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Autore Discussione: GABRIELE FERRARIS. Quando Roma spintona Torino  (Letto 2025 volte)
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« inserito:: Maggio 06, 2012, 10:34:42 am »

5/5/2012

Quando Roma spintona Torino

GABRIELE FERRARIS

Ieri quelli della Festa del Cinema di Roma si sono riuniti e hanno discusso le date della prossima edizione della costosa baracconata inventata da Walter Veltroni quand’era sindaco della Capitale per gingillarsi con il cinema suo primo amore, e poi confermata con entusiasmo bipartisan dal successore Alemanno. Poiché la riunione si è tenuta a Roma, i riuniti hanno deciso di non decidere, aggiornandosi alla prossima settimana. In compenso, hanno ritenuto necessario precisare che «cercheranno il più possibile di rispettare le date del Festival di Torino». E subito dopo hanno lasciato trapelare che intendono prendersi il periodo dal 9 al 17 novembre. A meno di una settimana dall’inizio del Torino Film Festival.

E questo, loro lo chiamano «rispetto». Figurarsi se non ci rispettavano. La baracconata romana ha un fondo cassa che quella torinese mai si è sognata neppure nei tempi migliori (men che meno adesso). Con tutti quei soldi, si fa in fretta a riempire di star il tappeto rosso, a monopolizzare i film in uscita più importanti, e a far terra bruciata attorno a un Festival più serio ma meno ricco. La quasi concomitanza è un colpo di grazia: a Torino verranno soltanto quelli (personaggi e film, fa lo stesso) che a Roma proprio non ce li hanno voluti; o i duri e puri che continuano a preferire la qualità alla moneta. Ma sono ormai pochi nel mondo. Nel mondo del cinema, ancora meno. Nel Paese dei Tafazzi, intanto, l’unica lezione di Guicciardini ben assimilata da grandi e piccini è quella del «particulare».

In parole povere, ciascuno si fa i comodacci suoi, e chi più spintona più vince. Da quel punto di vista (anzi, di spintone) tra Torino e Roma non c’è partita. Così, poiché i romani vogliono una bella festa, ci ritroviamo da tempo con tre festival importanti (Venezia, Roma e Torino) pigiati nell’arco di tre mesi, che neppure a Hollywood e Bollywood riunite; e adesso, poiché al nuovo direttore Marco Müller «fa comodo così» (ipse dixit: e ci credo, è il periodo migliore per intercettare le novità della stagione), Roma si accomoda il più lontano possibile da Venezia (troppo forte) e vola sulle piume di Torino (troppo remissiva). Va da sé che il Torino Film Festival, che ha trent’anni di vita e di credibilità, e che da sempre si tiene in novembre, avrebbe diritto di chiedere un po’ di fairplay ai romani (che è come chiedere un po’ di pioggia nel Sahara): visto che sono arrivati dopo, si trovino un altro periodo. Pensate che, da buoni torinesi, gli amministratori sabaudi ancora l’altro ieri lanciavano appelli al «maestro Marco Müller» e proclamavano: «Ovviamente continuiamo a dare fiducia a quanto dichiarato dal sindaco Alemanno che ha assicurato che non vi sarebbe stata alcuna sovrapposizione nel mese di novembre con il nostro Festival del Cinema».

Se andate a Roma, non trovate neppure i tassisti, che danno fiducia alle dichiarazioni di Alemanno. I torinesi sì. Tafazzi troppo compìti in un Paese di Tafazzi protervi.

da - http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10066
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