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Autore Discussione: NAPOLITANO: «Su Mps fare chiarezza e tutelare l'interesse nazionale»  (Letto 3094 volte)
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« inserito:: Febbraio 02, 2013, 11:30:41 am »

Napolitano: «Su Mps fare chiarezza e tutelare l'interesse nazionale»

di Roberto Napoletano

31 gennaio 2013Commenta


Giorgio Napolitano è preoccupato per il titolo Italia, lo spread BTp-Bund poco dopo le sedici è salito di oltre cinque punti, più velocemente di quello dei Bonos spagnoli. Le fibrillazioni della campagna elettorale sono elevate al cubo dallo scandalo che ha toccato gli ex vertici del Monte dei Paschi di Siena (Mussari, Vigni, Baldassarri), crocevia di un intreccio distorto tra Fondazione, politica e management che presenta un conto pesante ai risparmiatori e ai contribuenti italiani. Il Capo dello Stato avverte il rischio che si possa offuscare di fatto l'immagine, le capacità operative e l'integrità di una delle principali istituzioni di vigilanza e garanzia del Paese, qual è la Banca d'Italia, e si possa, quindi, pericolosamente incidere sulla percezione di stabilità del nostro sistema bancario da parte dei mercati. Un rischio capitale che non possiamo correre e che spinge Napolitano, in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, a chiedere con forza che si «manifesti quella consapevolezza dell'interesse nazionale cui sono di certo sensibili tutte le forze responsabili, ferma restando la netta distinzione tra la doverosa azione penale e le riconosciute condizioni di stabilità della banca oggetto d'indagine».

Presidente, la Procura di Siena indaga per una catena imbarazzante di reati che coinvolge gli ex vertici della banca senese e apre squarci inquietanti su operazioni di finanza speculativa che si pensava non appartenessero alla tradizione italiana. Per mettere in sicurezza la banca si è dovuto fare ricorso prima ai Tremonti bond e poi ai Monti bond con un esborso di capitali pubblici sotto forma di prestito oneroso per 3,9 miliardi. Crede che il Tesoro e la Banca d'Italia abbiano fatto (davvero) tutto quello che si doveva, prima e dopo?
«Sulle critiche vicende del Monte dei Paschi di Siena si è svolta una impegnativa audizione in Parlamento che si è giustamente ritenuto necessario convocare anche se a Camere sciolte. Ha potuto così aver luogo un libero confronto politico, aperto a ulteriori sviluppi, sulla base di una puntuale relazione del ministro dell'Economia e di un'ampia nota scritta della Banca d'Italia. Quest'ultima ha documentato minuziosamente come Bankitalia abbia esercitato fin dall'inizio con il tradizionale rigore le funzioni di vigilanza nei limiti delle sue attribuzioni di legge. E in effetti, la collaborazione che essa ha prestato e presta senza riserve alla magistratura inquirente è garanzia di trasparenza per l'accertamento di tutte le responsabilità».

Vuol dire che è stata la moral suasion di Via Nazionale a determinare il ricambio dei vertici di Mps sulla base di una serie di evidenze (imbarazzanti) che proprio Bankitalia ha segnalato e messo a disposizione della magistratura?
«Guardi, voglio dire che nel quadro offerto dall'audizione in Parlamento possono essere soddisfatte, nel pieno rispetto delle diverse posizioni politiche, le esigenze di chiarezza fortemente sentite dall'opinione pubblica e in particolare dai risparmiatori. Ma ci si deve far guidare in ogni momento da quella consapevolezza dell'interesse nazionale che ho prima evocato».

Teme che non sia così?
«La totale autonomia della magistratura nel condurre le indagini sul precedente management di Mps, come già chiarito nella nota diramata ieri dalla Procura della Repubblica di Siena, va rispettata anche evitando quella diffusione di notizie infondate che è stata questa mattina deplorata dalla stessa Procura per le sue ricadute destabilizzanti sul mercato».

