi sui rapporti fra opinione pubblica e società di massa in campo specialmente sociologico e psicologico (G. Le Bon, G. Tarde, F. Tonnies, C.H. Cooley, W. Lipmann), che diedero impulso a una grande varietà di ricerche empiriche e di programmi applicativi basati sulle tecniche della propaganda, del sondaggio e del marketing, intese ad analizzare o a manipolare gli stati dell’opinione pubblica nelle diverse arene, economiche o politiche, in cui si manifestano. Con lo sviluppo degli strumenti di comunicazione di massa, il problema dell’opinione pubblica diventa essenzialmente quello di capire le modalità (critiche o passive, cognitive o emotive) attraverso cui i diversi ‘pubblici specializzati’ interagiscono con i flussi d’informazione, nonché gli esiti di questa interazione sulla struttura della società.

Approfondimento di Luciana Giacheri Fossati
Il concetto di opinione pubblica può essere utilizzato sia per indicare l'insieme delle idee che un determinato agglomerato umano (città, nazione, gruppo di nazioni) ritiene giusto e vero in un determinato momento, sia l'insieme delle persone che costituiscono la collettività che giudica, in base ai riferimenti culturali, sociali, religiosi ed economici, i fatti che accadono. Si tratta di un'espressione che si riferisce, dunque, a un concetto complesso e ambivalente che, a seconda dei contesti, può variare e assumere significato e senso diverso.

LA FORMAZIONE DEL CONCETTO
Il concetto di opinione pubblica cominciò a prendere forma in Europa in seguito alla crisi dei regimi assoluti e alla formazione dei moderni Stati nazionali (tra il 17° e il 18° sec.), dotati di strutture centralizzate, di solidi apparati burocratici, amministrativi e militari. La formazione dell'opinione pubblica è infatti strettamente collegata all'organizzazione di una società moderna, complessa e articolata nella quale gli individui possano esprimere, in quanto collettività, giudizi sia sulla politica del governo che su tutti gli altri temi culturali, religiosi e sociali. Il processo si è sviluppato nel tempo in seguito alle profonde trasformazioni economiche e sociali, all'aumento dell'alfabetizzazione, alla formazione di circoli politici e culturali e alla diffusione della stampa, con modalità e tempi diversi nei vari paesi. Con l'affermazione della borghesia, all'inizio del Settecento, si era aperto un dibattito teorico sui limiti dei poteri dello Stato e sui diritti degli individui. Il tema del rapporto tra sfera pubblica e privata, con tutte le sue implicazioni come il nodo del rapporto tra morale e politica, comincia da quel momento ad assumere un ruolo centrale. Una delle prime riflessioni risale al filosofo inglese J. Locke che, nel Saggio sulla intelligenza umana, attribuì all'opinione pubblica una funzione di controllo nella società, stabilendo una distinzione precisa tra la legge morale, espressa appunto dall'opinione pubblica, e la legge civile, emanazione del potere politico, distinzione poi ripresa da I. Kant, che pose l'accento sull'"uso pubblico della ragione in tutti i campi". Si cominciava ad affermare l'importanza della 'pubblicità', cioè del coinvolgimento politico e della funzione di controllo dei cittadini nei confronti del potere costituito. Questo tema fu poi ripreso e approfondito nei primi decenni dell'Ottocento dalle correnti liberali inglese e francese, con i filosofi E. Burke, J. Bentham, B. Constant e F.-P.-G. Guizot attenti a sottolineare il rapporto tra opinione pubblica e potere costituito, tra informazione e libertà di stampa. Nella seconda metà dell'Ottocento il pensiero liberale cominciò a evidenziare come l'opinione pubblica, conseguenza dello sviluppo dello Stato democratico, potesse avere anche risvolti negativi. Già studiosi, come A. de Tocqueville nella Democrazia in America o J.S. Mill nel saggio Sulla libertà, avevano notato come l'opinione pubblica potesse condizionare il grado di autonomia degli individui.

 L'EVOLUZIONE NEL NOVECENTO
Nel corso del Novecento il concetto di opinione pubblica si è evoluto e modificato in rapporto alle trasformazioni economiche e politiche, ai conflitti bellici che hanno coinvolto tutti i paesi imponendo la partecipazione delle masse, nonché all'influenza sempre più organica e massiccia dei mezzi di comunicazione sulla società. Nel 1922 il sociologo americano W. Lippmann pubblicò il saggio L'opinione pubblica, in cui esaminava il rapporto stabilitosi nelle società avanzate tra un pubblico diventato sempre più diversificato e i mezzi di comunicazione. A questo proposito egli osservava che necessariamente "ciò che l'individuo fa si fonda non su una conoscenza diretta e certa, ma su immagini che egli forma o che gli vengono date". I mezzi di comunicazione - all'epoca soprattutto i giornali - potevano svolgere un ruolo preponderante nella formazione ma anche nella manipolazione della collettività. Emergeva qui chiaramente la consapevolezza del ruolo preminente che i mezzi di comunicazione, in quanto emanazioni di forze economiche, politiche, religiose ecc., erano in grado di esercitare all'interno della società di massa.
Lo studio pionieristico di Lippmann fu poi ripreso negli anni Sessanta, in un contesto fortemente caratterizzato dalla concorrenza sempre più dinamica tra i mezzi di comunicazione, dal filosofo tedesco J. Habermas, esponente della scuola di Francoforte. Nella sua opera Storia e critica dell'opinione pubblica (1962), Habermas analizza la trasformazione della sfera pubblica, dal punto di vista dello Stato sociale e dei mutamenti delle strutture della comunicazione, sotto l'influenza dei media (stampa, radio, cinema e televisione). Secondo Habermas nelle società industriali avanzate il confine tra sfera pubblica e privata tende sempre più ad assottigliarsi, e l'opinione pubblica perde in misura crescente il suo valore democratico a causa della martellante influenza dei mezzi di comunicazione.

