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Autore Discussione: Jolanda Bufalini - Palamara: «La legge bavaglio deve essere accantonata»  (Letto 2145 volte)
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« inserito:: Luglio 23, 2010, 11:08:41 am »

Palamara: «La legge bavaglio deve essere accantonata»

di Jolanda Bufalini

Un respiro di sollievo per quel che riguarda il diritto all’informazione ma il Ddl sulle intercettazioni continua a creare allarme per gli aspetti che più direttamente riguardano le attività investigative e il funzionamento degli uffici giudiziari.

Dottor Palamara, pare di capire che con il Ddl intercettazioni ci sono ancora tanti aspetti da risolvere?
«Sul tema dell’informazione prendiamo atto che c’è stata una sostanziale marcia indietro del governo e che è stata recepita un’istanza che noi avevamo fatto nell’immediatezza. Rimangono, però, aperte le questioni relative alle disposizioni oggettivamente limitanti dello strumento investigativo delle intercettazioni».

A quali aspetti si riferisce?
«Soprattutto a tre profili, il primo: i presupposti per richiedere le intercettazioni, il secondo: relativo alla durata, il terzo riguarda la previsione del tribunale in composizione collegiale. Tanto vale, dopo il sostanziale stravolgimento del testo avvenuto martedì, mettere da parte tutte queste disposizioni e togliere di mezzo questo ddl».

Un binario morto o il ritiro?
«Questo non spetta a me dirlo. Io posso solo evidenziare le ricadute dal punto di vista tecnico. Il mio auspicio è che, dopo l’accordo raggiunto ieri, si trovi una soluzione sulle disposizioni che più direttamente ci riguardano».

Quali sono gli aspetti problematici per l’attività investigativa, anche in relazione a reati molto gravi come l’associazione mafiosa?
«Basti considerare il richiamo all’articolo 192 del codice di procedura penale, che è un richiamo ai requisiti di colpevolezza, oppure evidenziare come permangono aspetti problematici per quanto riguarda la acquisizione dei tabulati e, ancora, la questione del termine delle proroghe, oggi 15 giorni, superati i tre iniziali. Sono tutte disposizioni più stringenti e limitative dello strumento investigativo, anche se obiettivamente il testo è stato migliorato. Soprattutto, possono essere devastanti per la funzionalità degli uffici giudiziari, la trasmissione degli atti dal tribunale provinciale a quello del capoluogo di distretto e la previsione della competenza attribuita al tribunale in composizione collegiale: è assurdo che ci siano tre giudici per convalidare l’intercettazione di una utenza telefonica e ci sia un giudice solo a dover decidere della responsabilità di un omicidio».

Con la vicenda P3 anche la magistratura è entrata nella bufera. Domani si riunisce la commissione deontologica dell’Anm. Lei ha annunciato discontinuità, in cosa si concretizza?
«Dalle parole bisogna passare ai fatti, e i fatti ripropongono in maniera forte la questione della chiarezza e della trasparenza nei rapporti fra magistratura e politica. La questione dei comportamenti e delle frequentazioni viene prima dei profili penali e disciplinari».

In che direzione andrà la revisione del codice deontologico?
«Si deve affrontare il profilo sanzionatorio, altrimenti si resta alle belle parole. È con la sanzione che si segnerà la discontinuità. Nella magistratura che vogliamo i comportamenti devono essere credibili, si devono salvaguardare integrità e indipendenza. Per questo va alzato il livello dell’asticella dei comportamenti»..

Si tratta di casi singoli o esiste una questione morale nella magistratura?
«I fatti hanno mostrato che una questione morale esiste, anche se non riguarda la stragrande maggioranza dei magistrati che lavora e non frequenta salotti. Ma c’è stata una posizione unanime del direttivo dell’Anm, abbiamo subito posto la questione delle dimissioni o dei passi indietro, in questo vedo una differenza fra noi e la politica. Non intendiamo fare sconti, anche in memoria di Falcone e Borsellino che sono i nostri modelli».

22 luglio 2010
http://www.unita.it/news/italia/101533/palamara_la_legge_bavaglio_deve_essere_accantonata
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