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Autore Discussione: INGROIA risponde a Scalfari (e lo perdona)  (Letto 2850 volte)
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« inserito:: Luglio 17, 2012, 05:25:54 pm »

Trattativa Stato-mafia

Ingroia risponde a Scalfari (e lo perdona)


Antonio Ingroia non è solo un magistrato integerrimo, che applica “la legge eguale per tutti”, è anche un gran signore. Domenica sera, durante un dibattito alla “Festa dell’Unità”, ha replicato alle accuse di Scalfari (fondate sul nulla, se dovessimo usare una locuzione molto in auge nel Colle più alto), ma lo ha anche perdonato in nome della sua storia di padre del giornalismo.

di Antonio Ingroia

Sono assai stupito che un padre del giornalismo, in genere molto attento a essere dettagliatamente informato su tutti i temi che è solito affrontare, ignori la normativa ed esprima un’opinione così disinformata, accusando la Polizia giudiziaria e la Procura di Palermo di illeciti gravissimi. Noi abbiamo sempre e soltanto applicato la legge con il massimo delle cautele (…)

Oggi purtroppo [Scalfari] commette un infortunio che normalmente non accade a giornalisti di questa levatura, semplicemente non essendosi informato sulle leggi vigenti in Italia oggi, e accusando [la Procura di Palermo] di aver commesso degli illeciti … siamo tra la diffamazione e la calunnia, ma comunque sorvoliamo, perdoniamo a Scalfari per la sua storia questo tipo di reazione per la verità un po’, diciamo così, sopra le righe.

(10 luglio 2012)

da - http://temi.repubblica.it/micromega-online/ingroia-risponde-a-scalfari-e-lo-perdona/
« Ultima modifica: Settembre 11, 2012, 08:52:19 am da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 11, 2012, 08:53:18 am »

GIUSTIZIA

L'Anm contro Ingroia: "Affermazioni politiche" ma il pm non si pente: "Analisi che rivendico"

Il presidente dell'Associazione Sabelli critica l'invito del pm palermitano a cambiare classe dirigente del Paese.

Nel mirino anche la mancata presa di distanza dalla contestazione contro Napolitano nel corso di un incontro pubbico: "In una situazione così un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi"


ROMA - Botta e risposta tra il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli e il pm di Palermo Antonio Ingroia. Al pubblico ministero di Palermo, titolare dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia, il leader del sindacato delle toghe rimprovera di essersi lasciato andare a valutazioni politiche che esulano dalle competenze di un giudice, pregiudicandone l'immagine di imparzialità. Critiche che Ingroia respinge però al mittente: "Rivendico la mia analisi storica e sociologica del fenomeno mafioso: il collega Sabelli non conosce il contenuto della mia intervista e si è fidato di una frase estrapolata".

L'affermazione contestata da Sabelli riguarda l'invito ai cittadini a cambiare la classe dirigente. "Tutti i magistrati, e soprattutto quelli che svolgono indagini delicatissime - sottolinea il presidente dell'Anm - devono astenersi da comportamenti che possono offuscare la loro immagine di imparzialità, cioè da comportamenti politici". E con il suo invito a cambiare la classe dirigente del Paese, "Ingroia si è spinto a fare un'affermazione che ha oggettivamente un contenuto politico"; con il rischio così di 'appannare' la sua immagine di 'imparzialità'.

Contestazioni alle quali Ingrois, come detto, ha ribattutto senza fare marcia indietro: "Io ho fatto - continua Ingroia - un intervento sul rapporto tra potere mafioso e politica e ho parlato di un certo modo di essere della classe dirigente che, invece di attuare una politica
di annullamento, ha attuato una politica di contenimento della mafia e ho detto che per recidere i legami tra Cosa nostra e certa Classe politica occorre rinnovare la classe politica".

Secondo il leader sindacale dei magistrati, Ingroia ha anche sbagliato, come pure il collega Antonio Di Matteo, ad assistere in silenzio alla "manifestazione plateale di dissenso nei confronti del capo dello Stato", che c'è stata ieri alla Festa del Fatto quotidiano. "In una situazione così un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi", osserva Sabelli, invitando quindi tutti i magistrati "a evitare sovraesposizioni" e a "non mostrarsi sensibili al consenso della piazza".

Ma anche in questo caso il pm palermitano è convinto di aver agito correttamente. "In un dibattito - ribatte Ingroia - ognuno si assume la responsabilità personale delle proprie opinioni. Se si partecipa a un dibattito a più voci ciascuno dice quello che pensa e ne risponde".

Sabelli rimprovera poi ai due pubblici ministeri palermitani anche altre prese di posizione. "L'Associazione nazionale magistrati ha difeso ed espresso sostegno più volte nei confronti dei pm della procura di Palermo. Non capisco perché il collega Nino Di Matteo, stando a quanto riportano alcuni organi di stampa, abbia lamentato il nostro silenzio", lamenta ancora il presidente del sindacato delle toghe. "Ci sono dichiarazioni mie e della giunta - sottolinea - sulla questione ripetute più volte nelle ultime settimane".

"L'Anm - ribadisce Sabelli - difende da sempre l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e, nel caso specifico di Palermo, ha difeso sin da subito l'esercizio della funzione giudiziaria, senza alcun indugio. L'affermazione di Di Matteo mi è sembrata un poco generica".

(10 settembre 2012) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2012/09/10/news/anm_bacchetta_ingroia-42296273/?ref=HREC1-3
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