IL MONDO 'IN RETE'
La rivoluzione telematica all'inizio del 21° sec. ha impresso una svolta nel mondo della comunicazione e nel rapporto con il pubblico. Un processo complesso, non privo di forti squilibri e di contraddizioni, nel quale l'antagonismo sempre più frenetico tra i media va di pari passo con il formarsi continuo di canali paralleli e con la rapidità eccezionale dei mezzi informatici. Le analisi sul mondo giovanile, per es., evidenziano una disaffezione sempre più marcata nei confronti dell'informazione giornalistica ufficiale e una crescita esponenziale della ricerca individuale di aggiornamento in tempo 'reale' in ambiti diversificati. Internet può rappresentare un importante percorso alternativo nel mondo della comunicazione offrendo ai lettori nuove opportunità di controllo nei confronti dei media. In questa fase il richiamo all'opinione pubblica tende a essere utilizzato a fini più pratici e mirati, come nei sondaggi politici, sociali e pubblicitari.

da treccani.it
3  Forum Pubblico / PARTITI DEMOCRATICI e O.P.O.N. Opinione Pubblica Organizzazione Nazionale. / FACCE DI BRONZO con nessun rispetto per gli Elettori e gli Italiani in genere. inserito:: Oggi alle 11:22:14 am
Lupi (Noi Moderati): "Toti? Ha governato bene la Liguria ed è innocente fino a sentenza definitiva"

7 MAGGIO 2024

La dichiarazione del leader di Noi Moderati - Agenzia VISTA / Alexander Jakhnagiev /CorriereTv.

Roma, 07 maggio 2024 "Il presidente della Regione Liguria ha governato bene. C'è un'indagine in corso e ne seguiremo gli sviluppi. In passato ho assistito ad arresti che poi si sono concretizzati in un nulla di fatto, cosa che mi auguro succeda anche ora. Confidiamo nella magistratura, ma ricordiamo che c'è il principio della presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva. Sue dimissioni? Lo valuterà Toti. Ci sono stati governatori e ministri che in passato si sono dimessi, anche se poi sono risultati innocenti. Ognuno farà le sue valutazioni. Ma rincorrere i provvedimenti della magistratura è sempre un errore" lo ha detto il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, a margine degli Stati Generali dei Commercialisti alla Nuvola di Fuksas a Roma.

4  Forum Pubblico / LA CULTURA, I GIOVANI, La SOCIETA', L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA, IL MONDO del LAVORO. / Lite a La7 tra Mentana e Gruber. inserito:: Oggi alle 11:16:55 am
Lite a La7 tra Mentana e Gruber. - Il giornalista: "Prendo le distanze da maleducati e ignavi"

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da - https://www.agi.it/spettacolo/news/2024-05-07/la7-lite-mentana-lilli-gruber-26301915/
5  Forum Pubblico / "OLIVO POLICONICO". IDEE DAL TERRITORIO A CONFRONTO. / I Pfas hanno contaminato l’acqua potabile di ottanta comuni tra le province ... inserito:: Maggio 07, 2024, 05:51:37 pm
QUATTROMILA MORTI
 
Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto. Gloria Bertasi, redattrice, parla dello studio choc sulla zona rossa delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). Buona lettura!
 
Quasi quattromila decessi in più rispetto alle previsioni statistiche che per l’«area rossa» dei Pfas stimavano circa 47 mila morti tra gli anni Ottanta e il 2018. Invece sono stati 51 mila. Con un aumento significativo di patologie quali i tumori ai reni e ai testicoli, la cui correlazione con l’esposizione alle sostanze chimiche che compongono i Pfas è stata largamente certificata. Ma anche malattie dell’apparato cardiovascolare. Sono i risultati del nuovo studio realizzato da un team di esperti guidati da Annibale Biggeri, professore di Statistica medica all’università di Padova con la collaborazione del Servizio statistico dell’Iss e del Registro tumori dell’Emilia-Romagna.
 
La ricerca, finanziata con 39 mila euro dalla Regione Veneto, è la prima che mette in evidenza la correlazione di ischemie e ictus con i Pfas. «Che aumentano il colesterolo», spiega il docente. Già Airc a dicembre aveva sancito il rischio per la salute di queste sostanze, certificando che sono cancerogene. Ma a oggi un’analisi incrociata di dati con un campione così ampio (il più ampio al mondo con circa 350 mila cittadini esposti) non era mai stata portata avanti.
 
I Pfas hanno contaminato l’acqua potabile di ottanta comuni tra le province di Verona, Vicenza, Padova. Con epicentro il vicentino Trissino, dove fino al 2018 ha operato Miteni, azienda chimica sotto processo (dal 2021) con l’accusa di disastro ambientale, avvelenamento di acque e altre ipotesi di reato legate alla salute.
 
