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Autore Discussione: Massimo Fracaro e Nicola Saldutti. Tasse senza Padri  (Letto 2175 volte)
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« inserito:: Gennaio 16, 2013, 04:46:33 pm »

Tasse senza Padri

Non c'è bisogno di scomodare un principio antico, nessuna tassazione senza rappresentanza (politica). Qui siamo addirittura sul fronte opposto: nessuno, ma proprio nessuno dei candidati alle elezioni, o dei loro schieramenti, finora, si è dichiarato padre di qualche imposta. Come dire: le tasse sono una categoria dell'arte di governo, ma con la particolarità unica, nel mondo, di non avere genitori.

Prima c'è stato il capitolo Imu, l'imposta sulla casa tornata nel 2012 che il leader del Popolo della libertà, Silvio Berlusconi e il premier, Mario Monti, hanno attribuito l'uno all'altro. Poi è arrivato il redditometro, che nell'oscuro linguaggio delle tasse si chiama «accertamento sintetico di tipo induttivo». Il presidente del Consiglio lo ha definito, abbandonando la cautela delle parole, una specie di «bomba a orologeria» lasciata in eredità dal Cavaliere. E si è spinto fino ad affermare che, fosse per lui, non l'avrebbe mai varato. Berlusconi si è affrettato a spiegare che il suo redditometro era completamente diverso. Un malvezzo antico, quello dei politici, di parlare delle tasse come piovessero dal cielo. Quasi fossero una specie di epidemia tollerata, ma non voluta.

E così tutti si stanno dichiarando pronti a tagliarle. Meno Imu, meno Irpef, meno Irap, niente aumenti Iva. Facendo finta di dimenticare un piccolo dettaglio, le tasse rappresentano le entrate dello Stato. Quindi c'è una sola strada per ridurle: ridurre la spesa pubblica. Non esistono altre scorciatoie sicure.

Qui le parti si ribaltano: se per le imposte non ci sono padri, la spesa viene considerata (anche in tempi di spending review) virtuosa. Nessuno, ma proprio nessuno, ha indicato nei suoi slogan elettorali, o nelle apparizioni televisive, nei monologhi o nei dibattiti, dove intende tagliare. Dove si vuole risparmiare per trovare le risorse che consentano di ridurre l'Imu? Al massimo si sono ipotizzate ulteriori tasse. Equilibrio contabile complicato dal momento che l'imposta sugli immobili ha garantito circa 24 miliardi. Per non parlare dell'Irap che tutti dicono di voler rivedere, peccato che frutti ogni anno 34 miliardi. Dove li recuperiamo?

Potrebbe allora rivelarsi un buon esercizio democratico che i candidati si impegnassero a stabilire, e a indicare, non tanto le tasse da tagliare, ma quale sarà la soglia massima di spesa pubblica che ritengono tollerabile. E rispettare, si spera, l'impegno preso con gli italiani.

Visto che il redditometro è orfano, e tutti lo vogliono rivedere o sopprimere, basterebbe un decreto per sospendere questo marchingegno infernale che preoccupa soprattutto gli onesti e dal quale si prevede di recuperare solo 815 milioni. Un decreto che anche il governo in carica potrebbe varare, visto che tutte le forze in campo lo voterebbero.

Il redditometro è ormai un'arma spuntata. Gli uffici del Fisco si stanno attrezzando per applicarlo. Ma non deve essere facile per un dipendente dello Stato applicare un provvedimento rimasto senza rappresentanza politica.

Massimo Fracaro e Nicola Saldutti

16 gennaio 2013 | 8:11© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/editoriali/13_gennaio_16/tasse-senza-padri-fracaro-saldutti_f8d8e9d0-5fa3-11e2-9e33-1d7fb906e25e.shtml
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