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Autore Discussione: Tassi in Italia più alti di almeno mezzo punto rispetto all'Europa.  (Letto 3874 volte)
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« inserito:: Giugno 08, 2007, 04:42:13 pm »

8/6/2007 (8:1) - SECONDO IL VICEDIRETTORE GENERALE CAROSIO «UN DIFFERENZIALE ANOMALO»

Mutui, Bankitalia accusa le banche
 
Giovanni Carosio, vice direttore generale della banca d'Italia
 
"I tassi in Italia sono più alti di almeno mezzo punto percentuale rispetto all'Europa"

TERESA PITTELLI
ROMA

I mutui praticati in Italia sono i più cari d'Europa. Una differenza di mezzo punto percentuale che fa dei clienti delle banche italiane i più penalizzati di tutta l'area dell'euro. L'allarme questa volta non arriva dalle associazioni dei consumatori, ma dalla stessa Banca d'Italia. «C'è un differenziale anomalo tra i nostri mutui e la media dell'euro», ha riconosciuto ieri Giovanni Carosio, vice direttore generale di via Nazionale. Carosio ha spiegato che il tasso d'interesse sui nuovi prestiti alle famiglie per l'acquisto della casa, nel complesso, a marzo di questo anno era al 5,2%, a fronte del 4,7% della media dell'euro.

Una bella differenza che si riscontra anche nello spread tra il costo dei mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile, che nel 2006 è stato di ben 80 punti base contro i 30 degli altri paesi europei, forse anche a causa del ricorso sempre maggiore ai mutui a tasso fisso da parte delle famiglie.

Già furibondi i rappresentanti dei consumatori. «Il differenziale fra i tassi sui mutui italiani e quelli europei è un malvezzo delle banche e non ha giustificazione, noi lo diciamo da tanti anni ed è un bene che ora lo constati anche la Banca d'Italia», attaccano Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori).

L'anomalia, però, secondo palazzo Koch non è irrecuperabile. Una delle novità più rilevanti dell'andamento del mercato creditizio negli ultimi tempi, infatti, è l'effetto combinato del raffreddamento della domanda di mutui da parte delle famiglie, su cui pesa la stretta monetaria avviata dalla Banca centrale europea, e dei vivaci ritmi di crescita del mercato europeo dei cosiddetti covered bond. Una circostanza che potrebbe andare per una volta a favore dei consumatori, producendo un riallineamento verso il basso dei tassi di interesse.

«Nel 2006 in Italia il tasso di crescita dello stock di prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni si è ridotto al 12,3% dal 18% del 2005», ha chiarito Carosio, secondo il quale sembrerebbero dunque esistere le condizioni perché la domanda di mutui in rallentamento e l'offerta in espansione contribuiscano ad eliminare la vistosa disuguaglianza tra i tassi italiani e quelli europei.

Nel pronunciare questa ottimistica previsione Carosio, intervenuto ieri a Roma a un convegno organizzato dall'Abi (l'associazione delle banche) proprio sui «covered bond», conta molto sull'espansione in Italia di questo strumento finanziario. L'emissione di covered bond, cioè di obbligazioni garantite dalle banche appunto con i crediti generati dai mutui, sta difatti conoscendo un momento di espansione in tutta Europa. Il meccanismo permette alle banche di raccogliere danaro in maniera più efficiente e a un costo più basso, e secondo l'Abi dovrebbe spingere gli istituti a praticare a loro volta interessi più contenuti sui mutui.

«L'ampiezza potenziale del mercato italiano delle obbligazioni garantite, l'intensità della crescita della domanda da parte degli investitori internazionali e la preponderanza dei mutui ipotecari residenziali tra gli attivi utilizzabili a garanzia, fanno pensare che la nuova regolamentazione possa avere l'effetto di attenuare la tendenza al rialzo dei tassi di interesse», ha concordato Carosio. Una prospettiva che secondo alcuni analisti, però, per il momento è solo teorica, perché non è detto che le banche utilizzeranno le economie prodotte dal nuovo strumento a favore degli utenti, e non per aumentare ulteriormente i loro margini. Preoccupazione evidentemente sentita anche da Bankitalia. Mentre Adusbef e Federconsumatori chiedono alle banche «coerenza con i tassi praticati a livello europeo».

da lastampa.it
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