Ora i comitati, in prima fila le Mamme No Pfas, tornano a chiedere che siano messe al bando queste sostanze. E che si proceda con analisi più approfondite sugli esposti. Anche perché dallo studio di Biggeri emerge che i più colpiti dalle patologie più serie sono i nati negli anni Settanta e Ottanta: le loro madri, di contro, sono sane; pare plausibile che i Pfas siano stati trasferiti al feto e con l’allattamento. Inoltre, risulta evidente che chi è stato esposto tra i 5 e i 9 anni ha un rischio maggiore di ammalarsi.
 
Se volete scriverci la mail è: web@corriereveneto.it

Da – corriere del Veneto  7 maggio 2024
6  Forum Pubblico / LA MIA "ISOLA DI ARLECCHINO EURISTICO". TROVARSI SENZA ESSERSI CERCATI. / SARNO. - Ma io credo, anzi sono sicura, che nessuno ha dimenticato. inserito:: Maggio 07, 2024, 03:57:21 pm
Clelia Vanna Buonaiuto
Si, i luoghi, le persone, ci riconosciamo tutti in quei giorni terribili, vissuti come in un incubo.

Al Comune fummo tutti precettati, da subito. Io non ho fatto ritorno a casa se non dopo più di un mese, solo per fare una doccia.
Sono stata notte e giorno presso il centro di accoglienza dove arrivavano le persone per essere assistite in qualsiasi modo, molti arrivavano seminudi e senza neanche le scarpe, alcuni venivano trasportati con le jeep dei soldati, altri da elicotteri che per giorni lavorarono per recuperare i sopravvissuti.

Ogni giorno, insieme con i soldati andavo a portare l'acqua ai volontari, arrivati da tutta l'Europa, che scavavano anche con le mani pur di fare presto. Erano passati tre anni da quando avevo redatto il Piano di Protezione Civile e, come una nuova Cassandra si avverò tutto, le frane si verificarono negli stessi punti descritti nel Piano, con tutte le peggiori conseguenze per le vittime e i sopravvissuti. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare tanto, nessun giudice può addossare colpe di fronte a fenomeni del genere, che stranamente, dopo si verificarono in più parti del mondo.

Sarno diventò un esempio, un apripista per cominciare a parlare più fortemente della tutela dell'ambiente e della terra. Sono passati 26 anni e io ancora non riesco ad addormentarmi senza pensare a quei pianti ininterrotti delle persone colpite e dalle perdite subite. Ma il tempo è il nostro nemico, molti, loro malgrado, hanno dovuto superare tutto l'orrore e il dolore. Ma io credo, anzi sono sicura, che nessuno ha dimenticato.

da FB - 5 maggio 1998 le frane a Sarno.
7  Forum Pubblico / PARTITI DEMOCRATICI e O.P.O.N. Opinione Pubblica Organizzazione Nazionale. / L'Opinione Pubblica é un universo di pensieri, di pareri, di opinioni campate... inserito:: Maggio 07, 2024, 03:50:06 pm
L'Opinione Pubblica é un universo di pensieri, di pareri, di opinioni campate per aria e altri troppo piantati, con i piedi per terra.
Confusione e Caos?
No, la realtà di una NON comunità di Diversi e Differenti che coabitano in apparente libertà e che chiamano Democrazia.


In questa realtà di Democrazia illusoria la Partitocrazia, figliastra degenere del rapporto tra Partiti e la cosiddetta Politica, ha fatto il brutto tempo in mille modi come faceva loro comodo.
Costosissima illusione, delusa, per gli Italiani.
Ho pensato ad un Progetto con radici antiche (l'Olivo Policonico e l'Opinione Pubblica Organizzata Nazionale OPON) che tracci un percorso decennale di sviluppo compatibile, e crei un contraltare allo Sfasciare l'esistente in questa Democrazia "bucherellata", prima minacciato da cominci ben sistemati e rivoluzionari in "scarp de tennis", adesso approvato dal Governo: il Premierato.
E se non ci svegliamo non é finita qui.
ciaooo

Seconda Parte.
OPON - OPINIONE PUBBLICA ORGANIZZATA NAZIONALE.
Perché? - - A chi giova?

8  Forum Pubblico / PARTITI DEMOCRATICI e O.P.O.N. Opinione Pubblica Organizzazione Nazionale. / Mettiamo ordine, almeno nei concetti base, nella futura O.P.O.N. inserito:: Maggio 07, 2024, 03:45:17 pm
Mettiamo ordine, almeno nei concetti base, nella futura O.P.O.N. Opinione Pubblica Organizzata Nazionale.

Il complesso della nostra Società ha numerose anomalie ma è anche composto da diverse categorie di esseri umani.

Cominceremo con una divisione NETTA tra Conservatori e Progressisti, i due versanti del complesso montuoso chiamato Penisola Italia, immerso in un mare meraviglioso e tremendo che non è più Nostro da troppo tempo, il Mediterraneo.
ggg

9  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / LA MOGHERINI E LA RUSSIA. IL M5S NON E' FILO-RUSSO NE' FILO-AMERICANO, E' FILO.. inserito:: Maggio 07, 2024, 03:41:17 pm
LA MOGHERINI E LA RUSSIA. IL M5S NON E' FILO-RUSSO NE' FILO-AMERICANO, E' FILO-ITALIANO!

- Il 17 marzo il Ministro Mogherini riguardo la crisi ucraina parla di “soluzione politica” e auspica “confronto tra Mosca e Occidente”

- L’11 aprile dichiara: “non diamo per scontato che la Russia sia persa dobbiamo cercare di fare in modo che la Russia torni a far parte della comunità internazionale*. La soluzione della crisi deve essere politica, non militare. Se portiamo avanti una soluzione conflittuale con la Russia si rischia di far subire ad altri paesi in Europa conseguenze negative. L’UE deve avere fiducia nella cooperazione”.

