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Autore Discussione: LAURA LARCAN. Casoria, il museo assediato da Gomorra ora chiede asilo ad ...  (Letto 2000 volte)
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« inserito:: Febbraio 01, 2011, 04:53:57 pm »

IL CASO

Casoria, il museo assediato da Gomorra ora chiede asilo ad Angela Merkel

Una lettera inviata dal direttore del Contemporary Art Museum al cancelliere tedesco.

L'idea è quella di traslocare con l'intero bagaglio di opere contemporanee, valore 10 milioni, in Germania. "Da due anni oggetto di minacce, telefonate, atti vandalici per la nostra programmazione contro la camorra".

Sterile la richiesta d'aiuto alle istituzioni nostrane. "Solo il presidente Napolitano ci ha risposto, ma non basta"

di LAURA LARCAN


ROMA - Dal "triangolo di Gomorra" l'arte chiede asilo politico-culturale alla Germania, perché adotti e salvi il patrimonio del Museo di Casoria 1 nell'hinterland napoletano, che vanta circa mille opere di artisti internazionali per un valore complessivo di 10 milioni di euro. "Gentile Cancelliere Angela Merkel, Le invio una richiesta che è frutto della grande difficoltà di fare cultura in Italia. Una difficoltà che non è solo di carattere economico e tecnico ma soprattutto di carattere sociale. Ritengo che in una visione europea, della quale Lei è certamente il più importante testimone, il suo Paese potrebbe adottare il nostro Museo per non abbandonare a se stesso un immenso patrimonio culturale".

Con queste parole inizia la lettera che questa mattina il direttore del Cam, il Contemporary Art Museum di Casoria Antonio Manfredi ha spedito tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, e per conoscenza all'Ambasciatore tedesco in Italia. La richiesta specificata nell'oggetto è "Asilo politico/culturale al Governo della Repubblica Federale Tedesca". "Un gesto estremo  -  racconta Antonio Manfredi - che può sembrare solo provocatorio, ma che per noi è l'ultima possibilità di salvaguardare un patrimonio d'arte contemporanea di altissima qualità, più volte minacciato tra atti vandalici, telefonate minatorie,
minacce, nell'incuranza da parte delle istituzioni locali e nazionali, e che ormai non possiamo più proteggere in modo adeguato". Nella lettera Manfredi, artista lui stesso, nato a Casoria, illustra alla cancelliera Merkel la realtà del Cam, da lui fondato e diretto dal 2005:

"Personalmente sono andato in giro nei luoghi più sperduti della terra a cercare artisti giovani e meno giovani  -  scrive - che grazie a noi sono stati rivalutati, e molti dei quali hanno successivamente partecipato a importanti mostre e biennali". E non può non citare Roberto Saviano, che in passato ha testimoniato la sua solidarietà al museo: "La realtà sociale in cui operiamo è Casoria  -  scrive Manfredi - nell'hinterland napoletano, spesso oggetto di cronaca per gli episodi camorristici, quella che il nostro scrittore Roberto Saviano nel suo libro definisce il "triangolo di Gomorra". E insiste sulla cronaca: "Negli ultimi due anni, nella totale indifferenza delle istituzioni pubbliche locali, regionali e nazionali, siamo stati oggetto di ripetuti atti di ostilità 2 (minacce, telefonate minatorie, atti di vandalismo), dovuti alle recenti mostre da noi realizzate contro la camorra".

E attacca: "Preoccupati di tutelare l'immenso patrimonio artistico/culturale del museo finora costituito, abbiamo chiesto attenzione e protezione a tutte le istituzioni italiane, dal ministero della cultura a quello degli interni, dagli organi di polizia ai prefetti. Ma purtroppo in Italia l'ultimo dei problemi sembra essere quello della cultura". E formula la richiesta: "Le chiedo pertanto di accogliere la nostra istanza in nome della cultura e dell'arte, rendendomi disponibile, sin da ora, a trasferire l'intera collezione in uno spazio in Germania e a gestirlo insieme ai miei collaboratori".

E' l'ultima lettera su cui Manfredi e il suo staff di collaboratori (ovviamente volontari per passione e impegno sociale) riversano le speranze: "Siamo completamenti ignorati dalle istituzioni  -  avverte - il nostro museo, che abbiamo voluto aprire proprio qui a Casoria nella terra della camorra, per pura responsabilità morale nei confronti di un territorio malato, non riceve finanziamenti pubblici e riesce a vivere solo grazie a pochi illuminati sponsor". Tra i mille appelli fatti alle istituzioni, l'unica lettera ufficiale ricevuta è stata, tre mesi fa, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Ci faceva i complimenti per il lavoro svolto in un territorio così difficile. Ci conforta, ma non basta". E così è partita la lettera ad Angela Merkel: "Abbiamo scelto la Germania  -  racconta Manfredi - perché nell'analisi geopolitica dell'Europa è l'unico paese che non ha sancito tagli alla cultura, perché è un paese sensibile che punta alla qualità degli interventi sulla cultura, perché lì c'è un approccio forte da parte delle istituzioni e da parte della gente al bene pubblico".

(01 febbraio 2011) © Riproduzione riservata
da - repubblica.it/cronaca/2011/02/01/news
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