Politica
18/01/2012 - LA CRISI CONTI PUBBLICI E RIFORME
"Temo più l'Europa dei tassisti"
Monti al Financial Times: giusta l’analisi di S&P
La Germania: l’Italia può farcela anche da sola
SANDRA RICCIO
Rispedita al mittente. La richiesta alla Germania del premier Mario Monti di fare di più per abbassare il costo del debito dell’Eurozona e dei Paesi periferici si è subito infranta in un secco «nein». Berlino ieri ha fatto sapere che «l’Italia può fare il lavoro da sola». A parlare è stato Wolfgang Franz, capo dei consiglieri economici della cancelliera Angela Merkel che ha spiegato: «l’Italia ha un’economia molto forte, quindi può aiutare se stessa».
La gelata è arrivata insieme a un nuovo monito dell’agenzia di rating Fitch, ieri ha prospettato un ulteriore declassamento di Roma, già entro gennaio. Nonostante l’azione del governo «sia sicuramente utile, seria e credibile, fino a quando i tassi di interesse restano alti c’è il problema dei costi di rifinanziamento» ha sentenziato l’agenzia. La minaccia si aggiunge al declassamento di S&P di venerdì scorso. Fitch ieri è intervenuta anche su Atene dicendo che la Grecia finirà in default ma sarà probabilmente un fallimento ordinato.
Intanto Monti, che oggi volerà in missione a Londra per convincere i mercati finanziari della svolta virtuosa del nostro Paese, continua a sottolineare la politica di rigore appena inaugurata. Dopo una colazione a Downing Street con il primo ministro David Cameron Monti incontrerà la City: 120 investitori selezionati che detengono i titoli di Stato italiani a cui il Presidente del Consiglio illustrerà in prima persona quel che sta facendo il governo in fatto di disavanzo e crescita.
Roma cercherà la «sponda» britannica nel suo difficile tentativo di convincere Berlino a fare di più, sia sul fronte della crescita che su quello del debito. Il viaggio londinese sarà preceduto da un’ampia intervista in prima pagina sul Financial Times, di fatto il proseguimento dell’intervento in cui aveva lanciato ieri l’appello alla Merkel. Monti, tra i vari passaggi al quotidiano, si è dichiarato d’accordo con le analisi sull’Italia fatte da S&P. «Sono l’unico in Europa che non ha criticato le agenzie», ha detto. Interrogato sulle sue apprensioni sugli scioperi di tassisti e farmacisti ha risposto: «mi preoccupa di più la leadership europea che la conflittualità nel mio Paese», precisando subito: «la leadership europea, non la Cancelliera tedesca». «La mia rivoluzione è una parentesi ma salverà le future generazioni con l’aiuto dell’Europa» ha aggiunto. A una battuta ha poi affidato le sue speranze: «La mia ambizione è che l’Italia diventi un Paese noioso - ha detto - E questo cambiamento è nelle mani dell’Europa».
Ieri intanto il premier italiano ha incassato la promozione della Francia. «Abbiamo piena fiducia nel piano dell’Italia». A dirlo è stato il ministro francese dell’Economia, Francois Baroin. Un altro attestato di merito è arrivato poi, in serata, dall’agenzia di rating Fitch che ha sottolineato: il rischio di default per l’Italia è «molto basso» ha detto a Ballarò David Tiley analista capo di Fitch.
E nonostante le scintille tra le principali capitali europee, ieri i mercati hanno messo a segno un altro orgoglioso rialzo che si somma al buon andamento della vigilia. Le Borse hanno così continuato a ignorare i verdetti delle agenzie di rating con Milano che ha chiuso con un aumento dello 0,69%, Londra dello 0,65%, Parigi dell’1,4% e Francoforte dell’1,82%. A spingere sono stati i buoni dati arrivati dalla Cina. La locomotiva asiatica ha annunciato che nel 2011 la sua economia è cresciuta del 9,2%, un ritmo rallentato rispetto al 10,4% dell’anno precedente ma superiore alle aspettative generate dalla difficile situazione economica. Incoraggianti anche i numeri arrivati dalla Germania con l’indice Zew, che misura le aspettative sull’economia tedesca, salito, a gennaio, ben sopra le attese (a -21,6 da -53,8 di dicembre). Benzina è arrivata dall’asta spagnola da 4,9 miliardi di titoli di Stato a 12 e 18 mesi con tassi in forte calo. E’ così proseguito il miglioramento dei nostri titoli di Stato: il rendimento del decennale è sceso al 6,46% e lo spread con il Bund si è ridotto a 471 punti, grazie anche agli acquisti della Bce. Il tasso del titolo a due anni è calato al 3,95%. E’ la prima volta, da settembre, che il due anni torna sotto il 4%. Un altro segnale di fiducia per Monti.
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http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/438736/