- L’8 luglio la Mogherini incontra Putin a Mosca e quest’ultimo dichiara: “Speriamo che la presidenza italiana in EU sia l’occasione per riportare i rapporti Mosca Europa a livello dei rapporti Italia Russia”. La Mogherini al termine dell’incontro dice: “ho constatato da tutte e due le parti (Russia e Ucraina) la disponibilità e la volontà di trovare un punto di partenza positivo”.

In quei giorni Renzi lancia la Mogherini come Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, lady PESC insomma.

- Il 16 luglio avviene qualcosa di molto importante. Il Wall Street Journal, un grande giornale che appartiene al gruppo Murdoch** stronca la Mogherini. “Filo russa, la spunterà a Bruxelles?”. E ancora: "Mogherini incarna tutti i difetti del centro-sinistra della sua generazione cioè di chi è passato dalla sinistra radicale al mainstream e parla della sua foto con la kefiah - la sciarpa tipica di chi appoggia la causa palestinese - dunque la sua vicinanza al defunto leader palestinese Arafat”. Il WSJ riporta le critiche alla Mogherini espresse dai Paesi baltici i quali accusano il Ministro di essere “troppo morbida" con la Russia per ricoprire la carica di Ministro degli esteri della UE. La Mogherini è criticata anche per le sue affermazioni su South-Stream, il gasdotto che dovrebbe aggirare l'Ucraina privando Kiev di diversi profitti. Sembra infatti che il Ministro in passato avesse detto: “il South Stream è molto importante per la sicurezza energetica del nostro paese, così come dell'intera Europa".

- Il 17 luglio viene abbattuto l’aereo della Malesia Airlines. Sono stati i filo russi? Le armi gliele ha fornite Putin? I responsabili sono altri? E’ stato un tragico errore o uno sporca azione premeditata? Vogliamo prove, non dichiarazioni strumentali a quello o quell’altro obiettivo!

A questo punto Renzi, la UE, la Mogherini il WSJ prendono tempo. La nomina di Lady Pesc viene congelata. “Se ne parla a fine agosto”. Nel frattempo la Mogherini si dà da fare e si costruisce una nuova immagine. Le sue dichiarazioni poco a poco cambiano e arriviamo alle frasi pronunciate ieri: “è colpa di Putin se non c’è partenariato. Mosca resta un attore politico importante nelle sfide regionali, è innegabile, ma non è più un partner strategico per la Ue”.

Questo cambio di atteggiamento è figlio delle pressioni da parte USA esercitate anche attraverso il WSJ? C’entra qualcosa il TTIP, il trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (un trattato di libero commercio USA-EU) visto da molti come un pericolosissimo strumento che renderà ancora più difficile da parte dei governi nazionali la regolamentazione dei mercati causando un indebolimento della piccola produzione a vantaggio delle grandi corporation? L’Italia non dovrebbe difendere in primis l’interesse nazionale e quindi tutte le aziende agro-alimentari che, già vessate dalla crisi economica e dalla più alta tassazione europea, sopravvivono anche grazie all’export verso la Russia?

La Commissione affari esteri del M5S ritiene che l’approvazione del TTIP sia connessa alla gestione della crisi ucraina e difenderà in ogni modo gli interessi dei cittadini italiani. Questo non significa affatto essere filo-russi. Non siamo certo stati noi ad aver tessuto rapporti economici con Gazprom o ad esserci dolcemente addormentati sul lettone di Putin. Qua non si tratta di essere filo-russi ma filo-italiani!

Commissione affari esteri M5S Camera

*La Russia fa parte eccome della Comunità internazionale. I BRIICS (di cui la Russia fa parte) hanno firmato un accordo per la nascita di un Fondo Monetario alternativo; si è avvicinata moltissimo alla Cina iniziando un piano di “dedollarizzazione” del mondo. Assieme alla Cina sta pensando ad un progetto per bypassare il canale di Panama costruendone uno nuovo in Nicaragua. Ha rapporti solidi con i paesi dell’ALBA.

**Murdoch il 19 luglio 2013 dichiara: “perché non buttiamo fuori la Russia dal G8?”. Il 4 marzo 2014 rincara la dose: “Come punire Putin? Facile! Congelare o sequestrare tutti i contanti e i beni degli oligarchi (russi) negli Stati Uniti, Regno Unito, e nei paradisi fiscali raggiungibili”.

— con Costiera Amalfitana e altre 2 persone
.
10  Forum Pubblico / O.P.O.N. OPINIONE PUBBLICA ORGANIZZAZIONE NAZIONALE. / SUPERBONUS SUPERDEBITO, SUPERMARIO, trombato da malviventi e cattiva politica. inserito:: Maggio 07, 2024, 03:27:04 pm
Post della sezione Notizie
Massimiliano Bondanini
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Lorenzo Zunino
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SUPERBONUS, SUPERDEBITO E SUPERMARIO