Presidente, i giornali fanno il proprio mestiere e con le loro notizie hanno svolto un ruolo importante per fare venire alla luce lo scandalo...
«So quanto possano essere importanti il ruolo e l'impulso della stampa per far luce su situazioni oscure e comportamenti devianti. Sono altrettanto fermamente convinto che va salvaguardato il patrimonio di credibilità e di prestigio, anche fuori d'Italia, di storiche istituzioni pubbliche di garanzia, insieme con la riconosciuta solidità del nostro sistema bancario nel suo complesso».
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©RIPRODUZIONE RISERVATA

  da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-31/napolitano-fare-chiarezza-tutelare-191834.shtml?uuid=AbsKr3PH&cmpid=nl_7%2Boggi_sole24ore_com
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2013, 11:37:36 am da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 02, 2013, 11:37:10 am »

IL CASO MUSSARI E LA CLASSE DIRIGENTE

Il cenacolo dei banchieri

Giuseppe Mussari, ex presidente dell'Abi, l'associazione che raccoglie gli istituti di credito italiani, ricopriva la sua carica pur non avendo alcun ruolo in nessuna banca. Lo permetteva lo statuto dell'organizzazione. Formalmente tutto in regola. Ma a poco più di sei mesi dalla sua nomina, lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, l'istituto a suo tempo presieduto da Mussari, sta portando alla luce malversazioni e malfunzionamenti, facili guadagni e possibili tangenti.

Sono questioni sulle quali indaga la magistratura. Ma se i pm stanno facendo il loro lavoro, se i controlli, a cominciare da quelli di Bankitalia, avevano evidenziato puntualmente rischi e fragilità in capo a Mps, è evidente che è l'intera classe dirigente nel settore del credito (e non solo) a dover ripensare se stessa e la capacità di selezione dei propri vertici. Soprattutto nel caso delle banche. Di quel luogo dove i cittadini depositano i propri risparmi. Di quelle istituzioni finanziarie alle quali le famiglie e le imprese si rivolgono per ottenere credito utile ad alimentare l'economia. Di quegli edifici dove gli errori si riverberano non solo all'interno degli istituti, ma sull'intera società. Dove il credito, non solo finanziario, ma anche «reputazionale» è decisivo affinché l'intero sistema possa funzionare.

La partenza dell'indagine della Procura di Siena su Mps è dell'autunno del 2011. L'oggetto è l'acquisizione dell'Antonveneta che, le cronache raccontano, fosse fortemente voluta da Mussari. Un'operazione fatta in contanti, senza fondati pareri esterni a corroborare non solo l'acquisizione, ma anche il prezzo, superiore di oltre due miliardi a quanto il venditore Santander aveva comprato Antonveneta solo qualche mese prima della vendita. Si sospettano aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza.
Nella primavera del 2012 c'è da scegliere il nuovo presidente dell'Abi. La riconferma di Mussari si fa strada. Anche se il rischio «reputazionale» appare evidente. A differenza della prima nomina, quando le piccole banche si erano opposte all'indicazione del presidente del Monte dei Paschi, di dissidenti non si vede ombra.

I saggi dell'Abi, Alessandro Azzi (banche di credito cooperativo), Giovanni Bazoli (Intesa Sanpaolo), Giovanni Berneschi (Carige), Federico Ghizzoni (Unicredito) Camillo Venesio (Banca del Piemonte) vanno avanti. Finché nell'estate del 2012 si arriva alla nomina. Le banche decidono che sarà ancora Mussari a trattare per conto degli istituti su temi delicatissimi come sofferenze, ricapitalizzazioni, criteri contabili, con Banca d'Italia, Fondo monetario internazionale e Eba, l'autorità europea. Fino a pochi giorni fa.

