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Autore Discussione: Vittoria Franco: «È ora di coinvolgere anche gli uomini»  (Letto 2415 volte)
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« inserito:: Maggio 05, 2010, 10:56:54 pm »

Vittoria Franco: «È ora di coinvolgere anche gli uomini»

di Elena Doni

Vittoria Franco, senatrice del Pd, ha scritto Care ragazze (Donzelli), un «librino» prezioso e importante che presenta nuovi aspetti del pensiero delle donne. E che viene presentato oggi al Senato (ore 17) da Chiara Braga, Concita De Gregorio, Carmine Donzelli, Anna Finocchiaro, Nadia Urbinati.

Già nelle prime pagine tu metti in guardia: «I nostri diritti non sono acquisiti una volta per tutte. Possono diventare non più effettivi. Possiamo perderli definitivamente». È una chiamata alle armi per le ragazze del Duemila?
«Siamo in pieno contrattacco: un attacco ai diritti delle donne che oggi passa attraverso una concezione del corpo delle donne come merce di scambio. Sono fenomeni che fanno arretrare le conquiste delle donne e prima, fra tutte, la conquista della libertà. La libertà di poter lavorare: oggi le donne sono più brave negli studi ma sul mercato del lavoro in Italia siamo molto al di sotto di quel 60% previsto dall’Unione Europea con il trattato di Lisbona. Perché in Italia la maternità rappresenta ancora un ostacolo per le donne che lavorano».

Nel libro dici anche che in questa nostra epoca «di contiguità tra bellezza e politica, accoppiate al motto Dio, Patria e Famiglia» si nascondono politiche restrittive per l’autonomia delle donne e la maternità responsabile. Puoi spiegare meglio? «Bellezza… In Italia c’è la dittatura della bellezza! E il merito? È il merito che qualifica la persona, l’uomo come la donna. In Italia, per le donne, il merito vale solo se s’accoppia alla bellezza. Oppure alla vicinanza al capo. E l’attuale legge elettorale, basata sulla nomina e non sulla scelta degli elettori, favorisce questo stato di cose. Quanto al motto Dio, Patria, Famiglia: è ovvio che, se questo è l’orientamento, le pari opportunità spariranno. La donna potrà lavorare solo se si farà carico totale del lavoro di cura. Una legge presentata dal Pd al Senato prevede che, quando nasce un bambino, il congedo paterno sia obbligatorio».

Ma la magistratura non interviene quando vengono disattese le leggi sui diritti delle donne?
«Sì certo, è già avvenuto con la legge sulla fecondazione assistita: un manifesto ideologico piuttosto che una legge per risolvere problemi. Una legge persino crudele, come quando prevede l’obbligo di impiantare anche gli embrioni affetti da gravi malattie genetiche. Un mostro giuridico, come confermano le sentenze di tre tribunali. E l’anno scorso una sentenza della Corte Costituzionale ne ha dichiarati incostituzionali due commi».

Qualche giorno fa il titolo di un lungo articolo di Susanna Tamaro diceva «Il femminismo non ha liberato le donne»: sei d’accordo?
«Io sono convinta che il femminismo ha portato una grande rivoluzione nel costume. Ma è stata una rivoluzione che poi si è fermata e non è stata abbastanza forte da impedire un ritorno indietro. Il femminismo è un movimento che va ripreso per portare ulteriori momenti di cambiamento. Credo che oggi molte cose possono cambiare se coinvolgeremo gli uomini. In questi anni è in atto un fenomeno tanto esteso da aver fatto nascere una parola nuova, femminicidio. Quello della violenza contro le donne è un dramma che dobbiamo combattere coinvolgendo gli uomini che quella violenza ripudiano. Oggi dobbiamo riprendere il femminismo per andare più avanti, per difendere non solo la libertà ma anche la dignità della donna».

05 maggio 2010
http://www.unita.it/news/culture/98294/vittoria_franco_ora_di_coinvolgere_anche_gli_uomini
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