Per Mario Draghi Bonino, Renzi, tutta la lista SUE – e Zunino - auspicano un ruolo di vertice nel futuro dell’Unione Europea. Con l’occasione oggi facciamo un breve ripasso su Mario Draghi e il superbonus, dedicato a quegli elettori che pensano di votare Movimento 5 Stelle e Conte, perché quello sì che fa l’interesse del popolo.
Non so se è chiaro a tutti che, per i conti pubblici – tradotto: per i debiti che stiamo facendo in giro -, gli effetti negativi del superbonus attualmente superano, e di parecchio, la montagna di soldi riversatasi sull’Italia col PNRR. Inoltre, non so se è chiaro a tutti che tali effetti negativi il Governo italiano - e con esso la Commissione Europea, il Fondo Monetario Internazionale e tutte le istituzioni pubbliche e private del mondo – li scopre man mano che si manifestano. Al momento le previsioni fatte solo alcuni mesi fa dalla Ragioneria Generale dello Stato e Ministero dell’Economia risultano sbagliate di – appena - il 500 % (cinquecento percento)
All’inizio di luglio del 2022 Mario Draghi, al tempo Presidente del Consiglio, stava per dimettersi, ma ancora non lo sapeva. Il Movimento 5 Stelle aveva posto sul tavolo tre condizioni “irrinunciabili”: due di queste erano: mantenere il reddito di cittadinanza e non fare l’inceneritore a Roma; ricorderete poi che Conte e compagni si mettevano regolarmente di traverso rispetto all’invio di armi all’Ucraina (sostenuti naturalmente da tutta la combriccola del Fatto Quotidiano e da Sua Eminenza il papista Marco Tarquinio, che ora i poverini del Partito Democratico dovranno pure votarselo). Qual era la terza condizione irrinunciabile dei pentastellati ? Maddai, è facile ! Avanti tutta col superbonus !
Quando Mario Draghi disse del superbonus: “Una legge scritta male, fatta per avere pochi controlli” Conte e i suoi si offesero, mortalmente. Dopo poco, il 21 luglio, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega – ripetete insieme a me: Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega – sfiduciarono tutti insieme Mario Draghi, spalancando le porte al Governo Meloni-Lollobrigida.
Non so se è chiaro, a quelli che “Conte fa l’interesse del popolo”, come questa gran pensata del superbonus, la pervicacia nel difenderlo e a occhio pure l’ottusità nel non capirlo tanto bene, falcidia, sottrae, deruba, amputa, recide, mozza, prosciuga, assorbe risorse che, sia pure nelle sbrodolose mani del Governo Meloni, sarebbero potuto essere assai meglio investite, persino nella difesa dei deboli.
Infine, non so se è chiaro a tutti che un Paese superindebitato come l’Italia, il cui Governo sovranistissimo sbaglia, dall’autunno alla primavera, di 40 o 50 miliardi i conti sulle proprie entrate, di essere dentro l’Unione Europea e di essere dentro l’Euro deve ringraziare tutti i giorni, a pranzo, cena e alzata per la pipì notturna

Da FB del 24 aprile 2024
11  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / Il Terrorismo condiziona gli "Alleati"? Gli Usa hanno bloccato armi per Israele inserito:: Maggio 07, 2024, 03:21:21 pm
Gli Usa hanno bloccato una spedizione di munizioni a Israele

Secondo Axios, la scorsa settimana una fornitura di materiale bellico americano è stata fermata, segno della crescente insofferenza di Washington per l'atteggiamento dell'alleato

06 maggio 2024

ISRAELE
GAZA
USA

AGI - La scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno per la prima volta dall'inizio del conflitto a Gaza bloccato una spedizione di munizioni di fabbricazione americana destinate a Israele. Si tratta di un'apparente prova della crescente insofferenza di Washington per l'atteggiamento del governo di Netanyahu nel conflitto a Gaza. Lo ha rivelato il sito Usa Axios, citando funzionari israeliani, ripreso dalla stampa internazionale.

Le pressioni sulla Casa Bianca sono crescenti, anche per le proteste nelle Università americane. Solo venerdì scorso, decine di eletti democratici al Congresso hanno chiesto in una lettera al presidente Joe Biden di considerare la sospensione delle vendite di armi a Israele se non cambia impostazione.

da FB del 6 maggio 2024
12  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / Così Putin sta colonizzando l’Ucraina: appartamenti a Mariupol, sussidi al ... inserito:: Maggio 06, 2024, 11:31:43 pm
WELFARE DI GUERRA
Così Putin sta colonizzando l’Ucraina: appartamenti a Mariupol, sussidi al credito e bonus

di Federico Fubini

 
NEW
Un aspetto poco compreso dai russi stessi è quanto economicamente insensato fosse l’imperialismo di Mosca del secolo scorso. Occupare e soggiogare l’Ungheria, la Polonia o la Cecoslovacchia finì per dissanguare l’Urss, fino al crollo. L’impero sovietico fu il prodotto della furia ideologica e del nazionalismo, più che di un calcolo di convenienza. La Russia non riuscì mai a sfruttare quei Paesi come la Francia e la Gran Bretagna avevano fatto con le loro colonie un secolo prima. Nel frattempo, fino almeno a metà degli anni ‘50 il Cremlino continuava a spostare popolazioni nell’impero interno, quello circoscritto dai confini dell’Unione sovietica stessa: Stalin fece deportare interi gruppi sociali come i Kulaki o minoranze come i Coreani e i Tatari di Crimea. E questi due fattori - gli spostamenti di popolazione, le conseguenze economiche delle occupazioni - sono elementi per i quali la storia con la Russia di Vladimir Putin non si ripete. No. Semplicemente, in modo raggelante, risuona. Ma lo fa adattandosi al tempo presente, che rimanda alla trasformazione sociale in corso in Russia. (Non esitate a scrivermi: commenti o domande, contestazioni e proposte)

RUSSIA
Gazprom, il flop e le sanzioni: ma il petrolio spinge le entrate per Mosca
di  Federico Fubini
Il racconto della guerra di Mosca
C’è un grande buco nel racconto della guerra che continua da 26 mesi: non sappiamo abbastanza di quanto accade dall’altra parte del filo spinato, dietro il fronte ucraino, nei territori occupati da Mosca. Filtrano testimonianze (convergenti) di lavori forzati, sfruttamento, tortura, russificazione imposta alle popolazioni locali. Ne ho scritto, dall’Ucraina, sin dai primi mesi del conflitto.