Lo scandalo Mps porta Mussari alle dimissioni. E da ieri Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna, è il nuovo presidente dell'Abi. Sarà l'ex deputato del Partito liberale italiano per due legislature nonché ex sottosegretario nel governo Ciampi a rappresentare le banche. Al di là della caratura della persona, le porte girevoli che permettono il passaggio tra politica, associazionismo, vertici bancari, funzionano ancora a perfezione. Di quell'esame di coscienza del quale avrebbe bisogno la classe dirigente bancaria e della società civile restano solo labili tracce.

P.S. La designazione nel giugno 2012 di Giuseppe Mussari alla presidenza dell'Abi da parte del comitato esecutivo è avvenuta all'unanimità. Quella di Patuelli per acclamazione.

Daniele Manca

1 febbraio 2013 | 7:44© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/editoriali/13_febbraio_01/manca-cenacolo-banchieri_bbbb0660-6c36-11e2-9729-7dce41528d1f.shtml
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« Risposta #2 inserito:: Febbraio 02, 2013, 11:40:52 am »

 Mps, nel vuoto di potere le inchieste sulle banche preoccupano Napolitano.

Che lancia un appello: fermate il cortocircuito mediatico-giudiziario

L'Huffington Post  |  Di Andrea Bassi   Pubblicato: 01/02/2013 18:29 CET  |  Aggiornato: 01/02/2013 19:05 CET

Due richiami in due giorni. Non è ordinario. Il doppio intervento di Giorgio Napolitano sulla vicenda Mps è eccezionale. La Costituzione italiana tutela il risparmio. La tutela del risparmio passa per la fiducia nel sistema bancario. Se crolla la fiducia nel sistema bancario sotto le macerie finisce il risparmio. Il sistema si tiene anche sulla fiducia nelle istituzioni preposte al suo controllo, a partire dalla Banca d'Italia. Dopo gli enormi sacrifici fatti per uscire dalla crisi dello spread, l'Italia non può rischiarne una nuova. Di sistema.

Dunque, dice Napolitano, bisogna interrompere "il corto circuito mediatico-giudiziario". La cronaca minuto per minuto dalla procura si Siena sull'indagine Mps, le nuove indagini aperte da Roma e da Trani, la polemica politica di una campagna elettorale violentissima. Prendiamo Trani. Oggi ha fatto sapere di avere aperta da sei mesi un'inchiesta sui derivati che riguarda cinque banche. Oltre a Mps anche Unicredit, Intesa San Paolo, Bnl e Credem. Avrebbero venduto prodotti tossici a imprenditori pugliesi. I magistrati hanno anche sequestrato alcune centinaia di migliaia di euro di una filiale Mps di Molfetta. I titoli delle banche sono crollati in Borsa. Il Monte dei Paschi ha perso quasi il 6%, Intesa il 3%, Unicredit il 2,5%. Lo spread è risalito fino a 270 punti base per poi correggere leggermente.

Un'ulteriore complicazione. La procura di Trani ha chiesto i nomi degli ispettori di Bankitalia e Consob che hanno fatto le verifiche in quelle banche. Ipotizzano che sia stata omessa la vigilanza. E' il passaggio più delicato. Quello che vuole evitare Napolitano è che Banca d'Italia e Consob finiscano sul banco degli imputati. Anche Roma sul caso Mps ha aperto un dossier sulla vigilanza. C'è il rischio, tra l'altro, che si apra una disputa sulla competenza dei fascicoli. Sia Roma che Trani hanno annunciato riunioni operative con la procura di Siena per coordinarsi. Nella speranza che i vari pm trovino un accordo su chi fa cosa. Gli schizzi del fango stanno già raggiungendo Mario Draghi. Indebolire l'uomo che ha salvato l'Italia dal baratro del default sarebbe una mossa suicida per il Paese. Napolitano vuole impedirlo.

da - http://www.huffingtonpost.it/2013/02/01/mps-vuoto-potere-le-inchieste-banche-preoccupano-napolitano_n_2599812.html?utm_hp_ref=italy
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