La colonializzazione delle aree occupate
Ora però l’occupazione sta assumendo una struttura sempre più riconoscibile, nella quale spicca un imperativo su tutti: la colonizzazione; lo spostamento di centinaia di migliaia di civili russi nei territori che Putin sta cercando di annettersi. In alcune aree nevralgiche nell’Ucraina occupata, il Cremlino lavora per cambiare la composizione demografica della popolazione. Fa di tutto per portare dentro russi, specie dalle province più povere e delle minoranze etniche, mentre crea le condizioni per allontanare gli ucraini che rifiutano di russificarsi. Ma poiché questo è il ventunesimo secolo, non più l’epoca di Stalin, Putin utilizza (anche) metodi più sottili: la burocrazia, le banche, il credito - oltre naturalmente alla minaccia delle armi - invece dei treni piombati.

ELETTRODOMESTICI
Putin nazionalizza Bosch ed Ariston in Russia: trasferite per decreto a Gazprom
di  Redazione Economia

Almeno 54 mila ucraini hanno abbandonato la Crimea
Il caso più evidente, non il solo, è la Crimea. Lì l’occupazione va avanti da dieci anni e il progetto coloniale si trova dunque a uno stadio più avanzato. Mi dice Tamila Tasheva, rappresentante permanente del presidente Volodymyr Zelensky nella Repubblica autonoma di Crimea: «La Russia ha iniziato ad agire per cambiare la composizione demografica della penisola fin dal 2014. Secondo le nostre stime, almeno mezzo milione di cittadini russi sono entrati in Crimea da allora e ormai ci risiedono in permanenza». I dati li pubblica lo stesso governo di Mosca, precisa Tasheva, «ma è chiaro che non riguardano tutti i soggetti registrati, solo una parte, quindi alcuni esperti stimano 800 mila persone arrivate dalla Russia». In un territorio di meno di due milioni di abitanti, questo significa stravolgere la struttura sociale. Una colonizzazione che somiglia da vicino all’oppressione etnica. Se non proprio la pulizia etnica stessa.

Anche perché nel frattempo almeno 54 mila ucraini hanno ufficialmente abbandonato la penisola - continua Tasheva - ma i numeri reali potrebbero essere il doppio. Dalla Russia arrivano non solo militari e poliziotti ma «insegnanti, studenti, giudici, personale medico» mentre il governo di occupazione «fa tutto quel che può per creare condizioni inadatte a un’esistenza normale per ucraini, tatari e altri autoctoni».
Chi sono i russi che stanno arrivando in Ucraina
Per quanto riguarda Mariupol le testimonianze raccolte si devono soprattutto a «News of Azov», un canale Telegram sostenuto e rilanciato da Radio Free Europe/Radio Liberty. Aiutano a capire chi sono i russi che stanno arrivando in Ucraina e perché lo fanno. Spesso sono fra i più poveri dei posti da cui vengono, sono minoranze etniche specie dell’Asia centrale o comunque arrivano mossi da ragioni economiche. Nella città distrutta sul mare di Azov, come nel resto dei territori occupati, il Cremlino ha attivato un sistema di prestiti agevolati soprattutto per operai e funzionari delle regioni russe più depresse: se quelli si trasferiscono in Ucraina, non solo il governo pagherà buona parte del costo in interessi dei loro mutui (lo fa anche in Russia) ma - secondo il Centro di resistenza nazionale del governo ucraino - ha introdotto anche un’assicurazione pubblica per chi non riesce comunque a ripagare la nuova casa in Ucraina e rischia di perderla.

Obiettivo: trasferire 300 mila russi a Mariupol
L’obiettivo sarebbe di trasferire in dieci anni 300 mila russi a Mariupol, una città che aveva 450 mila abitanti prima della devastazione. Petro Andryushchenko, consigliere dell’ultimo sindaco ucraino di Mariupol, riferisce che i russi in città sarebbero già 40 mila, con molti lavoratori edili del Caucaso - di religione musulmana - portati a costruire i nuovi blocchi di cemento nei quali alloggiare gli altri coloni che presto arriveranno. Quanto agli ucraini, se rifiutano i passaporti di Putin vengono tormentati in mille modi e a volte espulsi verso il confine russo.
Gli esperimenti di Mosca
Dalla provincia di Kherson a Zaporizhzia, Radio Liberty riferisce che una pressione del genere sarebbe presente anche in varie altre aree occupate. Ma la Crimea e Mariupol sono gli esperimenti più avanzati, perché offrono ai nuovi coloni almeno l’illusione di essere al riparo dai combattimenti. Non è difficile dunque immaginare la rapida colonizzazione russa di massa che seguirebbe una tregua.

Una perversa politica di redistribuzione del reddito
Così Putin conduce attraverso la guerra una sua perversa politica di redistribuzione del reddito - un keynesismo in stivali militari - in uno dei Paesi più ingiusti della Terra: quello suo e degli altri oligarchi oscenamente arricchiti nell’ultimo ventennio. Questi squilibri grotteschi naturalmente ora non cambiano, ma qualcosa più in basso sì. Il credito agevolato e garantito, la casa di proprietà, i posti di lavoro relativamente ben pagati da infermiere, da muratore, da maestro di scuola o da funzionario pubblico russo offerti ai nuovi coloni di Sebastopoli o di Mariupol sono forme di sostegno agli ultimi.
Il dittatore vuole il loro sostegno o almeno la loro acquiescenza, mentre prosegue l’aggressione e manda i loro figli e amici nel tritacarne del fronte.
La popolazione più povera ha visto aumentare le sue entrate
Proprio la redistribuzione a favore dei più poveri in Russia è uno degli aspetti più stranianti di questi due anni di guerra. Devo agli economisti Alexander Kolyandr e Alexandra Prokopenko il grafico in testa a questa newsletter, che mostra come il dieci per cento della popolazione russa a più basso reddito sia quella che ha visto aumentare di più le proprie entrate nei primi due anni di conflitto. Non solo è esploso il credito agevolato dai sussidi pubblici, con volumi di prestiti bancari cresciuti di tre volte rispetto al 2018 e ormai interessi pagati per metà dallo Stato sull’83% dei nuovi mutui emessi. Anche i redditi veri e propri degli ultimi fra i russi si ritrovano mandati alle stesse (in termini relativi) dalle conseguenze della guerra.

Gli indennizzi alle famiglie dei soldati
Ne sa qualcosa Maria Vyushkova, una ricercatrice di quantum computing negli Stati Uniti ma originaria della Buriazia, una repubblica della Federazione russa che si trova al confine con la Mongolia. Vyushkova è in condizione ideale per sapere: la poverissima Buriazia è fra le aree che contano più soldati e più morti in Ucraina, in proporzione alla popolazione; e Vyushkova stessa partecipa a una rete di ricerca clandestina da fonti aperte sulla situazione sociale in Russia. Dice: «Secondo le mie fonti in Buriazia, chi firma un contratto con l’esercito ha un salario fra cinque e sei volte più alto di quello medio della sua zona o persino dieci volte più alto, per chi viene dalle campagne. In più ha un bonus alla firma, in modo che si arriva a 500 mila rubli (circa cinque mila euro, ndr) all’arruolamento: abbastanza per comprare una casa nelle zone rurali della Buriazia». Per non dire poi che in caso di ferimento in guerra l’indennizzo vale fra 30 mila e 50 mila euro, mentre in caso di morte la famiglia riceve fino a 80 mila euro: e morti e feriti, quasi tutti delle province povere, sono già circa 400 mila.

La furia ideologica di Putin
Cosa significa tutto questo distorto, quasi demoniaco welfare di guerra? Non so, sinceramente. Fare previsioni mi è impossibile. Ma la colonizzazione e le altre forme di redistribuzione ai più poveri in Russia avvengono nel pieno di una colossale distruzione di ricchezza, oltre che di vite umane. La furia ideologica e il nazionalismo che mandarono in pezzi l’Unione sovietica sono ancora tutti lì, chiusi nelle stanze del Cremlino.

Questo articolo in origine è stato pubblicato sulla newsletter del Corriere della Sera «Whatever it takes» a cura di Federico Fubini, ...
13  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / L'Ucraina non ha bisogno di truppe francesi, ma di armi per ritirarsi dalle ... inserito:: Maggio 06, 2024, 11:26:11 pm
L'Ucraina non ha bisogno di truppe francesi, ma di armi per ritirarsi dalle zone perse (per il momento) con onore.
Dopo di chi dovrà organizzarsi per la nuova fase difensiva a “catenaccio”, per rendere difficile e pericoloso per gli immigrati filorussi, la vita nelle terre invase.


Putin non vuole conquistare "tutta" l'Ucraina, non sarebbe mai riuscito a mantenerla, con la Resistenza Ucraina sotto casa, voleva massacrarla e lo ha fatto!

Voleva un PRETESTO per infiltrarsi nelle parti molli dell’Occidente per indebolirlo e l’ha già fatto da decenni.

Voleva una partita a poker per i suoi bluff, la sta giocando, con minacce di uso delle armi atomiche, che non userà mai per NON farsi bruciare dalla NATO, le Capitali della Federazione Russa dalla ovvia reazione occidentale. 

Ci terrà in tensione sino a quando l’Occidente, la Cina, l’India ed altri eventuali Poli Economici  lo scanseranno, perché pronte per la divisione delle Economie Globali in un N.O.M. Nuovo Ordine Mondiale.

Ergo, l’unica possibilità per la Federazione Russa a trazione postPutin, di sedersi al tavolo “spartitorio” del business mondiale, sarebbe la riconquista dell’Europa Centrale e della parte molle del Sud Europa.

Italia esclusa perché la nostra posizione nel Mediterraneo interessa alla Nato e al Polo Usa/Inghilterra.

Parere assolutamente mio personale e immaginario.

ggiannig

14  Forum Pubblico / LA MIA "ISOLA DI ARLECCHINO EURISTICO". TROVARSI SENZA ESSERSI CERCATI. / Vaccino Covid, AstraZeneca costretta a rivelare i dati sugli effetti collaterali inserito:: Maggio 06, 2024, 12:11:36 am
Vaccino Covid, AstraZeneca costretta a rivelare i dati sugli effetti collaterali.

La decisione di un tribunale tedesco

di Sara Bichicchi

La società farmaceutica è stata portata in causa da una donna tedesca che, dopo la vaccinazione, ha avuto una forma rara di trombosi | Vaccini a mRNA, Moderna sospende la costruzione di un impianto di produzione in Kenya

Ultim'ora News
AstraZeneca fornisca dati dettagliati sugli effetti collaterali del suo vaccino anti-Covid 19 (Vaxzevria). L’ordine è arrivato mercoledì 10 aprile dalla Corte regionale superiore di Bamberg, in Germania, al termine di una causa intentata da una donna tedesca contro la big pharma inglese e raccontata da alcuni quotidiani tedeschi. Il titolo di AstraZeneca sembra, però, non averne risentito: mercoledì 10 le azioni hanno chiuso in rialzo dello 0,2% e alle 13 di giovedì 11 scambiano ancora in territorio positivo, guadagnando quasi il 2%. Negli ultimi 12 mesi la performance del titolo è invece di un calo di circa il 7%.
La causa contro AstraZeneca
La donna che ha portato in tribunale la società farmaceutica, una 33enne dell’Alta Franconia, ha ricevuto il vaccino Vaxzevria nel marzo 2021. Successivamente ha sviluppato una forma rara di trombosi – un tipo grave di coagulo di sangue – all’intestino, che l’ha costretta a sottoporsi a un’operazione chirurgica. Per questo la donna ha deciso di citare in giudizio AstraZeneca, chiedendo un risarcimento quasi milionario: 250 mila euro per il dolore arrecato, 17 mila euro per il mancato guadagno del periodo in cui non ha potuto lavorare e 600 mila euro per tutti i problemi legati alla malattia (l’operazione ha asportato una parte dell’intestino). Il tribunale ha, quindi, chiesto alla società di rendere noti tutti i dati relativi alle trombosi causate dal vaccino Vaxzevria dall’approvazione del siero nel dicembre 2020 fino a febbraio 2024.    (riproduzione riservata) 


Leggi anche: AstraZeneca acquisisce Fusion Pharmaceuticals: per la pharma inglese è il secondo m&a in una settimana. Ecco quanto pagherà
Orario di pubblicazione: 11/04/2024 12:33
Ultimo aggiornamento: 11/04/2024 15:11

da - https://www.milanofinanza.it/news/vaccino-covid-astrazeneca-costretta-a-rivelare-i-dati-sugli-effetti-collaterali-la-decisione-di-un-tribunale-202404111329333466?refresh_cens
15  Forum Pubblico / ESTERO dopo il 19 agosto 2022. MONDO DIVISO IN OCCIDENTE, ORIENTE E ALTRE REALTA'. / LO STABILIMENTO DI VSEVOLOZHSK inserito:: Maggio 06, 2024, 12:08:58 am
LO STABILIMENTO DI VSEVOLOZHSK
Caso Ariston, Tajani convoca l’ambasciatore russo per chiarimenti sulla nazionalizzazione dello stabilimento

di Redazione Economia
Caso Ariston, Tajani convoca l’ambasciatore russo per chiarimenti sulla nazionalizzazione dello stabilimento

NEW
«Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group», scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X a proposito del passaggio di Ariston Thermo Rus a Gazprom Household Systems, controllata della società statale Gazprom. Il governo è «al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania», conclude Tajani.

ELETTRODOMESTICI
Putin nazionalizza Bosch ed Ariston in Russia: trasferite per decreto a Gazprom

di  Redazione Economia

Russia, Putin: «Famiglia è unione tra uomo e donna, l’Occidente va verso catastrofe spirituale» Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin nel suo messaggio alla nazione - AGTW
Il ministro era già intervenuto il 26 aprile sulla vicenda: «Dopo l'inattesa decisione governo russo sulla gestione di Ariston Thermo Group - aveva scritto su X - ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell'azienda italiana. Il Governo italiano è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali».
Lo stabilimento di Vsevolozhsk
Da quasi 20 anni Ariston Thermo Rus gestisce uno stabilimento produttivo a Vsevolozhsk, nei pressi di San Pietroburgo, ma ora  il 100% di questa società è stato trasferito sotto la gestione temporanea della statale Gazprom Household Systems su decisione di Vladimir Putin. Il presidente russo ha firmato infatti un decreto per il trasferimento temporaneo delle sussidiarie russe non solo di Ariston, ma anche di Bosch alla società del gruppo statale Gazprom, produttrice di elettrodomestici. Nello specifico, il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH.

LE ILLUSIONI DELLA GUERRA
Putin è davvero al sicuro? Gli oligarchi «predatori di guerra» e il boom russo (dai piedi d'argilla)
di  Federico Fubini

putin
L’interventismo del Cremlino sull’economia russa
Prosegue così l’interventismo del Cremlino nell’economia russa. Dal febbraio 2022 a oggi sono state oltre 180 le imprese passate sotto il controllo diretto dello Stato russo: molti i marchi occidentali, ma a essere colpiti sono stati anche oligarchi troppo poco «patriottici». Che la Russia non rientri nel novero delle nazioni democratiche è assodato, ma il regime si sta intensificando anche per finanziare l’economia di guerra e spingere le operazioni militari in Ucraina. Dall'inizio della guerra, la Russia ha posto sotto «gestione temporanea» i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.


Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
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